Ecco l'India dei mille e mille villaggi
di cui parlava Gandhi-gi[1].
‘ Riconosco il suono del sitār[2] che accompagna i canti del poeta, ma anche lo
sciacquio che fanno le mani della ragazza, seduta indolente sulla sponda del
fiume. Indugia, quasi ad aspettare qualcuno che tarda ad arrivare.
RaviShankar,il più grande virtuoso del
sitar .
Le onde ammiccano con sorrisi d'intesa e
sussurri. Anche le nuvole vagabonde sembrano indugiare sorridenti e complici
laggiù all'orizzonte. Non più la natura in cui l'uomo europeo si rispecchia e
proietta la sua interiorità, ma una natura in cui l'uomo è parte allo stesso
titolo delle altre creature, sullo stesso identico piano.
Perché siedi là
facendo tintinnare i braccialetti[3]
così solo per gioco?
Riempi la tua brocca. È
ora che torni a casa.
Perché muovi l'acqua
con le mani
e ogni tanto guardi
nella via se qualcuno arriva
così solo per gioco?
Riempi la brocca e
vieni a casa.
Le ore del mattino
passano, l'acqua scura scorre.
Le onde ridono e
sussurrano tra loro, così, solo per gioco.
Le nuvole vagabonde si
sono raccolte
all'estremo orizzonte,
sopra la collina
indugiano, ti guardano
in viso, sorridono,
così, solo per gioco
riempi la tua brocca e
vieni a casa.
ma il testo dov'è?
RispondiEliminaSto per postarlo!
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