Il prossimo invio è di un brano dal romanzo di Mme de La Fayette che provocò un grande dibattito fra la gente dei SALONS.Spero
che ti piaccia ;anzi ,perchè tu possa scegliere
aggiungo un altro brano del suo romanzo,e anche due pareri di
intellettuali del tempo in contrasto, a documentazione del dibattito fin troppo vivace.
Del resto già Mlle de Scudéry ci aveva introdotto a questo fervore di un mondo femminile tutto teso all'emancipazione della condizione della donna , così inaccettabilmente sottomessa e consacrata ad attività insulse,che passa inevitabilmente per un cambio radicale di sensibilità dell'universo dei sentimenti.
Del resto già Mlle de Scudéry ci aveva introdotto a questo fervore di un mondo femminile tutto teso all'emancipazione della condizione della donna , così inaccettabilmente sottomessa e consacrata ad attività insulse,che passa inevitabilmente per un cambio radicale di sensibilità dell'universo dei sentimenti.
Seguiranno poi alcune lettere di Mme de
Sévigné
Poi qualche massima di La Rochefoucault
Infine una scena
delle Précieuses,oTartuffe di Molière.
A quel punto i brani
letterari ,includendo anche quelli di Cyrano,oltre ai versi di La Fontaine,mi sembra possano
bastare per il salotto seicentesco.
*******
Il fil rouge potrebbe
essere conformismo><libertà a
proposito di un’etica dei sentimenti
+++++++++++
Per quello settecentesco mi piacerebbe piuttosto
seguire un taglio politico,documentando lo slancio di ricerca per il rinnovamento della struttura del potere.
Il riassunto delle 4
parti della Princesse de Clèves.
La Princesse de Clèves è il capolavoro di M.mede
La Fayette :Pubblicato senza il nome dell’autore ,il libro conobbe fin dalla
sua uscita un vivo successo e suscitò nello stesso tempo una viva disputa
,perché l’autore
metteva in scena figure autentiche della storia recente.
Romanzo breve,in 4 parti ,racconta l’amore
impossibile di una giovane sposa fedele
per un gentiluomo all’epoca di Henri II.
I p. M.lle
de Chartres,presentata alla Corte,seduce tutti per la sua bellezza. Chiesta in
sposa dal principe di Clèves,innamorato di lei,lo sposa. Ma solo la Stima(cfr
.Carte de Tendre)la lega a suo marito,allorché una vera Inclinazione la spinge
verso il seducente duca di Nemours,incontrato in occasione di un ballo.
II p. Ritirata un
tempo a Coulommiers,la principessa torna a Paris,sperando di poter controllare
la passione che poco a poco la invade. Ma non perviene a mascherare al duca i suoi sentimenti ,che
sottrae un ritratto
di lei. Lei soffre anche di gelosia in occasione di una lettera galante del duca
che le arriva sotto gli occhi.
III p. Preferisce infine
allontanarsi dal mondo della Corte:intrigato da questo ritiro che non ha
ragioni apparenti ,.M. de Clèves che l’a raggiunta a Coulommiers,la incalza di
domande. Gli fa allora la confessione della sua passione..Quel che lei non sa
,è che M.de Nemours,non lontano da lì,ha inteso tutto. Allorché
non ha detto il nome di colui che lei ama,suo marito
perviene a identificarlo,poiché Nemours
stesso racconta,(senza fare nomi)quest’intrigo amoroso di cui ci si mette a
parlare a Corte. I tre personaggi sono allora torturati dai sospetti e dalla
gelosia.
IV p. Nemours che ha seguito la principessa a
Coulommiers è denunciato al principe da
una spia. Credendosi tradito ,Clèves muore di angoscia.,non senza aver formulato tragici
addii a sua moglie ,che ama ancora. M.mede Clèves,che Nemours
incalza sempre ,finisce per confessargli la sua passione:ma
rifiuta di
sposarlo,e si ritira in una casa religiosa.
I brani scelti del romanzo
VEDERE SENZ' ESSER VISTO.
(La Principessa di Clèves) se ne andò a Colummiers,e,andandovi,ebbe cura di farci portare grandi quadri che aveva fatto copiare dagli originali commissionati da M.me di Valentinois per la sua bella dimora di Anet.
Tutte le azioni degne di nota che erano avvenute sotto il
regno del re erano in quei quadri.C’era,fra gli altri,l’assedio di Metz e tutti
coloro i quali vi si erano distinti erano rappresentati con forte somiglianza.
M. de Nemours era del numero ,ed era ,forse ,quello che
che aveva spinto il desiderio di M.mede Clèves ad avere quei quadri.
[M.me de Martigues tutta presa, lei
pure,dalla sua passione,soggiorna qualche tempo a Coulommiers dalla sua amica
M.me de Clèves,poi parte per Chambord,residenza della regina.]
M. de Nemours e M. de Clèves erano allora da questa
regina,M.me de Martigues ,che aveva trovato Coulommiers
ammirevole,ne raccontò tutte le beltà ,e si diffuse estremamente sulla
descrizione di quel padiglione nel bosco e sul piacere che M.me de
Clèves provava a passeggiarvi sola una
parte della notte.M. de Nemours ,che conosceva abbastanza il luogo per capire quel che ne diceva M.me de Martigues ,pensò che non
era impossibile que potesse vedervi M.me
de Clèves ,senza esser visto da lei. Pose qualche domanda a M.me de Martigues per chiarirsi
ancora le idee; e M. de Clèves che
l’aveva sempre guardato mentre M.mede
Martigues aveva parlato,credette di vedere in quel momento quel che gli passava
per la mente. le domande che fece quel principe lo confermarono ancor più in
quel pensiero,tanto che non dubitò
affatto che non progettasse d’andare a vedere sua moglie. Non si
sbagliava affatto nei suoi sospetti. Quel disegno entrò così fortemente nella
mente di m de Nemours che dopo aver
passato la notte a pensare ai modi di eseguirlo,dall’indomani mattina prese
congedo dal re per andare a Paris,con qualche pretesto che inventò.
M. de Clèves non dubitò affatto della materia di quel
viaggio;ma si risolvette a far chiarezza sulla condotta di sua moglie e di non restare in una crudele incertezza. Ebbe voglia di
partire nello stesso tempo di M.de
Nemours e di venire lui stesso,nascosto ,a scoprire quale successo avesse quel
viaggio;
ma,temendo che la sua partenza
sembrasse straordinaria e che M. de Nemours ,essendone
avvertito,prendesse altre misure,si risolse a affidarsi a un gentiluomo del suo casato,di cui
conosceva la fedeltà e lo spirito. gli raccontò in quale imbarazzo si trovasse
.Gli disse quale fosse stata fino ad allora la virtù di M.me de
Clèves,gli ordinò di seguire i passi di M. de Nemours,di osservarlo con
precisione ,di vedere se andasse a Coulommiers e se entrasse punto di notte nel giardino.
Il gentiluomo ,che era molto capace per un tale
compito,se ne occupò con tutta la meticolosità immaginabile.
Seguì M. de Nemours fino a un villaggio ,a mezza lega da
Coulommiers. ,dove quel principe si fermò e il gentiluomo indovinò
agevolmente che era per attendervi la
notte. Non credette opportuno di
attendervela anche.;superò il villaggio e andò nel bosco nel posto da dove giudicava che M. de Nemours
avrebbe potuto passare; non si sbagliò per niente in
tutto quel che aveva pensato. Appena fu
venuta la notte,sentì camminare, e,sebbene facesse scuro,,riconobbe agevolmente
M. de Nemours .Lo vide fare il giro del giardino,come per ascoltare se non
c’era nessuno,e per scegliere il luogo dal
quale sarebbe potuto passare più
facilmente. Le palizzate erano molto alte ,e ce n’erano ancora dietro per impedire che si potesse entrare in modo che fosse difficile aprirsi un
passaggio. M. de Nemours ne venne a capo
tuttavia.:appena fu in quel giardino
,non gli fu difficile districarsi su dove fosse M.mede Clèves ,Vide
tante luci nel cabinet ;tutte le
finestre erano aperte;e,lasciandosi scivolare lungo le palizzate si
avvicinò con un turbamento e un’emozione
che è facile immaginarsi. Si sistemò dietro una delle finestre
che servivano di porta per vedere
quel che faceva M.me de
Clèves.Vide che era sola;ma la vide di una si ammirevole beltà che a stento fu
padrone del trasporto che gli dette quella vista. Faceva caldo e e non aveva
nient’altrosulla testa e sulla gola che i
capelli confusamente sciolti. Era su un
letto con un tavolino davanti dove erano posate parecchie ceste piene di
nastri.;ne scelse alcuni,e M. de Nemours si accorse che erano degli stessi
colori che egli aveva portato al torneo.. Vide che li annodava a una canna
d’India ,molto straordinaria,che egli aveva portato per qualche tempo ,e che
aveva dato a sua sorella alla quale M.mede Clèves l’aveva presa senza fare finta di non riconoscerla per
essere stata di M. de Nemours. Dopo cheebbe terminato l’opera con una
grazia e una dolcezza che diffondevano sul suo volto i sentimenti che aveva nel cuore ,prese una fiaccola e se
ne andò vicino a un gran tavolo,proprio di fronte al quadro dell’assedio di
Metz,dove era il ritratto di M. de Nemours;si sedette e si mise a guardare quel
ritratto con una attenzione e con un’aria così trasognata che la passione sola può dare.
non si può esprimere quel che
sentì M.de Nemours in quel momento. Vedere,nel mezzo della notte ,nel luogo più
bello del mondo.,una persona ch egli adorava. ;vederla senza che lei sapesse
che egli la vedeva e vederla tutta occupata
di cose che avevano rapporto con lui
e con la passione che lei gli nascondeva ,è quel che non è mai stato
provato né immaginato da nessun’altro amante.
Segue il brano della confessione di cui ho accennato nei
riassunti e che è la chiave di volta o paradossale del romanzo, il più
famoso,il più citato,ma se ti sembra troppo
melenso e assurdo rinunciamo.se invece ti sembra utile faccio la traduzione.
LA CONFESSIONE.
-...ma vi supplico di lasciarmi qui. Se voi poteste restare ,io ne avrei molta gioia
,purché voi ci restaste
solo,e che voi voleste bene non averci per niente questo numero
infinito di persone che non vi lasciano
quasi mai.
_ Ah!Madame! gridò M. de Clèves,la vostra aria e le vostre
parole mi fanno vedere che voi avete delle ragioni per uspicare di
essere sola,che io non so affatto,ed io vi scongiuro di dirmele.”
La incalzò a lungo
perché di fargliele conoscere
senza potervela obbligare e dopo che si fu
difesa in un modo che aumentava sempre la curiosità del marito,restò in un
profondo silenzio ,gli occhi bassi;poi,tutto ad un tratto,prendendo la parola e
guardandolo:
_ Non costringetemi affatto,gli disse,a confessarvi una
cosa che non ho la forza di confessarvi ,sebbene ne abbia avuto
parecchie volte il progetto. Pensate soltanto che la prudenza
non vuole che una donna della mia età,e padrona della sua condotta,resta
esposta ll’ambiente della corte .
_ che mi fate pensare,Signora,gridò M. de Clèves.Non
oserei dirvelo per paura di offendervi.
M.me de Clèves non rispose per niente:e il suo silenzio
finendo di confermare il marito in quel
che aveva pensato.
_ Voi non mi dite niente,riprese,come a dirmi che non mi
sbaglio.
_ Ebbene,signore,gli rispose gettandosi alle sue
ginocchia,vi farò una confessione che mai è stata fatta a un
marito;ma
l’innocenza della mia condotta e delle mie intensioni me ne dà la forza. E’
vero che ho delle ragioni di allontanarmi dalla corte e che io voglio evitare i pericoli in cui si
trovano talvolta le persone della mia età. Non ho mai dato alcun segno di
debolezza e no avrei paura di lasciarne trasparire se voi mi
lasciaste la libertà di ritirarmi
dalla corte o se avessi ancora M.me
de Chartres per aiutarmi a
comportarmi.
Per quanto pericoloso fosse il partito che prendo , lo
prendo con gioia per conservarmi degna
d’esser vostra. Vi chiedo mille volte perdono se ho sentimenti che vi
dispiacciono, almeno non vi affliggerò mai con le mie azioni. Pensate che per
fare quel ch’io faccio,occorre avere più amicizia e più stima per un marito di
quanto se ne abbia mai avuta; guidatemi, abbiate pietà di me,e amatemi
ancora,se potete .
M. de Clèves era restato,durante tutto quel discorso,la
testa appoggiata sulle mani,fuori di sé,e non aveva pensato a far rialzare sua
moglie. Quando lei ebbe cessato di parlare,e gettò gli occhi su di lei,la vide
alle
sue ginocchia il
volto coperto di lacrime e di una bellezza
cosìammirabile ,pensò di morire di dolore ,e abbracciandola e
sollevandola:
-abbiate pietà di me voi stessa,Signora,le disse, ne sono degno,e perdonate se,nei primi
momenti d’un’afflizione così violenta come è la mia,io non rispondo,come devo,a
un procedimento come il vostro.
Voi mi sembrate più degna di stima e d’ammirazione che
tutto quel che c’è mai stato di donne al mondo;ma anche io mi trovo il più
infelice uomo che sia mai esistito. Voi mi avete dato passione dal primo momento
che vi ho vista,i vostri rigori e il
vostro possesso non hanno potuto spegnerla: dura ancora ;non
ho potuto darvi amore,e vedo che voi temete di averne per
un altro. e chi è ,signora,quest’uomo fortunato
che vi dà questo timore? da quando vi piace? Che ha mai
fatto per piacervi? Che cammino ha trovato per andare fino al vostro cuore? Mi
ero consolato in qualche modo per non
averlo toccato col pensiero che era
incapace di esserlo. Tuttavia un altro fa quel ch’io non ho potuto fare. Ho
tutt’insieme la gelosia di un marito e quella d’un amante;ma è impossibile
avere quella d’un marito dopo un procedimento come il vostro. E’ troppo nobile
per non darmi una sicurezza totale;mi consola anche come vostro amante. la
fiducia e la sincerità che voi avete per me hanno un prezzo infinito:mi stimate
abbastanza per credere che non abuserò di
questa confessione: Avete ragione,signora,non ne abuserò e non vi amerò
meno per questo. Mi rendete infelice per
il più grande segno di fedeltà che mai una donna abbia dato a suo marito.
ma,signora concludete e ditemi chi è colui che volete
evitare.
-Vi supplico di non chiedermelo affatto,rispose,sono
risoluta a non dirvelo e credo che la prudenza non voglia che ve lo nomini.
_ Non temete,signora,riprese M. de Clèves,conosco troppo
il mondo per ignorare che la considerazione
d’un marito non impedisce che non si sia innamorato della
propria moglie. Si devono odiare quelli
che lo sono e non lamentarsene;e ancora una volta ,signora,io vi scongiuro di
dirmi quel che ho voglia di sapere.
- Voi mi incalzereste inutilmente,replicò; ho forza per
tacere ciò che credo di non dover dire. la confessione che vi ho fatto non è
stata per debolezza,e occorre più coraggio per confessare questa verità che per
intraprendere a nasconderla.
Ecco il mio invio quotidiano.Un abbraccio,Mariel.
Oggi ho avuto meno tempo e meno voglia per lavorare al
nostro giocherello ed ho deciso però di tradurre due giudizi opposti sulla
PRINCESSE DE CLEVES,che forse non erano leggibili con facilità,visto che il mio
scanner non va al massimo.
Quello di Bussy Rabutin,intellettuale dell’epoca,che scrive
.(22 marzo 1678)a Mme de Sévigné,che è anche grande amica dell’autrice:
“La confessione di Mme de Clèves a suo marito è
stravagante,e non si può dire che in una storia vera;
ma quando se ne fa una a piacere ,è ridicolo dare alla
propria eroina un sentimento così straordinario.
L’autore,facendolo,ha pensato di più a non
somigliare agli altri romanzi che a seguire il bon senso.
Una donna dice raramente a suo marito che qualcuno è
innamorato di lei,ma mai che lei abbia dell’amore per un altro,diverso da
lui.E tanto meno gettandosi alle sue ginocchia,come fa la principessa .Può far
credere a suo marito di non aver mantenuto nessun limite nell’oltraggio
che lei ha fatto a lui.”
Quello di Fontenelle,saggista e segretario perpetuo
dell’Accademia delle Scinze,pubblicato sotto forma di Lettera di un Geometra di Guyenna sul giornale Le Mercure galant(maggio 1678):
“Eccoci a questo tratto così nuovo e così
singolare,che è la confessione che Mme de Clèves fa a suo marito
dell’amore che lei porta al duca di Nemours.Che si ragioni finché si
voglia su questo,io trovo il tratto ammirevole e molto ben preparato. è la più
virtuosa donna del mondo che crede di aver ragione di diffidare di se
stessa ,perchè sente il suo cuore prevenuto suo malgrado in favore di un altro
diverso da suo marito.
Si accusa come di un crimine di questa sua
inclinazione del tutto involontaria e per quanto innocente sia;
cerca aiuto per vincerla. Dubita di avere la forza di
venirne a capo se si fidasse solo di sé. E per imporsi ancora una
condotta più austera di quella che la sua propria personale virtù
le imporrebbe,fa a suo marito la confidenza di ciò che sente per un altro. Su
questo io non vedo altro che bello ed eroico.”
(continua)
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