Viaggio sull’onda
dell’immaginazione.
‘... Inchiodata come sono a questa poltrona per il
mio piede infortunato e confinata nel ruolo di terzo incomodo in questa casa in
cui mi sono ostinatamente andata a cacciare...se non voglio impazzire ...mi
devo inventare qualcosa per distrarmi! Sì, potrei provare a partire … sulle ali
della fantasia, come facevo da bambina. In fondo, è una buona occasione per rivisitare i
paesaggi che più mi sono cari,
rileggendo i testi dei miei poeti preferiti che porto sempre con me, ma che di
solito non ho il tempo di riassaporare.
Potrei
cominciare da... Prévert[1].
La sua " A casa mia", forse,
potrebbe aiutarmi ad attenuare il disagio che provo in questa casa
anonima, dove anche la libreria mi è abbastanza estranea. Ho proprio bisogno di
un po' di luce e di colori del sud, almeno per evocazione, dopo aver visto il
giardino qui sotto la finestra ... Solo qualche ramo risecchito che spunta da
sotto il manto di neve, come scheletriche braccia che si levano al cielo per
chiedere pietà per la loro penosa condizione. Uno spettacolo di desolazione che
mi stringe il cuore...’
E
così Gaby lascia trascorrere il giorno rileggendo le sue amate poesie, udendo
echi di suoni lontani e immaginando i colori più vari sullo schermo lattiginoso
del suo portatile:
A casa mia [2]
Nella
mia casa lei verrà
d'altronde non è la mia casa
non so
di chi è
sono
entrato così un giorno
non
c'era nessuno
solo
peperoncini rossi attaccati al muro bianco
son
restato a lungo in questa casa
nessuno
è venuto
ma
tutti i giorni e tutti i giorni
io l'ho
attesa.
Non
facevo niente
cioè
niente di serio
talvolta la mattina
lanciavo gridi di animali
urlavo
come un asino
con
tutte le forze
e
questo mi faceva piacere
e poi
giocavo coi piedi.
Sono
molto intelligenti i piedi
Vi
portano lontano
e poi
quando non volete uscire
restano
lì, vi tengono compagnia
e
quando c'è la musica ballano
non si
può ballare senza di loro.
Bisogna
essere stupidi come l'uomo lo è così spesso
per
dire cose tanto stupide
come
stupido come i piedi gaio come un fringuello
il
fringuello non è gaio
è
soltanto gaio quando è gaio
e
triste quando è triste o né gaio né triste
forse
che si sa cos'è un fringuello
d'altra
parte non si chiama realmente così
è
l'uomo che ha chiamato quest'uccello così
fringuello fringuello fringuello fringuello
Come
son curiosi i nomi
Martino
Ugo Vittorio il nome
Bonaparte Napoleone il nome
perché
così e non così
un
gregge di bonaparte passa nel deserto
l'imperatore si chiama Dromedario
ha un
cavallo cassa e cassetti da corsa
lontano
galoppa un uomo che non ha che tre nomi
si
chiama Tim Tam Tom e non ha un gran nome
un po'
più in là ancora c'è uno qualunque
molto
più in là ancora c'è uno qualunque
molto
più lontano ancora c'è una cosa qualunque
e poi
che può fare tutto questo
Nella
mia casa tu verrai
e
quando sarai entrata nella mia casa
ti
leverai tutti i vestiti
e
resterai immobile nuda in piedi con la tua bocca rossa
come i
peperoncini rossi appesi al muro bianco
e poi
tu ti sdraierai ed io mi sdraierò accanto a te
ecco Jacques Prévert
‘
L'attesa della donna amata ha come sfondo questa casa enigmatica, senza padrone
… Ma come non riconoscere i segni del Sud mediterraneo con i suoi muri
calcinati e abbaglianti su cui spicca la macchia rossa della treccia di
peperoncini messi a seccare al sole? Una spezia che accende la fantasia nell'attesa.
Del resto che può fare un innamorato che aspetta la sua lei, ma non sa quando
possa arrivare? Non riesce a concentrarsi su niente, si trastulla, anche coi
piedi, e poi comincia a cavillare tra sé fino a che la fantasticheria diventa
un godibilissimo nonsenso che lo aiuta a rinfrancarsi, a scacciare quell'ansia
che si insinua inquietante e, agli ultimi versi, dove torna ad augurarsi il suo
arrivo, la sente più vicina. Ora può darle del tu, rivolgersi direttamente a
lei e riuscire a materializzare la visione del suo corpo nudo e trionfante,
all'interno della casa misteriosa e accogliente, con la bocca generosamente
rossa proprio come la treccia di peperoncini appesa al sole.
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