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sabato 8 aprile 2017

Profilo sommario di Evelyne de la Chenelière e Daniel Brière

                                  

                                 Evelyne de la Chenelière e Daniel Brière

 Dramaturghi del Québec

Vous me permettrez de paraphraser un auteur américain, qui à l’aube de sa carrière a vécu à Trois-Rivières et à Montréal, David Mamet : le théâtre est à une Cité ce que les rêves sont aux individus, soit une façon de trouver des solutions symboliques aux questions devant lesquelles la raison et la volonté sont impuissantes. À cette pensée de Mamet, j’ajouterai ceci : le théâtre du présent est la répétition générale de la vie future de la collectivité. Nos responsabilités au cours de ces Seconds États Généraux dépassent le seul engagement envers notre art, et de loin. Bienvenue au théâtre des métamorphoses. *    
                                                                                           Paul Lefebvre
* Mi sembra molto appropriato aprire il profilo di questa coppia prestigiosa del nuovo teatro del Québec con la citazione di Paul Lefebvre quando afferma:
 “Permettetemi di parafrasare un autore americano,che all’inizio della sua carriera ha vissuto a Trois-Rivières e a Montréal,
David Mamet:’Il teatro sta a una città come i sogni agli individui,è cioè un modo di trovare  soluzioni simboliche alle domande di fronte alle quali la ragione e la volontà sono impotenti.’
A questo pensiero di Mamet aggiungerei questo:Il teatro del presente è la prova generale della vita futura della collettività .Le nostre responsabilità nel corso di questi Secondi Stati generali superano il semplice impegno verso la nostra arte,e di molto. Benvenuti al teatro delle metamorfosi”



 Ed ecco   i profili  analitici  dei due  drammaturghi che ,a nostro avviso,meglio rappresentano questa straordinaria  metamorfosi del teatro del Québec.
Sia Evelyne de la Chenelière che Daniel Brière  oltre a scrivere a titolo individuale copioni per rappresentazioni teatrali e cinematografiche sono anche una coppia autrice di spettacoli di successo. Non solo: entrambi affiancano attività d’attore e di regista a quella di scrittore  drammaturgico. Entrambi gli elementi –quello della scrittura collettiva  com quello della professione multipla di autori,registi ed attori – li rendono particolarmente rappresentativi
della realtà del Teatro contemporaneo del  Québec.

DES FRAISES EN JANVIER
Evelyne de la Chenelière
Autrice e commediografa, Evelyne de la Chenelière,è nata a Montréal nel 1975,per tre anni in Francia dove ha studiato lettere moderne alla Sorbona e teatro a  l'École Michel Granvale, à Paris.Ha anche lavorato sotto la direzione di Pol Pelletier à Montréal.Questa giovane autrice ha già molte opere al suo attivo,fra cui  Personnages secondairesJaune-Piano,Élucubrations couturièresBashir LazharAu bout du filCulpaDes fraises en janvier et Henri et Margaux.Come attrice ,ha recitato,fra le altre in  Atelier Aristophane : les Clones e reciterà presto in: Matines : Sade au petit déjeuner au Nouveau Théâtre Expérimental
La creazione della sua pièce Des fraises en janvier per le Productions À Tour de rôle, al Théâtre de la Moluque de Carleton, ha ottenuto, nel 2000, le Masque del miglior testo originale, Masque che ha vinto
 ex-æquo avec l'autrice  Suzanne Lebeau. Des fraises en janvier sono state in seguito prodotte dal Théâtre d’Aujourd’hui  nel gennaio e febbraio 2002. 
La creazione della sua opera più recente Henri et Margaux,che ha scritto,diretto e interpretato in collaborazione con  Daniel Brière,è stata presentata nell’autunno del 2002 allo  Espace Libre per essere ripresa nel settembre del 2003.
Evelyne de la Chenelière continua instancabile il suo lavoro di scrittura che,come lei stessa lo sottolinea,
le dà “la libertà di pensare completamente.Intendo dire che quando scrivo,il mio pensiero è trascinato in posti che altrimenti non visiterei. Racconto storie di esseri umani,dunque è normale che io ami vedere esseri umani viverli sulla scena. E anche se è forse egocentrico essere esclusivamente appassionata per la specie di cui faccio parte,vivo bene con il limite dei miei interessi che consistono nelle nostre piccole e grandi ricerche ,in tutto ciò che si dispiega per avere la sensazione di vivere,in ciò che fa sì che quando incrocio qualcuno mi riconosco sempre un poco.”
E’ con immenso piacere che
la Compagnie Jean Duceppe accoglie Evelyne de la Chenelière nel corso della sua 31e stagione.
de Evelyne de la Chenelière Théâtre Jean Lurçat, Scène Nationale d’Aubusson


Autore,attore e regista

 Nome di nascita :Daniel Brière(autore) nascita :Montréal,13 gennaio 1963(52a.)

Film notevoli:

Le Déclin de l'empire américain
La Moitié gauche du frigo
C'est pas moi, je le jure!

Serie televisive notevoli:
Les Parents

Biografia

Attore,regista,drammaturgo Daniel Brière è membro cofondatore del Groupement Forestier du Théâtre (Oreille, tigre et bruit, Matroni et Moi) e codirettore artistico del Nouveau Théâtre Expérimental (NTE) dove recita e crea spettacoli regolarmente dal 2003 (Henri et Margaux, La Marche de Rama, Grid, Le Plan américain).

Diplomato al Conservatoire d'art dramatique de Montréal,nel 1985,ha recitato in Rhinocéros).Alla TV,lo si è visto in Cauchemar d'amour, Un gars, une fille, fa inoltre parte della distribuzione di Annie et ses hommes, Caméra Café della popolare commedia familiare diffusa dalla Télévision de Radio-Canada, Les Parents[1].
Al cinema, menzioniamo le sue  performances in Le Déclin de l'empire américain di Denys Arcand, La Moitié gauche du frigo de Philippe Falardeau, Gaz Bar Blues di Louis Bélanger, e C'est pas moi, je le jure! di Philippe Falardeau presentato in numerosi festivals.
Ha messo in scena una ventina di spettacoli tra cui Bashir Lazhar d'Évelyne de la Chenelière, come Tavernes, Oreille, tigre et bruit, et La Fin, d’Alexis Martin

Filmografia

2008 : C'est pas moi, je le jure! di Philippe Falardeau 


Ville de Billom de Evelyne de la Chenelière et Daniel Brière
mise en scène de Bruno Marchand. Publiée aux Editions. LEMÉAC
 le plan américain
 Création en France 2012
Co Production : Le Cyclique Théâtre
Festival des Francophonies en Limousin
Le Théâtre d’Aurillac et la Fabrique de Guéret,
Scènes conventionnées pour les écritures contemporaines
et Daniel Brière
mise en scène de Bruno Marchand
CONSIDERAZIONI SU
Le plan américain
Il soggetto
Un fratello e una sorella,virgulti  viziati fradici/marci di una coppia molto famosa si danno per missione di sabotare il piano americano,come un sogno che consiste nel riuscire nella vita avendo anche buoni pensieri per coloro che non hanno tale opportunità …
La  ricerca e la realizzazione dell’obiettivo costituisce dunque poco a poco il filo della storia … E’,in fondo, la nostra  stessa ricerca che noi guardiamo rappresentarsi ? Come diventare più vivi,più vibranti,più intensi ?Come esistere?Che c’è di meglio di un passaggio alla tele?Oggi,in una democrazia occidentale liberale,una famiglia moderna dunque  è  molto evidentemente in crisi. Il padre,il fotografo di guerra  che va regolarmente sul teatro delle operazioni … Libano ,Irak,Afganistan … per riempire la stampa mondiale delle sue testimonianze estreme e uguali della violenza.
La madre,gallerista e artista concettuale,che parte regolarmente per trovare  nuove tendenze del mercato dell’arte
contemporanea .I figli,giovani adolescenti,si ritrovano affidati alla loro solitudine che li porta a ripiegarsi su se stessi Sviluppano e nutrono così una grave misantropia. Odiano il genere umano e, denunciando il suo etnocentrismo, giungono a impegnarsi nella difesa e la preservazione degli animali, moltiplicando atti estremi di militanza. Lotteranno contro il genocidio animale e contro le derive dell’umanesimo! Il loro impegno li condurrà a commettere atti di terrorismo in moto che fanno scoppiare la cellula familiare:
quei figli viziati e ricolmi di tutte le attenzioni affettive,psicologiche,pedagogiche,tecnologiche come hanno potuto arrivare fino a quel punto? Hanno tutto! Proprio tutto!
Di fronte alla crisi, la fuga in avanti di tutti i protagonisti si realizza. Il padre fugge una volta di più in Medio Oriente e la madre parte alla ricerca di sé, nella speranza di ritrovare l’estasi amorosa della loro gioventù. Da parte loro gli adolescenti,divenuti icone mediatiche,affrettano l’uscita fatale dall’intrigo, passando all’ultimo atto del crimine.
A partire da quel momento una nuova generazione di esseri umani nascerà.
 Commedia satirica,quest’opera rivela in modo pungente e sottile,leggero e umoristico,la vita di una famiglia moderna del nuovo continente i cui rapporti sono strettamente legati all’immagine. La madre,che collabora ad una rivista d’arte contemporanea,il padre che è fotografo di guerra e i figli,un fratello e una sorella,coppia quasi incestuosa,che rifiuta di lasciare il domicilio familiare,che hanno un rapporto ambiguo con l’immagine e diventano stelle mediatiche compiendo atti di militanza terroristica per preservare e difendere gli animali.
In quest’opera tutti i personaggi esistono grazie al loro rapporto esasperato con l’immagine e soprattutto con  la loro personale immagine,costruita per la necessità dell’apparire e dei quindici minuti di celebrità.
In particolare l’immagine paradossale di quei figli,quel fratello e quella sorella, alla ricerca del senso della vita nella nostra società ipermediatizzata.
Infatti come diventare un adulto in questo mondo senza testa né coda se non in rapporto all’immagine e la fantasmagoria dell’internet? Ecco allora naturale e conseguente costruire  lo spettacolo  attraverso la rappresentazione  di uno spazio mentale come scaturito dalla memoria di quegli adolescenti.
 Per primo lo spazio familiare . Quello insomma  delle impronte e delle sensazioni folgoranti dell’infanzia:la scuola,il pasto in famiglia nonché dell’adolescenza:turbe della personalità,disarmonia,narcisismo e quant’altro … Come se le tracce della catastrofe prendessero forma in un tempo condensato sul teatro per farla risorgere in frammenti .D’altra parte si aggiungono,le sequenze multiple della fuga e l’inseguimento in moto montate in fash-back. Un modo abile che gli autori rivelano nel maneggiare tanto ironicamente quanto paradossalmente gli stereotipi di un mondo messo in scatola per una ricerca di senso che si trasforma piuttosto in ricerca di sensazioni forti. 
 Se la famiglia nordamericana ha un problema d’immagine,le sue molteplici trasfigurazioni sembrano averle sottratto un’idea chiaramente identificabile nell’inconscio collettivo. E tuttavia,il desiderio d’un modello sembra  sussistere. Qui gli autori maltrattano allegramente l’immagine della famiglia moderna e scelgono d’inventarne una. La storia,piuttosto allucinante,si sviluppa sotto i nostri occhi come in una serie di pixels ingranditi di una stessa immagine ormai stravolta. Si vedono in successione una particella di un tutto,che si giustappone a un’altra. L’opera non risparmia né genitori né figli,e la famiglia vi è rappresentata con una identità nuova e con nuove tecniche rappresentative. Un teatro transavanguardista insomma, ma per nulla ermetico,a metà strada fra la destinazione di un “Festival ipercritico”e quella di “Tanto per divertirsi”.
Una drammaturgia dove il lavoro meticoloso sul rituale è vistoso. Dove il linguaggio mediatico ha evidentemente la meglio su quello della tradizione teatrale. Dove  i contenuti critici che la ispirano appaiono  ancora una volta strettamente legati/connessi  col territorio. Dove,comunque,il tema affrontato e la sua maniera espressiva sono  fusi in una sintesi molto riuscita ed eloquente.



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