Cara
Mariel...fruga tu tra i salotti se ti va....(senza portarti via pezzi di
argenteria...)
baci,
senza fretta...ricomincia il minestrone....MA NON PUBBLICARE NIENTE SUL BLOG!
IO STRAPARLO A VANVERA!!!!
aspettiamo
per questo....
baci,
Marion
Il
giorno 12/dic/2013, alle ore 12.03, Maria Gabriella Bruni ha scritto:
Carissima,
La
tua proposta è certo sorprendente,soprattutto per me. Il primo grosso
problema è che io non so assolutamente niente di questo personaggio e di
quell’ambiente. Non saprei dove andare a cercare i materiali.
Certo,potrebbe
essere interessante usarlo come struttura portante ,come la Carte de
Tendre,inventando i bollettini a nostro uso e consumo e intramezzare le musiche
e gli stralci autentici dei grandi dell’epoca sul
Laboratorio del nascente stato liberal – borghese . Di questi tempi sfasciati in cui lo stato nessuno sembra sapere che cos’è,potrebbe essere un tema che coinvolge una discussione vivace con parecchi spunti di attualizzazione. Il rischio è che la parte del testo che guida gli inserti ,scritta da noi e inventata di sana pianta rischia di apparire un pettegoliere,di essere troppo superficiale e frivola o per evitare questo rischio,troppo noiosa … Io,quello che so assicurarti è la colonna di destra della pagina: la serie di frammenti tradotti delle opere dei giganti dell’epoca che si occuparono del problema e che fondarono quella struttura che noi oggi sembriamo non riconoscere: Montesquieu ,Voltaire,Rousseau e,di lato,qualche variante con i drammaturghi come Beaumarchais e Marivaux,o qualche lettera di Cholderos de Laclos da Les liaisons dangereuses.
Ho
molti dubbi,vedi un po’ tu …
Fammi
sapere. A presto.
Un
abbraccio
Mariel
Cara Maria,
Seguo perciò la prima idea.Per ora è una roba arrangiata tanto per darti un’idea Si può
ottenere un risultato un po’ più accurato,una volta presa la decisione,ma
questa è ,in grosso,l’immagine che mi sono fatta in questi giorni nella testa.
A te, che te ne pare?
A presto risentirci,
Mariel
***
Marie Anne Doublet (Parigi, 23 agosto 1677 – Parigi, maggio 1771) è stata una letterata
francese e salottiera chiamata impropriamente Mme Doublet de Persan dalla
maggioranza dei suoi biografi.
I
bollettini dell’amante ,animatore del
salotto di Madame, reinventati,possono costituire il filo conduttore del
salotto settecentesco,insomma secondo la struttura di quello secentesco,
la colonna di sinistra utile per
introdurre i frammenti degli autori del tempo. Il tema potrebbe finire per
essere quello del cambiamento,dell’affermarsi e dell’organizzarsi della
borghesia,del cambiamento del costume,della costruzione dello stato liberale e
borghese.
1..Ma che pretesa,credono di
rifarci il verso e non si rendono conto delle abissali differenze!
Vuoi mettere i nostri salotti
esclusivi,con gli ospiti accuratamente selezionati che finiscono per diventare
degli habitués e quei cafés,aperti alla frequentazione di tutti,con interventi
di chicchessia,senza alcun riguardo all’interesse e alla fama dell’autore.
Eppure il café Procope non sembra destinato a restare un caso isolato. Anche
Montesquieu non si è fatto alcuno scrupolo e gli ha dedicato una delle sue
lettere. Riesce a vederne l’inconsistenza ,ma è convinto che un uso meno
frivolo potrebbe assicurar loro una grande funzione.
Ma che strana fantasia!
***
Lettre XXXVI
Usbek
a Rhédi,a Venezia.
Il
caffè è molto in uso a Paris :c’è un gran numero di case pubbliche dove lo
si distribuisce. In qualcuna di queste case,si dicono notizie;in altre si
gioca a scacchi. Ce n’è una,dove si prepara il caffè in un modo tale che dà
spirito a chi lo prende:almeno,di tutti quelli che escono,non c’è nessuno che
non creda d’averne quattro volte in più di quando è entrato. Ma ciò che mi
sorprende di quei begli spiriti,è che non si rendono utili alla loro patria,e
che esercitano i loro talenti in cose puerili. Per esempio,quando arrivai a
Paris,li trovai eccitati su una disputa , la più esile che si possa
immaginare: si trattava della reputazione di un vecchio poeta greco di
cui,dopo duemila anni ,si ignora la patria come il tempo della sua morte. I due
partiti confessavano che era un poeta eccellente;non era questione che del
minore o maggior merito che bisognava attribuirgli. Ciascuno ne voleva
dare il tasso;ma,fra questi distributori di reputazione,gli uni avevano
maggior peso di altri. Ecco la disputa! Era ben viva: perché si
scambiavano cordialmente da una parte all’altra ingiurie così
grossolane,si facevano scherzi così amari,che non ammiravo meno il modo di disputarsi che il tema della
disputa.”Se qualcuno,dicevo dentro di me,fosse abbastanza stordito
da
andare davanti a uno di questi difensori del poeta greco ad
attaccare la reputazione di qualche onesto cittadino,non sarebbe
molto notato ,e credo che quello zelo tanto delicato sulla reputazione
dei morti si infuocherebbe molto per difendere quella dei vivi!
Ma,comunque,aggiungevo,Dio mi guardi dall’attirarmi l’inimicizia dei censori di
quel poeta,che il soggiorno di duemila anni nella tomba non ha potuto
proteggere da un odio così implacabile! Danno attualmente colpi in aria. Ma che
succederebbe se il loro furore fosse animato dalla presenza di un nemico?”
Quelli
di cui hai appena parlato discutono in lingua volgare ,e occorre
distinguerli da un’altra specie di disputatori che si servono di una lingua
barbara che sembra aggiungere qualcosa al furore e alla testardaggine dei
combattenti. Ci sono quartieri dove si vede come una mischia nera e folta
di questo tipo di gente; si nutrono di distinzioni;vivono di ragionamenti e di
false conseguenze. Questo mestiere ,dove si dovrebbe morire di fame,non smette
di rendere:si è vista una nazione intera,scacciata dal suo paese,traversare i
mari per stabilirsi in Francia ,non portando via con sé per fronteggiare le
necessità della vita,che un indubbio talento per la disputa. Addio.
Da Paris,l’ultimo della luna di Zilhagé,1713.
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