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domenica 22 dicembre 2013

Diario di bordo.(83)

Cara Marion,
Eccoti qualche materiale con ritocchi e opzioni alternative.Presto ti mando altro,per profittare del tempo libero delle vacanze.
A presto,un grande abbraccio,
Mariel


Marie Anne Doublet (Parigi23 agosto 1677 – Parigimaggio 1771) è stata una letterata francese e salottiera chiamata impropriamente Mme Doublet de Persan dalla maggioranza dei suoi biografi.

I bollettini  dell’amante ,animatore del salotto di Madame ,che, reinventati,possono costituire il filo conduttore del salotto settecentesco,insomma secondo la struttura di quello secentesco, la  colonna di sinistra utile per introdurre i frammenti degli autori del tempo. Il tema potrebbe finire per essere quello del cambiamento,dell’affermarsi e dell’organizzarsi della borghesia,del cambiamento del costume,della costruzione dello stato liberale e borghese.
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  Bollettino alla maniera di quelli di  Bachamont,cercando di intuire il loro punto di vista,con lo scopo di mostrare certe gelosie,competizioni e resistenze,anche di ambienti intellettuali, al cambiamento.    

Opzione preoccupata.1.a.Ma che pretesa,credono di rifarci il verso e non si rendono conto delle abissali differenze!Vuoi mettere i nostri salotti esclusivi,con gli ospiti accuratamente selezionati che finiscono per diventare degli habitués e quei cafés,aperti alla frequentazione di tutti,con interventi di chicchessia,senza alcun riguardo all’interesse e alla fama dell’autore,altrettante occasioni sprecate per inutili futilità. Come ,del resto,ha già rilevato anche Montesquieu,che ha dedicato al fenomeno una delle sue lettere. E il café Procope non sembra proprio destinato a restare un caso isolato. Forse bisognerebbe approfondire le ragioni di questo fastidioso fenomeno …
Opzione infastidita.1.b.Ma che pretesa,credono di rifarci il verso e non si rendono conto delle abissali differenze!
Vuoi mettere i nostri salotti esclusivi,con gli ospiti accuratamente selezionati che finiscono per diventare degli habitués e quei cafés,aperti alla frequentazione di tutti,con interventi di chicchessia,senza alcun riguardo all’interesse e alla fama dell’autore. Eppure il café Procope non sembra destinato a restare un caso isolato. Anche Montesquieu non si è fatto alcuno scrupolo e gli ha dedicato una delle sue lettere. Riesce a vederne l’inconsistenza ,ma è convinto che un uso meno frivolo potrebbe assicurar loro una  grande  funzione.
Ma che strana fantasia!


Montesquieu

A.
Lettre XXXVI


Usbek a Rhédi,a Venezia.

Il caffè è molto in uso a Paris :c’è un gran numero di case pubbliche dove lo si distribuisce.  In qualcuna di queste case,si dicono notizie;in altre si gioca a scacchi. Ce n’è una,dove si prepara il caffè in un modo tale che dà spirito a chi lo prende:almeno,di tutti quelli che escono,non c’è nessuno che non creda d’averne quattro volte in più di quando è entrato. Ma ciò che mi sorprende di quei begli spiriti,è che non si rendono utili alla loro patria,e che esercitano i loro talenti in cose puerili. Per esempio,quando arrivai a Paris,li trovai eccitati su una disputa , la più esile che si possa immaginare:  si trattava della reputazione di un vecchio poeta greco di cui,dopo duemila anni ,si ignora la patria come il tempo della sua morte. I due partiti confessavano che era un poeta eccellente;non era questione che del minore o maggior merito che bisognava  attribuirgli. Ciascuno ne voleva dare il tasso;ma,fra questi  distributori di reputazione,gli uni avevano maggior peso di altri. Ecco la disputa! Era ben viva: perché si scambiavano cordialmente da una parte all’altra  ingiurie così grossolane,si facevano scherzi così amari,che non ammiravo meno  il modo di disputarsi che il tema della disputa.”Se qualcuno,dicevo dentro di me,fosse abbastanza stordito
da andare davanti a uno di questi  difensori del poeta greco ad attaccare  la reputazione  di qualche onesto cittadino,non sarebbe molto notato ,e credo che quello zelo  tanto delicato sulla reputazione dei morti si infuocherebbe  molto per difendere quella dei vivi! Ma,comunque,aggiungevo,Dio mi guardi dall’attirarmi l’inimicizia dei censori di quel poeta,che il soggiorno di duemila anni nella tomba non ha potuto proteggere da un odio così implacabile! Danno attualmente colpi in aria. Ma che succederebbe se il loro furore fosse animato dalla presenza di un nemico?”
Quelli di cui hai appena  parlato discutono in lingua volgare e occorre distinguerli da un’altra specie di disputatori che si servono di una lingua barbara che sembra aggiungere  qualcosa al furore e alla testardaggine dei combattenti. Ci sono quartieri dove si vede come una  mischia nera e folta di questo tipo di gente; si nutrono di distinzioni;vivono di ragionamenti e di false conseguenze. Questo mestiere ,dove si dovrebbe morire di fame,non smette di rendere:si è vista una nazione intera,scacciata dal suo paese,traversare i mari per stabilirsi in Francia ,non portando via con sé per fronteggiare le necessità della vita,che un indubbio talento per la disputa. Addio.

Da Paris,l’ultimo della luna di Zilhagé,1713.
                                                             
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2.Anzi. pare ce ne siano ormai quasi quattrocento a Parigi.Sono considerati luoghi in cui la socievolezza è diretta,immediata,assolutamente priva di conformismo di cui invece noi siamo perfino accusati. E’ addirittura al Café de la Régence dove si reca spesso per assistere alle partite di scacchi che Diderot incontra “Le neveu de Rameau”.
Ma si arriva a avere una testimonianza entusiastica del drammaturgo veneziano Goldoni sull’animazione del Palais Royal.Ci vengono pure di lontano a esaltare le nostre cosiddette novità … Vorrebbero farci passare  per ombre,simulacri slavati del passato. Da sentire come il nipote di Rameau si compiace di parlare di suo zio.
Una vera indecenza!
  

Denis Diderot
A.                                                         
Le Neveu de Rameau.

Lully e Jean –Philippe Rameau

E’ il nipote di questo musicista celebre che ci ha liberati dal canto pieno di Lully che salmodiavamo da più di cent’anni,che ha scritto tante di quelle visioni inintelligibili e di verità apocalittiche sulla teoria della musica,dove né lui né nessun’altro capì mai niente e del quale abbiamo un certo numero di opere dove c’è armonia,brani di canti,idee sconnesse, fracasso,voli,trionfi,lance,glorie,mormorii,vittorie a perdifiato,arie di danza che dureranno eternamente e che,dopo aver sepolto il Fiorentino,sarà sepolto dai virtuosi italiani,ciò che lo rendeva cupo ,triste ,astioso[…]
Io.-Non chiederei niente di meglio che di credervi,se non fossi trattenuto da un piccolo inconveniente.
Lui.-E quest’inconveniente?
Io.-E’ che se questa musica è sublime bisogna che quella del divino Lully[…] e anche,sia detto tra noi,quella del caro zio,sia un po’ piatta.
Lui,avvicinandosi al mio orecchio,mi rispose:-il fatto è  che lo è pure quella. Non è che io mi preoccupi del caro zio .E’ una pietra. Mi vedesse tirar la lingua da un piede,non mi darebbe un bicchier d’acqua. Ma  a un  bel fare ,all’ottava,alla settima:hon,hon;hin ,hin;tu,tu,tu,tureletutu con una confusione,un chiasso del diavolo;quelli che cominciano a raccapezzarcisi e che non scambiano  più un baccano del diavolo per la musica,non si adatteranno mai a questo.



Carlo Goldoni

B.
Mémoires.

Terza parte.Capitolo IV.

Avevo preso in affitto un appartamento al Palais Royal  ; il mio studio dava su quel giardino che non aveva la forma né le piacevolezze che ha attualmente,ma che offriva alla vista attrazioni che alcuni non cessano di rimpiangere.
Potevo essere anche molto occupato,ma non potevo impedirmi di gettare di tanto in tanto uno sguardo a quel viale delizioso che riuniva ad ogni ora tanti oggetti diversi.
Vedevo sotto le mie finestre colazioni del Café de Foye ,dove gente di ogni stato veniva a riposarsi e a rinfrescarsi.
Davanti a me avevo quel famoso castagno che chiamavano l’albero di Cracovia,intorno al  quale si riunivano i novellisti ,leggevano i loro racconti,tracciando sulla sabbia con i loro bastoni,trincee,campi,posizioni militari,dividendo l’Europa a loro piacimento.

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