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lunedì 18 marzo 2013

Il Biancomangiare citato da Leonardo da Vinci.



IL BIANCOMANGIARE.

                La parola biancomangiare,che Leonardo usa,era un momento quasi  indispensabile,già  in un banchetto medievale. Veniva per lo più servito in scodelle,probabilmente all’inizio del pranzo. In esso domina l’esigenza del bianco,che induce a usare ingredienti di quel colore come riso o farina di riso,petto di pollo,latte o latte di mandorle,zucchero .Come regola generale,il bianco mangiare è poco
speziato  ed è per questo che i medici lo consigliano ai malati.

Cap.XXXVIII de Libre de Sent Sovi che parla del modo di fare il biancomangiare.
Prendi galline e cuocile,e poi ,quando le avrai ben cotte,prendi della carne bianca del petto e delle ali,cioè il petto e pestalo con la farina.  E fai del latte di mandorle,stemperate nel brodo di gallina. Vi si mescola del riso per addensarlo e poi il petto delle galline quando è cotto. La cottura deve farsi su un braciere di braci,per paura del fumo; non si  deve smettere di rimestare perché non si attacchi alla pentola .Poi si prende un po’ di zucchero bianco e lo si aggiunge durante la cottura e quando è denso come un morterol,lo si allontana un po’ dal fuoco e lo si  mette sempre nelle scodelle. Si prende un po’ zucchero e se ne mette un po’ nelle scodelle spolverando. E’ così che lo mangi.


LATTE DI MANDORLE.
Il latte di mandorle era una derrata essenziale della cucina medievale,perché era un sostituto del latte di mucca o di pecora per i giorni di Quaresima o di magro,quando era vietato il consumo dei prodotti animali. Non vi spaventate al pensiero di dover spellare le mandorle. E’ un gioco da bambini al quale far partecipre i più piccini,che saranno orgogliosi di poter aiutare. E poi  la fatica sarà compensata mille volte  quando avrete provato la finezza di questo liquido,perfettamente digeribile. Non limitatevi a usarlo nella cucina medievale;provatelo nel caffè,nelle creme o nelle bavaresi:non ne sarete delusi. Altrimenti ci sono possibilità alternative che i negozi di dietetica o le erboristerie,e perfino i supermercati possono offrire.Il risultato non sarà lo stesso,ma sarà comunque accettabile. Comunque,per tornare alle mandorle,una volta che sono state liberate dalla pelle,si devono metterle a mollo per una notte, o almeno per qualche ora, in  acqua chiara. Serve a vederle gonfiare leggermente,ma soprattutto per far loro ritrovare il profumo della frutta  appena colta La percentuale delle mandorle  varia secondo la densità che si vuole ottenere.

Latte di mandorle.

Ingredienti

120 g. di mandorle non spellate
1 litro d’acqua
oppure
150 g circa di purè di mandorle spellate
1 litro d’acqua

Procedimento



Mettere a scaldare un pentolino d’acqua. Quando bolle,versarvi le mandorle e aspettare che riprenda il bollore. Scolare  e passare sotto l’acqua fredda. Si può cominciare a mondale le mandorle. Prendetele una ad una fra le dita e sentirete che la pelle scivola via da sola,espellendo la mandorla come se volesse sfuggirvi. Ecco fatto,avete cominciato a spellare le mandorle. Per mondarne 120 g. basteranno al massimo 10 minuti. Metterle

nella tazza del frullatore,aggiungere l’acqua e frullare a lungo fino ad ottenere un bel liquido bianco. prendere un pezzo di garza,metterla a doppio,bagnarla e strizzarla con cura. Distenderla in un colino e filtrare il liquido. Si ottiene un latte magnifico,adatto a tutti gli usi. Il resto delle mandorle può essere  utilizzato per arricchire l’impasto dei biscotti o anche mescolato con i passati di verdure.

Attenzione! Il latte di mandorle ,portato ad ebollizione,diventa un po’ meno legato.



(continua)

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