ASIA.Teatro francofono in Vietnam. A.
Sguardo sul panorama delle rappresentazioni in Vietnam.
.Il ben noto spirito nazionale che permea il
popolo vietnamita contribuisce a determinare un concetto di francofonia molto
particolare a partire dagli anni ’20 del
XX s..
E’il periodo in
cui la conoscenza abbastanza diffusa della lingua francese in Vietnam,favorisce
la conoscenza delle opere letterarie prodotte in quella lingua e fa emergere
una notevole predilezione
per la commedia e Molière e l’epica drammaturgica di
Corneille. E’ da questi fattori che nasce inoltre
un fenomeno linguistico molto nuovo,particolare.
Una sorta di francofonia alla rovescia dove la conoscenza
della lingua francese serve a creare una nuova lingua vietnamita, il quðc ngũ, modernizzandone i caratteri ,presi
in prestito dalle lingue occidentali.
La prima traduzione in questa lingua tocca al Malato
immaginario di Molière rappresentato al Teatro municipale di Hanoi. Una svolta
per le élites vietnamite,che individuano in quella lingua ,incoraggiata dal
colonizzatore, uno strumento di emancipazione anche rispetto ai condizionamenti
impressi dalla tradizione dello spettacolo cinese, quindi la produzione di una
letteratura nazionale in lingua vietnamita che permetterà di affermarsi anche di
fronte al dominio coloniale.
La ricezione del teatro francese in Vietnam si è
realizzata inoltre attraverso la stampa,le riviste,la traduzione,l’adattamento,
per arrivare fino alle pratiche teatrali incrociate dei nostri giorni,
produzioni meticcie
in cui ,nel rispetto reciproco delle due tradizioni teatrali,francese e
vietnamita, si arricchiscono delle loro tradizioni secolari,come ben testimonia
la pièce che qui proponiamo.
L’incontro con il teatro francese determina allora, prima
ancora che la nascita di un teatro vietnamita influenzato dall’occidente e
dalle sue produzioni culturali, i primi vagiti di una nuova lingua in cui i
caratteri derivano dall’alfabeto latino,ma i suoni del lessico e la struttura
sintattica restano vicine a quella nazionale.
Il processo è evidentemente lento,ma ineluttabile.
Serve tempo perché
qualche effetto di contaminazione anche letteraria possa emergere. E
anche quella della produzione drammaturgica, quando infine compare,si manifesta
in modi ancora una volta del tutto
originali. Ancora una volta lo spirito nazionalista vietnamita si impone e
determina un risultato assolutamente straordinario. I Vietnamiti certo non
possono rinunciare alla loro espressione linguistica,
sia pure a vantaggio di quella dei loro amici francesi
.La soluzione sembra allora naturale,entrambe le
lingue calcheranno in contemporanea la scena. Semplice da
affermare,ma come fare ? Urge inventare una francofonia a rovescio! Quella che
sembra un’utopia assolutamente
irrealizzabile prende invece corpo quando le istituzioni culturali
vietnamite incontrano i rappresentanti
del teatro Monte Charge , interessati a declinare la diversità col coinvolgimento
parallelo di entrambe le lingue.
Quando si parla di teatro in Asia è essenziale ricordare
che è la combinazione organica di parola, canto,
danza, pantomima. Il tutto ritmato sulla scena per la
creazione di un’arte totale. Mentre il teatro occidentale mira a creare
l’illusione e l’identificazione dello spettatore con lo spettacolo, ispirato
com’è dalla teoria aristotelica dell’imitazione. Ad ovest il teatro è la vita, ad
est è spettacolo. La scoperta di tale differenza fa sì che il cosiddetto ”teatro parlato”conquisti rapidamente l’Asia,non
solo per la novità,ma perché la sua
originalità consente di riflettere le problematiche attuali con modalità vicine
alla vita quotidiana.
Limitandoci qui all’osservazione della situazione in
Vietnam , occorre dire che già in questo momento storico ci troviamo di fronte
allo splendido paradosso per cui l’assimilazione della cultura del
colonizzatore ha contribuito alla fondazione di uno Stato indipendente e
moderno. Siamo di fronte a due opzioni
ugualmente innovatrici la modernizzazione del teatro nazionale cantato da
un lato e dall’altro la necessità di nazionalizzare il teatro parlato fino a farne uno dei generi drammatici
vietnamiti principali di oggi.
E’ pertanto interessante rievocare il percorso che
consente ,nel nuovo millennio, l’emersione di questa realtà teatrale tanto
particolare dal grande valore culturale nel senso più lato (perché coinvolge
anche la dimensione sociale e politica),eccezionale in un paese la cui
storia martoriata non ha certo favorito l’apertura all’altro, al diverso, all’occidentale.
Lo possiamo fare direttamente
attraverso la documentazione offerta dai dirigenti del Théâtre Monte-Charge,Alain Destandau e
Bétina Schneeberger.
L’esperienza debutta con scambi fra il Théâtre
Monte-Charge e il Viet Nam a partire dal
2003,a cui segue un soggiorno di scoperta di tutte le forme teatrali del
Vietnam da nord a sud ,organizzato dall’attaché
culturale vietnamita a Parigi, per uno dei dirigenti dell’istituzione
teatrale ,il drammaturgo e regista Alain Destandau.
Nel 2005 il festival di Avignone ospita 19 artisti del Théâtre Tuong con il sostegno del ministero
della cultura del Vietnam e dell’O.I. Francophonie.
Seguono le
rappresentazioni di “Scapino”da parte
del Théâtre Monte Charge all'Opéra di Hanoi e a Ho Chi Minh Ville con il
sostegno dell'Ambassade de France e degli Instituts français.
Cruciali gli anni 2006 et
2008 : Due creazioni bilingui – Cercles
de sable e Ti An Antigone Vietnam - che riuniscono artisti vietnamiti del Théâtre National Tuong de Hanoi e francesi del Théâtre Monte-Charge, sono scritte e messe in
scena da Alain Destandau. Queste opere sono sostenute dal Ministère de la
Culture del Viet Nam e dall'Espace Centre Culturel français.
Creati sulla scena francese del Festival de Hué nel 2006 e
2008, questi due spettacoli sono stati successivamente rappresentati in molte
città del Vietnam, della Francia, tra cui il Festival d’Avignon, del Marocco - nel
quadro di una tournée degli Instituts français, consigliata da Daniel Maximin
et de Pierre Jean Van Doorne che aveva assistito
alla rappresentazione di “Cercles de sable”, la prima delle pièces scritte nel
2006 ,a Hanoi, in occasione della sua ispezione - .
Ma è importante precisare in che cosa consista esattamente la
specificità di queste due rappresentazioni: gli attori parlano ciascuno nella
propria lingua per ottenere una
comprensione diretta da tutti i pubblici
senza sottotitoli e con l’opportunità di profittare della musicalità della
lingua dell’altro. Tutto si gioca, per raggiungere il risultato , nella
struttura del testo : due almeno sono sempre i personaggi in scena; e questo
per consentire che la battuta in francese dell’uno rimbalzi come un’eco nella battuta in quðc ngũ del secondo personaggio. E’ facile comprendere come in uno spettacolo di tal
genere si intenda esplicitare
l’importanza dell’incontro, della scoperta della diversità, del suo rispetto e
del conseguente arricchimento, favorito e valorizzato da questo confronto.
Nessuna sorpresa allora nello scoprire che « Cercles de sable » è la
pièce che è stata scelta per illustrare
il capitolo sulla diversità culturale nel
rapporto generale del Congrès
mondial de la Francophonie de Québec en 2009. E’ stata recitata due
volte in occasione della giornata mondiale della Francophonie,a Hanoi nel 2008
e a Tangeri nel 2010.
Minh Hanh,
stilista di moda di fama internazionale partecipa a tutti quegli spettacoli per la creazione
e la realizzazione dei costumi. Costumi di « Cercles de
sable che sono stati successivamente al Musée
National du Costume de Scène de Moulins e Minh Hanh ha ricevuto la medaglia di
Chevalier des Arts et Lettres du Gouvernement
français. Ad Alain Destandau e Bétina Schneeberger è stata
conferita la medaglia
di Chevaliers des Arts et Lettres de la République Socialiste
du Viet Nam da parte del Vice Ministre
incaricato des Arts de la Scène in presenza dell’'Ambassadeur de France nel
2009 in occasione della firma del gemellaggio ufficiale fra il Théâtre Monte-Charge e il Théâtre National Tuong Viet Nam.
In occasione delle Saisons
Croisées France Viet Nam, l'Association Nationale des Artistes de Théâtre du
Viet Nam presieduta dal Vice Ministre Le
Tien Tho auspica che la stessa équipe
realizzi la terza realizzazione comune franco vietnamita « Les Saisons de riz » per les Saisons Croisées France Viet Nam in
occasione dei 40 anni di diplomazia fra i due paesi e i 10 anni di scambi fra il
Théâtre Monte-Charge e il théâtre national Tuong Viet Nam.
Alle lettura della sinossi di « Saisons de riz » e in seguito all’ incontro al festival d’Avignone 2011 con parecchi rappresentanti dell’ l'Association nationale des artistes de théâtre du Viet Nam che erano stati invitati, Bétina Schneeberger e Alain Destandau partecipano a sedute di lavoro preparatorio ad Hanoi nel novembre dello stesso anno . In questa circostanza avviene l’incontro dei due drammaturghi con Patrick Michel e il Conseiller Culturel Sylvain Fourrière con il quale ha luogo uno scambio d’idee molto proficuo.
La muniipalità di Da Nang ha anche invitato a un soggiorno di tre giorni Alain Destandau,perché si augura che i due autori preparino una creazione con artisti della città di Da Nang sul tema della cultura Cham rivolta a un pubblico di giovani.
Alle lettura della sinossi di « Saisons de riz » e in seguito all’ incontro al festival d’Avignone 2011 con parecchi rappresentanti dell’ l'Association nationale des artistes de théâtre du Viet Nam che erano stati invitati, Bétina Schneeberger e Alain Destandau partecipano a sedute di lavoro preparatorio ad Hanoi nel novembre dello stesso anno . In questa circostanza avviene l’incontro dei due drammaturghi con Patrick Michel e il Conseiller Culturel Sylvain Fourrière con il quale ha luogo uno scambio d’idee molto proficuo.
La muniipalità di Da Nang ha anche invitato a un soggiorno di tre giorni Alain Destandau,perché si augura che i due autori preparino una creazione con artisti della città di Da Nang sul tema della cultura Cham rivolta a un pubblico di giovani.
La stilista Minh Hanh ha confermato la sua partecipazione alle « Saisons de riz » e con l’auspicio del
Vice Ministre le Tien Tho che la creazione sia un evento che si svolga
all’aperto in un sito archeologico prestigioso di Hanoi, la Citadelle ,con
ritrasmissione in diretta su VTV prima del suo sfruttamento in Vietnam e in
Francia in teatri,strutture e festivals prestigiosi.
Durante il progredire del
progetto,l’Associazione nazionale degli Artisti del Théâtre du Viet Nam e il
Ministère de la Culture vietnamien hanno
invitato Alain Destandau a una residenza di scrittura
in Viet Nam per fine
aprile 2012 nel Centre de résidence de
Ho Dai Lai per realizzare la scrittura dello spettacolo. A maggio 2012 la
traduzione vietnamita è realizzata e il testo accettato e convalidato dal Comité
de lecture du Ministère de la Culture vietnamien.
L’andamento della creazione teatrale del Théâtre Monte-Charge si volge deciso verso l’internalizzazione e
L’andamento della creazione teatrale del Théâtre Monte-Charge si volge deciso verso l’internalizzazione e
la mescolanza delle
culture. In una società in cui la paura dell’altro cerca la sua soluzione nel
rifugio di una ricerca d’identità per l’appartenenza a un gruppo, appare
davvero essenziale la ricerca di metodi di lavoro creativo in cui le culture si mescolino,scambino ,in un
rispetto reciproco. con uno spirito di curiosità e un desiderio di confronto verso la cultura
dell’altro.
Una identità,che
sia culturale,regionale,che esprima con
una lingua una cultura forte non ha
senso che se supera il fenomeno della chiusura in se stessa e se si apre agli altri.
Il lavoro di creazione teatrale che Alain
Destandau e Bétina Schneeberger hanno intrecciato da anni
con artisti del Théâtre National Tuong de Hanoi tende a cercare nella forma
stessa dell’atto artistico,la dimostrazione che si può stare insieme e conservare ciascuno la propria cultura,anzi
arricchirla, e inoltre comunicare la propria .Un teatro che vuol
diffondere le proprie teorie praticandole. Dimenticare sulla scena che non si parla la stessa lingua, farlo
dimenticare anche al pubblico, condividere e far condividere il piacere di
essere diversi, ma insieme, profittare
della musicalità della lingua dell’altro, arricchirsi della sua cultura e
comunicargli la propria.
Guidati dallo
spirito dell’incontro fra artisti che la Storia e la lontananza hanno forgiato
in modo diverso gli artisti del Théâtre Monte-Charge sembrano
convinti che la loro esperienza esemplare apra la porta a incontri con altre
culture di altri continenti e possa rappresentare inoltre un’esperienza pilota
di tali continenti tra loro.
“Nous ne
sommes que de passage, mais pouvons servir de passeurs, passeurs d'espérance et
de valeurs humanistes,”[1]afferma
Alain Destandau
[1] Non
siamo che di passaggio,ma possiamo servire da trasmettitori di speranza e di
valori umanistici.
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