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lunedì 6 aprile 2015

3.Profilo sommario.Jean Tardieu





Jean Tardieu

Rapido profilo di Jean Tardieu

Figlio di artisti,la madre ,musicista,che dà lezioni di arpa e il padre,pittore,che al
piano di sopra ha il suo atelier. Lui,Jean Tardieu ,che vive -al piano di sotto e a
quello di sopra-, lo stesso mondo segreto e rigoroso :la composizione.

La sua prima poesia la scrive a sette anni. Eccola:

Favola.

Una mosca si cullava sull’oceano
all’improvviso si sentì stretta dal freddo

Morale

bisogna sempre fare attenzione.

 E lui gioca con le parole,riempiendone i quaderni che conserverà gelosamente,
almeno alcuni.

Ed eccolo ,a quindici o sedici anni ,lucido, parlare come un vecchio,consapevole
 di come tutto il suo essere sia impregnato dal suo 'sentire' quotidiano e familiare:

… i miei primi movimenti,i miei primi pensieri furono scanditi al ritmo dell’arpa.
 Da quando ho cominciato a vibrare per l’arpa e per la poesia,mai,oh!,mai la
 poesia  mi è apparsa più bella  e mi ha più nel profondo torturato...ho vissuto 
al suono dell’arpa,ho sognato al suono dell’arpa,ho amato al suono dell’arpa …
 e so bene,sento che un giorno ,un giorno molto lontano,quando,vecchio vagabondo
dei dolori e dei sogni,avrò quasi perduto il ricordo dell' antica felicità. Un giorno,
se  lungo un muro ,passando tristemente io sentirò all’improvviso aleggiare  velati,
perduti fantasmi ,su di un’arpa, i suoni di una vecchia cara melodia ,io tremerò 
come una foglia al vento …”

Ecco un bel frammento che fa capire come ,nonostante il suo bisogno di rottura,
di dissonanza,di novità,malgrado la violenza della sua reazione di fronte alla
 scrittura tradizionale e convenzionale, egli sapesse conservare  nella sua 
 scrittura quella  sotterranea concatenazione armoniosa nella sua;  frammenti  
che scaturiscono e affiorano da una sinfonia intima,fondamentale e costante,
che si tratti dei suoi permanenti virtuosismi  nei  versi o nelle  battute delle sue 
pièces.


E’ anche precoce un’altra scoperta che fa di sé:pur sentendosi in qualche
modo estraneo  a se stesso sa riconoscere in sé un potere,quello  
dell’espressione:ecco perché è e resterà  fin dall’adolescenza uno scrittore.
 E per una sorta di terrore dell’incompiuto,di spinta all’esitazione che lo 
frequentano ,quasi ad esprimere il suo smarrimento impara la dolce 
manipolazione delle  parole.Si viene a costituire in lui una forza fatta di
fermezza e di  scioltezza che finisce per caratterizzarlo per sempre,talmente
 da poter considerare quasi la sua opera come una sfida  per fronteggiare la
quale Jean Tardieu sfrutta una sorta di misteriosa inquietudine felicemente
vivace .Quasi un risuonare sordo di un’inguaribile delusione. La sua opera
in effetti non si caratterizza per la linearità della sua evoluzione determinata
da eventi esterni.Si avvolge al contrario su se stessa,come attratta da un
centro inesistente,quasi che l’autore esegua una sorta di strano passo di
danza sul bordo di un abisso che allo stesso tempo lo respinge e lo trattiene,
e dove dà appuntamento a se stesso per tutta la  vita. Ed è dal fondo di questo
vuoto,di questo buco  che sale la musica della sua scrittura,quella musica 
disperata,quella musica da lui appassionatamente evocata.
Ecco la confermain una sua dichiarazione:

Tutta la mia vita è segnata dall’immagine di queifiumi,nascosti o perduti 
 ai piedi delle montagne. Come loro,per me l’aspettodelle cose si inabissa 
 e oscilla tra presenza e assenza. Tutto quel che io toccoha una metà di  
pietra e l’alta metà di spuma.”

Ed ecco come è naturale ora capire perché  questo poeta cominci a scrivere 
anche  per il teatro .E’ un’iniziativa che impariamo a capire come corrisponda
a un tratto permanente della sua psicologia.
Non è un caso dunque che noi scopriamo la sua precoce ammirazione per
Molière,che,forse colorerà definitivamente la sua concezione teatrale .E’
in realtà tutto coerente con una  natura come la sua ,tutta permeata da una 
originaria e persistente ingenuità che sembra procurargli sorpresa e
divertimento costanti..Gli è dunque facile e naturale registrare il
ridicolo che lo circonda,come burlarsi delle traversie e delle insufficienze.
Ecco dunque la causa prima dell’energia che muove il suo teatro quasi
esclusivamente gaio e satirico  in superficie. Un teatro -il suo teatro da
camera soprattutto-che , malgrado la difficoltà di esecuzione o proprio
per questo, intriga l’ingegnosità del regista e accende l’immaginazione
dell’attore. E perché tuttavia né l’uno né l’altro ,malgrado tutto,finiscano 
per rivelare un attaccamento cocciutamente appiccicoso all’antica routine,
e ne tradiscano l’intenzione ,Jean Tardieu moltiplica le indicazioni sceniche,
soprattutto quelle per lui vitali che hanno il fine di fissare l’intonazione,
il ritmo d’un gesto,il senso di una mimica,l’intensità dei silenzi. Ed ecco,
una dopo l’altra,in questo teatro sperimentale e divertente,le convenzioni
sceniche più antiche essere screditate. Ma neanche tanto,se il drammaturgo
partito allegramente,lancia in resta  contro le abitudini che considera ormai
 appassite,desuete,non esita a rimetterne in auge altre,molto più antiche
come il personaggio del presentatore,che svolge lui stesso un ruolo,
incorporando lui stesso nell’opera  quello che si chiamava l’argomento
Quello che accade per l’appunto  anche in Oswald e Zenaide con i suoi a-parte.
L’intensione critica di questa pochade è esplicitamente enunciata infatti dal
 presentatore,quando dice.

 “Questa  operina ha lo scopo di stabilire un contrasto comico fra la 
povertà delle  battute scambiate  ad alta voce e l’abbondanza degli a-parte."
Nel bel mezzo dell’incidenza del dialogo,il fidanzato Oswald,esultante,
si mette a fare citazioni in italiano e laragazza in inglese. Non si capiscono,
ma si amano. Al diavolo allora  le parole e il loro significato!


Nasce l'1 novembre 1903 a Saint-Germain-de-Joux,nell'Ain
e muore il 27 gennaio 1995 a Créteil,in Val.de-Marne .
Autore estremamente fecondo, si è espresso in opere di ogni
genere e di ogni tono;umorista e metafisico,drammaturgo e
poeta,lirico o formalista,ha manifestato per  più di sessanta
anni una creatività eccezionale,alternando scrittura in versi
e in prosa,lirica e audacemente informale.La sua inquietudine
metafisica dissimulata sotto l'umorismo,non ha mai smesso
di porlo di fronte all'insolubile dilemma :"chiedersi senza
fine come si possa scrivere qualcosa che abbia un senso."
 





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