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sabato 8 aprile 2017

Il teatro francofono in Asia.Vietnam



ASIA.Teatro francofono in Vietnam. A.
Sguardo sul panorama delle rappresentazioni in Vietnam.
.Il ben noto spirito nazionale che permea il popolo vietnamita contribuisce a determinare  un concetto di francofonia molto particolare  a partire dagli anni ’20 del XX s..
 E’il periodo in cui la conoscenza abbastanza diffusa della lingua francese in Vietnam,favorisce la conoscenza delle opere letterarie prodotte in quella lingua e fa emergere una notevole predilezione
per la commedia e Molière e l’epica drammaturgica di Corneille. E’ da questi fattori che nasce inoltre
un fenomeno linguistico molto nuovo,particolare.
Una sorta di francofonia alla rovescia dove la conoscenza della lingua francese serve a creare una nuova lingua vietnamita, il quðc ngũ, modernizzandone i caratteri ,presi in prestito dalle lingue occidentali.
La prima traduzione in questa lingua tocca al Malato immaginario di Molière rappresentato al Teatro municipale di Hanoi. Una svolta per le élites vietnamite,che individuano in quella lingua ,incoraggiata dal colonizzatore, uno strumento di emancipazione anche rispetto ai condizionamenti impressi dalla tradizione dello spettacolo cinese, quindi la produzione di una letteratura nazionale in lingua vietnamita che permetterà di affermarsi anche di fronte al dominio coloniale.
La ricezione del teatro francese in Vietnam si è realizzata inoltre attraverso la stampa,le riviste,la traduzione,l’adattamento, per arrivare fino alle pratiche teatrali incrociate dei nostri giorni,
 produzioni meticcie  in cui ,nel rispetto reciproco  delle due tradizioni teatrali,francese e vietnamita, si arricchiscono delle loro tradizioni secolari,come ben testimonia la pièce che qui proponiamo.
L’incontro con il teatro francese determina allora, prima ancora che la nascita di un teatro vietnamita influenzato dall’occidente e dalle sue produzioni culturali, i primi vagiti di una nuova lingua in cui i caratteri derivano dall’alfabeto latino,ma i suoni del lessico e la struttura sintattica restano vicine a quella nazionale.
Il processo è evidentemente lento,ma ineluttabile.
Serve tempo perché  qualche effetto di contaminazione anche letteraria possa emergere. E anche quella della produzione drammaturgica, quando infine compare,si manifesta in modi ancora  una volta del tutto originali. Ancora una volta lo spirito nazionalista vietnamita si impone e determina un risultato assolutamente straordinario. I Vietnamiti certo non possono rinunciare alla loro espressione linguistica,
sia pure a vantaggio di quella dei loro amici francesi .La soluzione sembra allora naturale,entrambe le
lingue calcheranno in contemporanea la scena. Semplice da affermare,ma come fare ? Urge inventare una francofonia a rovescio! Quella che sembra un’utopia  assolutamente irrealizzabile prende invece corpo quando le istituzioni culturali vietnamite  incontrano i rappresentanti del teatro Monte Charge , interessati a  declinare la diversità col coinvolgimento parallelo di entrambe le lingue.
Quando si parla di teatro in Asia è essenziale ricordare che è la combinazione organica di parola, canto,
danza, pantomima. Il tutto ritmato sulla scena per la creazione di un’arte totale. Mentre il teatro occidentale mira a creare l’illusione e l’identificazione dello spettatore con lo spettacolo, ispirato com’è dalla teoria aristotelica dell’imitazione. Ad ovest il teatro è la vita, ad est è spettacolo. La scoperta di tale differenza fa sì che il cosiddetto ”teatro parlato”conquisti rapidamente l’Asia,non solo per la novità,ma perché  la sua originalità consente di riflettere le problematiche attuali con modalità vicine alla vita quotidiana.
Limitandoci qui all’osservazione della situazione in Vietnam , occorre dire che già in questo momento storico ci troviamo di fronte allo splendido paradosso per cui l’assimilazione della cultura del colonizzatore ha contribuito alla fondazione di uno Stato indipendente e moderno. Siamo di fronte a due opzioni  ugualmente innovatrici la modernizzazione del teatro nazionale cantato da un lato e dall’altro la necessità di nazionalizzare il teatro parlato  fino a farne uno dei generi drammatici vietnamiti principali di oggi.
E’ pertanto interessante rievocare il percorso che consente ,nel nuovo millennio, l’emersione di questa realtà teatrale tanto particolare dal grande valore culturale nel senso più lato (perché coinvolge anche la dimensione  sociale  e politica),eccezionale in un paese la cui storia martoriata non ha certo favorito l’apertura  all’altro, al diverso, all’occidentale.
 Lo possiamo fare direttamente attraverso la documentazione offerta dai dirigenti del Théâtre Monte-Charge,Alain Destandau e Bétina Schneeberger.
L’esperienza debutta con scambi fra il Théâtre Monte-Charge e il  Viet Nam a partire dal 2003,a cui segue un soggiorno di scoperta di tutte le forme teatrali del Vietnam da nord a sud ,organizzato dall’attaché culturale vietnamita a Parigi, per uno dei dirigenti dell’istituzione teatrale ,il drammaturgo e regista Alain Destandau.
Nel 2005 il festival di Avignone  ospita 19 artisti del Théâtre Tuong con il sostegno del ministero della cultura del Vietnam e dell’O.I. Francophonie.
Seguono le rappresentazioni di “Scapino”da parte del Théâtre Monte Charge all'Opéra di Hanoi e a Ho Chi Minh Ville con il sostegno dell'Ambassade de France e degli Instituts français.
Cruciali gli anni 2006 et 2008 : Due  creazioni  bilingui – Cercles de sable e Ti An Antigone Vietnam - che riuniscono  artisti vietnamiti del  Théâtre National Tuong de Hanoi e francesi  del  Théâtre Monte-Charge, sono scritte e messe in scena da Alain Destandau. Queste opere sono sostenute dal Ministère de la Culture del Viet Nam e dall'Espace Centre Culturel français.
Creati sulla scena francese del Festival de Hué nel 2006 e 2008, questi due spettacoli sono stati successivamente rappresentati in molte città del Vietnam, della Francia, tra cui il Festival d’Avignon,  del Marocco  -  nel quadro di una tournée degli Instituts français, consigliata da Daniel Maximin et de Pierre Jean Van Doorne che  aveva assistito alla rappresentazione di “Cercles de sable”, la prima delle pièces scritte nel 2006 ,a Hanoi, in occasione della sua ispezione -  .
Ma è importante precisare in che cosa consista esattamente la specificità di queste due rappresentazioni: gli attori parlano ciascuno nella propria lingua  per ottenere una comprensione diretta da tutti i  pubblici senza sottotitoli e con l’opportunità di profittare della musicalità della lingua dell’altro. Tutto si gioca, per raggiungere il risultato , nella struttura del testo : due almeno sono sempre i personaggi in scena; e questo per consentire che la battuta in francese dell’uno rimbalzi come un’eco  nella battuta in quðc ngũ del secondo personaggio. E’ facile  comprendere come in uno spettacolo di tal genere si intenda  esplicitare l’importanza dell’incontro, della scoperta della diversità, del suo rispetto e del conseguente arricchimento, favorito e valorizzato da questo confronto.
 Nessuna sorpresa allora  nello scoprire che « Cercles de sable » è la pièce che è stata scelta  per illustrare
 il capitolo sulla diversità culturale nel rapporto generale  del  Congrès  mondial de la Francophonie de Québec en 2009. E’ stata recitata due volte in occasione della giornata mondiale della Francophonie,a Hanoi nel 2008 e a Tangeri nel 2010.
         Minh Hanh, stilista di moda di fama internazionale partecipa a tutti quegli  spettacoli per la creazione
e la realizzazione dei costumi. Costumi di « Cercles de sable che sono stati successivamente al Musée National du Costume de Scène de Moulins e Minh Hanh ha ricevuto la medaglia di Chevalier des Arts et Lettres du Gouvernement  français. Ad Alain Destandau e Bétina Schneeberger è stata conferita la medaglia
di Chevaliers des Arts et Lettres de la République Socialiste du Viet Nam da parte del  Vice Ministre incaricato des Arts de la Scène in presenza dell’'Ambassadeur de France nel 2009 in occasione della firma del gemellaggio ufficiale fra il Théâtre Monte-Charge e il Théâtre National Tuong Viet Nam.
In occasione delle Saisons Croisées France Viet Nam, l'Association Nationale des Artistes de Théâtre du Viet Nam presieduta dal  Vice Ministre Le Tien Tho auspica  che la stessa équipe realizzi la terza realizzazione comune franco vietnamita « Les Saisons de riz » per les Saisons Croisées France Viet Nam in occasione dei 40 anni di diplomazia fra i due paesi e i 10 anni di scambi fra il Théâtre Monte-Charge  e  il théâtre national Tuong Viet Nam.
Alle lettura della sinossi di « Saisons de riz » e in seguito all’ incontro al festival d’Avignone 2011 con parecchi rappresentanti dell’ l'Association nationale des artistes de théâtre du Viet Nam che erano stati  invitati, Bétina Schneeberger  e Alain Destandau partecipano a sedute di lavoro preparatorio ad Hanoi nel novembre dello stesso anno .  In questa circostanza avviene l’incontro dei  due drammaturghi con Patrick Michel  e il Conseiller Culturel Sylvain Fourrière con il quale ha luogo uno scambio d’idee molto proficuo.
La muniipalità  di Da Nang  ha anche invitato a un soggiorno di tre giorni   Alain Destandau,perché si augura  che i due autori preparino una creazione con artisti della città di Da Nang sul tema della cultura Cham rivolta a un pubblico di giovani.
La stilista Minh Hanh  ha confermato la sua partecipazione  alle « Saisons de riz » e con l’auspicio del Vice Ministre le Tien Tho che la creazione sia un evento che si svolga all’aperto in un sito archeologico prestigioso di Hanoi, la Citadelle ,con ritrasmissione in diretta su VTV prima del suo sfruttamento in Vietnam e in Francia in teatri,strutture e festivals prestigiosi.
Durante il progredire del progetto,l’Associazione nazionale degli Artisti del Théâtre du Viet Nam e il Ministère de la Culture vietnamien  hanno invitato Alain Destandau a una residenza di scrittura
in Viet Nam per fine aprile 2012 nel  Centre de résidence de Ho Dai Lai per realizzare la scrittura dello spettacolo. A maggio 2012 la traduzione vietnamita è realizzata e il testo accettato e convalidato dal Comité de lecture du Ministère de la Culture vietnamien.
L’andamento della creazione teatrale del Théâtre Monte-Charge si volge deciso verso l’internalizzazione e
la mescolanza delle culture. In una società in cui la paura dell’altro cerca la sua soluzione nel rifugio di una ricerca d’identità per l’appartenenza a un gruppo, appare davvero essenziale la ricerca di metodi di lavoro creativo in cui  le culture si mescolino,scambino ,in un rispetto reciproco. con uno spirito di curiosità  e un desiderio di confronto verso la cultura dell’altro.
Una identità,che sia culturale,regionale,che  esprima con una lingua una cultura forte  non ha senso che se supera il fenomeno della  chiusura  in se stessa e se si apre agli altri.
Il lavoro di creazione teatrale che Alain Destandau e Bétina Schneeberger  hanno intrecciato da anni con artisti del Théâtre National Tuong de Hanoi tende a cercare nella forma stessa dell’atto artistico,la dimostrazione che si può stare insieme  e conservare ciascuno la propria cultura,anzi arricchirla,  e  inoltre  comunicare la propria .Un teatro che vuol diffondere le proprie teorie praticandole. Dimenticare sulla scena che non si parla la stessa lingua, farlo dimenticare anche al pubblico, condividere e far condividere il piacere di essere diversi, ma insieme,  profittare della musicalità della lingua dell’altro, arricchirsi della sua cultura e comunicargli la propria.
Guidati dallo spirito dell’incontro fra artisti che la Storia e la lontananza hanno forgiato in modo diverso gli artisti del Théâtre Monte-Charge sembrano convinti che la loro esperienza esemplare apra la porta a incontri con altre culture di altri continenti e possa rappresentare inoltre un’esperienza pilota di tali continenti tra loro.
Nous ne sommes que de passage, mais pouvons servir de passeurs, passeurs d'espérance et de valeurs humanistes,”[1]afferma  Alain Destandau

















[1] Non siamo che di passaggio,ma possiamo servire da trasmettitori di speranza e di valori umanistici.

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