aspeeeetta!
il caffé mi rende nervosa...
bel
testo però....
ma
aspettiamo di realizzare il nostro salotto aristocratico?
ti
abbraccio intanto...neanche questo mercoledì potrò vederti e mi spiace. Suono a
S. cecilia nella Passione secondo Matteo...solo un recitativo accompagnato in
un' opera colossale...vuoi venire?
baci,
Maria
In attesa delle tue istruzioni ho cominciato a tradurre les Lettres
persanes.
Eccoti la prima : MONTESQUIEU
LETTRES PERSANES
Lettre XXXVI
Usbek
a Rhédi,a Venezia.
Il
caffè è molto in uso a Paris :c’è un gran numero di casa pubbliche dove lo
si distribuisce. In qualcuna di queste case,si dicono notizie;in altre si
gioca a scacchi. Ce n’è una,dove si prepara il caffè in un modo tale che dà
spirito a chi lo prende:almeno,di tutti quelli che escono,non c’è nessuno che
non creda d’averne quattro volte in più di quando è entrato. Ma ciò che mi
sorprende di quei begli spiriti,è che non si rendono
utili
alla loro patria,e che esercitano i loro talenti in cose puerili. Per
esempio,quando arrivai a Paris,li trovai
eccitati
su una disputa , la più esile che si possa immaginare: si trattava della
reputazione di un vecchio poeta greco di cui,dopo duemila anni ,si ignora la
patria come il tempo della sua morte. I due partiti
confessavano
che era un poeta eccellente;non era questione che del minore o maggior merito
che bisognava attribuirgli. Ciascuno ne voleva dare il tasso;ma,fra
questi distributori di reputazione,gli
uni
avevano maggior peso di altri. Ecco la disputa! Era ben viva: perchè si
scambiavano cordialmente da una parte all’altra ingiurie così
grossolane,si facevano scherzi così amari,che non ammiravo meno
il
modo di disputarsi che il tema della disputa.”Se qualcuno,dicevo dentro di
me,fosse abbastanza stordito
da
andare davanti a uno di questi difensori del poeta greco ad
attaccare la reputazione di qualche onesto cittadino,non sarebbe
molto notato ,e credo che quello zelo tanto delicato sulla reputazione
dei morti si infuocherebbe molto per difendere quella dei vivi!
Ma,comunque,aggiungevo,Dio mi guardi dall’attirarmi
l’inimicizia
dei censori di quel poeta,che il soggiorno di duemila anni nella tomba non ha
potuto proteggere da un odio così implacabile! Danno attualmente colpi in aria.
Ma che succederebbe se il loro furore fosse animato dalla presenza di un
nemico?”
Quelli
di cui hai appena parlato discutono in lingua volgare ,e occorre
distinguerli da un’altra specie di
disputatori
che si servono di una lingua barbara che sembra aggiungere qualcosa al
furore e alla testardaggine dei combattenti. Ci sono quartieri dove si vede
come una mischia nera e folta di questo tipo di gente; si nutrono di
distinzioni;vivono di ragionamenti e di false conseguenze. Questo mestiere ,dove
si
dovrebbe morire di fame,non smette di rendere:si è vista una nazione
intera,scacciata dal suo paese,traversare i mari per stabilirsi in Francia ,non
portando via con sé per fronteggiare le necessità della vita,che un indubbio
talento per la disputa. Addio.
Da
Paris,l’ultimo della luna di Zilhagé,1713.
buona
serata,un abbraccio,
Mariel
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