Profilo sommario di Jean Tardieu
Nasce l'1 novembre 1903 a Saint-Germain-de-Joux,nell'Ain
et muore il 27 gennaio 1995
a Créteil,in Val.de-Marne. Autore estremamente fecondo,
si è espresso in opere di ogni
genere e di ogni tono;umorista e metafisico,drammaturgo e
poeta ,lirico o formalista,ha
manifestato per più di sessanta anni una creatività
eccezionale, alternando scrittura in
versi e in prosa,lirica e audacemente informale. La
sua inquietudine metafisica dissimulata
sotto l'umorismo, non ha mai smesso di porlo di fronte
all'insolubile dilemma :"chiedersi
senza fine come si possa scrivere qualcosa che abbia un
senso."
*°*°*°*°*Figlio di artisti,la madre ,musicista,che dà lezioni di arpa e il padre,pittore,che al piano di sopra ha il suo atelier. Lui,Jean Tardieu ,che vive ,al piano di sotto e a quello di sopra, lo stesso mondo segreto e rigoroso :la composizione.
La sua prima poesia la scrive a sette anni. Eccola:
Favola.
Una mosca si
cullava sull’oceano
all’improvviso si
sentì stretta dal freddo
Morale
bisogna sempre fare
attenzione.
E lui gioca con le parole,riempiendone i quaderni che
conserverà gelosamente - almeno alcuni.
Ed eccolo ,a quindici o sedici anni ,lucido, parlare con
la saggezza d’un vecchio,consapevole di come tutto il suo essere sia impregnato dal suo
sentire quotidiano
e familiare:
“… i miei primi movimenti,i miei primi pensieri furono scanditi al ritmo
dell’arpa. Da quando ho cominciato a vibrare per l’arpa e per la
poesia,mai,oh!,mai la poesia mi è apparsa più bella e mi ha più nel
profondo torturato. ..ho vissuto al suono dell’arpa,ho sognato al suono
dell’arpa,ho amato al suono dell’arpa … e so bene,sento che un giorno ,un
giorno molto lontano,quando,vecchio vagabondo dei dolori e dei sogni,avrò quasi
perduto il ricordo della antica felicità. Un giorno,se lungo un muro passando tristementeio sentirò all’improvviso aleggiare velati,perduti ,fantasmi su di un’arpa i suoni di una vecchia cara melodia ,io tremerò come una foglia al vento …”
Ecco un bel frammento che fa capire come ,nonostante il
suo bisogno di rottura,di dissonanza,di novità,malgrado la violenza della sua
reazione di fronte alla scrittura tradizionale e convenzionale,egli sapesse conservare nella sua scrittura quella
sotterranea concatenazione armoniosa, e il suo orecchio sembra quasi che non possa percepire né
sopportare che frammenti scaturiscano e affiorino da una sinfonia intima,fondamentale e
costante,che si tratti dei suoi permanenti virtuosismi
nei versi o nelle battute delle sue
pièces.
E’ anche
precoce un’altra scoperta che fa di sé: pur sentendosi in qualche modo
estraneo
a se stesso,sa riconoscere in sé un potere,quello
dell’espressione. Ecco
perché è e resterà fin dall’adolescenza uno scrittore. E per una sorta di terrore dell’incompiuto,di
spinta all’esitazione che lo frequentano ,quasi ad esprimere
il suo smarrimento
impara la dolce manipolazione delle parole. Si viene a
costituire in lui una forza fatta
di fermezza e di scioltezza che finisce per
caratterizzarlo per
sempre,talmente da poter considerare quasi la sua opera
come una sfida
per fronteggiare la quale Jean Tardieu sfrutta una sorta di
misteriosa
inquietudine felicemente vivace. Quasi un risuonare sordo di
un’inguaribile
delusione. La sua opera in effetti non si caratterizza per la
linearità della
sua evoluzione determinata da eventi esterni. Si avvolge al
contrario su se
stessa,come attratta da un centro inesistente, quasi che
l’autore esegua una sorta di strano passo di danza sul bordo di un abisso
che
allo stesso tempo lo respinge e lo trattiene, e dove dà appuntamento a
e stesso per tutta la vita.
Ed è dal fondo di questo vuoto, di questo buco
che sale la musica della sua scrittura, quella musica
disperata, quella musica
da lui evocata con passione.
Ecco la conferma in una sua dichiarazione:“ Tutta la
mia vita è segnata
dall’immagine di quei fiumi,nascosti o perduti ai piedi delle montagne.
Come loro,
per me l’aspetto delle cose si inabissa e oscilla tra presenza
e assenza. Tutto quel che io tocco ha una
metà di pietra e l’alta metà di spuma.”
Ed ecco, come è naturale, ora è venuto il momento di capire
perché questo
poeta cominci a scrivere anche per il teatro. E’un’iniziativa che impariamo
a
capire come corrisponda a un tratto permanente della sua
psicologia.
Non è un
caso dunque che noi scopriamo la sua precoce ammirazione
per Molière, che, forse colorerà definitivamente la sua concezione teatrale.
E’in
realtà tutto coerente con una natura come la sua, tutta
permeata da una
originaria e persistente ingenuità che sembra procurargli
sorpresa e
divertimento costanti. Gli è dunque facile e naturale registrare il
ridicolo
che lo circonda, come burlarsi delle traversie e delle insufficienze. Ecco
dunque la causa prima dell’energia che muove il suo teatro
quasi
esclusivamente gaio e satirico in superficie. Un teatro - il suo teatro
da
camera soprattutto - che, malgrado la difficoltà di esecuzione o proprio per
questo, intriga l’ingegnosità del regista e accende l’immaginazione dell’attore.
E
perché tuttavia né l’uno né l’altro, malgrado tutto, finiscano per rivelare un
attaccamento
cocciutamente appiccicoso all’antica routine, e ne tradiscano
l’intenzione, Jean Tardieu moltiplica le
indicazioni sceniche, soprattutto quelle
per luivitali che hanno il fine di fissare l’intonazione,il
ritmo d’un gesto, il senso
di una mimica, l’intensità dei silenzi. Ed ecco, una dopo l’altra, in questo teatro
sperimentale e divertente, le convenzioni sceniche più antiche essere screditate.
Ma neanche tanto,
se il drammaturgo partito allegramente,lancia in resta contro
le abitudini che considera
ormai appassite,desuete, non esita a rimetterne in
auge altre, molto più antiche, come il personaggio del presentatore,
che svolge
lui stesso un ruolo, incorporando lui stesso nell’opera quello che si chiamava
l’argomento. Quello che accade per l’appunto anche in Oswald e Zenaide con
i suoi a-parte. L’intensione critica di questa pochade è esplicitamente enunciata
infatti dal presentatore, quando
dice. “Questa operina ha lo scopo di
stabilire un
contrasto comico fra la povertà delle battute scambiate ad alta voce
e
l’abbondanza degli a-parte.
”Nel bel mezzo
dell’incidenza del dialogo, il fidanzato Oswald, esultante, si
mette a fare
citazioni in italiano e la ragazza in inglese. Non si capiscono,
ma
si amano. Al diavolo allora le parole e il loro significato!
Opere
Raccolte
Poesie
nelle edizioni Gallimard
Accents, 1939
Le Témoin invisible, 1943
Jours pétrifiés, 1947
Monsieur, Monsieur,
poèmes humoristiques, 1951
Une voix sans personne, 1954
Choix de poèmes
1924-1954, 1961
Histoires obscures, 1961
La Part de l'ombre
(choix de proses), 1972
Formeries, 1976 (Prix des Critiques)
Comme ceci, comme cela, 1979
Margeries, poèmes
inédits 1910-1985, 1986
L'Accent grave et
l'accent aigu (riprende Formeries,
Comme ceci comme cela, Les Tours de Trébizonde), 1986
Poèmes à voir, 1986
Prose edizioni Gallimard
Figures, poèmes en prose
La Première Personne du
singulier
Pages d'écriture
Les Portes de toile
Le Professeur Froeppel
Les Tours de Trébizonde
On vient chercher Monsieur
Jean, 1990
Le Miroir ébloui
Lettre de Hanoï
L'Amateur de théâtre
Teatro edizioni Gallimard
Un mot pour un autre
Théâtre de chambre, trad.
Teatro da camera, Firenze: Sansoni, 1955
Poèmes à jouer
Une soirée en Provence ou
Le Mot et le cri
La Cité sans sommeil
La Comédie du langage,
suivi de La Triple Mort du client, 1987
La Comédie de la comédie (ou "Oswald et
Zénaïde", ou "Les Apartés", 1966
La Comédie du drame
La Sonate et les trois
messieurs ou Comment parler musique
Finissez vos phrases
Il y avait foule au manoir
Edizioni illustrate Gallimard
Jours pétrifiés, poèmes
avec six pointes sèches de Roger
Vieillard
L'Espace et la flûte,
poèmes, variations sur douze dessins de Pablo Picasso
Conversation-sinfonietta,
essai d'orchestration typographique par Robert
Massin
Libri illustrati per ragazzi Gallimard
Il
était une fois, deux fois, trois fois... ou la table de multiplication mise en
vers, illustrazioni di Élie
Lascaux
Presso altri editori
Le Fleuve caché (Jacques Schiffrin)
Poèmes (Le Seuil)
Les Dieux étouffés (Seghers)
Le Démon de l'irréalité (Ides et calendes)
Charles d'Orléans (PUF).
Le Farouche à quatre
feuilles, in collaborazione con André Breton, Lise Deharme e
Julien Gracq
(Grasset)
De la peinture abstraite (Mermod)
Hans Hartung (Hazan)
Hollande (Maeght)
C'est-à-dire (éd. Georges Richar)
Obscurité du jour (Skira) (Prix des Critiques)
Le Parquet se soulève (Brunidor-Apeïros)
L'Ombre la branche (Adrien Maeght)
Des idées et des ombres (Éditions R.L.D.)
Un Lot de joyeuses affiches
(R.L.D.)
Carta Canta (chez Lydie et
Robert Dutroux)
Causeries devant la
fenêtre, conversazione con Jean-Pierre Vallotton (PAP)
Conversation (poésie)
Bibliografia
Jean Onimus, Jean
Tardieu : un rire inquiet, Paris, Champ Vallon, coll. « Champ
poétique », 1985
Constantin Tacou, F.
Dax-Boyer (a cura di), Cahier Tardiez, Éditions de l'Herne,
Cahiers de l'Herne, n° 59, Paris, 1991, 440 p. Jean-Clarence Lambert, Visite
à Jean Tardiez, Caractères, 2001
Frédérique Martin-Scherrer,
Lire la peinture, voir la poésie: Jean Tardieu et les arts, Institut
Mémoires de l'édition contemporaine, 2004
Federica Locatelli (a cura
di), Diffidate dalle parole. Sei pièces, Lemma Press, 2015
Federica Locatelli e Davide
Vago (a cura di), Jean Tardieu et la langue en question, Sedizioni, 2016
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