eccoti i dati precisati.Io invece non trovo più la data della
lettera con la gonna rossa,che,mi pare,eri tu ad aver ripescato. Ma ,per
fortuna è un dato che non serve,almeno mi sembra.
Il critico n°1 è Fontenelle;quello del n ° 2 è Bussy
Rabutin.Si la battuta è di Arnolphe nell’acte I de “L’école des femmes”.Le
lettere sono tutte di Mme de Sévigné(mittente);variano i destinatari
,che sono Mme de Grignan,la figlia che vive in Provenza
,Menage,un suo amico,M.de Coulanges,un conoscente,o Mme de La Fayette(tra
quelle di cui mi chiedi) e molti altri ancora,tutti personaggi importanti del
tempo,che ruotavano intorno alla corte.
L’orecchio va meglio:l’otorino ha riscontrato un residuo di
dermatite,ma l’otite è finalmente andata.
Un abbraccio e a presto,
Mariel
Da: maria de martini [mailto:mariademartini65@gmail.com]
Inviato: martedì 3 dicembre 2013 07.31
A: Maria Gabriella Bruni
Oggetto: salotti...ultima!
Inviato: martedì 3 dicembre 2013 07.31
A: Maria Gabriella Bruni
Oggetto: salotti...ultima!
Ciao Mariel, effettivamente non ho la mail di
Gabriela...la stavo cercando e per questo ancora non mandai l' invito....
non ho la stampante a colori e per posta farebbe poca
figura in bianco e nero....ma c' è parecchio tempo...
Scusa Mariel ma devo aver fatto confusione, nel tempo,
sulle lettere delle nostre....
mi risultano tutte della Sévigné madre ma....credo ce ne
sia qualcuna della figlia...? potresti controllare queste?
e poi ancora: sai il nome dei due "critici d'
epoca" sulla P des Cléves?
1
“Eccoci a questo tratto così nuovo e così singolare, del romanzo di M.mede La
Fayette che è la confessione che la princesse de Clèves fa a suo
marito dell’amore che lei porta ad un altro uomo, il duca di Nemours.
Che si
ragioni finché si voglia su questo: io trovo il tratto ammirevole e molto ben
preparato. E’ la più virtuosa donna del mondo!
2
“Bah…La confessione di Mme de Clèves a suo marito è stravagante, e si può
immaginare forse in una storia vera;
ma
quando se ne fa una a piacere, è ridicolo dare alla propria eroina un
sentimento così straordinario.
L’autrice,
facendolo, ha pensato di più a non somigliare agli altri
romanzi che a seguire il buon senso.
e questo è da La Scuola delle Mogli??
Ciascuno ha il suo sistema.
Con le donne e col resto io faccio a modo
mio.
Sono ricco abbastanza, io credo, per potere
Scegliere una metà che mi deva ogni
cosa,
E da cui la completa e piena dipendenza
Lettere:
Madame de Scudery a sua figlia (Mme de
Grignan)
Vi
scongiuro, cara figlia, di conservare i vostri occhi per i miei, sapete che
devono finire al vostro servizio.
Comprendete
bene, mia bella, che nel modo in cui mi scrivete, bisogna bene che pianga
leggendo le vostre lettere.
Per
capire qualcosa dello stato in cui sono per voi, aggiungete, mia cara, alla tendresse
e all’inclination naturale che ho per la vostra persona, la piccola
circostanza d’essere persuasa che mi amate, e giudicate l’eccesso dei miei
sentimenti.
Cattiva!
Perchè mi nascondete talvolta tesori tanto preziosi? Avete paura che io muoia
di gioia? Ma non temete anche che io muoia per il dispiacere di credere di
vedere il contrario? Lasciatemi gioire di un bene senza il quale la vita
mi è dura e fastidiosa; non sono per niente parole, sono verità!
A
Paris, le mercredi 18e février [1671]
Non
gettate così lontano i libri di La Fontaine. Ci sono favole che vi
rapiranno e dei racconti che vi affascineranno:
la
fine delle Oche di fratello Filippo,
I
Remois e Il Cagnolino;
tutto ciò
è molto carino.
Solo
quello che non è di questo stile è piatto.
Vorrei
scrivere una favola che gli facesse intendere quanto è miserabile
forzare il suo talento a uscire dal suo genere, e quanto la follia di voler
cantare su tutti i toni crea cattiva musica.
La
Fontaine non deve allontanarsi dalla grande capacità che ha di raccontare.
Cara
madre, figlia, (?)
Ecco le Maximes di M. de la Rochefoucault riviste,
corrette e aumentate: è da parte sua che ve le invio.
Ce ne sono di divine; e per mia onta ce ne sono che io non capisco. Dio sa come voi le intenderete:
- Si on juge de l’amour par la plupart de ses effets, il ressemble plus à la haine qu’à l’amitié
-S’il
ya un amour pur et exempt du mélange de nos autres passions, c’est celui
qui est caché au fond du cœur, et que nous ignorons nous-mêmes.
-L’amour
aussi bien que le feu ne peut subsister sans un mouvement continuel; et il
cesse de vivre dès qu’il cesse d’espérer ou de craindre.
A Madame de Grignan
[...]Consento
al commercio di bello spirito che mi proponete. L’altro giorno ho fatto
una massima subito senza pensarci, e la trovai così buona che credetti di
averla imparata a memoria tra quelle di M de La Rochefoucault.
Vi
prego di dirmelo:
in
quel caso bisognerebbe lodare la mia memoria più della mia facoltà di
giudizio.
Dice:
l’ingratitudine attira i rimproveri, come la riconoscenza attira nuovi
benefici.
Ditemi
dunque che cos’è questo? L’ho letto? L’ho sognato? L’ho immaginato? Niente è
più vero di questa cosa, e niente è più vero anche che non so dove l’ho presa e
che l’ho trovata tutta organizzata nella testa e nella punta della
lingua!
Aux
Rochers, dimanche 28ejuin[1671]
A
Madame de Grignan
Comincio
un po’ prima del ragionevole, mia cara, per chiacchierare un po’ con voi.
non
posso dirvi quanto vi compiango, quanto vi lodo, quanto vi ammiro:
ecco
il mio discorso diviso in tre punti.
Vi
compiango
di
essere soggetta ad umori neri
(che
vi fanno sicuramente molto male)
Vi
lodo
di esserne padrona quando occorre, e principalmente per M. de Grignan,
che
ne sarebbe compenetrato (è un segno dell’amicizia e della compiacenza che avete
per lui)
Vi
ammiro
di costringervi per parere quel che non siete:
ecco
che cosa è: eroico!… e frutto della vostra filosofia;
voi
avete in voi la capacità di esercitarla.
Achevée
à Paris, ce mercredi 4e mai [1672]
A' Mme
de Grignan
Sono,
ve lo assicuro, alla disperazione per l’inquietudine che vi ha procurato la mia
salute.
Ahimè,
mia bella, non pensate ad altro e il vostro ragionamento è fatto apposta
per procurarvi angoscia.
Dite
che vi si fa mistero del mio salasso; ma,in fede mia, non sono affatto malata,
non ho avuto affatto le caldane.
Decisi
il mio salasso bruscamente, secondo la necessità dei miei affari, piuttosto che
su quella della mia salute;
mi
sentivo un po’ oppressa: giudicai che mi occorresse un salasso prima di
partire, al fine di mettere questo salasso come provvista nei miei
bagagli.
Non vi
feci sapere niente perchè ciò avrebbe avuto l’aria di fare la scena di chi è
impedita, e questa discrezione vi è costata mille pene!
Ne sono
disperata, figlia mia; ma credetemi, non vi ingannerò mai, e seguendo le nostre
massime di non risparmiarci affatto,vi farò sapere sempre sinceramente
come sto; fidatevi di me.
Per
esempio, si vuole ancora che io mi purghi. ebbene, lo farò come ne avrò
il tempo; non ne siate punto spaventata. sto molto bene, sbarazzatevi di
questa inquietudine!
A
Paris, mercredi 10e juillet [1675]
A' M . de Coulanges
A Paris
ce lundi 15e décembre 1670.
Vado a farvi conoscere la cosa più sorprendente, la più meravigliosa, la più miracolosa, la più trionfante, la più stordente, la più inaudita, la più singolare, la più straordinaria, la più imprevista, la più grande, la più piccola, la più rara, la più comune, la più sfarzosa, la più segreta fino ad oggi, la più brillante, la più degna d’invidia: infine una cosa di cui non si trova che un esempio nei secoli passati, una cosa che non la si può credere a Paris, come non si potrebbe credere a Lyon; una cosa che fa gridare misericordia a tutti; una cosa che colma di gioia Mme de Rohan e Mme de Hauterive; una cosa che infine si farà domenica, dove coloro che la vedranno crederanno di avere le visioni; una cosa che si farà domenica, e che non sarà fatta, forse, lunedì. Non posso risolvermi a dirla; indovinatela!
Da Mme de Sévigné a Ménage.
Il vostro ricordo mi ha dato una gioia
sensibile...
..e mi ha risvegliato tutto il piacere
della nostra antica amicizia.
I vostri versi mi hanno fatto ricordare
la mia gioventù, ed io vorrei tanto sapere perché il ricordo della perdita di
un bene tanto irreparabile non mi dia nessuna tristezza.
Invece del piacere che ho provato, mi sembra
che si dovrebbe piangere:
ma,senza esaminare da dove possa venire
questo sentimento, voglio attaccarmi a quello che mi dà la
riconoscenza che ho del vostro presente.
Non potete dubitare che mi sia gradito,
poiché il mio amor proprio vi trova così bene la sua
convenienza, e che io vi sono celebrata
dal
più bello spirito del mio tempo.
Occorrerebbe, per l’onore dei vostri
versi, che io avessi meglio meritato tutto quello che voi mi fate.
Tale quale sono stata, e tale quale sono, non
dimenticherò mai la vostra vera e solida amicizia.
Io sarò tutta la mia vita la più
riconoscente come la più antica delle vostre umilissime serve.
23 juin [1668]
A
Mme de Grignan,
E’ domenica 26 aprile; questa lettera non partirà che mercoledì; ma
questa non è una lettera, ma il racconto che Moreuil mi ha appena fatto, per voi,
di quel che è accaduto a Chantilly relativo a Vatel, il cuoco del Re.
Vi
ho scritto venerdì che si era pugnalato: ecco l’affare in dettaglio:
Il
Re arrivò giovedì sera; la caccia, le lanterne, il chiar di luna, la
passeggiata, la merenda in un posto tappezzato di giunchiglie, tutto andò
a meraviglia.
Cenammo.
Ci furono alcuni tavoli dove mancò l’arrosto a causa di diversi
coperti imprevisti. Questo turbò molto Vatel; che pronunciò molte volte:
”Ho
perso l’onore; ecco un affronto che non sopporterò".
Disse
a Gourville:” Mi gira la testa. Sono dodici notti che non dormo;
aiutatemi a dare ordini.” Gourville lo confortò come poté. Ma
quell’arrosto che era mancato, non alla tavola del Re, ma ai venticinquesimi,
gli tornava sempre in mente. Monsieur il Principe andò fino in camera sua, e
gli disse: ”Vatel, va tutto bene?; niente era bello come la cena del Re.”
E lui disse: ” Monseigneur la vostra bontà mi dà il colpo
di grazia; so che l’arrosto è mancato a due tavoli, non sopravvivrò a
quest’affronto; ho onore e reputazione da perdere.” . – Niente affatto,
disse il Principe, non preoccupatevi, va tutto bene.”
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