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martedì 12 marzo 2013

Diario di bordo. (44)



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Cara Marion,
Ho riguardato il pezzo di critica alla Princesse de Clèves ,che ti riporto qui sotto,e la traduzione è corretta e puntuale;rispetto alla tua osservazione va detto che il critico è solo meno assoluto e totalizzante di te;infatti dice “rarement” e solo per la seconda affermazione osa  affermare “jamais”.
Ma in sostanza sono d’accordo con te,si dovevano sentire un’élite a cui era
concesso anche di non essere troppo stringenti con la loro logica.Per punirlo
della sua arroganza ,ti mando una lettera di Mme de Sévigné dove rimprovera
assai il suo nobile cugino,criticandolo ben bene,che ci può anche servire per documentare un’altra parola chiave(generosità).

L'aveu de Mme de Clèves  à son mari est extravagant,et ne se peut dire que 
dans une histoire véritable;mais quand on en fait une à plaisir,il est ridicule
 de donner à son héroïne un sentiment si extraordinaire.L'auteur,en le faisant,
a plus songé à ne pas ressembler aux autres romans qu'à suivre le bon sens.
Une femme dit rarement à son mari qu'on est amoureux d'elle,mais jamais
 qu'elle ait de l'amour pour un  autre que lui :et d'autant moins qu'en se
 jetant à ses genoux,comme fait la princesse,elle peut faire croire à son
 mari qu'elle n'a gardé aucune borne dans l'outrage qu'elle lui a fait.
Bussy Rabutin,lettre à Madame de Sévigné,22Mars 1678.

Cara Maria,
con queste ultime traduzioni mi sembra di aver precisato a sufficienza. E’ davvero lontano dalla dimensione dei salotti,
il suo universo non mi sembra vicino a quello dei sentimenti,interessato piuttosto com’è alle più diverse forme di intelligenza,razionalità e conoscenza…Forse potresti puntare a un terzo incontro spettacolo dove inserire o monograficamente solo lui e la tua musica,oppure un collage dei libertini dei due secoli,con le varie sfumature dovute anche all’arco temporale lungo. Anche sul piano cronologico è sfalsato e si sente! Mi dispiace di non poterti incoraggiare,ma,in fondo ti offro nuove suggestioni!
Ti allego anche la griglia che mi avevi mandato con le mie aggiunte(delle quali puoi fare quello che vuoi),dove ho anche reinserito le parole chiavi in francese,per risolvere la questione per me irrisolvibile di differenziare in italiano TENDRE
E TENDRESSE. Tanto non è incomprensibile da parte del pubblico intuire il significato di parole isolate con un testo intorno tutto in italiano,specie se  saranno lette con lentezza e chiarezza.
Aspetto le tue reazioni per andare avanti. Che altri compiti mi assegni?
Presto Valentina mi invierà la traduzione ritmata della Scuola delle Mogli. Eugenio dovrebbe farmi sapere il telefono di LAURA,se tu decidessi che servono voci femminili per leggere le due colonne. La seconda voce potrebbe essere quella 
di Chiara. Per lei ho già il telefono;devo solo controllare se è tornata dal Messico dove era in piena foresta per i suoi
studi di antropologia. Se vuoi avere un’idea del loro aspetto,puoi andare sul blog CERFVOLANT3436.blogspot.com 
al post Atelier di scrittura creativa;
sono loro le due ragazze premiate (con foto)al concorso dell’ambasciata francese .Sono passati più di dieci anni,ma 
sono rimaste quasi con lo stesso aspetto.

A  presto e buona giornata,
mariel

 Ho inserito,solo per provare,le documentazione di altre traduzioni per le parole chiave:


La Griglia  con gli ultimi inserimenti,tradotti,ma da decidere se utilizzarli.



Affinché voi comprendiate meglio il disegno di Clelia,vedrete che ha immaginato che si può provare tenerezza per tre cause diverse: per una grande
estime , per reconnaissance o per inclination: ed è ciò 
che l’ha obbligata a stabilire  queste tre città di Tendre, su tre fiumi che portano questi tre nomi e di immaginare anche queste tre strade differenti per andarci. E come si dice Cuma sul mar Ionio e Cuma sul Tirreno, così si dice Tendre sur Inclination, Tendre sur Estime, Tendre  sur Reconnaisance.
  Madame de Grignan
  Aux Rochers  ,dimanche 28ejuin[1671]
[...]Consento al commercio di bello  spirito che mi proponete. L’altro giorno ho fatto una massima subito
 senza pensarci,e  la trovai così buona che credetti  di 
averla imparata a memoria di  quelle  di M de La Rochefoucault.
Vi prego di dirmelo:in quel caso bisognerebbe lodare la
 mia memoria più della mia facoltà di giudizio. Dicevo,
come se non avessi detto niente che l’ingratitudine attira
 i rimproveri,come la riconoscenza attira nuovi benefici . Ditemi dunque che cos’è questo? L’ho letto? L’ho sognato? L’ho immaginato? Niente è più vero che la cosa, e niente è
 più vero anche che non so dove l’ho presa e che l’ho 
trovata tutta organizzata nella testa e nella punta della  lingua[...]




 quindi rivolto al pubblico che non può apprezzare lo "stile alto"? come a dire "noi" siamo più raffinate? perché, dopo l' intro della carta di Tendre sembra un commento al linguaggio delle salottiere ...Certo,tanto che la précieuse dà del borghese a suo zio.
Subito usando la citazione della Mlle de Scudéry,per dire che cosa le signorine devono imporre per essere rispettate dagli uomini!

Ma che diavolo di gergo sento qui? Ecco del vero stile 
alto.- In effetti, ci sono persone del tutto sconvenienti
 in tema galanteria? Ci scommetto  che non hanno
 mai visto la Carte de Tendre e che Biglietto-Dolce, Delicate Premure, Biglietti Galanti e Graziosi Versi, sono terre sconosciute per costoro. Non vedete che l’intera loro persona testimonia tutto questo, che non hanno per nulla quei modi  che forniscono subito una buona opinione delle persone? Venire in visita
 amorosa senza alcun ornamento, un cappello 
senza piume di struzzo, senza una parrucca 
pettinata, un abito che sopporta una povertà 
di nastri...
Mio Dio, che spasimanti sono questi?  Quale frugalità d’aggiustamenti e quale asciuttezza di conversazione! 
Non può durare, non la  si regge. 

musica
Tuttavia come ha presunto che  Tendre  che nasce su Inclination  non ha bisogno di nient’altro per essere quella che è ,Clelia, come potete vedere non ha posto nessun villaggio lungo i bordi di questo fiume, che va 
così veloce che non ci sono  soste da fare per andare 
da Nouvelle Amitié a Tendre.


musica

A Paris, le mercredi 18e février [1671]

Vi scongiuro, cara figlia, di conservare i vostri occhi 
per i miei, sapete che devono finire al vostro servizio. Comprendete bene, mia bella, che nel modo in cui mi scrivete, bisogna bene che pianga leggendo le vostre lettere. Per capire qualcosa dello stato in cui sono per
 voi, aggiungete, mia cara, alla tenerezza e all’inclinazione naturale che ho per la vostra persona, 
la piccola circostanza d’essere persuasa che mi amate,
 e giudicate l’eccesso dei miei sentimenti. Cattiva! Perchè mi nascondete talvolta tesori tanto preziosi? 
Avete paura che io muoia di gioia? Ma non temete 
anche che io muoia per il dispiacere di credere di 
vedere il contrario?  lasciatemi gioire di un bene
 senza il quale la vita mi è dura e fastidiosa; non 
sono per niente parole, sono verità.

Mme de Sévigné


Ma per arrivare a Tendre sur estime, non è lo stesso: poiché Clelia  ha  messo ingegnosamente altrettanti villaggi  quante sono le piccole e grandi cose  che 
possono contribuire a far nascere, per stima, questa tenerezza di cui intende parlare.




Non gettate così lontano i libri di La Fontaine. Ci sono
 favole  che vi rapiranno e dei racconti  che vi 
 affascineranno: la fine delle Oche  di fratello Filippo,
 I Remois e Il Cagnolino; tutto ciò è molto carino, solo
quello che non è di questo stile è piatto. Vorrei scrivere 
 una favola che gli facesse intendere  quanto è miserabile forzare il suo talento a uscire dal suo genere, e quanto la
 follia di voler cantare su tutti i toni crea cattiva musica.
 La Fontaine non deve allontanarsi dalla grande capacità
che ha di raccontare.

La Donna e il Segreto

È difficile a chi porta le gonne il custodire un gran 
egreto in petto; quantunque sotto un simile rispetto, 
ci sian uomini peggio delle donne.
Un marito per mettere alla prova la sua donna, una
 notte a dire uscì: - Nel ventre par che tutto mi si muova, provo un dolor che non provai fin qui.
Ho fatto un ovo. - Un ovo, o Dio bambino! - Ecco,
 vedilo qui tiepido ancora, guardati ben dal dirlo. 
Ogni vicino mi chiamerebbe gallinetta allora -.
La donna, nuova al caso, con spavento, per tutti i
 santi di tacer giurò. Ma non durò poi molto il 
giuramento, ché appena in Oriente il sol spuntò,
scesa dal letto va da una comare e: - Amica, - dice, - 
amica, un caso novo, ma zitta, non mi fate bastonare,
 sapete? mio marito ha fatto un ovo.
- Un ovo? - Signorsì, tre volte tanto i soliti, ma zitto in
 carità. - Gesummaria! - Tacete. - Dal mio canto non
 fiato, ve lo giuro, andate là -.
Quando partì la femmina dell'ovo, l'amica che a cantar
 nel ventre sente il gran segreto, al solito ritrovo cammina 
a sparpagliarlo fra la gente.
Ma in vece d'uno, nel contar la storia, disse che l'uomo
 n'avea fatti tre, e un'altra ancor più corta di memoria,
 in gran segreto quattro gliene dié.
Il segreto era quello del magnano, tutti parlavan dell'avvenimento, e l'ovo crebbe sì di mano in mano,
 che in capo al dì n'aveva fatti cento.


In effetti voi vedete che da  Nuova Amicizia  si passa a un luogo che si  chiama Grand Esprit, perché solo da un grand esprit  può nascere l’estime; (nel senso che l'elevazione dello spirito suscita la stima)
Il giansenista Nicole è un grande spirito???
A  Mme de Grignan et à Pauline de Grignan
Aux Rochers,
dimanche,6e   novembre [1689]
«Il signor Nicole è divino. Veramente, dev'essere
 che egli si aiuta con la grazia sufficiente, che
 non è sufficiente, ma per me è sufficiente perché 
essa è la grazia efficace detta con altre parole».


Lettre à Mme de Grignan
          A Paris ,mercredi 20e janvier [1672]
Ecco le Maximes di M. de la Rochefoucault riviste, corrette e aumentate: è da parte sua che ve le invio. 
         Ce ne sono di divine; e per mia onta ce ne sono
 che io non capisco. Dio sa come voi le intenderete:
- Si on juge de l’amour par la plupart de ses effets, il ressemble plus  à la haine qu’à l’amitié
 -S’il ya un amour pur et exempt du mélange de nos autres passions,
 c’est celui  qui est caché au fond du cœur, et que nous  ignorons nous-mêmes.
-L’amour  aussi bien que le feu ne peut subsister 
sans un mouvement continuel; et il cesse  de vivre 
 dès qu’il cesse d’espérer  ou de craindre.


Poi vedete quei piacevoli villaggi  di Versi Graziosi, 
di Billet Galant e di Billet Doux, che sono le
 operazioni più abituali  del grande spirito
 agli inizi di un’amicizia. 




Permettez-moi, belle Julie,
de mêler mes vives couleurs
à celles de ces rares fleurs
dont votre tête est embellie :
Je porte le nom glorieux
Qu’on doit donner à vos beaux yeux. 



Franche d’ambition  je me cache sous
 l’herbe,modeste en ma couleur ,modeste
 en mon séjour;
Mais si sur votre front je me puis  voir
 un jour,la plus humble  des fleurs 
  sera la plus superbe.



Poi, proseguendo per  questa via, vedete 
 Sincérité, Grand Cœur, Probité, Générosité,  
Respect, Précision   e Bonté, tutto (di fronte)
 a Tendre, Per far capire che non c’è vera stima
 senza bonté e che non si può arrivare a Tendre 
da quel lato senza avere quella preziosa qualità.
A  Mme de Grignan
A Paris, ce vendredi 12e Février [1672]
[...]Ho avuto  una  grande conversazione con M Le Camus; vi ama e vi onora;è istruito a perfezione.
Il vescovo non ha che da frequentarlo .Entra così perfettamente nei nostri sentimenti ,che mi dà consigli;
ed io saprò attraverso lui i suoi modi;è irritato dai comportamenti disonesti;e siccome ne ha di molto contrari,non fa fatica a entrare nei nostri interessi ,
dove la rettitudine e la sincerità sono di casa. Quello 
 a  cui  non bisogna affatto rinunciare ,qualunque cosa accada:questa moda torna sempre. Non si imbroglia  abbastanza a lungo il mondo e i furbi sono alla fine scoperti;ne sono persuasa.[...]


A Mme de Grignan
Aux Rochers,dimanche 31e  mai [1671]


[...]Mlle du Plessis è proprio come l’avete lasciata ;ha una nuova amica a Vitré,di cui si orna ,perché è un bello spirito che ha letto tutti i romanzi,e che ha ricevuto due lettere 
dalla principessa di Tarente. Ho fatto  dire con cattiveria tramite Vaillant  che ero gelosa di questa nuova amicizia,
che non lo testimonierei per nulla,ma che il mio cuore era preso:tutto quel che ha detto   in proposito è degno di
 Molière. E’ una cosa piacevole  vedere con quale cura
 mi gestisce  e come distoglie abilmente la conversazione
 per non parlare affatto della mia rivale davanti a me: ed 
io recito anche molto bene il mio personaggio.
I miei alberelli sono di una bellezza sorprendente .Pilois
li fa salire fino alle nuvole con una probità ammirevole. 
Per davvero,niente è tanto bello  come questi viali che
 avete visto nascere. Sapete che vi ho dato un genere di
 motto che vi si adattasse.
ecco una parola che ho scritto su un albero per mio figlio
 che è tornato da Candia  ,”vago di fama” .Non è carina
per non essere che una parola?Feci scrivere ancora ieri ,
in onore dei pigri,”bella cosa far niente”(in italiano nel testo)”

Al conte di Bussy Rabutin
a Paris,ce 26e  luglio 1668.


Voglio cominciare  col  rispondere in due parole alla
 vostra lettera del 9 di questo mese,e poi il nostro
processo sarà finito.
Mi attaccate con dolcezza,signor conte, e mi rimproverate con finezza che non ho  una grande attenzione per gli sfortunati;
ma che in compenso batterò le mani per il vostro ritorno;
 in una parola,che urlo coi lupi,e che sono di abbastanza buona compagnia per non contraddire  coloro che
 biasimano gli assenti.
Vedo bene che siete mal al corrente sulle notizie di questo paese. Cugino mio,apprendete dunque da me che non c’ è  modo di accusarmi di debolezza per i miei amici .Ce ne
 sono molti altri,ma non quello.,come dice Mme Bouillon. questo pensiero non è che nella vostra testa,ed io ho dato 
 qui  le mie prove di generosità sul tema di quelli in disgrazia(cfr.Fouquet e il cardinal de Retz),
che mi hanno messo in una posizione d’onore in molti
 buoni luoghi,che vi direi se volessi. Non credo dunque
 di meritare  questo rimprovero,e occorre che voi 
cancelliate quest’articolo sul promemoria dei miei 
difetti.[...]

  A Coulange
A  Paris,ce vendredi 19e  décembre [1670]

quel che si chiama cadere dall’alto delle nuvole è quello
 che successe ieri sera alle Tuileries;ma bisogna 
riprendere   le cose da più lontano .Siete per questo alla gioia,ai trasporti amorosi, ai rapimenti della principessa
 e del suo felice amante. Fu dunque lunedì che la cosa
fu dichiarata,come avete saputo. Il martedì si passò a parlare,a sorprendersi,a fare complimenti.  Il mercoledì  ,Mademoiselle fece una donazione  a M. de Lauzun,col progetto di dare i  titoli ,i nomi e gli ornamenti necessari
 per essere chiamati  nel contratto di matrimonio ,che fu
 fatto lo stesso giorno. Gli  dette  ,dunque,aspettando il meglio,quattro ducati
:il primo,è la contea d’Eu,che è la prima Parìa
di   Francia e che dà il primo rango;il ducato
di Montpensier,di cui ieri portò il nome per tutta
 la giornata;il ducato di Saint-Fargeau,,il ducato
 di Châtellerault:tutto ciò stimato ventidue milioni
.Il contratto fu fatto dopo,dove prese il nome di Montpensier.il giovedì mattina,che era ieri,
Mademoiselle sperò che il Re avrebbe firmato,
come aveva detto; ma verso le sette di sera,Sua 
Maestà era stato persuaso dalla Regina,da 
Monsieur,e parecchi vecchioni,che quell’affare 
faceva torto alla sua reputazione,si risolse a 
romperlo,e ,dopo aver fatto venire Mademoiselle
e M. de Lauzon,dichiarò loro ,davanti a M. le
Prince che vietava loro di pensare a quel matrimonio.
 M. de Lauzun ricevette quest’ordine con  tutto
 il  rispetto , tutta la sottomissione ,tutta la fermezza,
e tutta la disperazione che meritava una così grande 
caduta. Per Mademoiselle,secondo il suo umore,
 scoppiò in pianti,in grida,in dolori violenti,in lamenti eccessivi;e per tutto il giorno non è uscita dal suo letto,
senza inghiottire nient’altro che brodini. Ecco un bel sogno,ecco un bel soggetto di romanzo o di tragedia ,
ma soprattutto un bel soggetto da ragionare  e da
parlare eternamente: è ciò che noi facciamo giorno
 e notte,sera e mattina,senza fine,senza tregua.
Speriamo che farete altrettanto,e” fra tanto
vi bacio le mani”(in italiano nel testo) .





“Eccoci a questo tratto così nuovo e così singolare, (del romanzo di  M.mede La Fayette ) che è la  confessione che la princesse de Clèves fa a suo  marito dell’amore che lei  porta al duca di Nemours.
Che si ragioni finché si voglia su questo: io trovo 
il tratto ammirevole e molto ben preparato. E’ la
 più virtuosa donna del mondo che crede di aver 
ragione di diffidare  di se stessa, perchè sente il
 suo cuore prevenuto suo malgrado in favore di
 un altro diverso da suo marito. Si accusa come
 di un crimine di questa sua inclinazione del
 tutto involontaria e per quanto innocente sia;
 cerca aiuto per vincerla. Dubita di avere la
 forza di venirne a capo se si fidasse solo di sé.
 E per imporsi ancora una condotta  più  austera
 di quella che la sua propria personale virtù le
 imporrebbe, fa a suo marito la confidenza di 
ciò che sente per un altro.
In questo io non vedo altro che un atto bello
 ed eroico.”



"Ebbene, signore, gli rispose gettandosi alle sue 
ginocchia, vi farò una confessione che mai è
 stata  fatta a un marito; ma l’innocenza della 
mia condotta e delle mie intenzioni me ne dà 
la forza. Vi chiedo mille volte perdono se
 nutro sentimenti per un altro uomo, ma non
 vi affliggerò mai con le mie azioni. Pensiate 
che per fare quel ch’io faccio, occorre avere
 più amicizia e più stima per un marito di quanto 
se ne abbia mai avuta; guidatemi, abbiate pietà 
di me, e amatemi ancora, se potete."
M. de Clèves pensò di morire di dolore ,e 
 abbracciandola e sollevandola disse:
"abbiate pietà di me voi stessa, signora, Voi mi 
sembrate più degna di stima e d’ammirazione 
che tutto quel che c’è mai stato di donne al 
mondo; ma anche io mi trovo il più infelice 
uomo che sia mai esistito. Ho tutt’insieme la
 gelosia di un marito e quella d’un amante;
 la fiducia e la sincerità che voi avete per me
 hanno un valore infinito: mi stimate 
abbastanza per credere che non abuserò di
  questa confessione: Avete ragione,signora
, non ne abuserò e non vi amerò meno per
 questo. Mi rendete infelice per il più grande
 segno di fedeltà che mai una donna abbia
 dato a suo marito."



 “Bah … La confessione di Mme de Clèves a 
suo marito è stravagante, e si può immaginare
 forse in una storia vera; ma quando se ne fa
 una a piacere, è ridicolo dare alla propria 
eroina un sentimento così straordinario.
L’autrice, facendolo, ha pensato di più a 
non  somigliare  agli altri romanzi  che a
 seguire il buon senso.
Una donna dice raramente a suo marito 
che qualcuno è innamorato di lei, ma mai
  che lei abbia dell’amore per un altro, 
diverso da lui. E tanto meno gettandosi 
alle sue ginocchia, come fa la principessa.
(trovo contraddittoria questa
critica, non trovi? prima dice 
che in una storia vera passi, ma
 nel romanzo è improponibile,
 poi aggiunge che nella realtà
 non accade e che l' autrice 
vuole fare la "originale" nel
 romanzo)  Se lo potevano 
permettere,vista la loro 
condizione così prestigiosa
e universalmente ammirata....


Dopo ciò, bisogna, per favore, tornare a Nouvelle Amitié  per vedere da quale via si va da lì a Tendre sur Reconaissance.





A  Madame de Grignan
Aux Rochers  ,dimanche 28ejuin[1671]

[...]Consento al commercio di bello  spirito 
che mi proponete. L’altro giorno ho fatto
 una massima subito senza pensarci,e  la 
trovai così buona che credetti  di averla
 imparata a memoria di  quelle  di M de
 La Rochefoucault.
Vi prego di dirmelo:in quel caso
 bisognerebbe lodare la mia 
memoria più della mia facoltà 
di giudizio. Dicevo,come se
 non avessi detto niente che
l’ingratitudine attira i rimproveri,
come la riconoscenza attira nuovi
benefici . Ditemi dunque che cos’è
 questo? L’ho letto? L’ho sognato? 
L’ho immaginato? Niente è più vero 
che la cosa, e niente è più vero anche
 che non so dove l’ho presa e che
 l’ho trovata tutta organizzata nella
 testa e nella punta della  lingua[...]



Vedete dunque ,vi prego, come bisogna andare prima da Nuova Amicizia a Complaisance
dopo, a quel piccolo villaggio chiamato Soumission,
A Madame de Grignan

Achevée à Paris, ce mercredi 4e  mai [1672]
Comincio un po’ prima del ragionevole
mia  cara,per chiacchierare un po’ con voi. 
Non posso dirvi quanto vi compiango,
quanto vi lodo,quanto vi ammiro:ecco il mio 
discorso diviso in tre punti. Vi compiango
 di essere soggetta a umori neri
che vi fanno sicuramente molto male; vi lodo 
di esserne padrona quando occorre,e 
principalmente per M. de Grignan,
che ne sarebbe compenetrato:è un 
segno dell’amicizia e della compiacenza  
che avete per lui; vi ammiro di costringervi
per parere quel che non siete: ecco che cosa
 è eroico e frutto della vostra filosofia; voi
avete in voi di che esercitarla[...].  


Ognuno ha il suo metodo.
In fatto di moglie, come in tutto, io voglio
 fare a modo mio.
Scegliere una metà che dipenda del tutto
 da me,
e per la cui  sottomissione piena
non abbia da rinfacciarmi alcun bene 
né nascita.
Un’ aria dolce e posata, fra altri fanciulli,
mi ispirò amor per lei fin dai quattro anni,
sua madre trovandosi da povertà oppressa
mi venne in mente di chiedergliela
e la brava contadina, sentendo il mio
 desiderio
di togliersi quel peso non le parve vero.
In un piccolo convento, lontano da ogni
 relazione,
la feci allevare seguendo la mia politica
cioè ordinando quali cure si sarebbero
 impiegate
per renderla il più possibile idiota.
Grazie a Dio, il successo è seguito
 alla mia attesa:
e cresciuta, l’ho vista a tal punto
 innocente,
che ho benedetto il cielo d’aver 
raggiunto il mio scopo,






















































Il villaggio di sottomissione (e che) confina con un altro molto piacevole che si chiama  Soins Delicats . 

LA SCUOLA DELLE MOGLI. 
Atto I,scena I,versi 123/165-
trad. Sandro Bajini,Garzanti 1994.


Arnolphe-Ciascuno ha il suo sistema.
Con le donne e col resto io faccioa modo mio.
Sono ricco abbastanza ,io credo,per potere
Scegliere  una   metà che mi deva ogni cosa,
E da cui la completa e piena  dipendenza
Non venga a ricordarmi  nascita e patrimonio.
Quattr’anni aveva,e il viso di lei dolce e
 compunto In mezzo all’altre bimbe mi suscitò l’amore,Sua madre si trovava in gravi  ristrettezze
E di chiederla in moglie mi venne la pensata,
La buona contadina ,di fronte alla richiesta,
Accettò di buon grado di levarsi un tal peso.
In un convento lungi da mondano commercio,
Io la feci educare secondo i miei principi.
Vale a dire ordinando d’usar qualsiasi mezzo
Per farla diventare idiota il più possibile.
la Dio mercé,il successo ha coronato l’attesa:
L’ho vista ora,cresciuta,a tal punto innocente
Che ho ringraziato il cielo d’avermi accontentato
Col darmi una mogliera,fatta a misura mia.
L’ho dunque ritirata ; ma poiché la mia casa
E’ aperta tutto il giorno a ogni sorta di gente,
L’ho collocata altrove,come vuole prudenza,
in un quartiere dove non ricevo nessuno.
e per non rovinare la sua indole buona,
Le ho messo accanto gente semplice come lei.
Mi chiederete adesso:perché questo racconto?
E il risultato  è questo:come fedele amico,
Io vi invito stasera a cenare con le,
voglio che voi possiate un poco esaminarla
e dirmi se davvero io son da condannare.
Chrysalde – Acconsento.
Arnolphe – potete,nella conversazione,
Giudicare la donna e l’innocenza sua .
Chrysalde – Sopra quest’argomento quel 
che m’avete detto
Non può...
Arnolphe – La verità va più in là del racconto.
Nei candidi suoi modi ogni giorno l’ammiro.
E talvolta ne dice che tanto mi fan ridere.
L’altro giorno(chi lo potrebbe credere?)
Era tanto in pena che venne a chiedermi
con un’innocenza a nessun’altra pari,
Se dalle orecchie vengono i pueri.
Chrysalde – Signor Arnolphe,me ne rallegro tanto.


Lettre  à Mme de Grignan
A Paris, mercredi 10e juillet [1675]
Sono, ve lo assicuro, alla disperazione per
 l’inquietudine che vi ha procurato la mia 
salute. Ahimè, mia bella, non pensate ad 
altro  e il vostro ragionamento è fatto 
apposta per procurarvi angoscia. Dite 
che vi si fa mistero del mio salasso; ma
in fede mia, non sono affatto malata, non
 ho avuto affatto le caldane. Decisi il mio
 salasso bruscamente, secondo la necessità
dei miei affari, piuttosto che su quella della 
mia salute; mi sentivo un po’ oppressa:
giudicai che mi  occorresse un salasso
 prima di partire, al fine di mettere questo
 salasso come provvista nei miei bagagli. 
 Non vi feci sapere niente perchè ciò 
 avrebbe avuto l’aria di fare la scena 
di chi è impedita,e questa discrezione 
 vi è costata mille pene. Ne sono disperata,
 figlia mia; ma credetemi, non vi ingannerò
 mai, e seguendo le nostre massime  di non
 risparmiarci affatto,vi farò sapere sempre
 sinceramente come sto; fidatevi di me. 
Per esempio, si vuole ancora che io mi
 purghi. ebbene, lo farò come ne avrò  
 il tempo; non ne siate punto spaventata.
 sto molto bene, sbarazzatevi di questa 
inquietudine.


Vedete, io dico, che da lì si deve passare per Assiduité, 
per far capire che non basta aver per qualche giorno tutte
quelle delicate premure  obbliganti, che producono tanta riconoscenza, se non le si ha in modo costante.




Lettre  à  M . de Coulanges
 A Paris ce lundi 15e décembre 1670.
     Vado a farvi conoscere la cosa più sorprendente, 
la più meravigliosa, la più miracolosa, la più trionfante ,la più stordente, la più inaudita, la più singolare, la più straordinaria, la più imprevista,
la più grande, la più   piccola, la più rara, la più comune, la  più sfarzosa, la più segreta fino ad 
oggi, la più brillante, la più degna d’invidia:
 infine una cosa di cui non si trova  che un
 esempio nei  secoli passati, una cosa che 
 non la si  può credere   a Paris, come non si 
potrebbe   credere a Lyon; una cosa che fa 
gridare misericordia a tutti; una cosa che
 colma di gioia Mme de Rohan   e Mme 
 de Hauterive; una cosa che infine si farà 
domenica, dove coloro che la vedranno 
crederanno   di avere le visioni; una cosa 
che si farà domenica,e che non sarà fatta, forse, lunedì. Non posso  risolvermi a dirla; indovinatela:
 ve la do in tre, gettate la vostra lingua ai cani? Ebbene! Bisogna   dunque dirvela: M. de Lauzun sposa domenica  al Louvre, indovinate chi? Ve la
 do in quattro,ve la do in dieci; ve la do in cento. 
E' ben difficile  da indovinare;è M.mede la Vallière? -Niente affatto, Madame.
E’ dunque M.llede Retz? Proprio per niente, siete
 molto provinciale. Veramente  siamo ben stupide, 
voi dite, è M.lleColbert.?-  Ancor meno.
E’ certamente M.lle de Créquy? Non ci siete.
 Occorre dunque alla fine dirvelo: sposa, 
domenica al Louvre, col permesso del re, 
Mademoiselle, Mademoiselle de ...
Mademoiselle, indovinate il nome:
sposa Mademoiselle, in fede! in fede mia!
 La mia fede giurata! Mademoiselle, la
 grande   Mademoiselle; Mademoiselle, figlia di Monsieur; Mademoiselle, nipote di Henri IV; Mademoiselle  d’Eu, Mademoiselle de Dombes,Mademoiselle de   Montpensier,
 Mademoiselle d’Orléans, Mademoiselle,
 cugina germana del Re;
 Mademoiselle destinata al trono; Mademoiselle,
 il solo partito di Francia che fosse degno di
 Monsieur. Ecco un bel soggetto per discorrere
 Se gridate, se siete fuori di voi, se vi dite che
 abbiamo mentito, che questo è falso, che ci
 si burla di voi, che è una bella presa in giro, 
che tutto questo è uno scherzo di cattivo gusto.
 Se infine ci lanciate ingiurie: noi troveremo 
che   avete ragione; ce la siamo presa quanto 
voi.Addio, le lettere  che saranno recapitate 
per  via ordinaria vi faran vedere  se diciamo
il  vero o no.



Dopo vedete che si deve passare a un altro
 villaggio che si chiama  Diligence e non fare 
 come certe persone tranquille  che non si
 affrettano neanche  un po’ per quanto le si
 preghi e che   sono talvolta incapaci d’avere
 quella sollecitudine che talvolta produce così
 tanto la gratitudine  .



Dopodiché vedete che bisogna passare  a
 Grands Services , e che, per sottolineare 
che ci sono poche persone  capaci di renderne, questo villaggio è più piccolo degli altri 



 In seguito bisogna passare  a Sensibilité, per far capire  che bisogna  percepire fino ai più piccoli dolori di quelli  che si amano.
A Mme de Grignan
A Paris,lundi 9e février [1671]
Ricevo le vostre lettere ,mia cara,come voi 
avete ricevuto il mio anello; fondo in lacrime
 leggendole,
sembra che il mio cuore voglia  fendersi a metà
,sembra che mi scriviate ingiurie,o che siate 
malata o che vi sia capitato qualche incidente,
ed è tutto il contrario:mi amate,bimba mia cara ,
e me lo dite in un modo che
 non posso sostenere  senza pianti in abbondanza. 
Continuate il vostro viaggio senza alcuna avventura
fastidiosa;e quando vengo a sapere tutto questo,
che è per l’appunto tutto quello che  può esserci
 per me di più piacevole,eccomi nello stato in cui 
sono. Avvertite  dunque che pensate a me,
ne parlate,e preferite
scrivermi i vostri sentimenti  piuttosto  di quanto
 amiate dirmeli. In qualunque  modo   mi arrivino,
sono ricevuti     con una tenerezza e una  
 sensibilità  che non è compresa  che da 
coloro che sanno amare come io faccio.
 Mi fate provare per voi tutto ciò che
 è possibile sentire in quanto a tenerezza;
ma se voi pensate a me ,mia povera cara,
siate certa anche  che  io penso continuamente a voi; 
è quel che i devoti  chiamano un pensiero abituale[...]



Dopo, bisogna, per arrivare a Tendre, passare
 per  Tendresse  perché l’amicizia (amore) attira
 l’amicizia,sogna poi andare a Obéissance,

non essendoci quasi niente che impegni di più
 il  cuore  di coloro a cui si obbedisce se non
 la cieca obbedienza.





De Madame de Sévigné à  Ménage.

                            23juin(1668)
 Votre souvenir m’a donné une
 joie sensible, et m’a réveillé 
 tout l’agrément de notre ancienne
 amitié. Vos vers m’ont fait souvenir
 de ma jeunesse, et je voudrais
 bien savoir pourquoi le souvenir de la
 perte d’un bien aussi irréparable ne
 donne point de tristesse. Au lieu du 
 plaisir que j’ai senti, il me semble 
qu’on devrait pleurer : mais, sans
 examiner d’où peut venir ce sentiment,
 je veux m’ attacher à celui que me
 donne la reconnaissance que j’ai de 
votre présent. Vous ne pouvez douter
qu’il ne me soit agréable, puisque mon 
amour-propre y trouve si bien son 
compte, et que j’y suis célébrée parle
 plus bel esprit de mon temps. Il faudrait,
 pour l’honneur de vos vers, que j’eusse
 mieux mérité tout celui que vous me
 faites. Telle que j’ai été, et telle que je
suis, je n’oublierai jamais votre véritable
 et solide amitié, et je serai toute ma vie
 la plus reconnaissante comme la plus 
ancienne de vos très-humbles servantes.
La marquise de Sévigné.


e per arrivare infine là dove si vuole andare,
 bisogna passare  da Amitié constante, che
 è certamente il cammino più sicuro per
 arrivare a Tendre sur Reconnaissance.








Ma, Signora, siccome non ci sono sentieri
 dove  non  ci si possa  che sono a Nuova 
Amicizia,se prendano  un po’ più a destra, 
o un po’ più a sinistra,  si smarriscano pure;
 perché se  partendo dal Grand  Esprit,
 si andava a Négligence, che voi vedete
 proprio di fronte  su questa carta; in
 seguito  continuando questo smarrimento,
 si andasse a  Inégalité.  


A Mme de Grignan,
à Paris, ce dimanche 26e avril,1671.

       E’ domenica  26 aprile; questa lettera non
 partirà che mercoledì; ma questa non è una lettera,
 ma il racconto che Moreuil mi ha appena fatto, per voi, 
di quel che è accaduto a Chantilly relativo a Vatel,
 il cuoco del Re.
Vi ho scritto venerdì che si era pugnalato: ecco 
l’affare in dettaglio:
     Il Re arrivò giovedì sera; la caccia,
 le lanterne, il  chiar di luna, la passeggiata,
 la merenda in un  posto tappezzato di 
giunchiglie, tutto  andò  a meraviglia. 
Cenammo. Ci furono alcuni tavoli  
 dove mancò l’arrosto a causa  di  diversi
 coperti imprevisti. Questo turbò  molto
Vatel;  pronunciò molte volte: ”Ho perso
l’onore; ecco un affronto che non 
sopporterò". Disse a Gourville:” Mi gira
la   testa. Sono dodici notti che non ho 
dormito; aiutatemi a dare ordini.” Gourville 
 lo confortò   come poté . Quell’arrosto che 
era mancato, non alla tavola del Re, ma ai 
venticinquesimi, gli tornava sempre in mente.
 Monsieur il  Principe andò fino in camera
 sua, e gli disse: ”Vatel, va tutto bene; niente
 era bello come  la cena del Re.” E lui disse:
 ” Monseigneur  la vostra bontà mi  dà il
 colpo di grazia; so che l’arrosto è mancato
 a due tavoli, non sopravvivrò a questo
 affronto; ho onore e reputazione da perdere.” .
 – Niente affatto, disse il Principe,
 non preoccupatevi, va tutto bene.” 
Viene la notte: i fuochi d’artificio 
non riescono, sono coperti da una
nuvola; erano costati sedicimila 
franchi. Alle quattro del mattino, 
Gourville si  burlò di lui. Vatel sale
 in camera sua, mette la sua spada 
contro la porta  e se la passa attraverso
 il cuore, ma non succede che al terzo 
colpo, perchè ne aveva sferrati due che 
non erano stati mortali; cade morto. 
Vanno in camera sua; urtano contro
la porta, la sfondano; lo  trovano 
nnegato nel suo sangue, si corre da 
Monsieur il Principe, che è alla 
disperazione. Monsieur il Duca 
pianse, era su Vatel che ruotava
 tutto il suo viaggio in Borgogna. 
Monsieur il Principe lo disse al Re 
con grande tristezza. si è lodato e 
biasimato il suo coraggio. Tuttavia
 Gourville  cerca di porre riparo alla 
perdita di Vatel. E così è stato. Si è
 pranzato  molto bene, si è fatto 
merenda, si è cenato; si è
 passeggiato, si è giocato,
 siamo stati a caccia; tutto era
 profumato di giunchiglie, tutto
 era incantato.




di là a Tiedeur
A Mme de GRIGNAN
A Paris, ce vendredi 20emars [1671]


Figlia mia cara, Dite una parolina in una delle vostre lettere, 
di Mme de Lavardin; è entusiasta del vostro merito, ed io,
bambina mia, della tenerezza che ho per voi. Se non ve ne 
parlo ancora abbastanza di buon grado, è per discrezione; 
ma, in una parola, mi occupate interamente, e senza darvi 
nessun appuntamento spirituale, come Mlle de Scudéry, 
siate sicura che  non sapreste  pensare a me in nessun 
momento in cui io non pensi a voi, non sapreste pensarci 
a torto, piccina mia. Ma guardate un po’ la luna,
questa luna che guardo anch' io; vediamo la stessa cosa, 
sebbene a duecento leghe lontane l’una dall’altra. 

  
a Legéreté;



A Mme de Grignan
à Paris,ce  vendredi,24e  avril [1671]

"Ho comprato, per farmi una veste da camera, 
na stoffa come quella che avete voi per la vostra 
ultima sottana. È ammirevole. C'è un po' di verde, 
ma domina il viola, insomma, ho dovuto soccombere.
 Si voleva farmela foderare di color fuoco, ma ho 
trovato che sarebbe apparsa, da parte mia, 
un'impenitenza finale. Il di sopra è fragilità pura,
 ma il disotto sarebbe stata una volontà 
determinata che mi è sembrata contro tutti i 
buoni costumi, e allora mi son gettata nel 
taffettà bianco».






e a Oblio;     
A Mme de Grignan
                             Aux Rochers, dimanche 31e mai
Finalmente,figlia mia,eccoci in questi poveri Rochers. 
 Quale modo di rivedere questi viali,queste insegne,
questo studiolo,questi libri,questa camera,senza 
morire di tristezza? Ci sono ricordi piacevoli;ma 
ce ne sono di così vivi e teneri,che si fa fatica a 
sopportarli: ne fan parte quelli che ho di voi. Non
 capite affatto bene l’effetto che questo può fare
 in un cuore come il mio?
   Se i continuate a  stare  bene,cara bambina mia,
non verrò a trovarvi che l’anno venturo:la Bretagna
 e la Provenza non sono compatibili. Sono una cosa
 strana i grandi viaggi: se si restasse  sempre nello 
stato in cui  si è quando si arriva,non si uscirebbe
 mai dal luogo in cui si è; ma la Provvidenza fa in
 modo che si dimentichi ;è la stessa che serve alle
 donne che hanno partorito. Dio permette 
quest’oblio perché il mondo non finisca e si 
 facciano viaggi in Provenza. quello che vi
 farò mi darà la più grande gioia che possa
 ricevere nella mia vita; ma che  tristi pensieri
 non vedere per niente  la fine al vostro
soggiorno! Ammiro e lodo sempre più la
 vostra saggezza.  Sebbene,a dire il vero,
io sia molto toccata  da questa impossibilità
,spero che a quel tempo vedremo le cose in
 un’altra maniera;Occorre ben sperarlo
;perché senza questa consolazione ,non
 ci sarebbe che da morire. Talvolta  ho
 qualche fantasticheria in questi boschi,
di una tale cupezza,che ne torno più
 mutata che dopo un accesso di febbre.
[...]


Invece di trovarsi a Tendre sur Estime, ci si troverebbe al Lago dell’Indifférence che vedete segnato su questa carta, e che con le sue acque tranquille  rappresenta, senza dubbio molto giustamente, la cosa di cui porta il nome in questo luogo.





Bene: quanto me, penso che il matrimonio  non deve mai arrivare  che dopo le altre avventure. Bisogna che un amante per essere gradevole, sappia declamare  i bei sentimenti, esprimere a voce o per iscritto la dolcezza, la tenerezza e la passione e che il corteggiamento abbia spirito. 
Ma per venire di punto in bianco  all’unione coniugale, non corteggiare una donna  se non facendo il contratto di matrimonio è prendere giustamente il romanzo per la coda e, ancora una battuta, padre mio,non può esistere nulla di più volgare di quel procedimento; ed io ho la nausea al solo vederlo.

 Les vertus se perdent dans l’intérêt comme les fleuves se perdent dans la mer.


“...dimenticavo di rivelarvi un segreto di cui non potete non essere a parte. Saprete dunque che dopo che Eva e suo marito ebbero mangiato la mela vietata, dio, per punire il serpente che li aveva tentati lo relegò nel corpo dell’uomo. Non è più nata da allora creatura umana che per punizione del crimine commesso dal primo padre non nutra  un serpente nel suo ventre tratto da quel primo.

A Mme de Grignan
17 luglio 1676 

Finalmente è fatta, la Brinvilliers è nell’aria. Il suo povero corpicino è stato gettato, dopo l’esecuzione, in un  rogo molto grande, e le ceneri al vento, così che la respireremo, e con la comunicazione  dei piccoli spiriti ci attaccherà qualche umore velenoso di cui saremo tutti stupiti.
 Fu giudicata ieri. Stamattina, le si è letta  la sua sentenza , che era di fare ammenda onorevole a Notre-Dame e avere la testa tagliata, il corpo bruciato, le ceneri al vento. La si è presentata all’interrogatorio sotto tortura; ha detto che non ce n’era bisogno e che avrebbe detto tutto.
 In effetti, fino alle cinque della sera ha raccontato la sua vita, ancora più spaventosa di quanto si pensasse. Ha avvelenato dieci volte di seguito suo padre, i fratelli e parecchi altri. E sempre l’amore e le confidenze mischiate dovunque. Dopo questa confessione, non si è smesso di farle fin dal mattino l’interrogatorio ordinario e straordinario, ma non ha detto altro. Ha chiesto di parlare a Monsieur il Procuratore Generale; è stata un’ora con lui. Non si sa ancora il tema di questa conversazione. Alle sei la si è condotta, nuda, in camicia e la corda  al collo, a Notre-Dame a fare l’ammenda onorevole. Poi la si è rimessa sul carro, dove l’ho vista gettata  all’indietro sulla paglia, con  una cuffia bassa e la camicia, un dottore al seguito, il boia dall’altro lato. Veramente questo mi ha fatto fremere. Coloro che hanno visto l’esecuzione dicono che è salita  sul patibolo con molto coraggio.

 Voi lo chiamate
intestino e lo credete necessario alle funzioni della vita, ma sappiate che non è che serpente ripiegato su se stesso in tante anse e volute.  e se, quando coi suoi denti invisibili con cui quell’affamato morde il vostro stomaco, voi gli rifiutaste la sua pietanza, egli gridasse, tempestasse e vomitasse quel veleno che i vostri dottori chiamano bile, e vi riscalderebbe talmente col veleno che istilla nelle vostre arterie che voi ne sareste ben presto consumato.
Ma anche Dio non ha permesso che l’uomo solo fosse tormentato dal serpente ed ha voluto  che si tendesse contro la donna per scagliarle contro il suo veleno e che il gonfiore durasse nove mesi dopo averla punta. 

A M.mede Grignan -
A Paris,vendredi 23efévrier 1680.
Venne in carrozza da Vincennes a Paris; soffocò un po’ e fu imbarazzata. La si volle fr confessare, nessuna notizia. alle cinque la si legò e, con una torcia in mano, apparve nel patibolo,vestita di bianco; è una sorta d’abito per il rogo. Era molto rossa e si vedeva che respingeva il confessore e il crocifisso con violenza. A Notre-Dame, non volle mai pronunciare l’ammenda onorevole e, alla Grève, si difese quanto poté per uscire dal patibolo: La si tirò con la forza. La si mise sul rogo, seduta e legata col  ferro. La  si coprì di paglia. Bestemmiò molto, respinse la paglia  cinque o sei volte, ma alla fine il fuoco aumentò e la si è persa di vista  e le sue ceneri sono ora nell’aria. Ecco la morte di MmeVoisin, celebre per i suoi crimini e la sua empietà. si crede che ci saranno grandi conseguenze che ci sorprenderanno. Un giudice, cui,mio figlio diceva l’altro giorno che era una strana cosa di farla bruciare a fuoco lento, gli  disse:”Ah! monsieur, ci sono certi piccoli addolcimenti a causa della debolezza del sesso.-Eh che! monsieur le si strangola? –No,ma gli si gettano ceppi sulla testa; i ragazzi del boia strappano loro la testa con uncini di ferro.” vedete bene, figlia mia, che ciò non è così terribile come si pensa.



Così questa ragazza saggia  che vuole far conoscere su questa carta che non aveva mai avuto Amore, fa sì che il fiume dell’Inclination si getta in un mare  che si chiama il Mer Dangereuse;





Questa donna dunque soffrì tutto l’eccesso di quel martirio senza parlare.
La si conduce alla Grève. Prima d’esser gettata, dice che voleva parlare; si presenta eroicamente :”Messieurs, dice, assicurate M. Louvois che sono la sua serva e che gli ho mantenuto la parola, andiamo che si concluda.”Fu spedita all’istante. Che ne dite di questa sorta di coraggio? So ancora mille raccontini gradevoli come questo,ma il modo di dire tutto?Mentre siamo fra questi orrori,voi siete al ballo, date grandi cene,il  mio nipotino è a teatro e danza a meraviglia; in verità,è quel che si chiama il carnevale.


 Le soleil ni la mort ne se peuvent regarder fixement


perchè è abbastanza pericoloso per una donna, andare un po’ al di là delle ultime frontiere dell’Amitié;
 Ma per mostrarvi che parlo seguendo la parola del Signore, ricordo che egli disse al serpente, per maledirlo, che egli avrebbe un bel far scuotere la donna drizzandosi contro di lei che tanto alla fine  lei gli avrebbe fatto abbassare la testa!.

 "Insomma vuoi scendere, sì o no?", urlava Barbablu. "Un'altro momentino" rispondeva la moglie: e tornava a gridare: "Anna, Anna, sorella mia, non vedi tu apparir nessuno?". "Vedo" ella rispose "due cavalieri che vengono in qua: ma sono ancora molto lontani." "Sia ringraziato Iddio", aggiunse un minuto dopo, "sono proprio i nostri fratelli: io faccio loro tutti i segni che posso, perché si spiccino e arrivino presto."  Intanto Barbablu si messe a gridare così forte, che fece tremare tutta la casa. La povera donna ebbe a scendere, e tutta scapigliata e piangente andò a gettarsi ai suoi piedi: "Sono inutili i piagnistei", disse Barbablu, "bisogna morire". Quindi pigliandola con una mano per i capelli, e coll'altra alzando il coltellaccio per aria, era lì lì per tagliarle la testa. La povera donna, voltandosi verso di lui e guardandolo cogli occhi morenti, gli chiese un ultimo istante per potersi raccogliere. "No, no!", gridò l'altro, "raccomandati subito a Dio!", e alzando il braccio...In quel punto fu bussato così forte alla porta di casa, che Barba-blu si arrestò tutt'a un tratto; e appena aperto, si videro entrare due cavalieri i quali, sfoderata la spada, si gettarono su Barbablu e, colla spada lo passarono da parte a parte e lo lasciarono morto.




e fa poi sì che al di là di questo mare, c’è quel che chiamiamo Terres Inconnues, perchè in effetti noi non sappiamo per niente quel che c’è e non crediamo che nessuno sia stato più lontano di Ercole;



“C' è stato un tempo in cui l’immaginazione nell’uomo era così forte per non essere ancora stata corrotta né da stravizi e sregolatezze, né da crudezze alimentari, né dall’alterazione delle malattie … Adamo, eccitato dal violento desiderio di abbordare quel rifugio (approdare sulla luna?), divenne leggero per il fuoco di quell’entusiasmo, fu trasportato come accade ai filosofi, quando, per la loro immaginazione fortemente tesa verso qualcosa, sono portati via nell’aria con quei rapimenti che voi chiamate estatici.

Eva, che l’infermità del suo sesso rendeva più debole e meno ardente, non avrebbe certo avuto l’immaginazione sufficientemente vigorosa per vincere con il controllo della volontà il peso della materia. Ma poiché era da pochissimo che era stata tratta dal corpo del marito, la simpatia con cui questa metà, che era ancora legata al suo tutto, la portò verso di lui, via via che saliva, come l’ambra  si fa seguire dalla paglia, la calamita si volge al nord da dove è stata strappata. E così, Adamo, attirò l’opera della sua costola, come il mare attira i fiumi che da lui sono usciti. 
così che in questo modo Clelia ha trovato la possibilità di fare una gradevole morale dei sentimenti, con un semplice gioco della sua mente; e di far capire in modo molto particolare, che non ha affatto ricevuto amore, e che non ne può avere.








L’ arte della conversazione di M. de la Rochefoucault per aprire la discussione del pubblico sul tema del linguaggio rinnovato,strumento per cambiare la condizione sottomessa della dama.
        
  La conversazione era ,con la lettura,una delle distrazioni degli  habitués delle  ruelles ,ovvero di quelli che nel XVIII s. si chiameranno  poi i salotti .Considerata ad un tempo come un’arte,in questo testo è l’oggetto di un’analisi approfondita. 


      Quel che rende poche persone gradevoli nella conversazione:il fatto che ognuno pensi più a quello che egli ha l’intenzione di dire che a quel che gli altri dicono,e che non si ascolta quasi quando si ha molta voglia di parlare. Tuttavia è necessario ascoltare quelli che parlano;bisogna dar loro il tempo di farsi comprendere,e sopportare anche che dicano cose inutili.
      Ben lungi dal contraddirli e dall’interromperli,si deve,al contrario entrare nella  loro mente e nel loro gusto,mostrare che li si capisce,lodare quel che dicono tanto quanto merita d’essere lodato e far vedere che è piuttosto per scelta che li si loda piuttosto che per compiacenza. Per piacere agli altri ,occorre parlare di quel che essi amano,e di ciò che li tocca,evitare le dispute su cose indifferenti e porre loro di rado domande ,e non lasciar loro mai credere che si pretende di avere più ragione di loro.
     Si devono dire le cose con un’aria più o meno seria e su temi più o meno elevati,secondo l’umore e la capacità delle persone che si intrattengono e ceder loro lietamente il privilegio di decidere,senza obbligarli a rispondere ,quando non hanno voglia di parlare. Dopo aver  soddisfatto così ai doveri della buona educazione,si possono esprimere i propri sentimenti,mostrando che si cerca di appoggiarli sull’opinione di coloro che ascoltano,senza atteggiamenti di  presunzione né  di ostinazione.
 Evitiamo soprattutto di parlare spesso di noi stessi e di porci come esempio. niente è più sgradevole di un uomo che cita se stesso ad ogni proposito.
  Non si può nemmeno applicarsi troppo a conoscere l’inclinazione  e la capacità intellettiva  di quelli a cui si parla,accordarsi alla mente  di colui che l’ha  più vivace ,senza ferire  la tendenza o l’interesse degli altri  con questa preferenza. Allora si devono far valere tutte le ragioni che egli ha detto,  aggiungendo modestamente  i nostri propri pensieri ai suoi,facendogli credere,per quanto è possibile,che è da lui che li si assume.
Non bisogna mai dire nulla con un’aria di autorevolezza,né mostrare alcuna superiorità intellettuale;rifuggiamo dalle espressioni troppo ricercate,dai termini duri o forzati,e non serviamoci affatto delle parole più grandi delle cose. Non è vietato  conservare le proprie opinioni, se sono ragionevoli,ma bisogna arrendersi alla ragione appena essa appare ,da qualunque parte venga:lei sola deve regnare sui nostri sentimenti,ma seguiamola   senza urtale i sentimenti degli altri , e senza far apparire il disprezzo per quello che hanno detto: è pericoloso voler essere sempre il padrone della conversazione ,e di spingere troppo lontano una buona ragione quando la si è trovata . L’onestà vuole che si nasconda talvolta la metà della propria intelligenza e che si gestisca con cura un testardo che si difende male ,per risparmiargli l’onta di cedere. Non piacciamo  certo quando si parla troppo a lungo  e troppo spesso di una stessa cosa, e si cerca di volgere la conversazione su soggetti di cui ci si crede più competenti degli altri. bisogna entrare indifferentemente su tutto quel che loro aggrada,soffermarcisi tanto quanto lo vogliano ,e allontanarsi da tutto quel che non è conveniente per loro.
   Ogni sorta di conversazione ,anche se elevata non è adatta ad ogni genere di persone d’intelletto:
bisogna scegliere  ciò che è di loro gusto ,ciò che conviene alla loro condizione,al loro sesso,ai loro talenti,e scegliere anche il tempo per dirlo. Osserviamo il luogo,l’occasione,l’umore,in cui si trovano le persone che ci ascoltano ,perché se occorre molta arte per saper parlare a proposito,non ne occorre meno  per saper tacere. Esiste un silenzio eloquente che serve ad approvare e a condannare,c’è un silenzio di discrezione e rispetto,esistono infine toni,arie e maniere  che determinano tutto quel che esiste di gradevole e sgradevole ,di delicato o di sorprendente nella conversazione,ma il segreto di servirsene bene è concesso a poche persone;quelli stessi che ne fanno delle regole ci inciampano spesso,e la più sicura che si possa dare è ascoltare molto ,parlare poco,non dire niente di cui ci si possa pentire. 


(continua)
















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