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martedì 17 dicembre 2013

Diario di bordo.(81).





Cara Mariel...fruga tu tra i salotti se ti va....(senza portarti via pezzi di argenteria...)

baci, senza fretta...ricomincia il minestrone....MA NON PUBBLICARE NIENTE SUL BLOG! IO STRAPARLO A VANVERA!!!!

aspettiamo per questo....


baci, Marion

Il giorno 12/dic/2013, alle ore 12.03, Maria Gabriella Bruni ha scritto:



Carissima,

La tua proposta è certo sorprendente,soprattutto per me. Il primo  grosso problema è che io non so assolutamente niente di questo personaggio e di quell’ambiente. Non saprei dove andare a cercare i materiali.

Certo,potrebbe essere interessante usarlo come struttura portante ,come la Carte de Tendre,inventando i bollettini a nostro uso e consumo e intramezzare le musiche e gli stralci autentici dei grandi dell’epoca sul


Laboratorio del nascente stato liberal – borghese . Di questi tempi sfasciati in cui lo stato nessuno sembra sapere che cos’è,potrebbe essere un tema che coinvolge una discussione vivace con parecchi spunti di attualizzazione. Il rischio è che la parte del testo che guida gli inserti ,scritta da noi e inventata di sana pianta rischia di apparire un pettegoliere,di essere troppo superficiale e frivola o per evitare questo rischio,troppo noiosa … Io,quello che so assicurarti è la colonna di destra della pagina: la serie di frammenti tradotti delle opere dei giganti dell’epoca che si occuparono del problema e che fondarono quella struttura che noi oggi sembriamo non riconoscere: Montesquieu ,Voltaire,Rousseau e,di lato,qualche variante con i drammaturghi come Beaumarchais e Marivaux,o qualche lettera di Cholderos de Laclos da Les liaisons dangereuses.

Ho molti dubbi,vedi un po’ tu …

Fammi sapere. A presto.

Un abbraccio

Mariel










Cara Maria,
Seguo perciò la prima idea.Per ora è una roba arrangiata tanto per darti un’idea Si può ottenere un risultato un po’ più accurato,una volta presa la decisione,ma questa è ,in grosso,l’immagine che mi sono fatta in questi giorni nella testa.
A te, che te ne pare?
A presto risentirci,
Mariel
                                                                     ***



Marie Anne Doublet (Parigi23 agosto 1677 – Parigimaggio 1771) è stata una letterata francese e salottiera chiamata impropriamente Mme Doublet de Persan dalla maggioranza dei suoi biografi.

I bollettini  dell’amante ,animatore del salotto di Madame, reinventati,possono costituire il filo conduttore del salotto settecentesco,insomma secondo la struttura di quello secentesco, la  colonna di sinistra utile per introdurre i frammenti degli autori del tempo. Il tema potrebbe finire per essere quello del cambiamento,dell’affermarsi e dell’organizzarsi della borghesia,del cambiamento del costume,della costruzione dello stato liberale e borghese.



1..Ma che pretesa,credono di rifarci il verso e non si rendono conto delle abissali differenze!

Vuoi mettere i nostri salotti esclusivi,con gli ospiti accuratamente selezionati che finiscono per diventare degli habitués e quei cafés,aperti alla frequentazione di tutti,con interventi di chicchessia,senza alcun riguardo all’interesse e alla fama dell’autore. Eppure il café Procope non sembra destinato a restare un caso isolato. Anche Montesquieu non si è fatto alcuno scrupolo e gli ha dedicato una delle sue lettere. Riesce a vederne l’inconsistenza ,ma è convinto che un uso meno frivolo potrebbe assicurar loro una  grande  funzione.

Ma che strana fantasia!


                                                                   ***


Lettre XXXVI


Usbek a Rhédi,a Venezia.

Il caffè è molto in uso a Paris :c’è un gran numero di case pubbliche dove lo si distribuisce.  In qualcuna di queste case,si dicono notizie;in altre si gioca a scacchi. Ce n’è una,dove si prepara il caffè in un modo tale che dà spirito a chi lo prende:almeno,di tutti quelli che escono,non c’è nessuno che non creda d’averne quattro volte in più di quando è entrato. Ma ciò che mi sorprende di quei begli spiriti,è che non si rendono utili alla loro patria,e che esercitano i loro talenti in cose puerili. Per esempio,quando arrivai a Paris,li trovai eccitati su una disputa , la più esile che si possa immaginare:  si trattava della reputazione di un vecchio poeta greco di cui,dopo duemila anni ,si ignora la patria come il tempo della sua morte. I due partiti confessavano che era un poeta eccellente;non era questione che del minore o maggior merito che bisognava  attribuirgli. Ciascuno ne voleva dare il tasso;ma,fra questi  distributori di reputazione,gli uni avevano maggior peso di altri. Ecco la disputa! Era ben viva: perché si scambiavano cordialmente da una parte all’altra  ingiurie così grossolane,si facevano scherzi così amari,che non ammiravo meno  il modo di disputarsi che il tema della disputa.”Se qualcuno,dicevo dentro di me,fosse abbastanza stordito
da andare davanti a uno di questi  difensori del poeta greco ad attaccare  la reputazione  di qualche onesto cittadino,non sarebbe molto notato ,e credo che quello zelo  tanto delicato sulla reputazione dei morti si infuocherebbe  molto per difendere quella dei vivi! Ma,comunque,aggiungevo,Dio mi guardi dall’attirarmi l’inimicizia dei censori di quel poeta,che il soggiorno di duemila anni nella tomba non ha potuto proteggere da un odio così implacabile! Danno attualmente colpi in aria. Ma che succederebbe se il loro furore fosse animato dalla presenza di un nemico?”
Quelli di cui hai appena  parlato discutono in lingua volgare ,e occorre distinguerli da un’altra specie di disputatori che si servono di una lingua barbara che sembra aggiungere  qualcosa al furore e alla testardaggine dei combattenti. Ci sono quartieri dove si vede come una  mischia nera e folta di questo tipo di gente; si nutrono di distinzioni;vivono di ragionamenti e di false conseguenze. Questo mestiere ,dove si dovrebbe morire di fame,non smette di rendere:si è vista una nazione intera,scacciata dal suo paese,traversare i mari per stabilirsi in Francia ,non portando via con sé per fronteggiare le necessità della vita,che un indubbio talento per la disputa. Addio.


Da Paris,l’ultimo della luna di Zilhagé,1713.




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