SCENA 20.
LA FAMIGLIA
LEI. Arrivederci,papà.
PADRE. E tuo fratello,lo
ucciderebbe venire a dirmi arrivederci?
LEI. dorme.
PADRE. Evidentemente:dorme!Non
la smette di dormire!
LEI. Non è colpa sua,e’ a
causa della sua depressione.
PADRE. ma sì,una
depressione,è sempre pratico,,una depressione. A me mi vengono depressioni?
LEI. e,non è la stessa
cosa!hai la fortuna di fiancheggiare il tragico!
PADRE.Com’è questa? La
fortuna di fiancheggiare il tragico?
LEI. … E poi puoi
rallegrarti ogni volta che sfuggi a una presa di ostaggi o a una mina
artigianale!
PADRE. Non ho nessuna
ragione di rallegrarmi! Come puoi parlare di rallegramento?!
MADRE. Ti ho preparato uno
spuntino per il viaggio.
PADRE. Grazie,tesoro.
MADRE. Non dimentichi quel
che ti ho chiesto?
PADRE. Di che cosa?
MADRE. Per il mio artista
… Avevi detto che ci avresti pensato …
PADRE. Ah,quello?
ascolta,penso che sarà possibile.
MADRE. Non è quello che
manca,in Medio Oriente,ossa.
PADRE. Sul piano
etico,penso che sia possibile.
MADRE. D’accordo,ma è per
un gesto artistico importante.
PADRE. Importante per chi?
LEI. Deve solo andare al
cimitero Côte-des-Nègres,il tuo artista,se vuole ossa.
MADRE. Non hai alcun
rispetto per i nostri morti o che cosa?
PADRE. Ah,perché i loro di
morti,non è lo stesso?
MADRE. Sai bene che,in
ogni modo, finiscono in preda ai cani sciolti/randagi,i loro morti. Senza
esequie,né niente,allora …
LEI. E’ più edificante
finire in una scultura d’arte impegnata.
MADRE. Sì,è più edificante
.L’artista ha fatto una ricerca molto interessante sulla confusione tra il soggetto e l’oggetto.
PADRE. E’ cosa,la sua
opera?
MADRE. Si chiama Il motivo dello scorticato.
LEI. Il motivo dello scorticato. E’ dunque ben stupido/sempliciotto.
MADRE. Evidentemente lo
trovi stupido:io t’ho messa al mondo perché tu mi trovi stupida.
Lui arriva,affannato.
LUI. Papa!
PADRE. Bene,il depresso
s’è svegliato.”L’avvenire appartiene ?
LUI. … quelli che si
alzano presto.”
PADRE. “Ha un bel mentire
…
LUI. … chi viene di
lontano.”
PADRE. “Quando saremo
tutti colpevoli …?
LUI. … sarà la democrazia.”Albert Camus.
PADRE. Bravo. Che cultura.
LUI. Papà? Perché siamo
tutti colpevoli?
PADRE. Perché tutto è
colpa nostra.
MADRE. Sì,è così,tutto è
colpa nostra.
LUI. Come volete che io
non cada/vada in depressione con genitori
come voi?
PADRE. Aiutati e il Ciel …
LUI. Ta yeule
MADRE. Come parli a tuo
padre?
PADRE. Si ha un bel donare
tutto a loro,finiscono per cacarvi nelle mani.
MADRE. Si ha un bel
sacrificarsi,dissanguarsi,uccidersi per loro,che produce tutto questo?
PADRE. Si dà loro la
vita,il confort,l’educazione …
MADRE. Si potrebbe morire
davanti a loro,non cambierebbe niente,ci troverebbero comunque stupidi.
PADRE. Bisogna che me ne
vada.
MADRE. Bene,è
così,vattene.
LUI. Saluterai G.I.Joe.
LEI. Porterai un cadavere
alla mamma?
MADRE. LUI. LEI .Ciao.
LUI. Formavamo una
famiglia funzionale dove non smettevamo
di schiuderci/ espanderci /aprirci/sbocciare gli uni sugli altri.
LEI. Eravamo uniti nell’armoniosa
solidarietà di un focolare caloroso che
suscitava l’invidia e l’ammirazione di tutti.
LUI. Servivamo d’esempio,senza
trarne vanità.
LEI. Inoltre,
eravamo tutti belli.
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