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sabato 8 aprile 2017

Profilo sommario di Jean Tardieu










Profilo sommario di Jean Tardieu
 
Nasce l'1 novembre 1903 a Saint-Germain-de-Joux,nell'Ain et muore il 27 gennaio 1995
a Créteil,in Val.de-Marne. Autore estremamente fecondo, si è espresso in opere di ogni
genere e di ogni tono;umorista e metafisico,drammaturgo e poeta ,lirico o formalista,ha
manifestato per più di sessanta anni una creatività eccezionale, alternando scrittura in
versi e in prosa,lirica e audacemente informale. La sua inquietudine metafisica dissimulata
sotto l'umorismo, non ha mai smesso di porlo di fronte all'insolubile dilemma :"chiedersi
senza fine come si possa scrivere qualcosa che abbia un senso."
                                                   *°*°*°*°*
Figlio di artisti,la madre ,musicista,che dà lezioni di arpa e il padre,pittore,che al piano di sopra ha il suo atelier. Lui,Jean Tardieu ,che vive ,al piano di sotto e a quello di sopra, lo stesso mondo segreto e rigoroso :la composizione.
La sua prima poesia la scrive a sette anni. Eccola:
Favola.
Una mosca si cullava sull’oceano
all’improvviso si sentì stretta dal freddo
Morale
bisogna sempre fare attenzione.

E lui gioca con le parole,riempiendone i quaderni che conserverà gelosamente - almeno alcuni.
Ed eccolo ,a quindici o sedici anni ,lucido, parlare con la saggezza d’un vecchio,consapevole di come tutto il suo essere sia impregnato  dal suo sentire quotidiano 
e familiare:
… i miei primi movimenti,i miei primi pensieri furono scanditi al ritmo dell’arpa. Da quando ho cominciato a vibrare per l’arpa e per la poesia,mai,oh!,mai la poesia mi è apparsa più bella  e mi ha più nel profondo torturato. ..ho vissuto al suono dell’arpa,ho sognato al suono dell’arpa,ho amato al suono dell’arpa … e so bene,sento che un giorno ,un giorno molto lontano,quando,vecchio vagabondo dei dolori e dei sogni,avrò quasi perduto il ricordo della antica felicità. Un giorno,se  lungo un muro passando tristemente
io sentirò all’improvviso aleggiare  velati,perduti ,fantasmi su di un’arpa i suoni di una vecchia cara melodia ,io tremerò come una foglia al vento …”
Ecco un bel frammento che fa capire come ,nonostante il suo bisogno di rottura,di dissonanza,di novità,malgrado la violenza della sua reazione di fronte alla scrittura tradizionale e convenzionale,egli sapesse conservare  nella sua scrittura quella
 sotterranea concatenazione armoniosa, e il suo orecchio sembra quasi che non possa percepire né sopportare che frammenti  scaturiscano e affiorino da una sinfonia intima,fondamentale e costante,che si tratti dei suoi permanenti virtuosismi
 nei  versi o nelle  battute delle sue pièces.
    E’ anche precoce un’altra scoperta che fa di sé: pur sentendosi in qualche modo
estraneo a se stesso,sa riconoscere in sé un potere,quello  dell’espressione. Ecco
perché è e resterà  fin dall’adolescenza uno scrittore. E per una sorta di terrore dell’incompiuto,di spinta all’esitazione che lo frequentano ,quasi ad esprimere 
il suo smarrimento impara la dolce manipolazione delle  parole.  Si viene a 
costituire in lui una forza fatta di fermezza e di  scioltezza che finisce per
 caratterizzarlo per sempre,talmente da poter considerare quasi la sua opera 
come una sfida  per fronteggiare la quale Jean Tardieu sfrutta una sorta di 
misteriosa inquietudine felicemente vivace. Quasi un risuonare sordo di
un’inguaribile delusione. La sua opera in effetti non si caratterizza per la
 linearità della sua evoluzione determinata da eventi esterni. Si avvolge al
 contrario su se stessa,come attratta da un centro inesistente, quasi che
l’autore esegua una sorta di strano passo di danza sul bordo di un abisso 
che allo stesso tempo lo respinge e lo trattiene, e dove dà appuntamento a
e stesso per tutta la vita. Ed è dal fondo di questo vuoto, di questo buco 
che sale la musica della sua scrittura, quella musica disperata, quella musica
da lui evocata con passione.
Ecco la conferma in una sua dichiarazione:“ Tutta la mia vita è segnata 
dall’immagine di quei fiumi,nascosti o perduti ai piedi delle montagne. 
Come loro, per me l’aspetto delle cose si inabissa e oscilla tra presenza 
e assenza. Tutto quel che io tocco ha una metà di pietra e l’alta metà di spuma.”
Ed ecco, come è naturale, ora è venuto il momento di capire perché questo 
poeta cominci a scrivere anche per il teatro. E’un’iniziativa che impariamo
a capire come corrisponda a un tratto permanente  della sua psicologia.
      Non è un caso dunque che noi scopriamo la sua precoce ammirazione
per Molière, che, forse colorerà definitivamente la sua concezione teatrale.
E’in realtà tutto coerente con una natura come la sua, tutta permeata da una
originaria e persistente ingenuità che sembra procurargli sorpresa e
divertimento costanti. Gli è dunque facile e naturale registrare il ridicolo 
che lo circonda, come burlarsi delle traversie e delle insufficienze. Ecco
dunque la causa prima dell’energia che muove  il suo teatro quasi 
esclusivamente gaio e satirico in superficie. Un teatro - il suo teatro da
camera soprattutto - che, malgrado la difficoltà di esecuzione o proprio per
questo, intriga l’ingegnosità del regista e accende l’immaginazione dell’attore.
E perché tuttavia né l’uno né l’altro, malgrado tutto, finiscano per rivelare un 
attaccamento cocciutamente appiccicoso all’antica routine, e ne tradiscano
l’intenzione, Jean Tardieu moltiplica le indicazioni sceniche, soprattutto quelle
per luivitali che hanno il fine di fissare l’intonazione,il ritmo d’un gesto, il senso
di una mimica, l’intensità dei silenzi. Ed ecco, una dopo l’altra, in questo teatro
sperimentale e divertente, le convenzioni sceniche più antiche essere screditate. 
Ma neanche tanto, se il drammaturgo partito allegramente,lancia in resta  contro
le abitudini che considera ormai appassite,desuete, non esita a rimetterne in
auge altre, molto più antiche, come il personaggio del presentatore, che svolge
lui stesso un ruolo, incorporando lui stesso nell’opera  quello che si chiamava
l’argomento. Quello che accade per l’appunto anche in Oswald e Zenaide con 
i suoi a-parte. L’intensione critica di questa pochade è esplicitamente enunciata 
infatti dal presentatore, quando dice. “Questa  operina ha lo scopo di
stabilire un contrasto comico fra la povertà delle battute scambiate ad alta voce 
e l’abbondanza degli a-parte.
Nel bel mezzo dell’incidenza del dialogo, il fidanzato Oswald, esultante, si 
mette a fare citazioni in  italiano  e la ragazza in inglese. Non si capiscono, 
ma si amano. Al diavolo allora  le parole e il loro significato!

 

 

Opere
Raccolte
Œuvres, Gallimard "Quarto", 2003
Le ciel a eu le temps de changer, correspondance 1922-1944, con Jacques Heurgon, 2004
Poesie nelle edizioni Gallimard
Accents, 1939
Le Témoin invisible, 1943
Jours pétrifiés, 1947
Monsieur, Monsieur, poèmes humoristiques, 1951
Une voix sans personne, 1954
Choix de poèmes 1924-1954, 1961
Histoires obscures, 1961
Le Fleuve caché, 1968, trad. di Luciano De Maria, Il fiume nascosto, Parma: Guanda, 1971
La Part de l'ombre (choix de proses), 1972
Formeries, 1976 (Prix des Critiques)
Comme ceci, comme cela, 1979
Margeries, poèmes inédits 1910-1985, 1986
L'Accent grave et l'accent aigu (riprende Formeries, Comme ceci comme cela, Les Tours de Trébizonde), 1986
Poèmes à voir, 1986

Prose edizioni Gallimard

Figures, poèmes en prose
La Première Personne du singulier
Pages d'écriture
Les Portes de toile
Le Professeur Froeppel
Les Tours de Trébizonde
On vient chercher Monsieur Jean, 1990
Le Miroir ébloui
Lettre de Hanoï
L'Amateur de théâtre

Teatro edizioni Gallimard

Un mot pour un autre
Théâtre de chambre, trad. Teatro da camera, Firenze: Sansoni, 1955
Poèmes à jouer
Une soirée en Provence ou Le Mot et le cri
La Cité sans sommeil
La Comédie du langage, suivi de La Triple Mort du client, 1987
La Comédie de la comédie (ou "Oswald et Zénaïde", ou "Les Apartés", 1966
La Comédie du drame
La Sonate et les trois messieurs ou Comment parler musique
Finissez vos phrases
Il y avait foule au manoir

Edizioni illustrate Gallimard

Jours pétrifiés, poèmes avec six pointes sèches de Roger Vieillard
L'Espace et la flûte, poèmes, variations sur douze dessins de Pablo Picasso
Conversation-sinfonietta, essai d'orchestration typographique par Robert Massin

Libri illustrati per ragazzi Gallimard

Il était une fois, deux fois, trois fois... ou la table de multiplication mise en vers, illustrazioni di Élie Lascaux

Presso altri editori

Le Fleuve caché (Jacques Schiffrin)
Poèmes (Le Seuil)
Les Dieux étouffés (Seghers)
Bazaine, Estève, Lapicque, in collaborazione con André Frénaud e Jean lescure (éd. Louis Carré)
Le Démon de l'irréalité (Ides et calendes)
Charles d'Orléans (PUF).
Le Farouche à quatre feuilles, in collaborazione con André Breton, Lise Deharme e Julien Gracq (Grasset)
De la peinture abstraite (Mermod)
Jacques Villon, préface pour le catalogue d'exposition (Louis Carré.
Hans Hartung (Hazan)
Hollande (Maeght)
C'est-à-dire (éd. Georges Richar)
Déserts plissés, poèmes sur des frottages de Max Ernst (Bölliger)
Obscurité du jour (Skira) (Prix des Critiques)
Un monde ignoré, poèmes sur des photographies de Hans Hartung (Skira)
Le Parquet se soulève (Brunidor-Apeïros)
L'Ombre la branche (Adrien Maeght)
Des idées et des ombres (Éditions R.L.D.)
Un Lot de joyeuses affiches (R.L.D.)
Carta Canta (chez Lydie et Robert Dutroux)
Causeries devant la fenêtre, conversazione con Jean-Pierre Vallotton (PAP)
Conversation (poésie)

Bibliografia

Jean Onimus, Jean Tardieu : un rire inquiet, Paris, Champ Vallon, coll. « Champ poétique », 1985
Constantin Tacou, F. Dax-Boyer (a cura di), Cahier Tardiez, Éditions de l'Herne, Cahiers de l'Herne, n° 59, Paris, 1991, 440 p. Jean-Clarence Lambert, Visite à Jean Tardiez, Caractères, 2001
Frédérique Martin-Scherrer, Lire la peinture, voir la poésie: Jean Tardieu et les arts, Institut Mémoires de l'édition contemporaine, 2004
Federica Locatelli (a cura di), Diffidate dalle parole. Sei pièces, Lemma Press, 2015
Federica Locatelli e Davide Vago (a cura di), Jean Tardieu et la langue en question, Sedizioni, 2016


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