Translate

giovedì 5 dicembre 2013

Diario di bordo.(67)

 Cara Maria,
eccoti i dati precisati.Io invece non trovo più la data della lettera con la gonna rossa,che,mi pare,eri tu ad aver ripescato. Ma ,per fortuna è un dato che non serve,almeno mi sembra.
Il critico n°1 è Fontenelle;quello del n ° 2 è Bussy Rabutin.Si la battuta è di Arnolphe nell’acte I de “L’école des femmes”.Le lettere sono tutte di Mme de Sévigné(mittente);variano i destinatari ,che sono Mme de Grignan,la figlia che vive in Provenza ,Menage,un suo amico,M.de Coulanges,un conoscente,o Mme de La Fayette(tra quelle di cui mi chiedi) e molti altri ancora,tutti personaggi importanti del tempo,che ruotavano intorno alla corte.
L’orecchio va meglio:l’otorino ha riscontrato un residuo di dermatite,ma l’otite è finalmente andata.
Un abbraccio e a presto,
Mariel
Da: maria de martini [mailto:mariademartini65@gmail.com]
Inviato: martedì 3 dicembre 2013 07.31
A: Maria Gabriella Bruni
Oggetto: salotti...ultima!




Ciao Mariel, effettivamente non ho la mail di Gabriela...la stavo cercando e per questo ancora non mandai l' invito....

non ho la stampante a colori e per posta farebbe poca figura in bianco e nero....ma c' è parecchio tempo...


Scusa Mariel ma devo aver fatto confusione, nel tempo, sulle lettere delle nostre....

mi risultano tutte della Sévigné madre ma....credo ce ne sia qualcuna della figlia...? potresti controllare queste?

e poi ancora: sai il nome dei due "critici d' epoca" sulla P des Cléves?


1 “Eccoci a questo tratto così nuovo e così singolare, del romanzo di  M.mede La Fayette  che è la confessione che la princesse de Clèves fa a suo marito dell’amore che lei  porta ad un altro uomo, il duca di Nemours.
Che si ragioni finché si voglia su questo: io trovo il tratto ammirevole e molto ben preparato. E’ la più virtuosa donna del mondo!
2 “Bah…La confessione di Mme de Clèves a suo marito è stravagante, e si può immaginare forse in una storia vera;
ma quando se ne fa una a piacere, è ridicolo dare alla propria eroina un sentimento così straordinario.
L’autrice, facendolo, ha pensato di più a non  somigliare  agli altri romanzi  che a seguire il buon senso.

e questo è da La Scuola delle Mogli??


Ciascuno ha il suo sistema.
Con le donne e col resto io faccio a modo mio.
Sono ricco abbastanza, io credo, per potere
Scegliere una metà che mi deva ogni cosa,
E da cui la completa e piena  dipendenza


Lettere:

Madame de Scudery a sua figlia (Mme de Grignan)

Vi scongiuro, cara figlia, di conservare i vostri occhi per i miei, sapete che devono finire al vostro servizio.
Comprendete bene, mia bella, che nel modo in cui mi scrivete, bisogna bene che pianga leggendo le vostre lettere.
Per capire qualcosa dello stato in cui sono per voi, aggiungete, mia cara, alla tendresse e all’inclination naturale che ho per la vostra persona, la piccola circostanza d’essere persuasa che mi amate, e giudicate l’eccesso dei miei sentimenti.
Cattiva! Perchè mi nascondete talvolta tesori tanto preziosi? Avete paura che io muoia di gioia? Ma non temete anche che io muoia per il dispiacere di credere di vedere il contrario?  Lasciatemi gioire di un bene senza il quale la vita mi è dura e fastidiosa; non sono per niente parole, sono verità!

A Paris, le mercredi 18e février [1671] 

Non gettate così lontano i libri di La Fontaine. Ci sono favole  che vi rapiranno e dei racconti  che vi affascineranno:
la fine delle Oche  di fratello Filippo,
I Remois e Il Cagnolino;
tutto ciò è molto carino.
Solo quello che non è di questo stile è piatto.
Vorrei scrivere  una favola che gli facesse intendere  quanto è miserabile forzare il suo talento a uscire dal suo genere, e quanto la follia di voler cantare su tutti i toni crea cattiva musica.
La Fontaine non deve allontanarsi dalla grande capacità che ha di raccontare.

Cara madre, figlia, (?)
Ecco le Maximes di M. de la Rochefoucault riviste, corrette e aumentate: è da parte sua che ve le invio. 
      
   Ce ne sono di divine; e per mia onta ce ne sono che io non capisco. Dio sa come voi le intenderete:

- Si on juge de l’amour par la plupart de ses effets, il ressemble plus  à la haine qu’à l’amitié

 -S’il ya un amour pur et exempt du mélange de nos autres passions, c’est celui  qui est caché au fond du cœur, et que nous  ignorons nous-mêmes.

-L’amour  aussi bien que le feu ne peut subsister sans un mouvement continuel; et il cesse  de vivre  dès qu’il cesse d’espérer  ou de craindre.


A  Madame de Grignan

[...]Consento al commercio di bello  spirito che mi proponete. L’altro giorno ho fatto una massima subito senza pensarci, e la trovai così buona che credetti di averla imparata a memoria tra quelle di M de La Rochefoucault.
Vi prego di dirmelo:
 in quel caso bisognerebbe lodare la mia memoria più della mia facoltà di giudizio. 

Dice: l’ingratitudine attira i rimproveri, come la riconoscenza attira nuovi benefici.

Ditemi dunque che cos’è questo? L’ho letto? L’ho sognato? L’ho immaginato? Niente è più vero di questa cosa, e niente è più vero anche che non so dove l’ho presa e che l’ho trovata tutta organizzata nella testa e nella punta della  lingua!

Aux Rochers, dimanche 28ejuin[1671]


A Madame de Grignan

Comincio un po’ prima del ragionevole, mia cara, per chiacchierare un po’ con voi.
non posso dirvi quanto vi compiango, quanto vi lodo, quanto vi ammiro:
ecco il mio discorso diviso in tre punti.
Vi compiango di essere soggetta ad umori neri
(che vi fanno sicuramente molto male)
Vi lodo di esserne padrona quando occorre, e principalmente per M. de Grignan,
che ne sarebbe compenetrato (è un segno dell’amicizia e della compiacenza che avete per lui)
Vi ammiro di costringervi per parere quel che non siete:
ecco che cosa è:  eroico!… e frutto della vostra filosofia;
voi avete in voi la capacità di esercitarla.  

Achevée à Paris, ce mercredi 4e  mai [1672]


A' Mme de Grignan

Sono, ve lo assicuro, alla disperazione per l’inquietudine che vi ha procurato la mia salute.
Ahimè, mia bella, non pensate ad altro e il vostro ragionamento è fatto apposta per procurarvi angoscia.
Dite che vi si fa mistero del mio salasso; ma,in fede mia, non sono affatto malata, non ho avuto affatto le caldane.
Decisi il mio salasso bruscamente, secondo la necessità dei miei affari, piuttosto che su quella della mia salute;
mi sentivo un po’ oppressa: giudicai che mi  occorresse un salasso prima di partire, al fine di mettere questo salasso come provvista nei miei bagagli. 
Non vi feci sapere niente perchè ciò avrebbe avuto l’aria di fare la scena di chi è impedita, e questa discrezione vi è costata mille pene!
Ne sono disperata, figlia mia; ma credetemi, non vi ingannerò mai, e seguendo le nostre massime  di non risparmiarci affatto,vi farò sapere sempre sinceramente come sto; fidatevi di me.
Per esempio, si vuole ancora che io mi purghi. ebbene, lo farò come ne avrò  il tempo; non ne siate punto spaventata. sto molto bene, sbarazzatevi di questa inquietudine!
A Paris, mercredi 10e juillet [1675]


A'  M . de Coulanges

A Paris ce lundi 15e décembre 1670.

     Vado a farvi conoscere la cosa più sorprendente, la più meravigliosa, la più miracolosa, la più trionfante, la più stordente, la più inaudita, la più singolare, la più straordinaria, la più imprevista, la più grande, la più piccola, la più rara, la più comune, la più sfarzosa, la più segreta fino ad oggi, la più brillante, la più degna d’invidia: infine una cosa di cui non si trova che un esempio nei secoli passati, una cosa che non la si può credere a Paris, come non si potrebbe credere a Lyon; una cosa che fa gridare misericordia a tutti; una cosa che colma di gioia Mme de Rohan e Mme  de Hauterive; una cosa che infine si farà domenica, dove coloro che la vedranno crederanno di avere le visioni; una cosa che si farà domenica, e che non sarà fatta, forse, lunedì. Non posso risolvermi a dirla; indovinatela!



Da  Mme de  Sévigné a Ménage.

Il vostro ricordo mi ha dato una gioia sensibile...
..e mi ha  risvegliato tutto il piacere della nostra antica amicizia.
I vostri versi mi hanno fatto ricordare  la mia gioventù, ed io vorrei tanto sapere perché il ricordo della perdita di un bene tanto irreparabile non mi dia nessuna tristezza.
Invece del piacere che ho provato, mi sembra
che si dovrebbe piangere:
ma,senza esaminare da dove possa venire questo sentimento, voglio  attaccarmi a quello  che mi dà la riconoscenza che ho del vostro presente.
Non potete dubitare che mi sia gradito, poiché il mio amor  proprio vi trova così bene la sua
convenienza, e che io vi sono celebrata dal 
più bello spirito del mio tempo.
Occorrerebbe, per l’onore dei vostri versi, che io avessi meglio meritato tutto quello che voi mi fate.
Tale quale sono stata, e tale quale sono, non dimenticherò mai la vostra vera e solida amicizia.
Io sarò tutta la mia vita la più riconoscente come la più antica delle vostre umilissime serve.

23 juin   [1668]



A Mme de Grignan,


       E’ domenica  26 aprile; questa lettera non partirà che mercoledì; ma questa non è una lettera, ma il racconto che Moreuil mi ha appena fatto, per voi, di quel che è accaduto a Chantilly relativo a Vatel, il cuoco del Re.
Vi ho scritto venerdì che si era pugnalato: ecco l’affare in dettaglio:
Il Re arrivò giovedì sera; la caccia, le lanterne, il chiar di luna, la passeggiata, la merenda in un posto tappezzato di giunchiglie, tutto  andò  a meraviglia.
Cenammo. Ci furono alcuni tavoli  dove mancò l’arrosto a causa  di diversi coperti imprevisti. Questo turbò molto Vatel;  che pronunciò molte volte:
”Ho perso l’onore; ecco un affronto che non sopporterò". 
Disse a Gourville:” Mi gira la testa. Sono dodici notti che non dormo; aiutatemi a dare ordini.” Gourville  lo confortò come poté. Ma quell’arrosto che era mancato, non alla tavola del Re, ma ai venticinquesimi, gli tornava sempre in mente. Monsieur il Principe andò fino in camera sua, e gli disse: ”Vatel, va tutto bene?; niente era bello come la cena del Re.” E lui disse: ” Monseigneur la vostra bontà mi  dà il colpo di grazia; so che l’arrosto è mancato a due tavoli, non sopravvivrò a quest’affronto; ho onore e reputazione da perdere.” . – Niente affatto, disse il Principe, non preoccupatevi, va tutto bene.”


ti abbraccio forte, Maria.

Nessun commento:

Posta un commento