2.Anzi. pare che ce ne siano ormai quasi
quattrocento a Parigi.Sono considerati luoghi in cui la socievolezza è
diretta,immediata,assolutamente priva di conformismo di cui invece noi siamo
perfino accusati. E’ addirittura al
Café de la Régence dove si reca spesso per
assistere alle partite di scacchi che Diderot incontra “Le neveu de Rameau”.
Ma
siamo arrivati al punto di avere una testimonianza entusiastica del
drammaturgo veneziano Goldoni sull’animazione del Palais Royal.Ci
vengono pure
di lontano a esaltare le nostre cosiddette novità … Vorrebbero farci
passare per ombre,simulacri slavati del passato. Da sentire come il
nipote di Rameau si
compiace di parlare di suo zio. Una vera indecenza!
Denis Diderot
Le Neveu de Rameau.
Lully e Jean –Philippe Rameau
E’ il nipote di questo musicista celebre che ci ha liberati dal canto pieno di Lully che salmodiavamo da più di cent’anni,che ha scritto tante di quelle visioni inintelligibili e di verità apocalittiche sulla teoria della musica,dove né lui né nessun’altro capì mai niente e del quale abbiamo canti,un certo numero di opere dove c’è armonia,brani di canti, idee sconnesse,fracasso,voli,trionfi,lance,glorie,
mormorii,vittorie
a perdifiato,arie di danza che dureranno eternamente e che,dopo aver sepolto il
Fiorentino,sarà sepolto dai virtuosi italiani,ciò che lo rendeva cupo ,triste ,astioso[…]
Io.-Non chiederei niente di
meglio che di credervi,se non fossi trattenuto da un piccolo inconveniente.
Lui.-E quest’inconveniente?
Io.-E’ che se questa musica è
sublime bisogna che quella del divino Lully[…] e anche,sia detto tra noi,quella
del caro zio,sia un po’ piatta.
Lui,avvicinandosi al mio orecchio,mi rispose:-il fatto è che lo è pure quella. Non è che io mi
preoccupi del caro zio .E’ una pietra. Mi vedesse tirar la lingua da un
piede,non mi darebbe un bicchier d’acqua. Ma
a un bel fare,all’ottava,alla
settima:hon,hon;hin ,hin;tu,tu,tu,tureletutu con un frastuono,un chiasso del
diavolo;quelli che cominciano a raccapezzarcisi e che non scambiano più un baccano del diavolo per la musica,non
si adatteranno mai a questo.
Carlo Goldoni
Mémoires.
Terza parte.Capitolo IV.
Avevo preso in affitto un
appartamento al Palais Royal ; il mio
studio dava su quel giardino che non aveva la forma né le piacevolezze che ha
attualmente,ma che offriva alla vista attrazioni che alcuni non cessano di
rimpiangere.
Potevo essere anche molto
occupato,ma non potevo impedirmi di gettare di tanto in tanto uno sguardo a
quel viale delizioso che riuniva ad ogni ora tanti oggetti diversi.
Vedevo sotto le mie finestre colazioni
del Café de Foye ,dove gente di ogni
stato veniva a riposarsi e a rinfrescarsi.
Davanti a me avevo quel
famoso castagno che chiamavano l’albero
di Cracovia,intorno al quale si
riunivano i novellisti ,leggevano i loro racconti,tracciando sulla sabbia con i
loro bastoni,trincee,campi,posizioni militari,dividendo l’Europa a loro
piacimento.
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