ecco un nuovo blocco.Non ce l'ho fatta,però a concludere .Domani o,al massimo,a Santo Stefano
ti mando l'ultimo pacchetto,che è quello che forse ti piacerà di più :quello cioè dei drammaturghi e
dei romanzieri.
a prestissimo e scusami.
Mariel
***
5.Si cominciano a individuare le limpide geometrie della struttura del
nuovo stato. Tutto sembra convergere verso una sintesi rigorosa e molto
funzionale al cambiamento.
Montesquieu
A.
L’esprit des lois,livre XI,ch.VI
La separazione dei poteri.
Ci sono,in ogni Stato,tre
specie di poteri:il potere legislativo,il potere esecutivo delle cose che
dipendono dal diritto delle genti,e il potere esecutivo di quelle che dipendono
dal diritto civile.
Col primo,il principe o il magistrato fa leggi per un
tempo o per sempre ,e corregge o abroga quelle esistenti. Con il secondo fa la
pace o la guerra,invia e riceve ambasciate,stabilisce la sicurezza,previene le
invasioni. Con il terzo,punisce i crimini,o giudica le dispute dei privati. Si
chiamerà quest’ultimo il potere di giudicare;e l’altro,semplicemente il potere
esecutivo dello Stato.
La libertà politica in un
cittadino è quella tranquillità di spirito che proviene dall’opinione
che ciascuno ha della sua sicurezza;e perché si abbia quella libertà,bisogna
che il governo sia tale che un cittadino non possa temere un altro cittadino.
Quando,nella stessa persona o nello stesso corpo di
magistratura,il potere legislativo è riunito col potere esecutivo,non c’è punta libertà,perché si può temere che lo
stesso monarca o lo stesso senato faccia leggi tiranniche per eseguirle
tirannicamente.
Non
esiste nemmeno alcuna libertà se il potere di giudicare non è separato dal potere legislativo ed
esecutivo. Se è unito al potere legislativo,il potere sulla vita e la libertà
dei cittadini sarebbe arbitrario:
perché
il giudice sarebbe il legislatore. Se fosse congiunta con il
potere esecutivo,il giudice potrebbe avere la forza d’un oppressore.
Tutto
sarebbe perduto se lo stesso uomo,o lo stesso corpo dei oligarchi o dei nobili
o del popolo,esercitasse questi tre poteri,quello di fare le leggi,quello di
eseguire le risoluzioni pubbliche e
quello di giudicare i crimini o le dispute dei privati.
Nella
maggior parte dei regni d’Europa,il governo è moderato,perché il principe,che
detiene i due primi poteri,lascia ai suoi sudditi l’esercizio del terzo. Presso
i Turchi,dove i tre poteri sono riuniti sulla testa del sultano, regna un
terribile despotismo.
Nelle
repubbliche d’Italia,dove questi tre poteri sono riuniti,esiste meno libertà
che nelle nostre monarchie.
Perciò
il governo ha bisogno per mantenersi di mezzi altrettanto violenti del governo
dei Turchi, biglietto la sua accusa.
Guardate
quale può essere la situazione di un
cittadino in quelle repubbliche. Lo stesso corpo di legislatura
ha
come esecutore delle leggi,tutto il potere che si è dato come legislatore. Può
danneggiare lo Stato con le sue volontà
generali e siccome ha anche il potere di giudicare,può distruggere ogni
cittadino con le sue volontà particolari. Ogni potere forma un’unità e sebbene
non ci sia nessuna pompa esteriore che
permetta di scoprire un principe
dispotico,lo si percepisce ad ogni istante.
Perciò
i principi che hanno voluto rendersi dispotici hanno sempre cominciato per riunire nella loro persona
tutte
le magistrature;e parecchi re d’Europa,tutte le grandi cariche del loro Stato.
Sono
convinto che la pura aristocrazia ereditaria delle repubbliche d’Italia non
corrisponda precisamente
al
despotismo dell’Asia.La moltitudine dei magistrati addolcisce talvolta la
magistratura;tutti i nobili non
concorrono
sempre agli stessi disegni;Vi si formano diversi tribunali che si temperano.
Voltaire
B.
Lettres
anglaises
Lettre X ( sur le commerce )
Il
commercio che ha arricchito i cittadini in Inghilterra ha contribuito a
renderli liberi,e questa libertà ha ,a sua volta, esteso il commercio;da lì si
è formata la grandezza dello stato. E’ il commercio che ha stabilito poco
a poco le forze navali per cui Gli
Inglesi sono i padroni dei mari. Attualmente hanno circa duecento navi da guerra. I posteri
apprenderanno forse con sorpresa che una piccola isola,che non ha di per sé che
un po’ di piombo,di stagno,di argilla sgrassatrice e di lana grezza,è diventata
per il suo Commercio abbastanza potente da inviare nel 1723,tre flotte contemporaneamente in tre estremità
del mondo, l ’una davanti a Gibilterra,conquistata e conservata con le
armi,l’altra a Portobello(porto dell’America centrale)per togliere al re di
Spagna di godere dei tesori delle indie,e la terza nel mar Baltico,per impedire
alle Potenze del Nord di battersi.
Quando
Louis XIV faceva tremare l’Italia ,e il suo esercito,già padrone della Savoia e
del Piemonte,era vicino a impadronirsi di Torino,servì che il principe
Eugenio(generale francese passato al nemico perché
Luigi
XIV non voleva servirsene)marciasse dal fondo della Germania in aiuto del Duca di Savoia;non aveva per
niente denaro,senza il quale non si prendono né si difendono le città;fece
ricorso ai mercanti Inglesi;in una mezz’ora si tempo,gli prestarono cinquanta
milioni .Con ciò liberò Torino,batté i Francesi,e scrisse a quelli che avevano
prestato quella somma ho ricevuto il vostro denaro bigliettino:”Signori,ho ricevuto il vostro
danaro e mi pregio di averlo usato a vostra soddisfazione”.
Tutto
questo conferisce un giusto orgoglio a un mercante inglese e fa sì che egli osi
paragonarsi,non senza una qualche ragione, a un Cittadino romano . Così un
cadetto di un Pari del Regno non disdegna
di negoziare :Milord Townshend,Ministro di Stato,ha un fratello che si
contenta d’essere mercante nella City.
Nel
tempo in cui Milord Oxford governava l’Inghilterra,il suo Cadetto era Dirigente
di una agenzia commerciale a Aleppo(Siria del Nord)da dove non volle tornare e
dove è morto.
Questo
costume,che tuttavia comincia a passare,sembra mostruoso ai
Tedeschi,incaponiti nei loro quarti di nobiltà ;non saprebbero
proprio concepire che il figlio di un Pari
d’Inghilterra non sia che un ricco e potente Borghese,visto che in Germania
tutto è Principe;si son viste fino a trenta Altezze con lo stesso nome,che non
possedevano come beni che insegne e orgoglio.
In
Francia è Marchese chi lo vuole.; e chiunque arrivi a Parigi dal fondo di una
Provincia con denaro da spendere e un nome in
-ac o in – ille può dire:”un uomo come me ,un uomo della mia qualità” e disprezzare
sovranamente un Negoziante ;il negoziante sente lui stesso parlare con
disprezzo della sua professione da
essere così sciocco d arrossirne ..Non so pertanto quale è più utile a uno Stato:un signore ben incipriato che sa con precisione a che ora il Re si alza ,a che
ora va a dormire ,e che si dà arie di Grandezza,recitando il ruolo di uno schiavo
nell’anticamera di un Ministro, o un negoziante che arricchisce il suo paese,dà
ordini dal suo ufficio a Surate(città dell’India) o al Cairo e contribuisce
alla fortuna del mondo.
Rousseau
C.
Du
contrat social,I,6
“Trovare una forma d’associazione che
difenda e protegga con tutta la forza comune la persona e i beni di ogni
associato,e con la quale ciascuno,unendosi a tutti non ubbidisca tuttavia che a
se stesso e resti altrettanto libero di prima.” Tale è il problema
fondamentale di cui il contratto sociale
dà la soluzione.
Le
clausole di questo contratto sono talmente determinate dalla natura dell’atto
che la minima modifica le renderebbe vane e di nessun effetto;di modo che
,benché non siano mai state forse formalmente enunciate,esse sono dappertutto
le stesse,dovunque tacitamente ammesse e riconosciute;fino a che ,il patto
sociale essendo violato,ognuno rientri allora nei suoi primi diritti e riprenda la sua libertà naturale,perdendo
la libertà convenzionale per la quale vi aveva rinunciato.
Queste
clausole ben intese si riducono tutte a una tutta sola,cioè l’alienazione totale di ogni
associato con tutti i suoi diritti a tutta la comunità :perché per prima cosa
,ognuno dandosi tutto intero,la condizione è uguale per tutti,e la condizione
essendo uguale per tutti,nessuno ha interesse a renderla onerosa agli altri.
Ancor
più,l’alienazione essendo fatta senza riserve,l’unione è tanto perfetta quanto
lo può essere e nessun associato ha più nulla da reclamare:poiché se restasse
qualche diritto ai privati,siccome non ci sarebbe nessun superiore comune che
potesse pronunciarsi fra loro e il pubblico,ciascuno essendo in qualche punto
Il
suo proprio giudice pretenderebbe ben
presto d’esserlo in tutti,lo stato di natura sussisterebbe e l’associazione
diverrebbe necessariamente tirannica o vana.
Infine
ciascuno dandosi a tutti non si dà a nessuno e come non c’è un associato sul
quale si acquisisca lo stesso diritto che gli si cede su di sé ,si guadagna
l’equivalente di tutto ciò che si perde,e più forza per conservare ciò che si
ha.
Se
dunque si scarta dal patto sociale ciò che non fa parte della sua essenza,si
troverà che si riduce ai termini
seguenti:”Ciascuno di noi mette in comune
la sua persona e tutto il suo potere sotto la suprema direzione
della volontà generale;e noi riceviamo
in corpo ogni membro come parte indivisibile del tutto.”
Rousseau
D.
Emile,II
La
prima educazione deve dunque essere puramente negativa. Consiste,non tanto nell’insegnare la virtù né la verità,ma nel
garantire il cuore del vizio e lo spirito dell’errore. Se poteste non fare
nulla e non lasciar fare nulla
;se poteste condurre il vostro allievo sano e robusto all’età di dodici
anni,senza che sapesse distinguere la
sua mano destra dalla sinistra,fin dalle vostre prime lezioni gli occhi della
sua intelligenza
Si
aprirebbero alla ragione; senza pregiudizi,senza abitudini,non ci sarebbe nulla
in lui che , contrariare l’effetto delle vostre attenzioni:ben presto
diventerebbe nelle vostre mani il più oculato degli uomini,e cominciando col
non fare niente ,avreste fatto un
miracolo educativo.
Prendete
bene il contrario dell’abituale e farete quasi sempre bene. Come non si vuol fare di un fanciullo un fanciullo,ma
un dottore,i padri e i maestri non hanno mai abbastanza presto
redarguito,corretto,rimproverato adulato,minacciato,promesso,istruito,parlato
razionalmente .Fate meglio,siate ragionevole e non ragionate affatto col vostro
allievo,soprattutto per fargli approvare ciò che non gli piace.;perché condurre
sempre così la ragione nelle cose sgradevoli,non serve che a renderla noiosa,e
screditarla di buon ora in uno spirito che non è ancora in condizione di intenderla.
Esercitate il suo corpo,i suoi organi,i suoi sensi,le sue forse,ma tenete la
sua anima oziosa tanto a lungo quanto più si potrà. Abbiate timore di tutti i sentimenti anteriori al giudizio che
li apprezza. Ritenete,fermate le
impressioni estranee e per impedire al male di nascere ,non affrettatevi a fare
il bene;perché non è mai tale che quando la ragione lo illumina. Guardate tutti i rinvii come
vantaggi:è guadagnare molto,avanzare verso il termine senza niente perdere;lasciate
maturare l’infanzia negli infanti. Infine ,qualche lezione diventa loro
necessaria?Guardatevi dal darla oggi,se potete differirla fino a domani senza
pericolo.
E.
Emile,V,XXVIII
[…] ciò ,che Sophie sa meglio e che gli si è fatto apprendere con la
massima cura,sono i lavori del suo sesso,
anche
coloro di cui non ci si accorge,come tagliare e cucire i suoi vestiti. Non esistono lavori con l’ago
che non sappia fare ,e che non faccia con piacere,ma il lavoro che preferisce a
ogni altro è il ricamo. Perché non ce
n’è uno che dia un atteggiamento più gradevole,in cui le dita si esercitano con
maggiore grazia e leggerezza.
Si
è anche applicata a tutti i dettagli del menage E’ al corrente della
cucina,conosce i prezzi delle derrate,ne conosce le qualità,sa tenere i conti
molto bene,aiuta sua madre. Fatta per essere un giorno madre di famiglia lei
stessa,governando la casa paterna, impara a governare la sua:può supplire alle
funzioni dei domestici e lo fa sempre
volentieri. Il suo unico scopo è di servire sua madre e di alleviarla di una
parte dei suoi impegni.
E’
tuttavia vero che non li svolge tutti con uguale piacere Per esempio,sebbene
sia golosa ,non ama la cucina;
il
dettaglio ha qualcosa che la disgusta:non ci trova mai abbastanza pulizia In
questo è di una delicatezza estrema e questa delicatezza spinta all’eccesso è
diventata uno dei suoi difetti. Per la stessa ragione non ne ha mai voluto
sapere della cura del giardino :la terra le sembra sporca.[…]
Sophie
ha lo spirito gradevole senza essere brillante,solido,senza essere profondo;[…]Ha
sempre quello che piace alla gente che
le parla,sebbene non sia molto eloquente,secondo l’idea che abbiamo della
cultura dello spirito delle donne.[..]
Sophie
ha una gaiezza naturale .Era anche bizzarra da bambina. Ma poco a poco si è
presa cura di reprimere le sue arie svaporate […] E’ dunque diventata modesta e
riservata anche prima del tempo in cui si deve esserlo.
E
ora che quel tempo è venuto le è più agevole conservare il tono che ha ormai
acquisito e che non lo sarebbe prenderlo senza indicare la ragione del
cambiamento. E’ piacevole vederla
talvolta lasciarsi andare per un residuo di abitudine alle vivacità
dell’infanzia ,poi d’un colpo rientrare in se stessa tacere,abbassare gli occhi
e arrossire.[…]
Non
solo conserva il silenzio e il rispetto
con le donne,ma anche con gli uomini sposati,o molto più anziani di lei..non
accetterà mai un posto al disopra di loro che per obbedienza,e riprenderà la
sua al di sotto appena lo potrà:poiché sa bene che i diritti dell’età vanno
prima di quelli del sesso,come a avere per loro il pregiudizio della
saggezza,che deve essere onorata prima di tutto[…]
Nessun commento:
Posta un commento