Evelyne de la Chenelière & Daniel
Brière:
IL PIANO AMERICANO
PROLOGO
Ouverture:Haendel,L’arrivo della regina di Sheba,Solomon(HWV67)
LUI. La gente non sa niente della nostra storia.
LEI. Si svolge,la nostra storia,nell’America del
Nord.
LUI .Su un continente dove la nostra voluttà è
criminale.
LEI. Su un continente colpevole come noi.
LUI. E’ qui che siamo venuti al mondo.
LEI: Ci siamo venuti per rivelarlo.
LUI. Per restituire il mondo al mondo.
LEI. Per porvi
la purezza del nostro sguardo.
LUI. Attraverso noi,ogni respiro di vita prende
un nuovo significato.
LEI. Perché tutto ciò che si anima merita la
nostra beata adorazione eterna.
LUI. Noi siamo un simbolo.
LEI. Un’icona.
LUI. Un miracolo.
LEI. Siamo un miracolo e pertanto tutti tremano.
LUI. Anche quelli che non tremano di fronte a
nulla.
LEI. Ciascuno
pensa,con un brivido di curiosità mescolato a spavento:”Che va a
capitarci in questo ventre?
Che ci vomiterà di terribile sulla contrada?”
LUI. Sperano un mostro,una creatura deforme,uno
scarto.
LEI. Non possono ammettere l’incanto.
LEI. E’ a causa del loro gusto per l’orrore.
LUI. La gente ha il gusto per l’orrore.
Camera fredda,mattatoio Sainte Julienne.
LEI. … Tu credi?
LUI. Non possono aspettarselo.
LEI. Ti riferisci alla portata?
LUI. Si tratta di questo,della portata.
LEI. Abbiamo tuttavia colpito duro,l’ultima
volta.
LUI. Sì,ma più inoffensivi.
LEI. E’ vero.
LUI. Ora si parla di vere ripercussioni.
LEI. Sono un po’ nervosa.
LUI. Ti senti pronta?
LEI. Sì. Ma, ricordami.
LUI. Allora:il camion-cisterna deve lasciare il
mattatoio alle 22.05.
LEI. Sei sicuro che non cambierà parere,la
stagista?
LUI. No,E’ vegetariana .E’ con noi.
LEI. O.K. Aspettiamo
il camion …
LUI. …
Alla fabbrica Atwater.
LEI. O.K.
LUI. Io,mi occupo del guardiano. Te,delle
telecamere di sorveglianza …
LEI. A quel punto ci raggiungiamo alla vasca …
LUI. Versiamo novanta metri cubi di sangue di
maiale nell’acqua …
LEI. Acqua che va ad alimentare settecentocinquantamila famiglie a Montréal …
LUI. Peggio ancora,quando apriranno i
rubinetti,avranno una sorpresina …
LEI. Scorrerà rosso!
LUI. Sarà uno smacco!
LEI. Sarà scioccante!
LUI. Il sangue scorrerà in tutta Montréal!
LEI. Allora si renderanno conto veramente che
tutti hanno le mani coperte di sangue!
SCENA I
PIANO 1
Blue screen.Sono
in moto e corrono per la città.
LUI .E’ il simbolo che conta.
LEI. Ma dopo,bisognerà metterci in salvo.
LUI. Sì.
LEI. Perché nessuno capirà il nostro modo di
procedere.
LUI. Esatto.
LEI. Forse vorranno ucciderci,perché siamo i
messaggeri …
LUI. Può darsi. Ma saremo già lontano.
LEI.
Sopravvivremo.
LUI. Sì, sopravvivremo.
LEI. Sopravvivremo a questa prova perché siamo
insieme.
LUI .E,poiché il disagio è ovunque …
LEI. Che non esiste luogo dove sentirsi a proprio agio …
LUI. E che bisogna pur tuttavia mettersi da qualche parte …
LEI. Saremo divinamente ospitali l’uno per l’altro.
LUI .La mia assuefazione a te è totale ed
eterna.
LEI. La mia passione per te è forsennata.
LUI. La tua bellezza è un’insolazione che
mi fa perdere i sensi.
LEI. Sei un miracolo di stile.
LUI. Non amo che te.
LEI. Non amo che te.
Sirene di polizia.
LUI. Sssss! Che cos’è?
LEI. Che succede?
SCENA 2
LA PARTENZA DI PAPA’
Sono tutti e quattro in un letto molto grande.
LEI. Arrivederci,papà.
PADRE. Arrivederci,principessa. Ma dove è finito
tuo fratello,quel furfante?
LEI. Dorme.
PADRE. Ancora? Ma non la smette di dormire!
LEI. E’ perché consuma tanta energia quando non
dorme.
PADRE,ridendo.
Sempre a difenderlo,eh? Mia bella
piccioncina!Vieni a trovarmi un po’. E … op!(Lei gli salta tra le braccia).Ma di’ dunque,sei ancora cresciuta
,tu!
LEI,reclamando
come una bambina. Dimmi che sono un’erba cattiva.
PADRE,alterando
la voce .Sei un’erba cattiva!
LEI,scoppiando
a ridere,rapita. Papà …
PADRE. Sì,tesoro mio.
LEI. Non voglio che tu parta.
PADRE. Io neppure. Ma è il mio lavoro,capisci?
LEI. Ho sempre paura,quando parti.
PADRE. Di che hai paura,pulcino?
LEI. Ho paura che ti faccia prendere in ostaggio
o che tu salti su una mina artigianale.
PADRE. Non mi lascerò mai prendere in ostaggio.
LEI. Lo so,papà.
PADRE,facendola
saltare mentre la solleva. … E salterò al di là delle mine!
LEI,ridendo.
Papà!
PADRE. Non preoccuparti più. Promesso?
LEI. Promesso.
La Madre arriva ,sorridente,con una borsa di carta scura che tende al
Padre.
MADRE. Ho preparato uno spuntino per il viaggio.
I genitori si baciano castamente.
PADRE. Grazie,tesoro.
MADRE. Figurati.
PADRE. Sei formidabile.
MADRE. Ma non è gran che.
PADRE. Mi piace che tu sia moderna ,e tuttavia
capace di servire tuo marito senza sentirti umiliata.
MADRE. Ne traggo al contrario un grande
orgoglio.
PADRE,a
Lei. Sarai molto gentile con la
mamma,pulcino mio?
LEI. Sì,papà.
MADRE. E’ sempre molto gentile.
PADRE. La mamma lavora sodo,sai. E la sua
carriera è importante quanto quella di papà.
LEI. Lo so. Farò come lei quando sarò grande.
MADRE. Davvero? Vuoi essere come me?
LEI. Sì,mamma. Come te.
MADRE: Va bene se è questo che vuoi. Ma non ti
ho messo al mondo perché tu sia a mia immagine.
PADRE. E noi ti amiamo per ciò che tu sei.
MADRE. Qualsiasi cosa tu faccia.
LEI. Lo so.
Lui arriva,affannato.
LUI .Papà!
PADRE. Ah! Il mio soldatino s’è svegliato!
Benone! “L’avvenire appartiene …?
LUI. ...a
quelli che si alzano presto.”
PADRE.” Ha un bel mentire …?
LUI . … chi viene di lontano.”
PADRE.”La democrazia è un cattivo sistema …
LUI. … ma
è il meno cattivo di tutti i sistemi.”Churchill.
PADRE. Bravo! Che cultura!
LUI,le lacrime
agli occhi. Papà …
PADRE,prendendolo
tra le braccia,commosso. Ragazzone mio,Tu lo sai,siamo uomini,tu ed io,ma
abbiamo il diritto di provare emozioni pure noi.
LUI. Ti voglio bene,papà.
PADRE. Pure io ti voglio bene,ragazzo mio,e sono
capace di dirtelo.
LUI,tirando
fuori dalla tasca una carta. Ti ho fatto un disegno.
PADRE,esagerato.
Ma è un Picasso!... Sai una cosa? Lo terrò sempre con me.
LUI. Davvero? Sempre?
PADRE. Sempre.
Il Padre e lui si danno pacche
strane sulle mani e non la finiscono più. Dopo,il Padre prende la sua
borsa da viaggio.
PADRE. Torno molto presto.
MADRE,passando
le braccia sulle spalle dei figli …
… e poi noi,non avremo il tempo di
annoiarci,nevvero?
LUI. Hai un buon profumo,mamma.
MADRE. Grazie,cuore mio.
PADRE,ridendo
come troppo complice con la Madre. Non fate troppe stupidaggini,voi tre.
(Si allontana)A presto!
Parte.
MADRE, LUI E LEI,salutandolo con la mano in modo esagerato.
A presto! Divertiti tanto!
PADRE,di
lontano … E grazie per lo spuntino !
La Madre,Lui e Lei ridono come se il Padre avesse appena fatto una
bella battuta.
Il letto indietreggia lentamente verso il retro-scena.
PADRE. Formavamo una famiglia funzionale dove
non la finivamo più di aprirci gli uni verso gli altri.
MADRE. Eravamo uniti nell’armoniosa solidarietà
di una famiglia calorosa che suscitava
l’invidia e l’ammirazione di tutti.
PADRE. Servivamo d’esempio,senza trarne vanità.
MADRE .Per di più,eravamo tutti belli.
SCENA 3
Blue screen. Moto. Suoni di sirene di polizia.
LUI. Ssss!Che c’è?
LEI. Che succede?
LUI. Quanta Gente!
LEI. Che facciamo?
LUI,gridando
al cielo. That’s it!Kill the messenger,you motherfucker!
LEI. Perché parli inglese?
LUI. I don’t
know,baby, those suckers are ready o shoot’I’m telling you.
LEI. Che cosa?
Rallentano,abbandonano la moto e continuano la corsa a piedi,poi
urtano contro una recinzione Frost.
LEI. Di
là!
LUI. No!
LEI. Dobbiamo andarcene!
LUI,aggrappandosi
alla recinzione. Io non mi muovo !
LEI. Eh? Vieni!
LUI. No!
LEI. Abbiamo ancora una possibilità!C’è un passaggio
laggiù! Presto!
LUI. No,è troppo rischioso!Io rinuncio!
Lei lo tira per la mano,lui resiste.
LUI. Non me ne vado! Non me ne vado!
LEI. Andiamo a nasconderci!Ti vado a
nascondere,va bene?
LUI,contro
la recinzione. Mamma!Mamma!Mamma!
La recinzione si sposta lateralmente,camminano di profilo,lo sfondo dietro cambia.
SCENA 4
A SCUOLA
Flash back
MADRE,attraverso
la recinzione. Buona giornata,fa’ il bravo. A presto … Ti voglio bene.
LUI. Ti voglio bene,mamma.
Lui si mette in riga. La Madre riparte. A più riprese ,la Madre e
Lui si voltano l’uno verso l’altra per
darsi delle “pacche.”
Ripresa della scena.
La Madre e Lui fanno esattamente
gli stessi movimenti e
spostamenti di prima.
Flash lumière.
LUI,riflettendo
mentre cammina .Detesto la scuola e mia madre mi obbliga. Sono sicuro
che lei sa che è pericolosa la
scuola,salvo che non vuole dirlo per non spaventarmi. Lei ha l’aria di ricondurmi
normalmente a scuola,ma in realtà mi tiene talmente troppo forte ,mi infila le
unghie nella pelle,e la sua mano è madida,suda. Ha paura che io muoia,a
scuola,è evidente. Sa che è un edificio pieno di pericoli. E’per questo che il suo corpo resta chino,
dopo avermi abbracciato,il suo corpo resta chino come per riacchiapparmi,ma di
fatto io sono già partito ,è troppo tardi. Si direbbe che io le scivoli via
dalle dita senza che lei possa fare qualunque cosa. Che cambierebbe al mondo che io non vada a scuola, oggi?Non
sarebbe grave,che cambierebbe al mondo?
MADRE. Buona giornata. Fa’il bravo. A presto …
Ti voglio bene.
LUI. Ti voglio bene,mamma.
Si mette in riga.
LUI,dando
una pacca a sua madre. Non piango,mamma!
LUI, dando
una pacca a sua madre. Guarda,mamma,non piango mica!
LUI,dando
una pacca a sua madre. Tenterò di non morire,mamma!
Ripresa della scena.
Flash lumière.
MADRE,riflettendo
mentre cammina. Cerco di fare come tutte le altre.
Di articolare quando prendo la parola,di alzare
gli occhi,di legarmi i capelli in modo conveniente. Di portare stivali che
fanno quel rumore di stivali sull’asfalto. E poi di avere in mano una borsa a
mano,che contenga diversi oggetti pratici e fazzoletti di carta,ma faccio molta
fatica.
Le altre madri sono
efficienti,indaffarate,tenere e distese,mi pare. Le imito come meglio posso
,soprattutto il sorriso rapido e gli sguardi di connivenza fra loro,per ben
indicare che condividono qualcosa,come un segreto,e anche le frasi da non
dimenticare:buona giornata,e fa’ il bravo,a presto,e ti voglio bene.(Rivolgendosi a lui.)Buona
giornata,fa’il bravo. A presto .. .ti voglio bene.
LUI. Ti voglio bene,mamma.
Si mette in riga.
LUI. Buona giornata,mamma!
MADRE. Che cosa?
LUI. Buona giornata!
MADRE. Non sento, che
dici?
LUI. Ti auguro buona giornata!
MADRE. Non riesco a sentire! Ma verrò a
prenderti!Tieni duro! Tieni duro/Non mollare!La mamma torna a prenderti alle
tre e mezza,promesso!
SCENA 5
I NOSTRI GENITORI
LEI. In realtà,nostra madre fa parte di quella
generazione di donne affrancate,per la maggior parte adultere,che fumano,che
bevono oltremisura e mai vengono a prendere il figlio a scuola a partire dalle
tre e mezzo.
LUI. Quelle donne che non hanno nessun contegno
né alcun senso del dovere materno.
LEI.
Quelle donne che hanno un telefono cellulare.
LUI. E
sottovesti eccitanti.
LEI. E creatività.
*°*°*°*°*
Scoppiano a ridere.
LUI . E molto da cinque a sette.
LEI .
Molto.
LUI. In gallerie,musei …
LEI. Lei si occupa di una rivista d’arte.
LUI. Un genere di rivista che spiega come forzarsi ad amare le opere
d’arte e gli artisti emergenti.
LEI.
Organizza mostre.
LUI. Happening.
LEI. Performance.
LUI. Talvolta fa da modella agli artisti.
LEI. E’ molto coinvolta.
Musica:Prokofiev,Roméo et Juliette,opus 64,Danse des chevaliers.
Scena d’arte moderna .La Madre
mette la sua impronta in un’istallazione.
LUI. Nostro padre,lui,vedrà da vicino tutte le
guerre per poterci mostrare bene chi muore
e come e a che punto.
LEI. Fotografa la miseria degli altri.
LUI. Una sorta di miseria esotica.
LEI. La gente va in visibilio davanti alle sue foto.
LUI. Talvolta lui prova un senso di colpa.
LEI. Non torna quasi mai al paese e riparte
subito perché la sofferenza di qui è relativa.
LUI. E perché,evidentemente,le guerre riprendono
sempre altrove,si rispondono le une con le altre,si fanno eco le une delle
altre,come campane.
LEI. Siccome nostro padre passa il suo tempo a
fotografare quelle cose davvero disgustose che gli si incollano al
cervello,nostra madre pretende che diventerà cieco.
LUI. Nostra madre vuole proteggerci da quella
violenza che nostro padre riporta dai suoi viaggi.
LEI. Nei suoi racconti e nelle sue foto.
LUI. Ma anche sui suoi vestiti.
LEI .E nei suoi capelli.
LUI. E lui ,al contrario,trova che è una buona
cosa mostrare la violenza.
LEI. Ecco il nodo della questione.
Musica:Barber,Adagio,opus 11.
Momento durante il quale sono proiettate foto di guerra.
Mormorii di una folla al museo,di cui si percepiscono frammenti di
commenti.
SCENA 6
LA LITE 1
La madre è in tenuta “emergente”,tornano da una mostra. Si parlano nella loro stanza da bagno.
In secondo piano,Lui e Lei,nel letto sussurrano/parlottano e
ridono,Non si capisce/percepisce più
bene cosa fanno.
MADRE. … Dunque
non ti è piaciuta la mostra?
PADRE. No.
MADRE. Mi sorprende.
PADRE. Ah sì?
MADRE. Sì,davvero.
PADRE. A me,quel che mi sorprende davvero ,è a
che punto tu punti su di lui … lei? Lei o lui?
MADRE .Molto strano/buffo/curioso. Lui ti ammira
molto e tu sei stato sprezzante.
PADRE. Non sono stato sprezzante. Non mi è piaciuto.
MADRE. Avresti potuto almeno interessarti.
PADRE. Ho diritto alla mia soggettività.
MADRE. Non essere in malafede. Non è una
semplice questione di soggettività:il suo passo è completamente innovatore,non puoi negarlo.
PADRE. Beh!/Bene,non so,qui …
MADRE. E’ uno scorticato vivo,quel ragazzo.
PADRE. Sì,conosciamo il tuo debole per gli
scorticati vivi.
MADRE. Scusa?
PADRE. Niente.
MADRE. Chi ha un
debole per gli scorticati vivi?
PADRE .Va bene,lascia stare.
MADRE. Per me la sua istallazione evoca,in un
maniera poetica,tutto il disagio e la vulnerabilità della nostra civiltà. Non
trovi? E poi tutta questa violenza che
tracima dalla rappresentazione ,come una materia invisibile …
PADRE,volendo
fare una battuta. Cou-donc,non devo aver guardato dalla parte giusta.
MADRE. Hai guardato,ma non vedi più niente.
PADRE. Cosa?
MADRE. A forza di vedere brandelli
d’uomini,relitti umani peggio del mondo smembrato,non sei nemmeno più capace di
percepire la forza di un’opera.
PADRE. Scusami! Scusami di non esser stato
toccato dal disagio e la vulnerabilità del tuo giovane artista!
MADRE. Evidentemente,tu dirai che è più fondato
di essere vulnerabile e scomodo nel
Medio-Oriente che vulnerabile e disagiato qui.!
PADRE. Che cos’è che tu hai contro il
Medio-Oriente?
MADRE. Non ho niente contro il Medio-Oriente.
PADRE. Ma tu riconduci sempre al Medio-Oriente.
MADRE. Mi scoccia il Medio-Oriente!E poi è un
po’ facile screditare la forza di un gesto artistico col pretesto che questo riguarda il
Medio-Oriente.
PADRE. Eh?Non è questo! Ma tu converrai che la
vulnerabilità e il disagio,sono
relativi.
MADRE. Con la relatività io perdo sempre.
PADRE. Come “tu” perdi sempre?Non è il tuo
lavoro che io rimetto in discussione,non è la tua opera,non è la tua
istallazione!
MADRE. E’ lo stesso.
PADRE. Io non trovo.
MADRE. E’ perché tu sottostimi il mio
coinvolgimento.
PADRE. Non credo che io sottostimi il tuo coinvolgimento.
MADRE. E’ vero che io non rischio la
vita,io,quando difendo artisti sovvenzionati ,non corro il rischio di saltare
quando mi reco al lavoro ,non devo trafficare
con vero sangue schifoso peggio degli odori che strappano il cuore!
PADRE. Sei gelosa?
MADRE .Io,gelosa,ma di che?
PADRE. Dell’essenzialità.
MADRE. Aspetta,non rimetterai in discussione
l’essenzialità dell’arte,tuttavia tu sei più brillante di così.
PADRE. Non è quello che ho detto.
MADRE. Sai,avrai un bel riportare tutte le foto
di guerra che vuoi,sarà sempre una successione di testimonianze.
PADRE. E allora?
MADRE. E allora gli artisti,loro,non si contentano
di testimoniare:hanno un proposito,reinventano il reale,creano.
PADRE. Io ho un proposito.
MADRE. Qual è
il tuo proposito?
Sono disturbati dal rumore dei figli a letto.
MADRE,verso
il letto .Basta,ragazzi!
Si illumina ora il letto in cui Lui e Lei si divertono a scimmiottare
i loro genitori.
LEI. Non ti è piaciuta la mostra?
LUI. Detesto le mostre.
LEI. Ci siamo,lo sapevo,ti sei bruciato il
cervello.
LUI. No,ma il mal di vivere dei giovani
artisti mi è proprio insopportabile.
LEI. Ma è del MIO mal di vivere che si tratta
nelle loro opere!
LUI. Non capisco niente di quel che tu racconti.
LEI. La mostra ,sono io!Io sono un’opera
d’arte!Io sono tutte le opere d’arte!Che si inchiodino gli occhi su di me ,che
si puntino la luce e gli sguardi su di me ,che si crei il più vasto consenso a
proposito di me,che un solo fremito
delle mie labbra susciti l’interesse e la contemplazione …
LUI. Tesoro mio,credo che tu abbia un serio problema di ego.
LEI. Non ho problemi di ego! Sarebbe in tutta
umiltà,ma avrei un bel relativizzarmi,non arriverò mai a convincere la gente ad
amarmi un po’ meno intensamente,un po’ meno manifestamente
…
LUI. E riceveresti un sacco di premi?
LEI . Un sacco di premi! Tutti i premi! E tutti
invidierebbero la mia vita!
LUI. Ma la gente diventerebbe gelosa!
LEI. No! Susciterei ,al contrario, i sentimenti
più nobili,i più edificanti,ed è precisamente per questa ragione che mi si
amerebbe ancora di più …
LUI. No, sarà di tutto riposo,questo tuo amore
per tutti.
LEI. … Talvolta avrei vertigini,direi allora il
bisogno d’essere un po’ sola,e tutti sarebbero desolati,ma rassegnati alla
privazione di me per qualche ora…
LUI. … E
quando tu riapparissi,saresti ancora più smagliante che nel loro ricordo e non
si riprenderebbero se ne capaciterebbero(?)…
LEI. … Si
direbbero :” Ma non c‘è dunque alcun limite alla bellezza ?
LUI. Alla grazia?
LEI. Allo splendore?
Scoppiano a ridere. Si trovano
veramente molto buffi.
LEI,simulando
all’improvviso la gravità. E poi,un giorno,quando ne avrò veramente
abbastanza di tutto quest’amore di me per tutto,io smetterò di esistere,io mi
ucciderò con le mie mani, e mi lascerò marcire
ai loro piedi perché sappiano che dopo di me non c’è che decomposizione,
puzza,disperazione..
Lui e Lei fanno i morti,la lingua
di fuori.
MADRE, di
lontano. Basta,ragazzi!
La madre li raggiunge.
MADRE. Che fate?
LUI. Niente,mamma.
LEI. Giochiamo.
MADRE. A che?
LUI. Ai Kamikazes.
MADRE. Non è un bel gioco.
LEI. Perché? Ci rilassa.
SCENA 7
BISOGNA DORMIRE
MADRE. Bisogna smettere di giocare,adesso. E’
l’ora di dormire.
LUI. Quando nostra madre vuole essere una buona
madre,si china sulle nostre angosce che ci fanno mangiare le unghie fino alle
falangi e le falangi fino ai gomiti e veglia sul nostro buon sonno. Per
impedirci di demoralizzarci,ci dice che non c’è niente di grave,salvo la morte.
MADRE. Bisogna dormire.
LEI. E presto,precisa che parla della nostra morte,la nostra morte di noi
due,la sola che sarebbe grave. E che la morte degli altri,va bene per l’impegno,ma
che bisogna dimenticarla quando viene la notte.
LUI. Ma è difficile da dimenticare quando la
nostra casa è piena di morti incollati ai nostri muri come una tappezzeria.
MADRE. Scccc … dormite ora…
LUI. Mamma?
MADRE. Che cosa?
LUI. … Mamma,è grave l’Iraq?
MADRE. No,tesoro mio,non è grave.
LUI. Non è grave?
MADRE. Non è grave.
LEI. E l’Afganistan,è grave?
MADRE. No,no,non è grave.
LUI. Non è grave?
LEI. Non è grave?
MADRE. No,non è grave.
LUI. Ma allora cos’è che è grave?
LEI. Che cos’è che è grave,mamma?
MADRE. Niente è grave,smettetela di
preoccuparvi. Pensate ad altro e fate dei bei sogni.
SCENA 8
LA LITE. 2
Camera oscura. Il padre installa la luce.
L’ingranditore e il negativo.
MADRE. Non vieni a dormire?
PADRE. Non ho ancora terminato.
La Madre guarda un’ immagine
proiettata dall’ingranditore.
MADRE. Che cos’è?
PADRE. Cadaveri.
MADRE,guardando
meglio e comprendendo che la massa che vede è un mucchio di cadaveri. Sobbalza.
Ah! Sì,d’accordo,non avevo visto bene Non si vede immediatamente .E’ cupo.
PADRE. Pure tu
trovi che è troppo cupo?
MADRE. Perché lo dici?
PADRE. L’agenzia trova che è troppo nero.
MADRE .No,no è l’effetto di gruppo,voglio dire
la quantità,crea una massa nera,è normale. E’ una buona foto.
PADRE. Tu,quando guardi la foto,pensi che si è in Africa?
MADRE. Che cosa?
PADRE. Se non sapessi dove ho preso la foto,
penseresti che è in Africa?
MADRE. Non so,là …
PADRE. L’agenzia dice che la gente penserà che è
in Africa,a causa dei cadaveri che sono carbonizzati.
MADRE. Effettivamente,questo può prestarsi a una
confusione …
PADRE. Trovo che sembra che non è in Africa.
Domani chiederò ai figli se pensano che
è in Africa.
MADRE:Ah no!
PADRE. Che cosa?
MADRE. Dopo avranno ancora incubi a causa tua.
PADRE. Come per causa mia?
MADRE. … Da che sono piccoli,vuoi mostrar loro
tutto,raccontare loro tutto,dire loro tutto nei dettagli. Ne abbiamo già
parlato.
PADRE. E allora?Bisogna bene che sappiano.
MADRE. No! Non è obbligatorio! Hanno il diritto ad esser protetti!
PADRE. Ed io non voglio che diventino figli viziati, coccolati,noncuranti,capricciosi
,confortevolmente seduti sulle loro convinzioni borghesi,liberali e
capitaliste.
MADRE. Perché credi che io voglia ,io,che
divengano figli viziati, coccolati, noncuranti ,confortevolmente seduti sulle
loro convinzioni borghesi,liberali e capitaliste?
PADRE. Va bene,va bene.
MADRE. Sono figli privilegiati. E questo,non puoi far niente per cambiare questo.
PADRE. Anche
da privilegiato è normale avere
incubi.
MADRE. Non incubi di guerra!Non c’è guerra
qui!Lasciali avere incubi di casa nostra! Incubi normali,incubi occidentali !
PADRE. Parli a vanvera.
MADRE. In ogni caso,non ti lascerò più mostrar
loro ciò che non è fatto per essere visto, basta così.
PADRE. Ma perché?
MADRE. Perché non è raccomandato,prima di andare
a dormire,di guardare foto di corpi mutilati,decapitati,sventrati,impalati o
carbonizzati!
PADRE. Drammatizzi.
MADRE. … Ogni notte,si svegliano e devo
cullarli.
PADRE. Ma via! Non hanno più l’età per esser cullati!Sono al cégep![1]
MADRE. … Niente li interessa,non hanno nessun
progetto,restano fra loro,non hanno amici,fanno giochi morbosi,hanno sviluppato
tic nervosi,dimagriscono,si coprono d’eczema,perdono i capelli,hanno piaghe da
decubito …
PADRE . ...Ma che si alzino!
MADRE. Non riesco a motivarli!
PADRE. Di che parli,”motivarli”?Hanno bisogno
di un bel calcio nel culo,è tutto.
MADRE. Certo. Un calcio nel culo,è brillante.
PADRE. Li hai sempre infantilizzati.
MADRE. Era per strapparli alle tue storie
dell’orrore.
PADRE. Sei troppo sentimentale.
MADRE. Tu non possiedi nessuna igiene mentale!
Li deprimerai completamente,col tuo occhio cattivo!
PADRE.
Almeno, loro ,sapranno perché.
MADRE. Che cosa? Che cos’è che sottintendi?
PADRE. Niente .Solamente,te, sei depressa ,ma
non sai perché.
MADRE. Non sono depressa,io rifletto.
PADRE. Sei sicura che non sei depressa?
MADRE. Non più della gente normale.
PADRE. In ogni caso.
MADRE. … E
quando interrogo i nostri figli ,quando chiedo loro perché non vanno verso gli altri,mi rispondono che è
perché non amano la gente.
PADRE. Quale gente?
MADRE .Ogni genere di gente.
PADRE. Che cosa,ogni sorta di gente?
MADRE. Non l’ amano.
PADRE. Nessuno tra loro?
MADRE. No, nessuno,non amano nessuno,poiché ti
dico che non amano la gente!
PADRE. E’ grave?
MADRE. Certo che è grave!
PADRE. Perché?
MADRE.
Beh,perché!
PADRE. Perché che cosa?
MADRE .Perché nella vita ,bisogna amare la
gente,gli altri,voglio dire:è normale,è tutto!Non fare finta di non capire!
PADRE. Potremmo comprar loro animali da
compagnia …
MADRE. Per fare cosa?
PADRE. Beh Perché li amino?
MADRE. Sei stupido.
SCENA 9
IL PIANO 3
Blue screen.Alla recinzione Frost.
LEI. Abbiamo ancora una possibilità!C’è un
passaggio laggiù! Presto!
LUI. No,è troppo rischioso!Io lascio!( rinuncio!)
Lei lo tira per la mano,lui resiste.
LUI. Non me ne vado! Non me ne vado!
LEI. Andiamo a nasconderci!Ti vado a
nascondere,va bene?
Lui si lascia trascinare.
Il recinto /recinzione si sposta lateralmente,camminano di profilo,la
scena dietro .cambia
LUI. Siamo stati denunciati,è sicuro!
LEI. Forse!
LUI. Avevo organizzato bene tutto!
LEI. Sì!
LUI. Tutto era regolato!
LEI. Lo so.
LUI. Forse è la stagista!
LEI. Ma mi avevi detto che era vegetariana!
LUI. Oppure il ragazzo del camion!
LEI. Può essere!
LUI. Non si può aver fiducia in nessuno!
LEI. Tutta la gente è uguale!
Rumore di uno sparo. La
pallottola attraversa lo spazio al
rallentatore.
SCENA 10
LA LITE
Camera oscura.
Sono in un mood molto erotico.
MADRE. … Non solo corri dietro alle guerre,ma le
chiami.
PADRE. Come,”Le chiamo”?
MADRE. La guerra ti segue ,dovunque tu vada.
PADRE. Ma no,è l’inverso.
MADRE. E’ reciproco.
PADRE. Ah bene,è reciproco.
MADRE. Assolutamente,è reciproco. Vi attirate
mutualmente,la guerra e te. Guarda,in Indonesia:è bastato che tu ci mettessi il
piede perché si cominci a scazzarsi … Se tu smettessi un po’ di agitarti,sono
sicura che nel mondo andrebbe meglio.
PADRE. Ma non ha proprio nessun senso quel che
tu dici …
MADRE. Al contrario,è pieno di senso.
Padre. Sì,ma io sono rozzo,allora il senso delle
cose mi sfugge …
MADRE. Assolutamente,ti sfugge.
PADRE. Per fortuna che tu sei qui per
illuminarmi.
MADRE. Sì,per fortuna,eh?
Finiscono per fare l’amore!
SCENA 11
IL PASSARE DEL TEMPO
Si vedono apparizioni di
animali impagliati.
LEI. Non ci piace la gente.
LUI. I nostri genitori ce ne hanno presentati
parecchi esemplari …
LEI. Soldati,artisti,professori.
LUI. Filosofi,vegliardi,un neonato …
LEI. Perfino un Premio Nobel.
LUI. E siamo arrivati a non amare nessuno tra
loro.
LEI .Non è stato sempre facile.
LUI. Certi individui sono carismatici:
LEI. E i nostri genitori sono tenaci.
LUI. Sarebbe stato più comodo amare la gente.
LEI. Se non avessimo riflettuto bene,li avremmo
senza dubbio amati.
LUI. Come una sorta di riflesso.
LEI. Un bagno in cui ci si lascia scivolare .
LUI. Per salvarsi la pelle.
LEI. Per avere calore.
LUI. Per essere amati a nostra volta.
LEI. Un bagno d’amore collettivo in cui ci si
annega.
LUI. Per non morire soli.
LEI. Come un cane.
LUI. Farsi credere che si vale più d’un cane.
LEI. Che anche morti ,si vale più d’un cane
morto.
LUI. Farsi credere che la gente non muore sola.
LEI. Perché la gente ha altra gente per
guardarla morire.
LUI. Farsi credere che,contrariamente ai cani,la
gente si riproduce nell’affetto.
LEI. Come un gesto per il sogno e la speranza.
LUI. Fare altre persone,all’immagine delle
persone che si amano tra loro e finiscono per annegare insieme .
LEI. Perché credono nel mondo creato per loro.
Sospirano.
LUI. Sembriamo
demoralizzati.
Sono coperti di pelli d’animali.
LUI. Ora frequentiamo l’università.
LEI. E’
un posto sgradevolissimo.
LUI. Pieno di gente.
LEI. Facciamo parte degli studenti promessi a un
grande avvenire.
LUI. I nostri genitori sono fieri che noi siamo
iscritti all’università.
LEI. Possono parlarne ai loro amici.
LUI. E ai loro propri genitori,che
sfortunatamente sono i nostri nonni.
LEI. Insomma,possono tutti parlarsi fra loro del
fatto che noi frequentiamo l’università.
LUI. E’ un tema che li appassiona.
LEI. La loro soddisfazione ci sembra completamente inappropriata.
LUI. Ma noi siamo obbligati ad andare
all’università.
LEI. Altrimenti,i nostri genitori rifiuteranno
di sostentarci.
LUI. Ce l’hanno lasciato intendere.
LEI. Sopravvivremo.
LUI. Sopravvivremo a questa prova perché siamo insieme.
LEI. E poiché
lo sconforto è dovunque …
LUI. Che non esiste nessun posto dove poter
essere a proprio agio …
LEI. E che bisogna comunque collocarsi da
qualche parte.
LUI. Saremo divinamente ospitali l’uno verso l’altra.
LEI. La mia assuefazione a te è totale ed
eterna.
LUI. La mia passione per te è forsennata.
LEI. La tua bellezza è un’insolazione che fa
perdere i sensi.
LUI. Tu sei un miracolo di stile.
LEI. Io non amo che te.
LUI. Io non amo che te.
Musica: Haendel,Sarabanda,suite in re minore(HWV437)
MADRE. Nostro figlio e nostra figlia ora vanno
all’università. A dir la verità,non ci vanno spesso,ma vi sono iscritti. Sono
orgogliosa di averli accompagnati fin là. Non è stato sempre facile. Trovare un
senso,ogni mattina. Essere all’altezza
ricettiva,entusiasta,esigente,valorizzatrice,comprensiva,delicata,paziente,assidua,serena,intuitiva,
accogliente,rispettosa,efficace,coinvolta,caritatevole,ispiratrice…
Lei ha traversato la scena con una valigia.
Lei torna immediatamente e fa il percorso inverso.
MADRE. … E tutto ciò,malgrado i miei viaggi
obbligati a Parigi, a Londra,a New York,a
Milano,Barcellona,Singapore,Berlino,Tokio,Madrid,Roma,Las
Vegas,Zurigo,Ginevra,Mosca, Amsterdam,Guadalajara ...
SCENA 12
LA CAFFETTERIA
PADRE,molto teso. … Ah .ecco vostra madre. (La
bacia in modo maldestro.)Hai fatto buon viaggio?
(Ai figli) Salutate vostra madre,via.
LUI. Buongiorno.
LEI. Buongiorno.
PADRE. Mi sono occupato della cena.
Ha quattro pasti in scatole di cartone della Saint-Hubert.
MADRE. Ah sì?Che succede?
PADRE. Dobbiamo parlarci .
MADRE. Che cosa vuoi dire?
PADRE. Ho deciso che occorreva fare una riunione
di famiglia.
MADRE, a LEI e a LUI,parlando del PADRE. Che cos’ha?
LUI. Non lo so.
PADRE. Ragazzi,spiegate a vostra madre che
succede.
LEI. Ma di che parli?
PADRE. La caffetteria!
Pausa
MADRE. Che cosa?Che cos’ha la caffetteria?
Pausa
PADRE. Andiamo! Coraggio! Raccontate quel che
avete fatto alla caffetteria!
LUI. Mamma,hai già pensato a quel che subiscono
gli animali,prima di diventare panini in
caffetteria?
LEI. E’ grave.
LUI. Sì: questo è grave.
MADRE. Che cosa?
LEI. Allora,ieri,alla caffetteria,abbiamo
chiesto alla gente di firmare una petizione.
LUI. Ma tutti si sono presi gioco di noi,continuando a mangiare i loro panini
al prosciutto,al pollo,peggio ancora,al tonno! Era molto umiliante.
LEI. Dunque,oggi,siamo passati a qualcosa di più
serio.
Silenzio.
MADRE. Serio,come?
PADRE,esplodendo.
Hanno preso un fucile!Ti rendi conto? Due malati! Hanno preso un fucile !
LUI. Era un fucile da paint ball.
PADRE. Non importa,è comunque un fucile!
LUI. Non abbiamo colpito nessuno.
LEI, Non bisogna scordare che ci avevano ridicolizzato!
LUI. E
poi non abbiamo neanche colpito,quasi.
LEI. imitando
la pittura che schizza. Era molto fico …
LUI. Dopo abbiamo obbligato la gente a mangiarla tutta quella
che c’era nella caffetteria …
LEI. Tutta.
LUI,Peggio ancora,li abbiamo lasciati riflettere
nel l loro vomito.
LEI,Era ripugnante.
Pausa
PADRE. Allora io dico :No. Non lascerò nessuno
della mia famiglia esprimere le sue rivendicazioni con atti
terroristici,capito?
MADRE. Beh ,via “terroristici” …
PADRE. Sì,terroristici!
LUI. Rilassati,via.
LEI. Respira.
PADRE.
Non parlatemi con quel tono! Sono
io che pago per i vostri studi!(Guarda la
Madre).Con vostra madre!
LUI. Qual è il rapporto?
PADRE. Il rapporto fra il nostro denaro e i
vostri studi?
E’ che vi vieto di fare scandali all’università!
MADRE. E’ una grande opportunità andare
all’università.
LEI. Sempre il denaro,eh?
LUI. Sempre.
LEI. Per colpevolizzarci.
LUI. Ricatto emotivo.
LEI. Questo vi rassicura,di pagarci cose?
LUI. Ma grazie alla nostra terapia,non siamo
fessi.
LEI. Lei l’ha detto,la nostra terapeuta,che è
colpa vostra.
PADRE. Ma che cos’è che è colpa nostra?!
LEI. Tutto.
LUI. E’ colpa vostra,è tutto,è colpa vostra.
PADRE. Ma che cos’è questa terapia? Chi è questa
terapeuta?!
MADRE. Calmati,tesoro.
LEI. Non siete mai venuti a prenderci alle tre e
mezzo a scuola.
LUI. Non ci avete mai fatto foto.
LEI. Vi siete sempre interessai al disagio degli
altri.
LUI. Volevate che noi amassimo gli altri con
voi.
LEI .Sì,che li amassimo con voi.
LUI. Come umanisti
LEI. E’ questo:umanisti.
PADRE. Che avete contro l’umanesimo?
LEI. E’ un culto disperato!
PADRE. Ma insomma,che volete alla fine?
MADRE. Che cos’è che volete?
PADRE. Avete gli studi,la paghetta,la moto,i
viaggi,la terapia …
MADRE. Avete tutto.
LUI. Io,questo genere di discolpa,lo trovo
patetico.
LEI. Patetico.
Si alzano
PADRE. Non alzatevi da tavola prima d’aver
mangiato il vostro pollo!
LUI se ne va e LEI lo segue. I genitori restano storditi.
PADRE. Hanno tutto.
MADRE. Hanno tutto.
PADRE. Sono privilegiati.
MADRE. Non è loro mai mancato niente.
PADRE. Potrebbero essere promessi a un grande
avvenire. …
MADRE. Hanno tutte le opportunità dalla loro
parte.
Pausa
PADRE. Sai perché non ho mai voluto un cane?
MADRE. No,perché?
PADRE. Perché non voglio ritrovare merda sul mio
tappeto quando rientro in casa ! Non voglio che qualcuno manifesti il suo
scontento smerdando il mio tappeto!Ma alla fine, nessun bisogno di cani!Ho due
figli che se ne occupano!
MADRE,sfinita,senza
sarcasmo. D’accordo … E’ un’immagine?
PADRE,fuori
di sé. Sì,è un ‘immagine!
Pausa.
MADRE. Ho come una stanchezza,all’improvviso.
Pausa.. Il padre raccoglie le sue cose.
MADRE,assente.
Partirai?
PADRE. Sì.
Raduna i suoi apparecchi fotografici.
MADRE. E il mio sgomento,non vuoi fotografarlo?
Le dà un apparecchio fotografico e se ne va.
La Madre riprende il suo sgomento in fotografia(Parecchie foto di sé) e se ne va.
Musica: Franz Schubert,Adagio,Quintetto a corde in ut maggiore.(D 956).
MADRE. Forse sono partita per l’estasi. C’è un
giorno in cui niente è più sufficiente
perché ci
si
abbandoni all’estasi;né il paesaggio della sua casa,di cui si è tuttavia
scelto ogni colore,né
alcuna
delle sue cose possedute,sebbene duramente acquisite, né le opere d’arte
che
sapevano commuoverci un tempo,neppure il volto
dei figli poiché ci si abitua a tutto. Allora
si parte,si parte alla ricerca della nostra beatitudine altrove. E se ci si
mette a dubitare,se si
sente venire
l’alba di un rimorso,ci si aggrappa a questa nuova immagine, si è se
stessi in estasi,
e si parte per adorarsi,rendere un culto alla
propria immagine estatica,arcuata,rapita,allucinata.
Qualche istante più tardi,le foto escono una dopo l’altra da una
stampante in mezzo alla scena.
LEI e LUI esaminano le foto.
SCENA 13
LA MAMMA È PARTITA
LEI .LA mamma è partita.
LUI. Lo so.
LEI. Voglio dire,è partita per sempre.
LUI. Eh?
LEI. Dice che è andata a fare una conferenza.
LUI. Peggio?
LEI. Ma io ,io so che non tornerà.
LUI. E’ andata,dove?
LEI. E’ partita per essere una donna.
LUI. Non era una donna qui?
LEI. No.
LUI. Era che cosa,allora?
LEI. Non lo so.
LUI.
Dov’è che è andata per essere una donna?
LEI. … Credeva che avrei pianto,pareva,mi ha
guardato a lungo nella speranza che io piangessi,che io protestassi,giubilava
in anticipo,certa che mi sarei opposta con tutte le mie forze e con tutti i
miei gridi
alla sua partenza ,e che allora avrebbe potuto
un’ultima volta ordinarmi di tacere,allontanarmi
dal suo cammino e staccare una a una le mie dita
aggrappate alla sua gonna e che non avrebbero voluto lasciarla,ma io le ho ben
fatto capire che me ne fregavo completamente:ma vai via,le ho detto,vattene!Che
aspetti?Perché mi guardi così?Vuoi la mia foto?
LUI. E dopo?
LEI. Che cosa dopo?
LUI. Che è successo dopo?
LEI. Beh,niente,è partita.
LUI. E’ tutto?
LEI. Beh … sì.
LUI. Non l’hai trattenuta?
LEI. No.
LUI. Mi stai dicendo che avevi la possibilità di
trattenerla e non hai fatto niente?
LEI. Che volevi che facessi?
LUI. Non hai fatto niente per trattenerla?!
LEI. Non potevo fare niente! E’ partita a causa
dell’estasi! Come quella generazione di donne folli emancipate,per la gran
parte adultere,che fumano,bevono a oltranza e non vengono mai a prendere il
figlio a scuola a partire dalle tre e mezzo.
LUI. Ma è penoso!
LEI. Penoso. E presto vorrà che io faccia come
lei. Farà di tutto per farmi invidia,con la sua vita da pazza,tenterà di
convincermi a unirmi al movimento di
quelle che si esaltano altrove,ma io
resisterò .Sarò la prova sovrana del loro
scacco,per quelle che vogliono assolutamente che io lasci dietro di me il mio
dominio,il mio regno per andare a braccare l’erotismo in città sconosciute.
LUI. Allora siamo soli,adesso?
LEI. Siamo sempre stati soli. Ora siamo liberi.
La stampante si rimette in moto,come se la Madre si manifestasse.
SCENA 14
L’INTERVISTA
MADRE. … Sì,ma si sa,che la vita è
iperviolenta,ipersessualizzata e iperdisagiata. Lo si sa,che siamo
iperconsumatori,iperindividualisti e ipersgomenti.
Allora,che cosa rappresenterà ancora l’arte?
L’ambiguità del mondo?La disillusione?La solitudine?La malinconia?
L’alienazione? L’oscenità?La barbarie?L’assurdità/L’assurdo?Il vuoto? La
violenza? L’americanizzazione?
E dopo,faremo ancora
conferenze,vernissages,prime,cocktails,inaugurazioni,lanci/promozioni,dalle 5
alle 7,
per ben ripeterci che è fondamentale ricordarsi
che la vita è piena di violenza,di sesso
e d’America?
Tuttavia,io vado ancora verso l’arte con la
speranza di una rivelazione. Io credo ancora possibile quell’estasi che l’arte ci ha promesso.
Un brivido,un trasporto,ad un tempo brutale e
durevole/duraturo,un’esaltazione che conduce/porta al rapimento …
PADRE. … Un ardore finora insospettato,una sorta
di gioia sublime e nello stesso tempo dolorosa,un ribollire che si vorrebbe
eterno,un piacere grave,ma pur sempre un piacere …
Mi piaceva non amare quel che vedevo attraverso
il mio obiettivo. Mi piaceva non amare il sangue che l’uomo fa scorrere come
vernice. E poi un giorno ci poniamo la domanda,ci diciamo ma perché ci
ritorno,allora,e poi troppo tardi ci siamo posti la domanda e tremiamo. Tremiamo
non per tornare verso l’orrore,no,tremiamo all’idea che forse quell’orrore ci
procura qualcosa che non ha niente a che vedere con la rivolta ragionevole di
cui sapevamo parlare così bene. Che l’ostinazione a continuare non è forse
quella del dovere,come ci piaceva credere, ma
quella di una ricerca molto più misteriosa.
Un brivido,un trasporto,allo stesso tempo
brutale e durevole …
PADRE E MADRE. … un’esaltazione che
conduce/porta al rapimento,un ardore fino a questo momento insospettato,una
sorta di gioia sublime e dolorosa ad un tempo,un ribollire che si vorrebbe
eterno,un piacere grave,pur tuttavia un piacere …
SCENA 15
ANIMALISMO,FLASH 1
Manifestazione.
LUI. Dobbiamo assolutamente risolverci a
riconoscere la persona animale!
Oggi noi insorgiamo contro
l’antropocentrismo,che dà agli esseri umani il monopolio della sofferenza,della
coscienza, del libero arbitrio e della cultura!
Smettiamola d’ essere ossessionati dalla sorte
dell’umanità!
Gli umani non sono i soli ad avere una sorte!
Noi rivendichiamo che la Carta dei diritti e delle libertà si applichi a
tutte le specie
viventi,sensibili,comprese tutte le
culture non umane!
… Dal topo di campagna al beluga!
… Dal cucciolo di foca bianca all’alce
americano!
… Dal coniglio al castoro!
Noi lotteremo contro il genocidio animale!
E contro le derive dell’umanesimo!
LEI. Le derive dell’umanesimo!
LEI E LUI. Le derive dell’umanesimo!
SCENA 15
ANIMALISMO,FLASH 2
Intervista alla radio
L’intervista è cominciata già da parecchi minuti.
CHRISTIANE CHARETTE. … Ma è
affascinante!Ammettete che ,tuttavia,somiglia a una provocazione il vostro
affare …
LUI. Ascoltate, Christiane,non tanto tempo fa
avremmo trovato aberrante il matrimonio tra due persone umane di razze
differenti,di religioni differenti o anche di classi sociali differenti. E’
normale che ,per ora, abbiamo difficoltà
ad ammettere l’eventuale matrimonio che unisse due persone di specie differenti,cioè una persona umana
e una persona labrador,ad esempio.
CHRISTIANE CHARETTE. E’ da pazzi!E’ completamente
da pazzi! Non posso credere che voi parliate seriamente!
LEI. Non così pazzi,Christiane! Si ,una donna e
il labrador,con cui condivide la sua vita
sono sinceramente innamorati,in che cosa ci riguarda?
CHRISTIANE CHARETTE. Beh! vediamo,dunque!
LUI. Già
da qualche istante il matrimonio non ha come sola mira la
procreazione,non nascondiamocelo.
CHRISTIANE CHARETTE. Ma senza parlare di
procreazione,si parla qui di unione legale,d’impegno,voglio dire:un animale non
può essere sensibile a questo genere di concetto!
LUI. Dobbiamo ammettere lo scacco del modello
tradizionale della famiglia,che rende le donne nevrotiche,gli uomini oberati,i
figli senza riferimenti …
LEI. D’altronde,invece di sfruttare gli animali
non umani,potremmo arricchirci della loro cultura e della loro grande
libertà,che riguarda,fra l’altro, la definizione di famiglia …
LUI. Ogni evoluzione positiva dell’umanità,per
poco che ce ne sia stata,è giustamente attribuibile alla fusione di culture
eterogenee,che si pensi ai Greci e ai Romani,ai mondi arabo e cristiano …
CHISTIANE CHARETTE. Se capisco bene,state
attribuendo agli animali una cultura paragonabile a quella dei Greci.
LUI. Assolutamente.
CHRISTIANE CHARETTE,con umorismo. E quando parlate di “cultura” animale,volete dire che
ci sarebbero,per esempio,scoiattoli artisti?
LEI. Perché no?
LUI. E poi,che cos’è un artista,oggi?
andate troppo lontano …
CHRISTIANE CHARETTE. Beh,allora! trovo che la
vostra definizione dell’arte è un po’ troppo inclusiva:non si può tuttavia
prestare agli animali la coscienza di porre un gesto artistico,
no ,davvero,voi andate troppo lontano …
Fade out sulla fine dell’intervento di Christiane Charette.
SCENA 17
ANIMALISMO,FLASH 3
Bacioni di Natale.
France Beaudouin presenta i suoi prossimi invitati:
FRANCE BEAUDOUIN. Fratello e sorella di
sangue,si definiscono una coppia di animalisti. In Francia,
in un villaggio del Périgord,hanno liberato le
oche di una fattoria produttrice di fois gras.In Algeria,hanno catturato un
branco di montoni destinati all’abbattimento rituale della festa musulmana Aïd
el - Kébir.Poi,si sono accampati con il loro
bestiame negli uffici dell’Immigrazione, ed ora,reclamano dal governo canadese
uno statuto di rifugiato politico per ciascuno dei trenta montoni . Hanno
l’appoggio
di migliaia di cittadini del Québec,e di
Brigitte Bardot. seminano il terrore ovunque dove passano,il meno che si possa
dire, è che cono … Due cattivi passerotti,signore e signori!
Musica. Lei e Lui entrano,salutano France Beaudouin,il pubblico è in
delirio.
SCENA 18
LA CARTOLINA
La Madre appare,come in una cartolina del deserto.
MADRE.”Ragazzi,ho provato a raggiungere vostro padre in
Afganistan. Nessuno sa dove si trovi,e la mia preoccupazione cresce ogni giorno.
Sono qui dove il sangue non è pittura
fresca,sono qui dove il caos è senza poesia,sono qui dove i corpi senza vita
sono cose ordinarie, e quando sono sdraiati sul ventre io li giro e tremo per
la paura di riconoscere vostro padre,ma non lo incontro mai.
Se lo vedete voi,ve ne prego,ditegli che sono
nelle montagne e che l’aspetto,che lo spero senza tregua.
Ho trovato rifugio in una grotta dove dei nomadi
mi hanno accolto. Tutta la giornata li imito. Così,finché vivranno io neppure
non morirò.
Ho cercato l’estasi invano:mi rendo conto che,qui dove sono,i soli sguardi che sembrano
rotondi per il rapimento,sono quelli dei morti che rigiro.
Comincio a capire la fascinazione di vostro
padre all’indirizzo dei cadaveri.
Siate prudenti,il sangue sfugge così veloce
,alla minima breccia cola.
La Mamma.”
PADRE,il
suo discorso è continuamente interrotto. Io … sapete,un giorno … m’ha detto
… e oggi sono … grazie. Vorrei … alla mia … e alle mie due … Senza di loro io …
e io non sarei … tengo a … il dolore e lo sgomento … che sono … e mi rivoltano
ancora ,poiché noi dobbiamo tutti noi … davanti
… che l’uomo fa all’uomo. Se le
mie foto potessero … e ciò,malgrado la …
che imperversa .Io … questo premio/prezzo
ai … che sia dall’Algeria, dall’Iraq,dal Libano,da Haiti,dal Ruanda,da
Calcutta,dall’Afganistan … Somalia … Cecenia … Guatemala … Kosovo …. Palestina
… Guinea … Yugoslavia … Sudan … per il
sogno e per la speranza. Grazie.
SCENA 19
PAPÀ È CALUNNIATO
Il Padre è affannato,ha l’aria sfinita/spossata, è sporco,ha gli occhi
stravolti. E’
in bagno,si rivolge alla telecamera di sorveglianza come se parlasse ai suoi figli ,la sua
immagine è proiettata sul sipario”pieno giorno”.
PADRE. Ragazzi/figli miei …
LUI. Papà? Ma che fai tu qui?
LEI. La guerra sta proprio per cominciare,perché
sei tornato?
PADRE.
Ragazzi miei.
LEI. Siediti,paparino mio,sei tutto affannato.
LUI. Cercherò lo champagne!Il tuo ritorno va
celebrato! Sei ancora una volta sfuggito alle catture di ostaggi e alle mine
artigianali!
PADRE. Occorre che vi parli,ragazzi …
LEI. Hai fatto buon viaggio?
LUI. Salute!
L’acqua comincia a imperlare le
tende della stanza da bagno.
LUI. Hai fatto un buon “safari della miseria
umana”?
PADRE. Sono preoccupato per voi …
LUI. Bevi! Bevi!
PADRE. Devo mettervi in guardia …
LEI. E respira.
I figli bevono champagne,mangiano pop corn e non l’ascoltano.
PADRE. Ora siete adulti …
LUI. Allora,papà,hai buone immagini da portare
agli Occidentali,per ingannare la loro noia?
LEI,a suo
fratello,complice. Ma ,alla fine,non essere cinico,sono immagini rivoltanti
,fatte per rivoltare!
LUI. Ah,sì,è vero:per cambiare il mondo!
LEI. E’ vero che è rivoltante,quella foto del
cane che mangia un brandello di soldato.
LUI. Foto molto riuscita.
LEI,a suo
padre. Ti darei un premio,io,per quella foto.
LUI,a suo
padre. Hai ricevuto un mare di premi,te,eh?
LEI. Un mare.
PADRE. … avrei preferito insegnarvi delle
cose,dei valori …
LUI. Quando si guarda quella foto,non colpisce
davvero i sentimenti,ci diciamo:”Insomma fa schifo,la guerra,
si dovrebbe fermare tutto questo immediatamente
e dare un premio al fotografo.”
LEI. E’ una foto molto forte.
LUI. Molto Si direbbe che mangi un fiore molto
grosso
LEI. Sì,è bello.
LUI,a suo
padre. Io guardo qua,là,quel bel lavoro,peggio ho voglia di chiedertelo. Ti
piace la guerra,papà?
LEI. Ma certo! Altrimenti non ci si infilerebbe
dentro con tutti i piedi ad ogni occasione.
LUI. E’ inebriante,eh,il
pericolo,l’avventura,l’umanesimo …
LEI. Ma sì,è rock and roll!. …
PADRE,a se
stesso,in barca. … la compassione,la
carità,il coraggio …
LUI. E poi non sei obbligato a restare sul
terreno,te,Quando sei scocciato,puoi andare a riposarti in albergo,o bere un
bicchiere con i ragazzi,rilassa.
LEI. D’altronde,i soldati,son diventati dei
compagnucci,eh?
LUI. Ma sì,niente come l’adrenalina per sigillare
amicizie.
LEI. Dormite insieme,eh?
LUI. Sei incorporato,eh? È più comodo.
PADRE,vicino
allo svenimento. … la solidarietà,la tolleranza,l’amore per il prossimo …
LEI. E’ più rassicurante dormire con gli
amichetti-soldati.
LUI. E poi ti aiutano a trovare buoni soggetti,a
estendere il tuo campo visivo.
LEI. A trovare l’angolo giusto …
PADRE Credo che mi sentirò male …
LUI. Per non demoralizzare le truppe ..
LEI. Da bravo messia dell’umanesimo …
LUI. Credere nell’Uomo,nei sogni,nella speranza
…
LEI. E non lasciare che s’installi il dubbio …
LUI. Ah!Sì,è terribile il dubbio.
LEI. Bene,è’ piatto qui,mettiamo un po’ di
musica?
Musica tecno.
PADRE,riprendendosi.
Figlioli,sono stato biasimato dal nostro governo.
LEI. Biasimato
dal governo? Troppo cool!
PADRE. Sì,per la foto del cane.
LUI. Perché?
PADRE. Dicono che avrei dovuto sparare sul cane
invece di scattargli la foto. Ma io, non sapevo che bisognava ammazzare i cani
che mangiano cadaveri. mi hanno parlato di
… la dignità umana,quel genere di
cose …
L’agenzia mi ha licenziato,ragazzi.
LEI. Povero cane …
LUI. … Neppure il diritto di mangiare in pace .
PADRE. Non ho più lavoro,figlioli. Bisognerà
stringere i gomiti,tutti e quattro ,come una vera famiglia …
La musica groove sempre di più. Tutta la famiglia si mette a ballare.
SCENA 20.
LA FAMIGLIA
LEI. Arrivederci,papà.
PADRE. E tuo fratello,lo ucciderebbe venire a
dirmi arrivederci?
LEI. Dorme.
PADRE. Evidentemente:dorme!Non la smette di
dormire!
LEI. Non è colpa sua,e’ a causa della sua
depressione.
PADRE. Ma sì,una depressione,è sempre
pratico,una depressione. A me mi vengono depressioni?
LEI. E,non è la stessa cosa!Hai la fortuna di
fiancheggiare il tragico!
PADRE.Com’è questa? La fortuna di fiancheggiare
il tragico?
LEI. …
E poi puoi rallegrarti ogni volta che sfuggi a una presa di ostaggi o a una
mina artigianale!
PADRE. Non ho nessuna ragione di rallegrarmi!
Come puoi parlare di rallegramento?!
MADRE. Ti ho preparato uno spuntino per il
viaggio.
PADRE. Grazie,tesoro.
MADRE. Non dimentichi quel che ti ho chiesto?
PADRE. Di che cosa?
MADRE. Per il mio artista … Avevi detto che ci
avresti pensato …
PADRE. Ah,quello? Ascolta,penso che sarà
possibile.
MADRE. Non è quello che manca,in Medio
Oriente,ossa.
PADRE. Sul piano etico,penso che sia possibile.
MADRE. D’accordo,ma è per un gesto artistico
importante.
PADRE. Importante per chi?
LEI. Deve solo andare al cimitero
Côte-des-Nègres,il tuo artista,se vuole ossa.
MADRE. Non hai alcun rispetto per i nostri morti
o che cosa?
PADRE. Ah,perché i loro di morti,non è lo
stesso?
MADRE. Sai bene che,in ogni modo, finiscono in
preda ai cani randagi,i loro morti. Senza esequie,né niente,allora …
LEI. E’ più edificante finire in una scultura
d’arte impegnata.
MADRE. Sì,è più edificante .L’artista ha fatto
una ricerca molto interessante sulla confusione tra il soggetto e l’oggetto.
PADRE. E’ cosa,la sua opera?
MADRE. Si chiama Il motivo dello scorticato.
LEI. Il
motivo dello scorticato. E’ dunque ben sempliciotto.
MADRE. Evidentemente lo trovi sempliciotto io
t’ho messa al mondo perché tu mi trovi stupida.
Lui arriva,affannato.
LUI. Papa!
PADRE. Bene,il depresso s’è
svegliato.”L’avvenire appartiene ?
LUI. … a
quelli che si alzano presto.”
PADRE. “Ha un bel mentire …
LUI. … chi viene di lontano.”
PADRE. “Quando saremo tutti colpevoli …?
LUI. …
sarà la democrazia.”Albert Camus.
PADRE. Bravo. Che cultura.
LUI. Papà? Perché siamo tutti colpevoli?
PADRE. Perché tutto è colpa nostra.
MADRE. Sì,è così,tutto è colpa nostra.
LUI. Come volete che io non sia depresso
con genitori come voi?
PADRE. Aiutati e il Ciel …
LUI ..Chiudi il becco
MADRE. Come parli a tuo padre?
PADRE. Si ha un bel donare tutto a
loro,finiscono per cacarvi nelle mani.
MADRE. Si ha un bel
sacrificarsi,dissanguarsi,uccidersi per loro,che produce tutto questo?
PADRE. Si dà loro la vita,il
confort,l’educazione …
MADRE. Si potrebbe morire davanti a loro,non
cambierebbe niente,ci troverebbero comunque stupidi.
PADRE. Bisogna che me ne vada.
MADRE. Bene,è così,vattene.
LUI. Saluterai
G.I.Joe.
LEI. Porterai un cadavere alla mamma?
MADRE. LUI. LEI .Ciao.
LUI. Formavamo una famiglia funzionale dove non la finivamo più di aprirci gli uni verso
gli altri.
LEI. Eravamo uniti nell’armoniosa solidarietà di
una famiglia calorosa che suscitava l’invidia e l’ammirazione di tutti.
LUI. Servivamo d’esempio,senza trarne vanità.
LEI. Per di più, eravamo tutti belli.
SCENA 21.
IL PIANO 4
Blue screen.
Il Padre e La Madre sono in moto e corrono in città.
PADRE. …
E’ il simbolo che conta.
MADRE. Ma dopo bisognerà mettersi in salvo.
PADRE. Sì.
MADRE. Perché nessuno capirà il nostro modo di
procedere.
PADRE. Esatto.
MADRE. Forse vorranno ucciderci perché siamo i
messaggeri.
PADRE. Può darsi, ma saremo già lontano.
MADRE. Sopravvivremo !
PADRE. Sì,sopravvivremo !
MADRE. Sopravvivremo a questa prova,perché siamo
insieme.
PADRE. E poiché il disagio è ovunque …
MADRE.
Che non esiste luogo dove sentirsi a proprio agio …
PADRE. E che bisogna pur tuttavia mettersi da
qualche parte ...
MADRE … Saremo divinamente ospitali l’una per
l’altro.
PADRE. La mia assuefazione a te è totale ed
eterna.
MADRE. La mia passione per te è forsennata.
PADRE. La tua bellezza è un’insolazione che fa
perdere i sensi.
MADRE. Sei un miracolo di stile.
PADRE. Non amo che te.
MADRE. Non amo che te.
Sirene di polizia,forse anche
rumore di elicottero.
PADRE. Sssss! Che cos’è?
MADRE. Che succede?
PADRE .Quanta gente!
MADRE. Che facciamo?
PADRE,gridando
al cielo. That’s it!Kill the messenger,you motherfucker!
MADRE. Perché parli inglese?
PADRE. I don’t know,baby, those suckers are
ready o shoot’I’m telling you.
MADRE. Che cosa?
I rumori si intensificano.,Rallentano,abbandonano la moto e continuano
la corsa a piedi,poi urtano contro la
recinzione Frost.
MADRE. Di
là!
PADRE. No!
MADRE. Dobbiamo andarcene!
PADRE. Io non mi muovo !
MADRE. Eh? Vieni!
PADRE. No!
MADRE. Abbiamo ancora una possibilità!C’è un
passaggio laggiù! Presto!
PADRE. No,è troppo rischioso! Io rinuncio!
La Madre lo tira per la mano,lui resiste.
PADRE. Non me ne vado! Non me ne vado!
MADRE. Andiamo a nasconderci!Ti vado a
nascondere,va bene?
Si lascia trascinare.
La recinzione si sposta lateralmente,camminano di profilo, lo sfondo dietro cambia.
PADRE Ci hanno denunciati,di sicuro!
MADRE. Può essere.
PADRE. Avevo organizzato bene tutto!
MADRE .Sì!
PADRE. Tutto era regolato!
MADRE. Lo so!
PADRE .E’ forse la stagista!
MADRE. Ma avevi detto che era vegetariana!
PADRE. O allora il ragazzo del camion!
MADRE Può
darsi!
PADRE. Non si può riporre fiducia in nessuno!
MADRE .La gente è tutta uguale!
Sono adesso davanti alla fabbrica Atwater,la Madre si prende una
pallottola nel braccio.
PADRE. Come va?
MADRE .Il mio braccio!
PADRE .Come va?
MADRE. Sanguino!
Musica: Schubert,Ave Maria,opus 52 n° 6(D 839).
L’azione è al rallentatore. Ripresa dell’azione.
LUI. Che fate qui?
LEI. E’ la nostra moto!
LUI. E’ il nostro piano!
musica:Schubert,Ave Maria.
L’azione è al rallentatore.
Ripresa dell’azione.
LEI. Perché hanno fatto questo?
LUI. E’ un sabotaggio.
LEI. E’ un pasticcio.
MADRE. Sanguina molto?
PADRE . Non muoverti,amore mio, non provare a
muoverti …
LUI. Sennò rischi di andare completamente …
Musica:Schubert,Ave Maria.
L’azione è al rallentatore.
Ripresa dell’azione.
LEI. E’ grave?
LUI. Non so.!
LEI. Che schifo!
PADRE. Non preoccuparti,amore mio …
MADRE. Che cosa?
LUI. E’ ripugnante!
LEI. Non mi sento bene!
PADRE. Tieni duro,amore mio! Tieni duro!
LUI. E’ la prima volta che io vedo vero sangue
umano!
LEI. Non sapevo che ce ne fosse tanto!
LUI. Si direbbe vernice!
Musica : Schubert,Ave Maria.
L’azione è al rallentatore.
Ripresa dell’azione.
MADRE. Ti ricordi la camera oscura dove mi hai portato
un giorno,e il taglietto che mi ero fatta al dito quel giorno,ti ricordi,un po’
di sangue come gocce di vernice tu mi hai detto,e mi hai preso il dito in bocca
e mi hai detto …
PADRE. … Ti ho detto che anche se tutta la Terra
fosse stata del sangue degli uomini,sarebbe ancora il tuo di cui
mi sarebbe importato di più,e che avrei fatto sempre attenzione perché
non ti mancasse mai sangue,e che se
tu lo avessi proprio voluto,io vi avrei amato,te e ciascuna delle tue
gocce ,per tutta la mia vita,e ti ho
preso il
dito in bocca perché tu vedessi bene quanto io avrei preso cura di te
per sempre e mi hai detto …
La Madre muore.
Musica:Schubert,Ave maria.
L’azione è al rallentatore.
PADRE. No!
LEI E LUI. Mamma!
EPILOGO
Lei e Lui sono sul punto di salire a bordo di un aereo. Sono assaliti
dai paparazzi.
LEI. Scusate?
LUI. Uno alla volta. D’accordo?
LEI. Certamente,come previsto. Più che mai.
LUI. Vita privata.
LEI. Non sono affari vostri.
LUI. Vita privata.
LEI. Nessun commento.
LUI. Vi
ricordo che la biografia è non autorizzata.
LEI. Nostra madre è semplicemente morta nell’esercizio delle sue funzioni.
LUI. Sono cose che succedono.
LEI. Scusate?!
LUI. E’ che cosa questa domanda?
LEI,in
lontananza. Grazie,sì,fatelo tacere.
LUI. La nostra organizzazione è sempre più
importante,e la nostra indipendenza economica è totale.
LEI. Abbiamo ricevuto un’eredità sostanziale,e
ne faremo uso come meglio ci sembra,in tutta libertà.
LUI .Esattamente. Ora rispondiamo soltanto a
coloro che sanno di che cosa parlano.
LEI. Proprio così,ripasserete.
LUI. Ciao.
Si fanno mitragliare dai flashs degli macchine fotografiche.
Musica,aereo che decolla.
[1] "Il Cégep du
Vieux Montréal è un Istituto
superiore d'insegnamento
generale
e professionale (CÉGEP), al 255
di rue Ontario Est, nell'arrondissement Ville-Marie della città di Montréal in Québec."
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