SCENA 12
LA CAFFETTERIA
PADRE,molto teso. … Ah .ecco vostra madre. (L’abbraccia/bacia
in modo maldestro.)Hai fatto buon viaggio?
(Ai figli) Salutate
vostra madre,via.
LUI. Buongiorno.
LEI. Buongiorno.
PADRE. Mi sono occupato della cena.
Ha quattro pasti in
scatole di cartone della Saint-Hubert.
MADRE. Ah sì?Che succede?
PADRE. Dobbiamo parlarci .
MADRE. Che cosa vuoi dire?
PADRE. Ho deciso che occorreva fare una riunione di
famiglia.
MADRE, a LEI e a LUI,parlando del PADRE. Che cos’ha?
LUI. Non lo so.
PADRE. Ragazzi,spiegate a vostra madre che succede.
LEI. Ma di che parli?
PADRE. La caffetteria!
Un tempo
MADRE. Che cosa?Che cos’ha la caffetteria?
Un tempo
PADRE. Andiamo! Coraggio! Raccontate quel che avete fatto
alla caffetteria!
LUI. Mamma,hai già pensato a quel che subiscono gli
animali,prima di diventare panini/tartine/sandwichs in caffetteria?
LEI. E’ grave.
LUI. Sì: questo è grave.
MADRE. Che cosa?
LEI. Allora,ieri,alla caffetteria,abbiamo chiesto alla
gente di firmare una petizione.
LUI. Ma tutti si sono burlati/beffati di noi,continuando a mangiare i loro
panini/tartine/sandwichs al prosciutto,al pollo,peggio ancora,al tonno! era
molto umiliante.
LEI. Dunque,oggi,siamo passati a qualcosa di più serio.
Silenzio.
MADRE. Serio,come?
PADRE,esplodendo.
Hanno preso un gun!Ti rendi conto? Due malati! Hanno
preso un gun!
LUI. Era un gun di paint ball.
PADRE. Non è grave,è un simile gun!
LUI. Non abbiamo shooté nessuno.
LEI,imitando la
pittura che schizza. Non bisogna scordare che ci avevano ridicolizzato!
LUI. Dopo abbiamo obbligato la gente a mangiare tutto quel che c’era nella
caffetteria …
LEI. Tutto.
LUI. Peggio ancora,li abbiamo lasciati riflettere sul
loro vomito.
LEI. Era schifoso/ripugnante.
Un tempo.
PADRE. Allora io dico :No. Non lascerò nessuno della mia
famiglia esprimere le sue rivendicazioni con atti terroristici,capito?
MADRE. Beh ,via “terroristici” …
PADRE. Sì,terroristici!
LUI. Rilassati,via.
LEI. Respira.
PADRE. Non parlatemi con quel tono! Sono io che pago per
i vostri studi!(Guarda la Madre).Con
vostra madre!
LUI. Qual è il rapporto?
PADRE. Il rapporto fra il nostro denaro e i vostri studi?
E’ che vi vieto di fare scandali all’università!
MADRE. E’ una grande opportunità andare all’università.
LEI. Sempre il denaro,eh?
LUI. Sempre.
LEI. Per colpevolizzarci.
LUI. Ricatto emotivo.
LEI. Questo vi rassicura,di pagarci cose?
LUI. Ma grazie alla nostra terapia,non siamo
vittime/fessi.
LEI. Lei l’ha detto,la nostra terapeuta,che è colpa
vostra.
PADRE. Ma che cos’è che è colpa nostra?!
LEI. Tutto.
LUI. E’ colpa vostra,è tutto,,è colpa vostra.
PADRE. Ma che cos’è questa terapia? Chi è questa
terapeuta?!
MADRE. Calmati,tesoro.
LEI. Non siete mai venuti a prenderci alle tre e mezzo a
scuola.
LUI. Non ci avete mai fatto foto.
LEI. Vi siete sempre interessai al disagio degli altri.
LUI. Volevate che noi amassimo gli altri con voi.
LEI .Sì,che li amassimo con voi.
LUI. Come umanisti
LEI. E’ questo:umanisti.
PADRE. Che avete contro l’umanesimo?
LEI. E’ un culto disperato!
PADRE. Ma insomma,che volete alla fine?
MADRE. Che cos’è che volete?
PADRE. Avete gli studi,la paghetta,la moto,i viaggi,la
terapia …
Madre. Avete tutto.
LUI. Io,questo genere di discolpa,lo trovo patetico.
LEI. Patetico.
Si alzano
PADRE. Non alzatevi da tavola prima d’aver mangiato il
vostro pollo!
LUI se ne va e LEI
lo segue. I genitori restano storditi.
PADRE. Hanno tutto.
MADRE. Hanno tutto.
PADRE. Sono privilegiati.
MADRE. Non è loro mai mancato niente.
PADRE. Potrebbero essere promessi a un grande avvenire. …
MADRE. Hanno tutte le opportunità al loro fianco/dalla
loro parte.
Un tempo.
PADRE. Sai perché non ho mai voluto un cane?
MADRE. No,perché?
PADRE. Perché non voglio ritrovare merda sul mio tappeto
quando rientro in casa ! Non voglio che qualcuno manifesti il suo
malcontento/scontento smerdando il mio tappeto! Ma finalmente ,nessun bisogno di
cani!Ho due figli che se ne occupano/incaricano!
MADRE,sfinita,senza
sarcasmo. D’accordo … E’ un’immagine?
PADRE,fuori di sé.
Sì,è un ‘immagine!
Un tempo.
MADRE. Ho come una stanchezza,all’improvviso.
Un tempo. Il padre
raccoglie le sue cose.
MADRE,assente.
Partirai?
PADRE. Sì.
Raduna/riordina i
suoi apparecchi fotografici.
MADRE. E il mio sgomento,non vuoi fotografarlo?
Le dà un
apparecchio fotografico e se ne va.
La Madre riprende
il suo sgomento in fotografia(Parecchie foto di sé) e se ne va.
Musica: Franz
Schubert,Adagio,Quintetto a corde in ut
maggiore.(D 956).
MADRE. Forse sono partita per l’estasi. C’è un giorno in
cui niente è più sufficiente perché ci
si abbandoni
all’estasi;né il paesaggio della sua casa,di cui si è tuttavia scelto ogni
colore,né
alcuna delle sue
cose possedute,sebbene duramente acquisite, né le opere d’arte che
sapevano commuoverci un tempo,neppure il volto dei figli
poiché ci si abitua a tutto. Allora
si parte,si parte alla ricerca della nostra beatitudine altrove. E se ci si
mette a dubitare,se si
sente venire l’alba di un rimorso,ci si aggrappa a questa
nuova immagine,si se stessa in estasi,
e si parte per adorarsi,rendere un culto alla propria
immagine estatica,arcuata,rapita,allucinata.
Qualche istante più
tardi,le foto escono una dopo l’altra da una stampante in mezzo alla scena.
LEI e LUI esaminano
le foto.
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