Translate

lunedì 23 dicembre 2013

Diario di bordo.(84)



Cara Marion,



 Credo di averti già  detto che propongo due diversi usi del bollettino:a te scegliere se vale la pena di cercare di imitare,pur dichiarando il falso,il punto di vista di Bachamont oppure se non sia il caso di usare sì la forma del bollettino del compagno di Madame Doublet,ma semplicemente per introdurre i brani secondo il nostro punto di vista che ne interpreta i punti salienti con uno spirito di attualizzazione e dunque li introduce consentendo una maggiore consapevolezza. Naturalmente quelli proposti sono appena abbozzati ,tanto per rendere l’idea. Sarebbero ,comunque,tutti da riscrivere.
A domani dunque per gli auguri e il resto,
Mariel 
PS.Spero entro domani sera di darti il resto, in modo che tu possa avere una panoramica all’interno della quale scegliere:saranno brani famosi e determinanti per la formazione del nuovo Stato,ma anche molti brani di teatro e di  romanzi che mostrano come gli intellettuali già intravvedessero le nuove tipologie sociali che diventeranno protagoniste,con le loro solo apparenti contraddizioni .




 3.Lo voglio proprio vedere se ai cafés possono,vogliono e sono capaci di  proporre temi come questi. La natura del potere: l’ironia più caustica degli scrittori per denunciarne i limiti. La  razionalità più rigorosa e limpida dei filosofi per progettare la  struttura per un futuro più giusto.
Sono ansioso di assistere  al dibattito che le letture proposte sapranno animare con i nostri ospiti.

Montesquieu

A.
Les Lettres Persanes

Lettre XXIV

Rica à Ibben à Smyrne

Il  re di Francia è il principe più potente d’Europa,non ha affatto miniere d’oro come il re di Spagna,il suo vicino;ma ha più ricchezze di lui,perché le trae dalla vanità dei suoi sudditi,più inestinguibile delle miniere. Lo si è visto intraprendere o sostenere grandi guerre senza avere altri fondi che titoli onorifici da vendere e,per un prodigio dell’orgoglio umano,le sue truppe si trovavano pagate,le sue fortezze equipaggiate e  le sue flotte armate.
D’altronde questo re è un gran mago: esercita il suo imperio sullo spirito stesso dei suoi sudditi;li fa pensare come vuole. Se non ha che un milione di scudi nel suo tesoro,e ne abbia bisogno di due,non ha che da convincerli che uno scudo ne vale due,e loro lo credono.[…] Arriva  perfino a far loro credere che li guarisce da ogni sorta di male con l’imposizione delle sue mani;tale è la forza e la potenza ch’egli ha sugli spiriti.


Denis Diderot

B.
Enciclopedia

Articolo “Autorità politica”

Nessun uomo ha ricevuto dalla natura il diritto di comandare gli altri. La libertà è  un dono del Cielo,e ogni individuo della stessa specie  ha il diritto di goderne come gode della ragione. Se  la natura ha stabilito qualche autorità,è il potere paterno;ma l’autorità paterna ha i suoi limiti;e nello stato di natura,finirebbe appena i figli fossero in condizione di gestirsi. Ogni altra autorità ha altra origine della natura. Che la si esamini bene e la si farà sempre risalire a una di queste due fonti:o la forza e la violenza di colui che se ne è impadronito;o il consenso di  coloro che vi si sono sottomessi con un contratto fatto o supposto fra loro e colui al quale essi hanno conferito l’autorità.
Il potere che si acquisisce con la violenza non è che un’usurpazione e non dura che il tempo in cui la forza di chi comanda l’ha vinta su quella di coloro che obbediscono; in modo che ,se questi ultimi diventano a loro  volta i più forti e scuotono il giogo,lo fanno con altrettanti diritto e giustizia dell’altro che glielo aveva imposto. Talvolta l’autorità che si stabilisce  con la violenza cambia di natura;è quando continua e si mantiene col consenso espresso da coloro che sono stati  sottomessi; ma rientra di là la seconda specie  di cui sto per parlare e colui che se l’era arrogata ,divenendo allora principe, cessa d’essere tiranno.
Il potere,che viene dal consenso dei popoli ,suppone necessariamente condizioni che ne rendono l’uso legittimo,utile alla società,vantaggioso alla repubblica,e che la fissano e la restringono nei limiti,perché l’uomo non deve né può darsi interamente e senza riserva a un altro uomo,perché ha un padrone superiore,al di sopra di tutto al quale  soltanto appartiene interamente..E’ Dio,il cui potere  è sempre immediato sulla creatura,padrone tanto geloso quanto assoluto e che non perde mai i propri diritti e non li comunica affatto..

Jean Jacques Rousseau

C.
Discours sur l’origine de l’inégalité

L’origine della proprietà.

Finché gli uomini si contentarono delle loro capanne rustiche,finché si limitarono a cucire i loro abiti di pelle con spine o lische,a dipingersi il corpo di diversi colori,a ornarsi di piume o di conchiglie,a perfezionare o abbellire  i loro archi o le loro frecce,a tagliare con pietre affilate  qualche canotto da pescatore  o alcuni
grossolani strumenti musicali;in una parola,finché non si applicarono che ad opere che uno solo poteva fare e che ad attività che non avevano bisogno del concorso di più mani,vissero liberi ,sani,buoni,e felici per quanto lo potevano essere per loro natura ,e continuarono a godere fra loro delle dolcezze di un commercio indipendente:ma dall’istante in cui un uomo ebbe  dell’aiuto di un altro,dacché ci si accorse che era utile a uno soltanto  avere provviste per due,l’uguaglianza sparì,la proprietà si introdusse ,il  lavoro diventò necessario,  e le vaste foreste si trasformarono in campagne ridenti che occorse innaffiare del sudore degli uomini,e nelle quali si vide ben presto la schiavitù e la miseria germinare  e crescere con le messi.
La metallurgia e l’agricoltura furono le due attività la cui invenzione produsse questa  grande  rivoluzione.
Per il poeta,è l’oro e l’argento; ma per il filosofo sono il ferro e il grano che hanno civilizzato gli uomini,e perduto il genere umano.

Voltaire

D.
Lettera a Rousseau

                                                                                               Aux Délices près de Genève
                                                                                                                                  [30 août 1755]

Ho ricevuto,Signore,il vostro nuovo libro contro il genere umano;ve ne ringrazio;piacerete agli uomini ai quali dite le loro verità,e non li correggerete. Dipingete con  colori ben veri gli orrori della società umana
la cui ignoranza e debolezza  si promettono tante dolcezze. Non abbiamo mai impiegato tanto spirito a volerci rendere bestie.
Viene voglia di camminare a quattro zampe quando si legge la vostra opera. Tuttavia come sono più di sessant’anni che ne ho perso l’abitudine,sento sfortunatamente che mi è impossibile riprenderla. E lascio
Questa andatura naturale  a coloro che ne sono più degni di voi e di me. Non posso più imbarcarmi per andare a trovare i selvaggi del Canada,per prima cosa perché le malattie  a cui sono condannato mi rendono necessario un medico europeo,in secondo luogo perché la guerra è portata in quei paesi e gli esempi delle nostre nazioni hanno reso i selvaggi quasi altrettanto cattivi di noi. Mi limito a essere un selvaggio pacifico nella solitudine  che ho scelto nella patria vostra dove anche voi dovreste essere.*

*Allusione alla Svizzera, Château de Fernay,dove vive Voltaire e dove Rousseau è nato.
                                                                             
                                                                                 *****


Nessun commento:

Posta un commento