Ed è
nell'inverno bianco di una terra del Nord che mi porta invece Anna Achmatova
per regalarmi suggestioni incantate fatte di leggerezza fastosa e di distese
abitate dal silenzio che hanno sapore di eterno e di infinito. Dimensioni che
si riflettono, con uno straordinario gioco di specchi sull'amore di Anna.
.
Anna Achmatova
Qui si
sta bene.[1]
Qui si sta bene. Fruscii, scricchiolii,
il freddo ogni giorno più forte.
L'albero si piega sotto la bianca fiamma
delle abbaglianti rose di ghiaccio.
Sulle fastose nevi di parata
una traccia degli sci, come per ricordare
che in certi secoli lontani
qui siamo passati in due.
Una
poesia dove la malinconia si stempera nella dimensione del mito, che consente
di vivere il ricordo dello stare insieme felici, immersi nella soffice coltre
con un senso di conquistata pacificazione.
(Continua)
[1] Anna Achmatova, da "La canna"-1934/40. Trad. di
Raissa Naldi- Nuova Accademia ed. 1962.
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