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domenica 17 febbraio 2013

Diario di bordo.(9).



Il prossimo invio  è di un brano dal romanzo  di Mme de La Fayette che provocò un grande dibattito fra la gente dei SALONS.Spero che ti piaccia ;anzi ,perchè tu possa scegliere  aggiungo un altro brano del suo romanzo,e anche due pareri di intellettuali del tempo in contrasto, a documentazione del dibattito fin troppo vivace.
Del resto già Mlle de Scudéry ci aveva introdotto a questo fervore di un  mondo femminile tutto teso all'emancipazione della condizione della donna , così inaccettabilmente sottomessa e consacrata ad attività insulse,che  passa inevitabilmente per un cambio radicale di sensibilità dell'universo dei sentimenti. 
Seguiranno  poi  alcune  lettere di Mme de Sévigné
Poi qualche massima di La Rochefoucault
Infine una scena delle Précieuses,oTartuffe di Molière.
A quel punto i brani letterari ,includendo anche quelli di  Cyrano,oltre ai versi di La Fontaine,mi sembra possano bastare per il salotto seicentesco.
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Il fil rouge potrebbe essere conformismo><libertà  a proposito di  un’etica dei sentimenti
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Per quello settecentesco mi piacerebbe piuttosto seguire un taglio politico,documentando lo slancio di ricerca per il rinnovamento della struttura del potere.


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Madame de La Fayette




Il riassunto delle 4 parti della Princesse de Clèves.
La Princesse de Clèves è il capolavoro di M.mede La Fayette :Pubblicato senza il nome dell’autore ,il libro conobbe fin dalla sua uscita un vivo successo e suscitò nello stesso tempo una viva disputa ,perché l’autore
metteva in scena figure autentiche della storia recente.
Romanzo breve,in 4 parti ,racconta l’amore impossibile  di una giovane sposa fedele per un gentiluomo all’epoca di Henri II.
I  p. M.lle de Chartres,presentata alla Corte,seduce tutti per la sua bellezza. Chiesta in sposa dal principe di Clèves,innamorato di lei,lo sposa. Ma solo la Stima(cfr .Carte de Tendre)la lega a suo marito,allorché una vera Inclinazione la spinge verso il seducente duca di Nemours,incontrato in occasione di un ballo.
II  p. Ritirata un tempo a Coulommiers,la principessa torna a Paris,sperando di poter controllare la passione che poco a poco la invade. Ma non perviene  a mascherare al duca i suoi sentimenti ,che sottrae un ritratto
di lei. Lei soffre anche di gelosia  in occasione di una lettera galante del duca che le arriva sotto gli occhi.
III  p. Preferisce infine allontanarsi dal mondo della Corte:intrigato da questo ritiro che non ha ragioni apparenti ,.M. de Clèves che l’a raggiunta a Coulommiers,la incalza di domande. Gli fa allora la confessione della sua passione..Quel che lei non sa ,è che M.de Nemours,non lontano da lì,ha inteso tutto. Allorché
non ha detto il nome di colui che lei ama,suo marito perviene a identificarlo,poiché  Nemours stesso racconta,(senza fare nomi)quest’intrigo amoroso di cui ci si mette a parlare a Corte. I tre personaggi sono allora torturati dai sospetti e dalla gelosia.
IV p. Nemours che ha seguito la principessa a Coulommiers  è denunciato al principe da una spia.  Credendosi  tradito ,Clèves muore di  angoscia.,non senza aver formulato tragici addii a sua moglie ,che ama ancora. M.mede Clèves,che Nemours incalza sempre ,finisce per confessargli la sua passione:ma
 rifiuta di sposarlo,e si ritira in una casa religiosa.

I  brani scelti del romanzo



VEDERE SENZ' ESSER VISTO.


 (La Principessa di Clèves) se ne andò a Colummiers,e,andandovi,ebbe cura di farci portare grandi quadri che aveva fatto copiare dagli originali commissionati da M.me di Valentinois per la sua bella dimora di Anet.
Tutte le azioni degne di nota che erano avvenute sotto il regno del re erano in quei quadri.C’era,fra gli altri,l’assedio di Metz e tutti coloro i quali vi si erano distinti erano rappresentati con forte somiglianza.
M. de Nemours era del numero ,ed era ,forse ,quello che che aveva spinto il desiderio di M.mede Clèves ad avere quei quadri.
[M.me de Martigues tutta presa, lei pure,dalla sua passione,soggiorna qualche tempo a Coulommiers dalla sua amica M.me de Clèves,poi parte per Chambord,residenza della regina.]
M. de Nemours e M. de Clèves erano allora da questa regina,M.me de Martigues ,che aveva trovato Coulommiers ammirevole,ne raccontò tutte le beltà ,e si diffuse estremamente sulla descrizione di quel padiglione nel bosco e sul piacere che M.me de Clèves  provava a passeggiarvi sola una parte della notte.M. de Nemours ,che conosceva abbastanza il luogo per  capire quel che ne diceva  M.me de Martigues ,pensò che non era impossibile que potesse vedervi  M.me de Clèves ,senza esser visto da lei. Pose qualche domanda  a M.me de Martigues per chiarirsi ancora le idee; e M. de Clèves che  l’aveva  sempre guardato mentre M.mede Martigues aveva parlato,credette di vedere in quel momento quel che gli passava per la mente. le domande che fece quel principe lo confermarono ancor più in quel pensiero,tanto che non dubitò  affatto che non progettasse d’andare a vedere sua moglie. Non si sbagliava affatto nei suoi sospetti. Quel disegno entrò così fortemente nella mente di m de Nemours  che dopo aver passato la notte a pensare ai modi di eseguirlo,dall’indomani mattina prese congedo dal re per andare a Paris,con qualche pretesto che inventò.
M. de Clèves non dubitò affatto della materia di quel viaggio;ma si risolvette a far chiarezza sulla condotta di sua moglie  e di non restare  in una crudele incertezza. Ebbe voglia di partire nello  stesso tempo di M.de Nemours e di venire lui stesso,nascosto ,a scoprire quale successo avesse quel viaggio;   ma,temendo che la sua partenza  sembrasse straordinaria e che M. de Nemours ,essendone avvertito,prendesse altre misure,si risolse a affidarsi  a un gentiluomo del suo casato,di cui conosceva la fedeltà e lo spirito. gli raccontò in quale imbarazzo si trovasse .Gli disse quale fosse stata fino ad allora la virtù di M.me de Clèves,gli ordinò di seguire i passi di M. de Nemours,di osservarlo con precisione ,di vedere se andasse a Coulommiers e se  entrasse punto di notte nel giardino.
Il gentiluomo ,che era molto capace per un tale compito,se ne occupò con tutta la meticolosità immaginabile.
Seguì M. de Nemours fino a un villaggio ,a mezza lega da Coulommiers. ,dove quel principe si fermò e il gentiluomo indovinò agevolmente  che era per attendervi la notte. Non credette opportuno  di attendervela anche.;superò il villaggio e andò nel bosco nel posto  da dove giudicava che M. de Nemours
avrebbe potuto passare; non si sbagliò per niente in tutto quel che aveva  pensato. Appena fu venuta la notte,sentì camminare, e,sebbene facesse scuro,,riconobbe agevolmente M. de Nemours .Lo vide fare il giro del giardino,come per ascoltare se non c’era nessuno,e per scegliere il luogo dal  quale  sarebbe potuto passare più facilmente. Le palizzate erano molto alte ,e ce n’erano ancora  dietro per impedire    che si potesse entrare  in modo che fosse difficile aprirsi un passaggio. M. de Nemours  ne venne a capo tuttavia.:appena fu  in quel giardino ,non gli fu difficile districarsi su dove fosse M.mede Clèves ,Vide tante luci nel cabinet  ;tutte le finestre erano aperte;e,lasciandosi scivolare lungo le palizzate si avvicinò  con un turbamento e un’emozione che è facile immaginarsi. Si sistemò dietro una delle  finestre  che servivano di porta  per vedere quel che faceva M.me  de Clèves.Vide che era sola;ma la vide di una si ammirevole beltà che a stento fu padrone del trasporto che gli dette quella vista. Faceva caldo e e non aveva nient’altrosulla testa e sulla gola che i capelli confusamente sciolti.  Era su un letto con un tavolino davanti dove erano posate parecchie ceste piene di nastri.;ne scelse alcuni,e M. de Nemours si accorse che erano degli stessi colori che egli aveva portato al torneo.. Vide che li annodava a una canna d’India ,molto straordinaria,che egli aveva portato per qualche tempo ,e che aveva dato a sua sorella  alla quale  M.mede Clèves l’aveva presa  senza fare finta di non riconoscerla per essere stata di M. de Nemours. Dopo cheebbe terminato l’opera con una grazia e una dolcezza che diffondevano sul suo volto i sentimenti  che aveva nel cuore ,prese una fiaccola e se ne andò vicino a un gran tavolo,proprio di fronte al quadro dell’assedio di Metz,dove era il ritratto di M. de Nemours;si sedette e si mise a guardare quel ritratto con una attenzione e con un’aria così trasognata  che la passione sola può dare.
non si può esprimere quel che sentì M.de Nemours in quel momento. Vedere,nel mezzo della notte ,nel luogo più bello del mondo.,una persona ch egli adorava. ;vederla senza che lei sapesse che egli la vedeva e vederla tutta occupata  di cose che avevano rapporto con lui  e con la passione che lei gli nascondeva ,è quel che non è mai stato provato né immaginato da nessun’altro amante.





Segue il brano della confessione di cui ho accennato nei riassunti e che è la chiave di volta o paradossale del romanzo, il più famoso,il più citato,ma se ti sembra  troppo melenso e assurdo rinunciamo.se invece ti sembra utile faccio la traduzione.



LA CONFESSIONE.



-...ma vi supplico di lasciarmi qui. Se voi  poteste restare ,io ne avrei molta gioia ,purché voi   ci  restaste
solo,e che voi voleste bene non averci per niente questo numero infinito di persone  che non vi lasciano quasi mai.
_ Ah!Madame! gridò M. de Clèves,la vostra aria e le  vostre  parole mi fanno vedere che voi avete delle ragioni per uspicare di essere sola,che io non so affatto,ed io vi scongiuro di dirmele.”
La incalzò a lungo  perché  di fargliele conoscere senza potervela  obbligare e dopo che   si fu difesa in un modo che aumentava sempre la curiosità del marito,restò in un profondo silenzio ,gli occhi bassi;poi,tutto ad un tratto,prendendo la parola e guardandolo:
_ Non costringetemi affatto,gli disse,a confessarvi una cosa  che non ho la forza  di confessarvi ,sebbene ne abbia avuto parecchie volte   il  progetto. Pensate soltanto che la prudenza non vuole che una donna della mia età,e padrona della sua condotta,resta esposta ll’ambiente della corte .
_ che mi fate pensare,Signora,gridò M. de Clèves.Non oserei dirvelo  per paura di offendervi.
M.me de Clèves  non rispose per niente:e il suo silenzio finendo  di confermare il marito in quel che aveva pensato.
_ Voi non mi dite niente,riprese,come a dirmi che non mi sbaglio.
_ Ebbene,signore,gli rispose gettandosi alle sue ginocchia,vi farò una confessione che mai è stata  fatta a un
 marito;ma l’innocenza della mia condotta e delle mie intensioni me ne dà la forza. E’ vero che ho delle ragioni di allontanarmi dalla corte  e che io voglio evitare i pericoli in cui si trovano talvolta le persone della mia età. Non ho mai dato alcun segno di debolezza e no avrei paura di lasciarne trasparire  se voi mi  lasciaste la libertà  di ritirarmi dalla corte o se  avessi ancora M.me de Chartres per  aiutarmi a comportarmi.
Per quanto pericoloso fosse il partito che prendo , lo prendo con gioia per conservarmi degna  d’esser vostra. Vi chiedo mille volte perdono se ho sentimenti che vi dispiacciono, almeno non vi affliggerò mai con le mie azioni. Pensate che per fare quel ch’io faccio,occorre avere più amicizia e più stima per un marito di quanto se ne abbia mai avuta; guidatemi, abbiate pietà di me,e amatemi ancora,se potete .
M. de Clèves era restato,durante tutto quel discorso,la testa appoggiata sulle mani,fuori di sé,e non aveva pensato a far rialzare sua moglie. Quando lei ebbe cessato di parlare,e gettò gli occhi su di lei,la vide alle
sue ginocchia  il volto coperto di lacrime e di una bellezza  cosìammirabile ,pensò di morire di dolore ,e abbracciandola e sollevandola:
-abbiate pietà di me voi stessa,Signora,le disse,    ne sono degno,e perdonate se,nei primi momenti d’un’afflizione così violenta come è la mia,io non rispondo,come devo,a un procedimento come il vostro.
Voi mi sembrate più degna di stima e d’ammirazione che tutto quel che c’è mai stato di donne al mondo;ma anche io mi trovo il più infelice uomo che sia mai esistito. Voi mi avete dato passione dal primo momento che  vi ho vista,i vostri rigori e il vostro possesso non hanno potuto spegnerla: dura ancora ;non
ho potuto darvi amore,e vedo che voi temete di averne per un altro. e chi è ,signora,quest’uomo fortunato
che vi dà questo timore? da quando vi piace? Che ha mai fatto per piacervi? Che cammino ha trovato per andare fino al vostro cuore? Mi ero  consolato in qualche modo per non averlo  toccato col pensiero che era incapace di esserlo. Tuttavia un altro fa quel ch’io non ho potuto fare. Ho tutt’insieme la gelosia di un marito e quella d’un amante;ma è impossibile avere quella d’un marito dopo un procedimento come il vostro. E’ troppo nobile per non darmi una sicurezza totale;mi consola anche come vostro amante. la fiducia e la sincerità che voi avete per me hanno un prezzo infinito:mi stimate abbastanza per credere che non abuserò di  questa confessione: Avete ragione,signora,non ne abuserò e non vi amerò meno per  questo. Mi rendete infelice per il più grande segno di fedeltà che mai una donna abbia dato a suo marito.
ma,signora concludete e ditemi chi è colui che volete evitare.
-Vi supplico di non chiedermelo affatto,rispose,sono risoluta a non dirvelo e credo che la prudenza non voglia che ve lo nomini.
_ Non temete,signora,riprese M. de Clèves,conosco troppo il mondo per ignorare che la considerazione 
d’un marito non impedisce che non si sia innamorato della propria moglie. Si devono odiare  quelli che lo sono e non lamentarsene;e ancora una volta ,signora,io vi scongiuro di dirmi quel che ho voglia di sapere.
- Voi mi incalzereste inutilmente,replicò; ho forza per tacere ciò che credo di non dover dire. la confessione che vi ho fatto non è stata per debolezza,e occorre più coraggio  per confessare questa verità che per intraprendere a nasconderla.



Ecco il mio invio quotidiano.Un abbraccio,Mariel.
Oggi ho avuto meno tempo e meno voglia per lavorare al nostro giocherello ed ho deciso però di tradurre due giudizi opposti sulla PRINCESSE DE CLEVES,che forse non erano leggibili con facilità,visto che il mio scanner non va al massimo.

Quello di Bussy Rabutin,intellettuale dell’epoca,che scrive .(22 marzo 1678)a Mme de Sévigné,che è anche grande amica dell’autrice:

“La confessione di Mme de Clèves a suo marito è stravagante,e non si può dire che in una storia vera;
ma quando se ne fa una a piacere ,è ridicolo dare alla propria eroina un sentimento così straordinario.
L’autore,facendolo,ha pensato di più a non  somigliare  agli altri romanzi  che a seguire il bon senso.
Una donna dice raramente a suo marito che qualcuno è innamorato di lei,ma mai  che lei abbia dell’amore per un altro,diverso da lui.E tanto meno gettandosi alle sue ginocchia,come fa la principessa .Può far credere a suo marito di non aver  mantenuto nessun limite nell’oltraggio che lei ha fatto a lui.”

Quello di Fontenelle,saggista e segretario perpetuo dell’Accademia delle Scinze,pubblicato sotto forma di Lettera di un Geometra di Guyenna sul giornale Le Mercure galant(maggio 1678):


“Eccoci a questo tratto così nuovo e così singolare,che è la confessione  che Mme de Clèves fa a suo marito dell’amore che lei  porta al duca di Nemours.Che si ragioni finché si voglia su questo,io trovo il tratto ammirevole e molto ben preparato. è la più virtuosa donna del mondo che crede di aver ragione di diffidare  di se stessa ,perchè sente il suo cuore prevenuto suo malgrado in favore di un altro diverso da suo marito.
Si accusa come di un crimine di questa sua inclinazione del tutto involontaria e per quanto innocente sia;
cerca aiuto per vincerla. Dubita di avere la forza di venirne a capo se si fidasse solo di sé. E per imporsi ancora una condotta  più  austera di quella che la sua propria personale virtù le imporrebbe,fa a suo marito la confidenza di ciò che sente per un altro. Su questo io non vedo altro che bello ed eroico.”




(continua)

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