Evelyne de la Chenelière e Daniel Brière
Dramaturghi del Québec
Vous me permettrez de
paraphraser un auteur américain, qui à l’aube de sa carrière a vécu à
Trois-Rivières et à Montréal, David Mamet : le théâtre est à une Cité ce que
les rêves sont aux individus, soit une façon de trouver des solutions
symboliques aux questions devant lesquelles la raison et la volonté sont impuissantes.
À cette pensée de Mamet, j’ajouterai ceci : le théâtre du présent est la
répétition générale de la vie future de la collectivité. Nos responsabilités au
cours de ces Seconds États Généraux dépassent le seul engagement envers notre
art, et de loin. Bienvenue au théâtre des métamorphoses. *
Paul Lefebvre
* Mi sembra molto appropriato aprire il profilo di
questa coppia prestigiosa del nuovo teatro del Québec con la citazione di Paul
Lefebvre quando afferma:
“Permettetemi di parafrasare un autore americano,che
all’inizio della sua carriera ha vissuto a Trois-Rivières e a Montréal,
David
Mamet:’Il teatro sta a una città come i sogni agli individui,è cioè un modo di
trovare soluzioni simboliche alle
domande di fronte alle quali la ragione e la volontà sono impotenti.’
A
questo pensiero di Mamet aggiungerei questo:Il teatro del presente è la prova
generale della vita futura della collettività .Le nostre responsabilità nel
corso di questi Secondi Stati generali superano il semplice impegno verso la
nostra arte,e di molto. Benvenuti al teatro delle metamorfosi”
Ed
ecco i profili analitici
dei due drammaturghi che ,a
nostro avviso,meglio rappresentano questa straordinaria metamorfosi del teatro del Québec.
Sia
Evelyne de la Chenelière che Daniel Brière
oltre a scrivere a titolo individuale copioni per rappresentazioni
teatrali e cinematografiche sono anche una coppia autrice di spettacoli di
successo. Non solo: entrambi affiancano attività d’attore e di regista a quella
di scrittore drammaturgico. Entrambi gli
elementi –quello della scrittura collettiva com quello della professione multipla di
autori,registi ed attori – li rendono particolarmente rappresentativi
della
realtà del Teatro contemporaneo del Québec.
DES FRAISES EN JANVIER
Evelyne de la Chenelière
Autrice e
commediografa, Evelyne de la Chenelière,è nata a Montréal nel 1975,per tre anni in
Francia dove ha studiato lettere moderne alla Sorbona e teatro a l'École Michel Granvale, à Paris.Ha anche
lavorato sotto la direzione di Pol Pelletier à Montréal.Questa giovane autrice
ha già molte opere al suo attivo,fra cui Personnages secondaires, Jaune-Piano,Élucubrations
couturières, Bashir Lazhar, Au bout du fil, Culpa, Des
fraises en janvier et Henri et Margaux.Come attrice ,ha
recitato,fra le altre in Atelier Aristophane : les Clones e
reciterà presto in: Matines : Sade au petit déjeuner au
Nouveau Théâtre Expérimental
La creazione della sua pièce Des fraises en janvier per le Productions À Tour de rôle, al Théâtre de la Moluque de Carleton, ha ottenuto, nel 2000, le Masque del miglior testo originale, Masque che ha vinto
La creazione della sua pièce Des fraises en janvier per le Productions À Tour de rôle, al Théâtre de la Moluque de Carleton, ha ottenuto, nel 2000, le Masque del miglior testo originale, Masque che ha vinto
ex-æquo avec l'autrice Suzanne Lebeau. Des fraises en janvier sono
state in seguito prodotte dal Théâtre d’Aujourd’hui nel gennaio e febbraio 2002.
La creazione della
sua opera più recente Henri et Margaux,che ha scritto,diretto e interpretato in
collaborazione con Daniel Brière,è stata
presentata nell’autunno del 2002 allo Espace
Libre per essere ripresa nel settembre del 2003.
Evelyne de la Chenelière continua instancabile il suo lavoro di scrittura che,come lei stessa lo sottolinea,
Evelyne de la Chenelière continua instancabile il suo lavoro di scrittura che,come lei stessa lo sottolinea,
le
dà “la libertà di pensare
completamente.Intendo dire che quando scrivo,il mio pensiero è trascinato in
posti che altrimenti non visiterei. Racconto storie di esseri umani,dunque è
normale che io ami vedere esseri umani viverli sulla scena. E anche se è forse
egocentrico essere esclusivamente appassionata per la specie di cui faccio
parte,vivo bene con il limite dei miei interessi che consistono nelle nostre
piccole e grandi ricerche ,in tutto ciò che si dispiega per avere la sensazione
di vivere,in ciò che fa sì che quando incrocio qualcuno mi riconosco sempre un
poco.”
E’ con immenso piacere che la Compagnie Jean Duceppe accoglie Evelyne de la Chenelière nel corso della sua 31e stagione.
de Evelyne de la Chenelière Théâtre Jean Lurçat, Scène Nationale d’Aubusson
E’ con immenso piacere che la Compagnie Jean Duceppe accoglie Evelyne de la Chenelière nel corso della sua 31e stagione.
de Evelyne de la Chenelière Théâtre Jean Lurçat, Scène Nationale d’Aubusson
Autore,attore e regista
Nome di
nascita :Daniel Brière(autore) nascita :Montréal,13 gennaio 1963(52a.)
Film notevoli:
Le Déclin de l'empire américain
La Moitié gauche du frigo
C'est pas moi, je le jure!
Serie televisive notevoli:
Les Parents
Les Parents
Biografia
Attore,regista,drammaturgo Daniel Brière è membro cofondatore del Groupement Forestier du Théâtre (Oreille, tigre et bruit, Matroni et Moi) e codirettore artistico del Nouveau Théâtre Expérimental (NTE) dove recita e crea spettacoli regolarmente dal 2003 (Henri et Margaux, La Marche de Rama, Grid, Le Plan américain).
Diplomato al Conservatoire d'art dramatique de Montréal,nel 1985,ha recitato in Rhinocéros).Alla TV,lo si è visto in Cauchemar d'amour, Un gars, une fille, fa inoltre parte della distribuzione di Annie et ses hommes, Caméra Café della popolare commedia familiare diffusa dalla Télévision de Radio-Canada, Les Parents[1].Al cinema, menzioniamo le sue performances in Le Déclin de l'empire américain di Denys Arcand, La Moitié gauche du frigo de Philippe Falardeau, Gaz Bar Blues di Louis Bélanger, e C'est pas moi, je le jure! di Philippe Falardeau presentato in numerosi festivals.
Ha messo in scena una ventina di spettacoli tra cui Bashir Lazhar d'Évelyne de la Chenelière, come Tavernes, Oreille, tigre et bruit, et La Fin, d’Alexis Martin
Filmografia
- 1986 : Qui a tiré sur nos histoires d'amour de Louise Carré : Maurice
- 1986 : Le Déclin de l'empire américain de Denys Arcand : Alain
- 1990 : La Nuit du visiteur, court métrage de Louis Gagliardi
- 1990-1995 : Watatatow, série télévisée : Robert Benoît
- 1992 : Double or Nothing: The Rise and Fall of Robert Campeau, docufiction de Paul Cowan
- 1993 : Second Souffle
- 1994 : La Glace et le Feu (Les Duchesnay), télésuite de Richard Martin
- 1994 : À nous deux!, série télévisée : Claude Paquette
- 1997 : Un gars, une fille, série télévisée : Daniel
- 1999 : Matroni et Moi de Jean-Philippe Duval : Reggie
- 2000 : La Moitié gauche du frigo de Philippe Falardeau : le conseiller Emploi-Québec
- 2001 : Cauchemar d'amour, série télévisée : Onile
- 2002 : Caméra Café, série télévisée : François-Baptiste Marois
- 2002 : Annie et ses hommes, série télévisée : François
- 2003 : Les Invasions barbares de Denys Arcand : Alain Lussier
- 2003 : Gaz Bar Blues de Louis Bélanger : l'inspecteur Gobeil
- 2003 : Les Immortels de Paul Thinel : Patrice Dubois
- 2007 : Neuf de Martin Talbot: Henri
2008 : C'est pas moi, je le jure! di Philippe Falardeau
Ville de Billom de Evelyne de
la Chenelière et Daniel Brière
mise en scène de Bruno Marchand. Publiée aux Editions.
LEMÉAC
le plan américain
Création en France 2012
Co Production : Le Cyclique Théâtre
Festival des Francophonies en Limousin
Le Théâtre d’Aurillac et la Fabrique de Guéret,
Scènes conventionnées pour les écritures contemporaines
et Daniel Brière
mise en scène de Bruno Marchand
CONSIDERAZIONI
SU
Le plan
américain
Il soggetto
Un
fratello e una sorella,virgulti viziati
fradici/marci di una coppia molto famosa si danno per missione di sabotare il
piano americano,come un sogno che consiste nel riuscire nella vita avendo anche
buoni pensieri per coloro che non hanno tale opportunità …
La ricerca e la realizzazione dell’obiettivo
costituisce dunque poco a poco il filo della storia … E’,in fondo, la
nostra stessa ricerca che noi guardiamo
rappresentarsi ? Come diventare più vivi,più vibranti,più intensi ?Come
esistere?Che c’è di meglio di un passaggio alla tele?Oggi,in una democrazia
occidentale liberale,una famiglia moderna dunque è
molto evidentemente in crisi. Il padre,il fotografo di guerra che va regolarmente sul teatro delle
operazioni … Libano ,Irak,Afganistan … per riempire la stampa mondiale delle
sue testimonianze estreme e uguali della violenza.
La madre,gallerista e
artista concettuale,che parte regolarmente per trovare nuove tendenze del mercato dell’arte
contemporanea .I
figli,giovani adolescenti,si ritrovano affidati alla loro solitudine che li
porta a ripiegarsi su se stessi Sviluppano e nutrono così una grave
misantropia. Odiano il genere umano e, denunciando il suo etnocentrismo,
giungono a impegnarsi nella difesa e la preservazione degli animali,
moltiplicando atti estremi di militanza. Lotteranno contro il genocidio animale
e contro le derive dell’umanesimo! Il loro impegno li condurrà a commettere
atti di terrorismo in moto che fanno scoppiare la cellula familiare:
quei figli viziati e
ricolmi di tutte le attenzioni affettive,psicologiche,pedagogiche,tecnologiche
come hanno potuto arrivare fino a quel punto? Hanno tutto! Proprio tutto!
Di fronte alla crisi, la
fuga in avanti di tutti i protagonisti si realizza. Il padre fugge una volta di
più in Medio Oriente e la madre parte alla ricerca di sé, nella speranza di
ritrovare l’estasi amorosa della loro gioventù. Da parte loro gli
adolescenti,divenuti icone mediatiche,affrettano l’uscita fatale dall’intrigo,
passando all’ultimo atto del crimine.
A partire da quel momento
una nuova generazione di esseri umani nascerà.
Commedia satirica,quest’opera rivela in modo
pungente e sottile,leggero e umoristico,la vita di una famiglia moderna del nuovo
continente i cui rapporti sono strettamente legati all’immagine. La madre,che
collabora ad una rivista d’arte contemporanea,il padre che è fotografo di
guerra e i figli,un fratello e una sorella,coppia quasi incestuosa,che rifiuta
di lasciare il domicilio familiare,che hanno un rapporto ambiguo con l’immagine
e diventano stelle mediatiche compiendo atti di militanza terroristica per
preservare e difendere gli animali.
In quest’opera tutti i
personaggi esistono grazie al loro rapporto esasperato con l’immagine e
soprattutto con la loro personale
immagine,costruita per la necessità dell’apparire e dei quindici minuti di
celebrità.
In particolare l’immagine
paradossale di quei figli,quel fratello e quella sorella, alla ricerca del
senso della vita nella nostra società ipermediatizzata.
Infatti come diventare un adulto in questo mondo senza testa né coda se
non in rapporto all’immagine e la fantasmagoria dell’internet? Ecco allora
naturale e conseguente costruire lo
spettacolo attraverso la rappresentazione di uno spazio mentale come scaturito
dalla memoria di quegli adolescenti.
Per primo lo spazio familiare . Quello
insomma delle impronte e delle
sensazioni folgoranti dell’infanzia:la scuola,il pasto in famiglia nonché
dell’adolescenza:turbe della personalità,disarmonia,narcisismo e quant’altro …
Come se le tracce della catastrofe prendessero forma in un tempo condensato sul
teatro per farla risorgere in frammenti .D’altra parte si aggiungono,le
sequenze multiple della fuga e l’inseguimento in moto montate in fash-back. Un
modo abile che gli autori rivelano nel maneggiare tanto ironicamente quanto
paradossalmente gli stereotipi di un mondo messo in scatola per una ricerca di
senso che si trasforma piuttosto in ricerca di sensazioni forti.
Se la famiglia nordamericana ha un problema
d’immagine,le sue molteplici trasfigurazioni sembrano averle sottratto un’idea
chiaramente identificabile nell’inconscio collettivo. E tuttavia,il desiderio
d’un modello sembra sussistere. Qui gli
autori maltrattano allegramente l’immagine della famiglia moderna e scelgono
d’inventarne una. La storia,piuttosto allucinante,si sviluppa sotto i nostri
occhi come in una serie di pixels ingranditi di una stessa immagine ormai
stravolta. Si vedono in successione una particella di un tutto,che si
giustappone a un’altra. L’opera non risparmia né genitori né figli,e la
famiglia vi è rappresentata con una identità nuova e con nuove tecniche
rappresentative. Un teatro transavanguardista insomma, ma per nulla ermetico,a
metà strada fra la destinazione di un “Festival ipercritico”e quella di “Tanto
per divertirsi”.
Una drammaturgia dove il lavoro
meticoloso sul rituale è vistoso. Dove il linguaggio mediatico ha evidentemente
la meglio su quello della tradizione teatrale. Dove i contenuti critici che la ispirano appaiono ancora una volta strettamente legati/connessi col territorio. Dove,comunque,il tema
affrontato e la sua maniera espressiva sono
fusi in una sintesi molto riuscita ed eloquente.
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