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martedì 24 dicembre 2013

Diario di bordo.(86)

Cara Marion,
ecco un nuovo blocco.Non ce l'ho fatta,però a concludere .Domani o,al massimo,a Santo Stefano
ti mando l'ultimo pacchetto,che è quello che forse ti piacerà di più :quello cioè dei drammaturghi e
dei romanzieri.
a prestissimo e scusami.
Mariel




                                                                             ***

5.Si cominciano a individuare le limpide geometrie della struttura del nuovo stato. Tutto sembra convergere verso una sintesi rigorosa e molto funzionale al cambiamento.

Montesquieu
A.
L’esprit des lois,livre XI,ch.VI

La separazione dei poteri.

Ci sono,in ogni Stato,tre specie di poteri:il potere legislativo,il potere esecutivo delle cose che dipendono dal diritto delle genti,e il potere esecutivo di quelle che dipendono dal diritto civile.
Col primo,il principe o il magistrato fa leggi per un tempo o per sempre ,e corregge o abroga quelle esistenti. Con il secondo fa la pace o la guerra,invia e riceve ambasciate,stabilisce la sicurezza,previene le invasioni. Con il terzo,punisce i crimini,o giudica le dispute dei privati. Si chiamerà quest’ultimo il potere di giudicare;e l’altro,semplicemente il potere esecutivo dello Stato.
La libertà politica in un  cittadino è quella tranquillità di spirito che proviene dall’opinione che ciascuno ha della sua sicurezza;e perché si abbia quella libertà,bisogna che il governo sia tale che un cittadino non possa temere un altro cittadino.
Quando,nella stessa persona o nello stesso corpo di magistratura,il potere legislativo è riunito col potere esecutivo,non c’è  punta libertà,perché si può temere che lo stesso monarca o lo stesso senato faccia leggi tiranniche per eseguirle tirannicamente.
Non esiste nemmeno alcuna libertà se il potere di giudicare  non è separato dal potere legislativo ed esecutivo. Se è unito al potere legislativo,il potere sulla vita e la libertà dei cittadini sarebbe arbitrario:
perché il giudice sarebbe il legislatore. Se fosse congiunta con  il  potere esecutivo,il giudice potrebbe avere la forza d’un oppressore.
Tutto sarebbe perduto se lo stesso uomo,o lo stesso corpo dei oligarchi o dei nobili o del popolo,esercitasse questi tre poteri,quello di fare le leggi,quello di eseguire le risoluzioni pubbliche  e quello di giudicare i crimini o le dispute dei privati.
Nella maggior parte dei regni d’Europa,il governo è moderato,perché il principe,che detiene i due primi poteri,lascia ai suoi sudditi l’esercizio del terzo. Presso i Turchi,dove i tre poteri sono riuniti sulla testa del sultano, regna un terribile despotismo.
Nelle repubbliche d’Italia,dove questi tre poteri sono riuniti,esiste meno libertà che nelle nostre  monarchie.
Perciò il governo ha bisogno per mantenersi di mezzi altrettanto violenti del governo dei Turchi,  biglietto la sua accusa.
Guardate quale può essere la situazione  di un cittadino in quelle repubbliche. Lo stesso corpo di legislatura
ha come esecutore delle leggi,tutto il potere che si è dato come legislatore. Può danneggiare lo Stato  con le sue volontà generali e siccome ha anche il potere di giudicare,può distruggere ogni cittadino con le sue volontà particolari. Ogni potere forma un’unità e sebbene non  ci sia nessuna pompa esteriore che permetta di scoprire  un principe dispotico,lo si percepisce ad ogni istante.
Perciò i principi che hanno voluto rendersi dispotici hanno sempre cominciato per  riunire nella loro persona
tutte le magistrature;e parecchi re d’Europa,tutte le grandi cariche  del loro Stato.
Sono convinto che la pura aristocrazia ereditaria delle repubbliche d’Italia non corrisponda precisamente
al despotismo dell’Asia.La moltitudine dei magistrati addolcisce talvolta la magistratura;tutti i nobili non
concorrono sempre agli stessi disegni;Vi si formano diversi tribunali che si temperano.

Voltaire
B.
Lettres anglaises

Lettre  X ( sur le commerce )                                      


Il commercio che ha arricchito i cittadini in Inghilterra ha contribuito a renderli liberi,e questa libertà ha ,a sua volta, esteso il commercio;da lì si è formata la grandezza dello stato. E’ il commercio che ha stabilito poco a  poco le forze navali per cui Gli Inglesi sono i padroni dei mari. Attualmente hanno  circa duecento navi da guerra. I posteri apprenderanno forse con sorpresa che una piccola isola,che non ha di per sé che un po’ di piombo,di stagno,di argilla sgrassatrice e di lana grezza,è diventata per il suo Commercio abbastanza potente da inviare nel 1723,tre  flotte contemporaneamente in tre estremità del mondo, l ’una davanti a Gibilterra,conquistata e conservata con le armi,l’altra a Portobello(porto dell’America centrale)per togliere al re di Spagna di godere dei tesori delle indie,e la terza nel mar Baltico,per impedire alle Potenze del Nord di battersi.
Quando Louis XIV faceva tremare l’Italia ,e il suo esercito,già padrone della Savoia e del Piemonte,era vicino a impadronirsi di Torino,servì che il principe Eugenio(generale francese passato al nemico perché
Luigi XIV non voleva servirsene)marciasse dal fondo della Germania  in aiuto del Duca di Savoia;non aveva per niente denaro,senza il quale non si prendono né si difendono le città;fece ricorso ai mercanti Inglesi;in una mezz’ora si tempo,gli prestarono cinquanta milioni .Con ciò liberò Torino,batté i Francesi,e scrisse a quelli che avevano prestato quella somma ho ricevuto il vostro denaro  bigliettino:”Signori,ho ricevuto il vostro danaro e mi pregio di averlo usato a vostra soddisfazione”.
Tutto questo conferisce un giusto orgoglio a un mercante inglese e fa sì che egli osi paragonarsi,non senza una qualche ragione, a un Cittadino romano . Così un cadetto di un Pari del Regno non disdegna  di negoziare :Milord Townshend,Ministro di Stato,ha un fratello che si contenta d’essere mercante nella City. 
Nel tempo in cui Milord Oxford governava l’Inghilterra,il suo Cadetto era Dirigente di una agenzia commerciale a Aleppo(Siria del Nord)da dove non volle tornare e dove è morto.
Questo costume,che tuttavia comincia a passare,sembra mostruoso ai Tedeschi,incaponiti  nei loro quarti di nobiltà ;non saprebbero proprio concepire che il figlio di  un Pari d’Inghilterra non sia che un ricco e potente Borghese,visto che in Germania tutto è Principe;si son viste fino a trenta Altezze con lo stesso nome,che non
possedevano  come beni che insegne e orgoglio.
In Francia è Marchese chi lo vuole.; e chiunque arrivi a Parigi dal fondo di una Provincia con denaro da spendere e un nome in  -ac o in – ille può dire:”un uomo come me ,un uomo della mia qualità” e disprezzare sovranamente un Negoziante ;il negoziante sente lui stesso parlare con disprezzo della sua professione  da essere così sciocco d arrossirne ..Non so pertanto quale è più utile a uno  Stato:un signore ben incipriato che sa  con precisione a che ora il Re si alza ,a che ora va a dormire ,e che si dà arie di Grandezza,recitando il ruolo di uno schiavo nell’anticamera di un Ministro, o un negoziante che arricchisce il suo paese,dà ordini dal suo ufficio a Surate(città dell’India) o al Cairo e contribuisce alla fortuna del mondo.


Rousseau
C.
Du contrat social,I,6                                                        


“Trovare una forma d’associazione che difenda e protegga con tutta la forza comune la persona e i beni di ogni associato,e con la quale ciascuno,unendosi a tutti non ubbidisca tuttavia che a se stesso e resti altrettanto libero di prima.” Tale è il problema fondamentale  di cui il contratto sociale dà la soluzione.
Le clausole di questo contratto sono talmente determinate dalla natura dell’atto che la minima modifica le renderebbe vane e di nessun effetto;di modo che ,benché non siano mai state forse formalmente enunciate,esse sono dappertutto le stesse,dovunque tacitamente ammesse e riconosciute;fino a che ,il patto sociale essendo violato,ognuno rientri allora nei suoi primi diritti  e riprenda la sua libertà naturale,perdendo la libertà convenzionale per la quale vi aveva rinunciato.
Queste clausole ben intese si riducono tutte a una tutta  sola,cioè l’alienazione totale di ogni associato con tutti i suoi diritti a tutta la comunità :perché per prima cosa ,ognuno dandosi tutto intero,la condizione è uguale per tutti,e la condizione essendo uguale per tutti,nessuno ha interesse a renderla onerosa agli altri.
Ancor più,l’alienazione essendo fatta senza riserve,l’unione è tanto perfetta quanto lo può essere e nessun associato ha più nulla da reclamare:poiché se restasse qualche diritto ai privati,siccome non ci sarebbe nessun superiore comune che potesse pronunciarsi fra loro e il pubblico,ciascuno essendo in qualche punto
Il suo proprio giudice pretenderebbe  ben presto d’esserlo in tutti,lo stato di natura sussisterebbe e l’associazione diverrebbe necessariamente tirannica o vana.
Infine ciascuno dandosi a tutti non si dà a nessuno e come non c’è un associato sul quale si acquisisca lo stesso diritto che gli si cede su di sé ,si guadagna l’equivalente di tutto ciò che si perde,e più forza per conservare ciò che si ha.
Se dunque si scarta dal patto sociale ciò che non fa parte della sua essenza,si troverà che si  riduce ai termini seguenti:”Ciascuno di noi mette in comune la sua persona e tutto il suo potere sotto la suprema direzione
della volontà generale;e noi riceviamo in corpo ogni membro come parte indivisibile del tutto.”


Rousseau
D.
Emile,II

La prima educazione deve dunque essere puramente negativa. Consiste,non tanto  nell’insegnare la virtù né la verità,ma nel garantire il cuore del vizio e lo spirito dell’errore. Se poteste  non fare  nulla  e non lasciar fare nulla ;se poteste condurre il vostro allievo sano e robusto all’età di dodici anni,senza che sapesse distinguere  la sua mano destra dalla sinistra,fin dalle vostre prime lezioni gli occhi della sua intelligenza
Si aprirebbero alla ragione; senza pregiudizi,senza abitudini,non ci sarebbe nulla in lui che , contrariare l’effetto delle vostre attenzioni:ben presto diventerebbe nelle vostre mani il più oculato degli uomini,e cominciando col non fare niente ,avreste fatto  un miracolo educativo.
Prendete bene il contrario dell’abituale e farete quasi sempre bene. Come non  si vuol fare di un fanciullo un fanciullo,ma un dottore,i padri e i maestri non hanno mai abbastanza presto redarguito,corretto,rimproverato adulato,minacciato,promesso,istruito,parlato razionalmente .Fate meglio,siate ragionevole e non ragionate affatto col vostro allievo,soprattutto per fargli approvare ciò che non gli piace.;perché condurre sempre così la ragione nelle cose sgradevoli,non serve che a renderla noiosa,e screditarla  di buon ora in uno spirito  che non è ancora in condizione di intenderla. Esercitate il suo corpo,i suoi organi,i suoi sensi,le sue forse,ma tenete la sua anima oziosa tanto a lungo quanto più si potrà. Abbiate timore di  tutti i sentimenti anteriori al giudizio che li  apprezza. Ritenete,fermate le impressioni estranee e per impedire al male di nascere ,non affrettatevi a fare il bene;perché non è mai tale che quando la ragione lo  illumina. Guardate tutti i rinvii come vantaggi:è guadagnare molto,avanzare verso il termine senza niente perdere;lasciate maturare l’infanzia negli infanti. Infine ,qualche lezione diventa loro necessaria?Guardatevi dal darla oggi,se potete differirla fino a domani senza pericolo.


E.
Emile,V,XXVIII

[…] ciò ,che Sophie sa meglio e che gli si è fatto apprendere con la massima cura,sono i lavori del suo sesso,
anche coloro di cui non ci si accorge,come tagliare e cucire  i suoi vestiti. Non esistono lavori con l’ago che non sappia fare ,e che non faccia con piacere,ma il lavoro che preferisce a ogni altro è il ricamo. Perché  non ce n’è uno che dia un atteggiamento più gradevole,in cui le dita si esercitano con maggiore grazia e leggerezza.
Si è anche applicata a tutti i dettagli del menage E’ al corrente della cucina,conosce i prezzi delle derrate,ne conosce le qualità,sa tenere i conti molto bene,aiuta sua madre. Fatta per essere un giorno madre di famiglia lei stessa,governando la casa paterna, impara a governare la sua:può supplire alle funzioni dei domestici e lo fa  sempre volentieri. Il suo unico scopo è di servire sua madre e di alleviarla di una parte dei suoi impegni.
E’ tuttavia vero che non li svolge tutti con uguale piacere Per esempio,sebbene sia golosa ,non ama la cucina;
il dettaglio ha qualcosa che la disgusta:non ci trova mai abbastanza pulizia In questo è di una delicatezza estrema e questa delicatezza spinta all’eccesso è diventata uno dei suoi difetti. Per la stessa ragione non ne ha mai voluto sapere della cura del giardino :la terra le sembra sporca.[…]
Sophie ha lo spirito gradevole senza essere brillante,solido,senza essere profondo;[…]Ha sempre  quello che piace alla gente che le parla,sebbene non sia molto eloquente,secondo l’idea che abbiamo della cultura dello spirito delle donne.[..]
Sophie ha una gaiezza naturale .Era anche bizzarra da bambina. Ma poco a poco si è presa cura di reprimere le sue arie svaporate […] E’ dunque diventata modesta e riservata anche prima del tempo in cui si deve esserlo.
E ora che quel tempo è venuto le è più agevole conservare il tono che ha ormai acquisito e che non lo sarebbe prenderlo senza indicare la ragione del cambiamento. E’ piacevole  vederla talvolta lasciarsi andare per un residuo di abitudine alle vivacità dell’infanzia ,poi d’un colpo rientrare in se stessa tacere,abbassare gli occhi e arrossire.[…]
Non solo conserva il silenzio  e il rispetto con le donne,ma anche con gli uomini sposati,o molto più anziani di lei..non accetterà mai un posto al disopra di loro che per obbedienza,e riprenderà la sua al di sotto appena lo potrà:poiché sa bene che i diritti dell’età vanno prima di quelli del sesso,come a avere per loro il pregiudizio della saggezza,che deve essere onorata prima di tutto[…]

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