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domenica 26 aprile 2015

32.Il piano americano.Scena VI



SCENA 6

LA LITE2

La madre è in tenuta “emergente”,tornano da una mostra. Si parlano nella loro stanza da bagno.
In secondo piano,Lui e Lei,nel letto sussurrano/parlottano e ridono,Non si capisce/percepisce più
bene cosa fanno.

MADRE. … Dunque  non ti è piaciuta la mostra?
PADRE. No.
MADRE. Mi sorprende/stupisce.
PADRE. Ah sì?
MADRE. Sì,davvero.
PADRE. A me,quel che mi sorprende davvero ,è a che punto tu punti su di lui … lei? Lei o lui?
MADRE .Molto strano/buffo/curioso. Lui ti ammira molto e tu sei stato sprezzante.
PADRE. Non sono stato sprezzante. Non mi è piaciuto.
MADRE. Avresti potuto almeno interessarti.
PADRE. Ho diritto alla mia soggettività.
MADRE. Non essere in malafede. Non è una semplice questione di soggettività:il suo passo è  completamente innovatore,non puoi negarlo.
PADRE. Beh!/Bene,non so,qui …
MADRE. E’ uno scorticato vivo,quel ragazzo.
PADRE. Sì,conosciamo il tuo debole per gli scorticati vivi.
MADRE. Scusa?
PADRE. Niente.
MADRE. Chi ha un  debole per gli scorticati vivi?
PADRE .Va bene,lascia stare.
MADRE. Per me la sua istallazione evoca,in un maniera poetica,tutto il disagio e la vulnerabilità della nostra civiltà. Non trovi? E poi  tutta questa violenza che tracima dalla rappresentazione ,come una materia invisibile …
PADRE,volendo fare una battuta. Cou-donc,non devo aver guardato dalla parte giusta.
MADRE. Hai guardato,ma non vedi più niente.
PADRE. Cosa?
MADRE. A forza di vedere brandelli d’uomini,relitti umani peggio del mondo smembrato,non sei nemmeno più capace di percepire la forza di un’opera.
PADRE. Scusami! Scusami di non esser stato toccato dal disagio e la vulnerabilità del tuo giovane artista!
MADRE. Evidentemente,tu dirai che è più fondato di essere vulnerabile  e scomodo nel Medio-Oriente che vulnerabile e disagiato qui.!
PADRE. Che cos’è che tu hai contro il Medio-Oriente?
MADRE. Non ho niente contro il Medio-Oriente.
PADRE. Ma tu riconduci sempre al Medio-Oriente.
MADRE. Mi scoccia il Medio-Oriente!E poi è un po’ facile screditare la forza di un gesto artistico col  pretesto che questo riguarda il Medio-Oriente.
PADRE. Eh?Non è questo! Ma tu converrai che la vulnerabilità e il disagio,è relativo.
MADRE. Con la relatività io perdo sempre.
PADRE. Come “tu” perdi sempre?Non è il tuo lavoro che io rimetto in discussione,non è la tua opera,non è la tua istallazione!
MADRE. E’ lo stesso.
PADRE. Io non trovo.
MADRE. E’ perché tu sottostimi il mio coinvolgimento.
PADRE. Non credo che io sottostimo il  tuo coinvolgimento.
MADRE. E’ vero che io non rischio la vita,io,quando difendo artisti sovvenzionati ,non corro il rischio di saltare quando mi reco al lavoro ,non devo trafficare  con vero sangue schifoso peggio degli odori che strappano/tolgono (?)il cuore!
PADRE. Sei gelosa?
MADRE .Io,gelosa,ma di che?
PADRE. Dell’essenzialità.
MADRE. Aspetta,non rimetterai in discussione l’essenzialità dell’arte,tuttavia tu sei più brillante di così.
PADRE. Non è quello che ho detto.
MADRE. Sai,avrai un bel riportare tutte le foto di guerra che vuoi,sarà sempre una successione di testimonianze.
PADRE. E allora?
MADRE. E allora gli artisti,loro,non si contentano di testimoniare:hanno un proposito,reinventano il reale,creano.
PADRE. Io ho un proposito.
MADRE. Qual è  il tuo proposito?

Sono disturbati dal rumore dei figli a letto.

MADRE,verso il letto .Basta,ragazzi!

Si illumina ora il letto in cui Lui e Lei si divertono a scimmiottare i loro genitori.

LEI. Non ti è piaciuta la mostra?
LUI. Detesto le mostre.
LEI. Ci siamo,lo sapevo,ti sei bruciato il cervello.
LUI. No,ma il mal di vivere dei giovani artisti non lo sopporto proprio/mi è insopportabile.
LEI. Ma è del MIO mal di vivere che si tratta nelle loro opere!
LUI. Non capisco niente di quel che tu racconti.
LEI. La mostra ,sono io!Io sono un’opera d’arte!Io sono tutte le opere d’arte!Che si inchiodino gli occhi su di me che si puntino la luce e gli sguardi su di me ,che si crei il più vasto consenso riguardo a me/ a proposito di me,che un  solo fremito delle mie labbra susciti l’interesse e la contemplazione …
LUI. Tesoro mio,credo che tu abbia un serio  problema di ego.
LEI. Non ho problemi di ego! Sarebbe in tutta umiltà,ma avrei un bel relativizzarmi,non arriverò mai a convincere la gente ad amarmi un po’ meno intensamente,un po’ meno manifestamente
LUI. E riceveresti un sacco di premi?
LEI . Un sacco di premi! Tutti i premi! e tutti invidierebbero la mia vita!
LUI. Ma la gente diventerebbe gelosa!
LEI. No! Susciterei ,al contrario, i sentimenti più nobili,i più edificanti,ed è precisamente per questa ragione che mi si amerebbe ancora di più …
LUI. No, sarà di tutto riposo,questo tuo amore per tutti.
LEI. … Talvolta avrei vertigini,direi allora il bisogno d’essere un po’ sola,e tutti sarebbero desolati,ma rassegnati alla privazione  di me per qualche ora…
LUI.  … E quando tu riapparissi,saresti ancora più radiosa/smagliante/strepitosa che nel loro ricordo e non se ne capaciterebbero…
LEI.  … Si direbbero :” Ma non c‘è dunque alcun limite alla bellezza ?
LUI. Alla grazia?
LEI. Allo splendore?

Scoppiano a ridere.  Si trovano veramente molto buffi.

LEI,simulando all’improvviso la gravità. E poi,un giorno,quando ne avrò veramente abbastanza di tutto quest’amore di me per tutto,io smetterò di esistere,io  ucciderò con le mie mai, e mi lascerò marcire  ai loro piedi perché sappiano che dopo di me non c’è che decomposizione,puzzolenza/puzzo/puzza,disperazione..

Lui e Lei  fanno i morti,la lingua di fuori.

MADRE, di lontano. Basta,ragazzi!

La madre li raggiunge.

MADRE. Che fate?
LUI. Niente,mamma.
LEI. Giochiamo.
MADRE. A che?
LUI. Ai Kamikazes.
MADRE. Non è un bel gioco.
LEI. Perché? Ci rilassa.

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