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sabato 8 aprile 2017

Il piano americano.




Evelyne de la Chenelière & Daniel Brière:

IL PIANO AMERICANO
PROLOGO

Ouverture:Haendel,L’arrivo della regina di Sheba,Solomon(HWV67)

LUI. La gente non sa niente della nostra storia.
LEI. Si svolge,la nostra storia,nell’America del Nord.
LUI .Su un continente dove la nostra voluttà è criminale.
LEI. Su un continente  colpevole come noi.
LUI. E’ qui che siamo venuti al mondo.
LEI: Ci siamo venuti per rivelarlo.
LUI. Per restituire il mondo al mondo.
LEI. Per porvi  la purezza del nostro sguardo.
LUI. Attraverso noi,ogni respiro di vita prende un nuovo significato.
LEI. Perché tutto ciò che si anima merita la nostra beata adorazione eterna.
LUI. Noi siamo un simbolo.
LEI. Un’icona.
LUI. Un miracolo.
LEI. Siamo un miracolo e pertanto tutti tremano.
LUI. Anche quelli che non tremano di fronte a nulla.
LEI. Ciascuno  pensa,con un brivido di curiosità mescolato a spavento:”Che va a capitarci in questo ventre?
Che ci vomiterà di terribile sulla contrada?”
LUI. Sperano un mostro,una creatura deforme,uno scarto.
LEI. Non possono ammettere l’incanto.
LEI. E’ a causa del loro gusto per l’orrore.
LUI. La gente ha il gusto per l’orrore.

Camera fredda,mattatoio Sainte  Julienne.

LEI. … Tu credi?
LUI. Non possono aspettarselo.
LEI. Ti riferisci alla portata?
LUI. Si tratta di questo,della portata.
LEI. Abbiamo tuttavia colpito duro,l’ultima volta.
LUI. Sì,ma più inoffensivi.
LEI. E’ vero.
LUI. Ora si parla di vere ripercussioni.
LEI. Sono un po’ nervosa.
LUI. Ti senti pronta?
LEI. Sì. Ma, ricordami.
LUI. Allora:il camion-cisterna deve lasciare il mattatoio alle 22.05.
LEI. Sei sicuro che non cambierà parere,la stagista?
LUI. No,E’ vegetariana .E’ con noi.
LEI. O.K. Aspettiamo il camion …
LUI.  … Alla fabbrica Atwater.
LEI. O.K.
LUI. Io,mi occupo del guardiano. Te,delle telecamere di sorveglianza …
LEI. A quel punto ci raggiungiamo alla vasca …
LUI. Versiamo novanta metri cubi di sangue di maiale nell’acqua …
LEI. Acqua che va ad alimentare  settecentocinquantamila famiglie a Montréal …
LUI. Peggio ancora,quando apriranno i rubinetti,avranno una sorpresina …
LEI. Scorrerà rosso!
LUI. Sarà uno smacco!
LEI. Sarà scioccante!
LUI. Il sangue scorrerà in tutta Montréal!
LEI. Allora si renderanno conto veramente che tutti hanno le mani coperte di sangue!

SCENA I

PIANO 1
Blue screen.Sono in moto e corrono per la città.

LUI .E’ il simbolo che conta.
LEI. Ma dopo,bisognerà metterci in salvo.
LUI. Sì.
LEI. Perché nessuno capirà il nostro modo di procedere.
LUI. Esatto.
LEI. Forse vorranno ucciderci,perché siamo i messaggeri …
LUI. Può darsi. Ma saremo già lontano.
LEI.  Sopravvivremo.
LUI. Sì, sopravvivremo.
LEI. Sopravvivremo a questa prova perché siamo insieme.
LUI .E,poiché il disagio  è ovunque …
LEI. Che non esiste  luogo dove sentirsi a proprio agio …
LUI. E che bisogna  pur tuttavia mettersi da qualche parte …
LEI. Saremo divinamente ospitali  l’uno per l’altro.
LUI .La mia assuefazione a te è totale ed eterna.
LEI. La mia passione per te è forsennata.
LUI. La tua bellezza è un’insolazione che mi   fa perdere  i sensi.
LEI. Sei un miracolo di stile.
LUI. Non amo che te.
LEI. Non amo che te.

Sirene di polizia. 

LUI. Sssss! Che cos’è?
LEI. Che succede?

SCENA 2
LA PARTENZA DI PAPA’
Sono tutti e quattro in un letto molto grande.
LEI. Arrivederci,papà.
PADRE. Arrivederci,principessa. Ma dove è finito tuo fratello,quel furfante?
LEI. Dorme.
PADRE. Ancora? Ma non la smette di dormire!
LEI. E’ perché consuma tanta energia quando non dorme.
PADRE,ridendo. Sempre a difenderlo,eh?  Mia bella piccioncina!Vieni a trovarmi un po’. E … op!(Lei gli salta tra le braccia).Ma di’ dunque,sei ancora cresciuta ,tu!
LEI,reclamando come una bambina. Dimmi che sono un’erba cattiva.
PADRE,alterando la voce .Sei un’erba cattiva!
LEI,scoppiando a ridere,rapita. Papà …
PADRE. Sì,tesoro mio.
LEI. Non voglio che tu parta.
PADRE. Io neppure. Ma è il mio lavoro,capisci?
LEI. Ho sempre paura,quando parti.
PADRE. Di che hai paura,pulcino?
LEI. Ho paura che ti faccia prendere in ostaggio o che tu salti su una mina artigianale.
PADRE. Non mi lascerò mai prendere in ostaggio.
LEI. Lo so,papà.
PADRE,facendola saltare mentre la solleva. … E salterò al di là delle mine!
LEI,ridendo. Papà!
PADRE. Non preoccuparti più. Promesso?
LEI. Promesso.

La Madre arriva ,sorridente,con una borsa di carta scura che tende al Padre.

MADRE. Ho preparato uno spuntino per il viaggio.

I genitori si baciano castamente.

PADRE. Grazie,tesoro.
MADRE. Figurati.
PADRE. Sei formidabile.
MADRE. Ma non è gran che.
PADRE. Mi piace che tu sia moderna ,e tuttavia capace di servire tuo marito senza sentirti umiliata.
MADRE. Ne traggo al contrario un grande orgoglio.
PADRE,a Lei. Sarai molto gentile con la mamma,pulcino mio?
LEI. Sì,papà.
MADRE. E’ sempre molto gentile.
PADRE. La mamma lavora sodo,sai. E la sua carriera è importante quanto quella di papà.
LEI. Lo so. Farò come lei quando sarò grande.
MADRE. Davvero? Vuoi essere come me?
LEI. Sì,mamma. Come te.
MADRE: Va bene se è questo che vuoi. Ma non ti ho messo al mondo perché tu sia a mia immagine.
PADRE. E noi ti amiamo per ciò che tu sei.
MADRE. Qualsiasi cosa tu faccia.
LEI. Lo so.

Lui arriva,affannato.

LUI .Papà!
PADRE. Ah! Il mio soldatino s’è svegliato! Benone! “L’avvenire appartiene …?
LUI.  ...a quelli che si alzano presto.”
PADRE.” Ha un bel mentire …?
LUI . … chi viene di lontano.”
PADRE.”La democrazia è un cattivo sistema …
LUI.  … ma è il meno cattivo di tutti i sistemi.”Churchill.
PADRE. Bravo! Che cultura!
LUI,le lacrime agli occhi. Papà …
PADRE,prendendolo tra le braccia,commosso. Ragazzone mio,Tu lo sai,siamo uomini,tu ed io,ma abbiamo il diritto di provare emozioni pure noi.
LUI. Ti voglio bene,papà.
PADRE. Pure io ti voglio bene,ragazzo mio,e sono capace di dirtelo.
LUI,tirando fuori dalla tasca una carta. Ti ho fatto un disegno.
PADRE,esagerato. Ma è un Picasso!... Sai una cosa? Lo terrò sempre con me.
LUI. Davvero? Sempre?
PADRE. Sempre.

Il Padre e lui si danno pacche  strane sulle mani e non la finiscono più. Dopo,il Padre prende la sua borsa da viaggio.

PADRE. Torno molto presto.
MADRE,passando le braccia sulle spalle dei figli 
… e poi noi,non avremo il tempo di annoiarci,nevvero?
LUI. Hai un buon profumo,mamma.
MADRE. Grazie,cuore mio.
PADRE,ridendo come troppo complice con la Madre. Non fate troppe stupidaggini,voi tre.
(Si allontana)A presto!

Parte.

MADRE, LUI E LEI,salutandolo con la mano in modo esagerato.
A presto! Divertiti tanto!
PADRE,di lontano … E grazie per  lo spuntino !

La Madre,Lui e Lei ridono come se il Padre avesse appena fatto una bella battuta.
Il letto indietreggia lentamente verso il retro-scena.

PADRE. Formavamo una famiglia funzionale dove non la finivamo più di aprirci gli uni verso gli altri.
MADRE. Eravamo uniti nell’armoniosa solidarietà di una  famiglia calorosa che suscitava l’invidia e l’ammirazione di tutti.
PADRE. Servivamo d’esempio,senza trarne vanità.
MADRE .Per di più,eravamo tutti belli.



SCENA 3
Blue screen. Moto. Suoni di sirene di polizia.

LUI. Ssss!Che c’è?
LEI. Che succede?
LUI. Quanta Gente!
LEI. Che facciamo?
LUI,gridando al cielo. That’s it!Kill the messenger,you motherfucker!
LEI. Perché parli inglese?
LUI. I don’t know,baby, those suckers are ready o shoot’I’m telling you.
LEI. Che cosa?

Rallentano,abbandonano la moto e continuano la corsa a piedi,poi urtano contro una  recinzione Frost.

LEI.  Di là!
LUI. No!
LEI. Dobbiamo andarcene!
LUI,aggrappandosi alla recinzione. Io non mi muovo !
LEI. Eh? Vieni!
LUI. No!
LEI. Abbiamo ancora una possibilità!C’è un passaggio laggiù! Presto!
LUI. No,è troppo rischioso!Io rinuncio!

Lei lo tira per la mano,lui resiste.

LUI. Non me ne vado! Non me ne vado!
LEI. Andiamo a nasconderci!Ti vado a nascondere,va bene?
LUI,contro la recinzione. Mamma!Mamma!Mamma!

La recinzione si sposta lateralmente,camminano di profilo,lo sfondo  dietro cambia.


SCENA 4

A SCUOLA

Flash back

MADRE,attraverso la recinzione. Buona giornata,fa’ il bravo. A presto … Ti voglio bene.
LUI. Ti voglio bene,mamma.

Lui si mette in riga. La Madre riparte. A più riprese ,la Madre e Lui  si voltano l’uno verso l’altra per darsi delle “pacche.” 
Ripresa della scena.
La Madre e Lui fanno esattamente  gli stessi movimenti  e spostamenti di prima.

Flash lumière.
LUI,riflettendo mentre cammina .Detesto la scuola e mia madre mi obbliga. Sono sicuro che  lei sa che è pericolosa la scuola,salvo che non vuole dirlo per non spaventarmi. Lei ha l’aria di ricondurmi normalmente a scuola,ma in realtà mi tiene talmente troppo forte ,mi infila le unghie nella pelle,e la sua mano è madida,suda. Ha paura che io muoia,a scuola,è evidente. Sa che è un edificio pieno di pericoli.  E’per questo che il suo corpo resta chino, dopo avermi abbracciato,il suo corpo resta chino come per riacchiapparmi,ma di fatto io sono già partito ,è troppo tardi. Si direbbe che io le scivoli via dalle dita senza che lei possa fare qualunque cosa. Che cambierebbe al  mondo che io non vada a scuola, oggi?Non sarebbe grave,che cambierebbe al mondo?
MADRE. Buona giornata. Fa’il bravo. A presto … Ti voglio bene.
LUI. Ti voglio bene,mamma.

Si mette in riga.

LUI,dando una pacca a sua madre. Non piango,mamma!
LUI, dando una pacca a sua madre. Guarda,mamma,non piango mica!
LUI,dando una pacca a sua madre. Tenterò di non morire,mamma!
Ripresa della scena.

Flash lumière.

MADRE,riflettendo mentre cammina. Cerco di fare come tutte le altre.
Di articolare quando prendo la parola,di alzare gli occhi,di legarmi i capelli in modo conveniente. Di portare stivali che fanno quel rumore di stivali sull’asfalto. E poi di avere in mano una borsa a mano,che contenga diversi oggetti pratici e fazzoletti di carta,ma faccio molta fatica.
Le altre madri sono efficienti,indaffarate,tenere e distese,mi pare. Le imito come meglio posso ,soprattutto il sorriso rapido e gli sguardi di connivenza fra loro,per ben indicare che condividono qualcosa,come un segreto,e anche le frasi da non dimenticare:buona giornata,e fa’ il bravo,a presto,e ti voglio bene.(Rivolgendosi a lui.)Buona giornata,fa’il bravo. A presto .. .ti voglio bene.
LUI. Ti voglio bene,mamma.

 Si mette in riga.

LUI. Buona giornata,mamma!
MADRE. Che cosa?
LUI. Buona giornata!
MADRE. Non sento,  che  dici?
LUI. Ti auguro buona giornata!
MADRE. Non riesco a sentire! Ma verrò a prenderti!Tieni duro! Tieni duro/Non mollare!La mamma torna a prenderti alle tre e mezza,promesso!

SCENA 5

I NOSTRI GENITORI

LEI. In realtà,nostra madre fa parte di quella generazione di donne affrancate,per la maggior parte adultere,che fumano,che bevono oltremisura e mai vengono a prendere il figlio a scuola a partire dalle tre e mezzo.
LUI. Quelle donne che non hanno nessun contegno né alcun senso del dovere materno.
LEI.  Quelle donne che hanno un telefono cellulare.
LUI.  E sottovesti eccitanti.
LEI. E creatività.
                                                                  *°*°*°*°*
Scoppiano a ridere.

LUI . E molto da cinque a sette.
LEI .  Molto.
LUI. In gallerie,musei …
LEI. Lei si occupa di una rivista d’arte.
LUI. Un genere di rivista  che spiega come forzarsi ad amare le opere d’arte e gli artisti emergenti.
LEI.  Organizza mostre.
LUI. Happening.
LEI. Performance.
LUI. Talvolta fa da modella agli artisti.
LEI. E’ molto coinvolta.

Musica:Prokofiev,Roméo et Juliette,opus 64,Danse des chevaliers.
Scena d’arte  moderna .La Madre mette  la sua impronta  in un’istallazione.

LUI. Nostro padre,lui,vedrà da vicino tutte le guerre per poterci mostrare bene chi muore e come  e a  che punto.
LEI. Fotografa la miseria degli altri.
LUI. Una sorta di miseria esotica.
LEI. La gente va in visibilio davanti alle sue foto.
LUI. Talvolta lui prova un senso di colpa.
LEI. Non torna quasi mai al paese e riparte subito perché la sofferenza di qui è relativa.
LUI. E perché,evidentemente,le guerre riprendono sempre altrove,si rispondono le une con le altre,si fanno eco le une delle altre,come campane.
LEI. Siccome nostro padre passa il suo tempo a fotografare quelle cose davvero disgustose che gli si incollano al cervello,nostra madre pretende che diventerà cieco.
LUI. Nostra madre vuole proteggerci da quella violenza che nostro padre riporta dai suoi viaggi.
LEI. Nei suoi racconti e nelle sue foto.
LUI. Ma anche sui suoi vestiti.
LEI .E nei suoi capelli.
LUI. E lui ,al contrario,trova che è una buona cosa mostrare la violenza.
LEI. Ecco il nodo della questione.

Musica:Barber,Adagio,opus 11.
Momento durante il quale sono proiettate  foto di guerra.
Mormorii di una folla al museo,di cui si percepiscono frammenti di commenti.

SCENA 6

LA LITE 1

La madre è in tenuta “emergente”,tornano da una mostra. Si parlano nella loro stanza da bagno.
In secondo piano,Lui e Lei,nel letto sussurrano/parlottano e ridono,Non si capisce/percepisce più
bene cosa fanno.

MADRE. … Dunque  non ti è piaciuta la mostra?
PADRE. No.
MADRE. Mi sorprende.
PADRE. Ah sì?
MADRE. Sì,davvero.
PADRE. A me,quel che mi sorprende davvero ,è a che punto tu punti su di lui … lei? Lei o lui?
MADRE .Molto strano/buffo/curioso. Lui ti ammira molto e tu sei stato sprezzante.
PADRE. Non sono stato sprezzante. Non mi è piaciuto.
MADRE. Avresti potuto almeno interessarti.
PADRE. Ho diritto alla mia soggettività.
MADRE. Non essere in malafede. Non è una semplice questione di soggettività:il suo passo è  completamente innovatore,non puoi negarlo.
PADRE. Beh!/Bene,non so,qui …
MADRE. E’ uno scorticato vivo,quel ragazzo.
PADRE. Sì,conosciamo il tuo debole per gli scorticati vivi.
MADRE. Scusa?
PADRE. Niente.
MADRE. Chi ha un  debole per gli scorticati vivi?
PADRE .Va bene,lascia stare.
MADRE. Per me la sua istallazione evoca,in un maniera poetica,tutto il disagio e la vulnerabilità della nostra civiltà. Non trovi? E poi  tutta questa violenza che tracima dalla rappresentazione ,come una materia invisibile …
PADRE,volendo fare una battuta. Cou-donc,non devo aver guardato dalla parte giusta.
MADRE. Hai guardato,ma non vedi più niente.
PADRE. Cosa?
MADRE. A forza di vedere brandelli d’uomini,relitti umani peggio del mondo smembrato,non sei nemmeno più capace di percepire la forza di un’opera.
PADRE. Scusami! Scusami di non esser stato toccato dal disagio e la vulnerabilità del tuo giovane artista!
MADRE. Evidentemente,tu dirai che è più fondato di essere vulnerabile  e scomodo nel Medio-Oriente che vulnerabile e disagiato qui.!
PADRE. Che cos’è che tu hai contro il Medio-Oriente?
MADRE. Non ho niente contro il Medio-Oriente.
PADRE. Ma tu riconduci sempre al Medio-Oriente.
MADRE. Mi scoccia il Medio-Oriente!E poi è un po’ facile screditare la forza di un gesto artistico col  pretesto che questo riguarda il Medio-Oriente.
PADRE. Eh?Non è questo! Ma tu converrai che la vulnerabilità e il disagio,sono  relativi.
MADRE. Con la relatività io perdo sempre.
PADRE. Come “tu” perdi sempre?Non è il tuo lavoro che io rimetto in discussione,non è la tua opera,non è la tua istallazione!
MADRE. E’ lo stesso.
PADRE. Io non trovo.
MADRE. E’ perché tu sottostimi il mio coinvolgimento.
PADRE. Non credo che io sottostimi il  tuo coinvolgimento.
MADRE. E’ vero che io non rischio la vita,io,quando difendo artisti sovvenzionati ,non corro il rischio di saltare quando mi reco al lavoro ,non devo trafficare  con vero sangue schifoso peggio degli odori che strappano il cuore!
PADRE. Sei gelosa?
MADRE .Io,gelosa,ma di che?
PADRE. Dell’essenzialità.
MADRE. Aspetta,non rimetterai in discussione l’essenzialità dell’arte,tuttavia tu sei più brillante di così.
PADRE. Non è quello che ho detto.
MADRE. Sai,avrai un bel riportare tutte le foto di guerra che vuoi,sarà sempre una successione di testimonianze.
PADRE. E allora?
MADRE. E allora gli artisti,loro,non si contentano di testimoniare:hanno un proposito,reinventano il reale,creano.
PADRE. Io ho un proposito.
MADRE. Qual è  il tuo proposito?

Sono disturbati dal rumore dei figli a letto.

MADRE,verso il letto .Basta,ragazzi!

Si illumina ora il letto in cui Lui e Lei si divertono a scimmiottare i loro genitori.

LEI. Non ti è piaciuta la mostra?
LUI. Detesto le mostre.
LEI. Ci siamo,lo sapevo,ti sei bruciato il cervello.
LUI. No,ma il mal di vivere dei giovani artisti  mi è proprio insopportabile.
LEI. Ma è del MIO mal di vivere che si tratta nelle loro opere!
LUI. Non capisco niente di quel che tu racconti.
LEI. La mostra ,sono io!Io sono un’opera d’arte!Io sono tutte le opere d’arte!Che si inchiodino gli occhi su di me ,che si puntino la luce e gli sguardi su di me ,che si crei il più vasto consenso a proposito di me,che un  solo fremito delle mie labbra susciti l’interesse e la contemplazione …
LUI. Tesoro mio,credo che tu abbia un serio  problema di ego.
LEI. Non ho problemi di ego! Sarebbe in tutta umiltà,ma avrei un bel relativizzarmi,non arriverò mai a convincere la gente ad amarmi un po’ meno intensamente,un po’ meno manifestamente
LUI. E riceveresti un sacco di premi?
LEI . Un sacco di premi! Tutti i premi! E tutti invidierebbero la mia vita!
LUI. Ma la gente diventerebbe gelosa!
LEI. No! Susciterei ,al contrario, i sentimenti più nobili,i più edificanti,ed è precisamente per questa ragione che mi si amerebbe ancora di più …
LUI. No, sarà di tutto riposo,questo tuo amore per tutti.
LEI. … Talvolta avrei vertigini,direi allora il bisogno d’essere un po’ sola,e tutti sarebbero desolati,ma rassegnati alla privazione  di me per qualche ora…
LUI.  … E quando tu riapparissi,saresti ancora più smagliante che nel loro ricordo e non si riprenderebbero se ne capaciterebbero(?)…
LEI.  … Si direbbero :” Ma non c‘è dunque alcun limite alla bellezza ?
LUI. Alla grazia?
LEI. Allo splendore?

Scoppiano a ridere.  Si trovano veramente molto buffi.

LEI,simulando all’improvviso la gravità. E poi,un giorno,quando ne avrò veramente abbastanza di tutto quest’amore di me per tutto,io smetterò di esistere,io mi ucciderò con le mie mani, e mi lascerò marcire  ai loro piedi perché sappiano che dopo di me non c’è che decomposizione, puzza,disperazione..

Lui e Lei  fanno i morti,la lingua di fuori.

MADRE, di lontano. Basta,ragazzi!

La madre li raggiunge.

MADRE. Che fate?
LUI. Niente,mamma.
LEI. Giochiamo.
MADRE. A che?
LUI. Ai Kamikazes.
MADRE. Non è un bel gioco.
LEI. Perché? Ci rilassa.

SCENA 7

BISOGNA DORMIRE

MADRE. Bisogna smettere di giocare,adesso. E’ l’ora di dormire. 
LUI. Quando nostra madre vuole essere una buona madre,si china sulle nostre angosce che ci fanno mangiare le unghie fino alle falangi e le falangi fino ai gomiti e veglia sul nostro buon sonno. Per impedirci di demoralizzarci,ci dice che non c’è niente di grave,salvo la morte.
MADRE. Bisogna dormire.
LEI. E presto,precisa che parla della nostra morte,la nostra morte di noi due,la sola che sarebbe grave. E che la morte degli altri,va bene per l’impegno,ma che bisogna dimenticarla quando viene la notte.
LUI. Ma è difficile da dimenticare quando la nostra casa è piena di morti incollati ai nostri muri come una tappezzeria.
MADRE. Scccc … dormite ora…
LUI. Mamma?
MADRE. Che cosa?
LUI. … Mamma,è grave l’Iraq?
MADRE. No,tesoro mio,non è grave.
LUI. Non è grave?
MADRE. Non è grave.
LEI. E l’Afganistan,è grave?
MADRE. No,no,non è grave.
LUI. Non è grave?
LEI. Non è grave?
MADRE. No,non è grave.
LUI. Ma allora cos’è che è grave?
LEI. Che cos’è che è grave,mamma?
MADRE. Niente è grave,smettetela di preoccuparvi. Pensate ad altro e fate dei bei sogni.

SCENA 8

LA LITE. 2
Camera oscura. Il padre installa la luce. L’ingranditore e il negativo.
MADRE. Non vieni a dormire?
PADRE. Non ho ancora terminato.

La Madre  guarda un’ immagine proiettata dall’ingranditore.

MADRE. Che cos’è?
PADRE. Cadaveri.
MADRE,guardando meglio e comprendendo che la massa che vede è un mucchio di cadaveri. Sobbalza. Ah! Sì,d’accordo,non avevo visto bene Non si vede immediatamente .E’ cupo.
PADRE. Pure tu  trovi che è troppo cupo?
MADRE. Perché lo dici?
PADRE. L’agenzia trova che è troppo nero.
MADRE .No,no è l’effetto di gruppo,voglio dire la quantità,crea una massa nera,è normale. E’ una buona foto.
PADRE. Tu,quando guardi  la foto,pensi che  si è in Africa?
MADRE. Che cosa?
PADRE. Se non sapessi dove ho preso la foto, penseresti che è in Africa?
MADRE. Non so,là …
PADRE. L’agenzia dice che la gente penserà che è in Africa,a causa dei cadaveri che sono carbonizzati.
MADRE. Effettivamente,questo può prestarsi a una confusione …
PADRE. Trovo che sembra che non è in Africa. Domani chiederò  ai figli se pensano che è in Africa.
MADRE:Ah no!
PADRE. Che cosa?
MADRE. Dopo avranno ancora incubi a causa tua.
PADRE. Come per causa mia?
MADRE. … Da che sono piccoli,vuoi mostrar loro tutto,raccontare loro tutto,dire loro tutto nei dettagli. Ne abbiamo già parlato.
PADRE. E allora?Bisogna bene che sappiano.
MADRE. No! Non è obbligatorio! Hanno il diritto ad esser protetti!
PADRE. Ed io non voglio che  diventino figli viziati, coccolati,noncuranti,capricciosi ,confortevolmente seduti sulle loro convinzioni borghesi,liberali e capitaliste.
MADRE. Perché credi che io voglia ,io,che divengano figli viziati, coccolati, noncuranti ,confortevolmente seduti sulle loro convinzioni borghesi,liberali e capitaliste?
PADRE. Va bene,va bene.
MADRE. Sono figli privilegiati. E questo,non puoi far niente per cambiare questo.
PADRE. Anche  da privilegiato è normale  avere incubi.
MADRE. Non incubi di guerra!Non c’è guerra qui!Lasciali avere incubi di casa nostra! Incubi normali,incubi occidentali !
PADRE. Parli a vanvera.
MADRE. In ogni caso,non ti lascerò più mostrar loro ciò che non è fatto per essere visto, basta così.
PADRE. Ma perché?
MADRE. Perché non è raccomandato,prima di andare a dormire,di guardare foto di corpi mutilati,decapitati,sventrati,impalati o carbonizzati!
PADRE. Drammatizzi.
MADRE. … Ogni notte,si svegliano e devo cullarli.
PADRE. Ma via! Non hanno più l’età  per esser cullati!Sono al cégep![1]
MADRE. … Niente li interessa,non hanno nessun progetto,restano fra loro,non hanno amici,fanno giochi morbosi,hanno sviluppato tic nervosi,dimagriscono,si coprono d’eczema,perdono i capelli,hanno piaghe da decubito
PADRE . ...Ma che si alzino!
MADRE. Non riesco a motivarli!
PADRE. Di che parli,”motivarli”?Hanno bisogno di  un bel calcio nel culo,è tutto.
MADRE. Certo. Un calcio nel culo,è brillante.
PADRE. Li hai sempre infantilizzati.
MADRE. Era per strapparli alle tue storie dell’orrore.
PADRE. Sei troppo sentimentale.
MADRE. Tu non possiedi nessuna igiene mentale! Li deprimerai completamente,col tuo occhio cattivo!
PADRE.  Almeno, loro ,sapranno perché.
MADRE. Che cosa? Che cos’è che sottintendi?
PADRE. Niente .Solamente,te, sei depressa ,ma non sai perché.
MADRE. Non sono depressa,io rifletto.
PADRE. Sei sicura che non sei depressa?
MADRE. Non più della gente normale.
PADRE. In ogni caso.
MADRE. … E  quando interrogo i nostri figli ,quando chiedo loro perché  non vanno verso gli altri,mi rispondono che è perché non amano la gente.
PADRE. Quale gente?
MADRE .Ogni genere di gente.
PADRE. Che cosa,ogni sorta di gente?
MADRE. Non l’ amano.
PADRE. Nessuno tra loro?
MADRE. No, nessuno,non amano nessuno,poiché ti dico che non amano la gente!
PADRE. E’ grave?
MADRE. Certo che è grave!
PADRE. Perché?
MADRE.  Beh,perché!
PADRE. Perché che cosa?
MADRE .Perché nella vita ,bisogna amare la gente,gli altri,voglio dire:è normale,è tutto!Non fare finta di non capire!
PADRE. Potremmo comprar loro animali da compagnia …
MADRE. Per fare cosa?
PADRE. Beh Perché li amino?
MADRE. Sei stupido.
                                                                        
SCENA 9
IL PIANO 3
Blue screen.Alla  recinzione  Frost.
LEI. Abbiamo ancora una possibilità!C’è un passaggio laggiù! Presto!
LUI. No,è troppo rischioso!Io lascio!( rinuncio!)

Lei lo tira per la mano,lui resiste.

LUI. Non me ne vado! Non me ne vado!
LEI. Andiamo a nasconderci!Ti vado a nascondere,va bene?

Lui si lascia trascinare.
Il recinto /recinzione si sposta lateralmente,camminano di profilo,la scena dietro .cambia

LUI. Siamo stati denunciati,è sicuro!
LEI. Forse!
LUI. Avevo organizzato bene tutto!
LEI. Sì!
LUI. Tutto era regolato!
LEI. Lo so.
LUI. Forse è la stagista!
LEI. Ma mi avevi detto che era vegetariana!
LUI. Oppure il ragazzo del camion!
LEI. Può essere!
LUI. Non si può aver fiducia in nessuno!
LEI. Tutta la gente è uguale!

 Rumore di uno sparo. La pallottola  attraversa lo spazio al rallentatore.

SCENA 10

LA LITE
Camera oscura.
Sono in  un mood molto erotico.

MADRE. … Non solo corri dietro alle guerre,ma le chiami.
PADRE. Come,”Le chiamo”?
MADRE. La guerra ti segue ,dovunque tu vada.
PADRE. Ma no,è l’inverso.
MADRE. E’ reciproco.
PADRE. Ah bene,è reciproco.
MADRE. Assolutamente,è reciproco. Vi attirate mutualmente,la guerra e te. Guarda,in Indonesia:è bastato che tu ci mettessi il piede perché si cominci a scazzarsi … Se tu smettessi un po’ di agitarti,sono sicura che nel mondo andrebbe meglio.
PADRE. Ma non ha proprio nessun senso quel che tu dici …
MADRE. Al contrario,è pieno di senso.
Padre. Sì,ma io sono rozzo,allora il senso delle cose mi sfugge …
MADRE. Assolutamente,ti sfugge.
PADRE. Per fortuna che tu sei qui per illuminarmi.
MADRE. Sì,per fortuna,eh?

Finiscono per fare l’amore!

SCENA 11

IL PASSARE DEL TEMPO

Si vedono apparizioni  di animali impagliati.

LEI. Non ci piace la gente.
LUI. I nostri genitori ce ne hanno presentati parecchi esemplari …
LEI. Soldati,artisti,professori.
LUI. Filosofi,vegliardi,un neonato …
LEI. Perfino un Premio Nobel.
LUI. E siamo arrivati a non amare nessuno tra loro.
LEI .Non è stato sempre facile.
LUI. Certi individui sono carismatici:
LEI. E i nostri genitori sono tenaci.
LUI. Sarebbe stato più comodo amare la gente.
LEI. Se non avessimo riflettuto bene,li avremmo senza dubbio amati.
LUI. Come una sorta di riflesso.
LEI. Un bagno in cui ci si lascia scivolare .
LUI. Per salvarsi la pelle.
LEI. Per avere calore.
LUI. Per essere amati a nostra volta.
LEI. Un bagno d’amore collettivo in cui ci si annega.
LUI. Per non morire soli.
LEI. Come un cane.
LUI. Farsi credere che si vale più d’un cane.
LEI. Che anche morti ,si vale più d’un cane morto.
LUI. Farsi credere che la gente non muore sola.
LEI. Perché la gente ha altra gente per guardarla morire.
LUI. Farsi credere che,contrariamente ai cani,la gente si riproduce nell’affetto.
LEI. Come un gesto per il sogno e la speranza.
LUI. Fare altre persone,all’immagine delle persone che si amano tra loro e finiscono per annegare insieme .
LEI. Perché credono nel mondo creato per loro.

Sospirano.

LUI. Sembriamo demoralizzati.

Sono coperti di pelli d’animali.

LUI. Ora frequentiamo l’università.
LEI.  E’ un posto sgradevolissimo.
LUI. Pieno di gente.
LEI. Facciamo parte degli studenti promessi a un grande avvenire.
LUI. I nostri genitori sono fieri che noi siamo iscritti all’università.
LEI. Possono parlarne ai loro amici.
LUI. E ai loro propri genitori,che sfortunatamente sono  i nostri nonni.
LEI. Insomma,possono tutti parlarsi fra loro del fatto che noi frequentiamo l’università.
LUI. E’ un tema che li appassiona.
LEI. La loro soddisfazione  ci sembra completamente inappropriata.
LUI. Ma noi siamo obbligati ad andare all’università.
LEI. Altrimenti,i nostri genitori rifiuteranno di sostentarci.
LUI. Ce l’hanno lasciato intendere.
LEI. Sopravvivremo.
LUI. Sopravvivremo a questa prova  perché siamo insieme.
LEI. E poiché  lo sconforto è dovunque …
LUI. Che non esiste nessun posto dove poter essere a proprio agio …
LEI. E che bisogna comunque collocarsi da qualche parte.
LUI. Saremo divinamente ospitali  l’uno verso l’altra.
LEI. La mia assuefazione a te è totale ed eterna.
LUI. La mia passione per te è forsennata.
LEI. La tua bellezza è un’insolazione che fa perdere i sensi.
LUI. Tu sei un miracolo di stile.
LEI. Io non amo che te.
LUI. Io non amo che te.

Musica: Haendel,Sarabanda,suite in re minore(HWV437)

MADRE. Nostro figlio e nostra figlia ora vanno all’università. A dir la verità,non ci vanno spesso,ma vi sono iscritti. Sono orgogliosa di averli accompagnati fin là. Non è stato sempre facile. Trovare un senso,ogni mattina. Essere all’altezza ricettiva,entusiasta,esigente,valorizzatrice,comprensiva,delicata,paziente,assidua,serena,intuitiva,
accogliente,rispettosa,efficace,coinvolta,caritatevole,ispiratrice…

Lei ha traversato la scena con una valigia.
Lei torna immediatamente e fa il percorso inverso.

MADRE. … E tutto ciò,malgrado i miei viaggi obbligati a Parigi, a Londra,a New York,a Milano,Barcellona,Singapore,Berlino,Tokio,Madrid,Roma,Las Vegas,Zurigo,Ginevra,Mosca, Amsterdam,Guadalajara ...

SCENA 12

LA CAFFETTERIA

PADRE,molto teso. … Ah .ecco vostra madre. (La bacia in modo maldestro.)Hai fatto buon viaggio?
(Ai figli) Salutate vostra madre,via.
LUI. Buongiorno.
LEI. Buongiorno.
PADRE. Mi sono occupato della cena.

Ha quattro pasti in scatole di cartone della Saint-Hubert.

MADRE. Ah sì?Che succede?
PADRE. Dobbiamo parlarci .
MADRE. Che cosa vuoi dire?
PADRE. Ho deciso che occorreva fare una riunione di famiglia.
MADRE, a LEI e a LUI,parlando del PADRE. Che cos’ha?
LUI. Non lo so.
PADRE. Ragazzi,spiegate a vostra madre che succede.
LEI. Ma di che parli?
PADRE. La caffetteria!

Pausa
MADRE. Che cosa?Che cos’ha la caffetteria?

Pausa
PADRE. Andiamo! Coraggio! Raccontate quel che avete fatto alla caffetteria!

LUI. Mamma,hai già pensato a quel che subiscono gli animali,prima di diventare panini in  caffetteria?
LEI. E’ grave.
LUI. Sì: questo è grave.
MADRE. Che cosa?
LEI. Allora,ieri,alla caffetteria,abbiamo chiesto alla gente di firmare una petizione.
LUI. Ma tutti si sono presi gioco  di noi,continuando a mangiare i loro panini al prosciutto,al pollo,peggio ancora,al tonno! Era molto umiliante.
LEI. Dunque,oggi,siamo passati a qualcosa di più serio.

Silenzio.

MADRE. Serio,come?
PADRE,esplodendo. Hanno preso un fucile!Ti rendi conto? Due malati! Hanno preso un fucile !
LUI. Era un fucile  da paint ball.
PADRE. Non importa,è  comunque un fucile!
LUI. Non abbiamo colpito  nessuno.
LEI, Non bisogna scordare che ci avevano ridicolizzato!
 LUI. E poi non abbiamo neanche  colpito,quasi.
LEI. imitando la pittura che schizza. Era molto fico …
LUI. Dopo abbiamo obbligato la gente  a mangiarla tutta  quella  che c’era nella caffetteria …
LEI. Tutta.
LUI,Peggio ancora,li abbiamo lasciati riflettere nel l loro vomito.
LEI,Era ripugnante.
Pausa

PADRE. Allora io dico :No. Non lascerò nessuno della mia famiglia esprimere le sue rivendicazioni con atti terroristici,capito?
MADRE. Beh ,via “terroristici” …
PADRE. Sì,terroristici!
LUI. Rilassati,via.
LEI. Respira.
PADRE.  Non  parlatemi con quel tono! Sono io che pago per i vostri studi!(Guarda la Madre).Con vostra madre! 
LUI. Qual è il rapporto?
PADRE. Il rapporto fra il nostro denaro e i vostri studi?
E’ che vi vieto di fare scandali all’università!
MADRE. E’ una grande opportunità andare all’università.
LEI. Sempre il denaro,eh?
LUI. Sempre.
LEI. Per colpevolizzarci.
LUI. Ricatto emotivo.
LEI. Questo vi rassicura,di pagarci cose?
LUI. Ma grazie alla nostra terapia,non siamo fessi.
LEI. Lei l’ha detto,la nostra terapeuta,che è colpa vostra.
PADRE. Ma che cos’è che è colpa nostra?!
LEI. Tutto.
LUI. E’ colpa vostra,è tutto,è colpa vostra.
PADRE. Ma che cos’è questa terapia? Chi è questa terapeuta?!
MADRE. Calmati,tesoro.
LEI. Non siete mai venuti a prenderci alle tre e mezzo a scuola.
LUI. Non ci avete mai fatto foto.
LEI. Vi siete sempre interessai al disagio degli altri.
LUI. Volevate che noi amassimo gli altri con voi.
LEI .Sì,che li amassimo con voi.
LUI. Come umanisti
LEI. E’ questo:umanisti.
PADRE. Che avete contro l’umanesimo?
LEI. E’ un culto disperato!
PADRE. Ma insomma,che volete alla fine?
MADRE. Che cos’è che volete?
PADRE. Avete gli studi,la paghetta,la moto,i viaggi,la terapia …
MADRE. Avete tutto.
LUI. Io,questo genere di discolpa,lo trovo patetico.
LEI. Patetico.

Si alzano

PADRE. Non alzatevi da tavola prima d’aver mangiato il vostro pollo!

LUI se ne va e LEI lo segue. I genitori restano storditi.

PADRE. Hanno tutto.
MADRE. Hanno tutto.
PADRE. Sono privilegiati.
MADRE. Non è loro mai mancato niente.
PADRE. Potrebbero essere promessi a un grande avvenire. …
MADRE. Hanno tutte le opportunità dalla loro parte.

Pausa

PADRE. Sai perché non ho mai voluto un cane?
MADRE. No,perché?
PADRE. Perché non voglio ritrovare merda sul mio tappeto quando rientro in casa ! Non voglio che qualcuno manifesti il suo scontento smerdando il mio tappeto!Ma alla fine, nessun bisogno di cani!Ho due figli che se ne occupano!
MADRE,sfinita,senza sarcasmo. D’accordo … E’ un’immagine?
PADRE,fuori di sé. Sì,è un ‘immagine!

Pausa.

MADRE. Ho come una stanchezza,all’improvviso.

Pausa.. Il padre raccoglie le sue cose.

MADRE,assente. Partirai?
PADRE. Sì.

Raduna i suoi apparecchi fotografici.

MADRE. E il mio sgomento,non vuoi fotografarlo?

Le dà un apparecchio fotografico e se ne va.
La Madre riprende il suo sgomento in fotografia(Parecchie  foto di sé) e se ne va.
Musica: Franz Schubert,Adagio,Quintetto  a corde in ut maggiore.(D 956).

MADRE. Forse sono partita per l’estasi. C’è un giorno in cui niente è più  sufficiente perché ci
si  abbandoni all’estasi;né il paesaggio della sua casa,di cui si è tuttavia scelto ogni colore,né 
alcuna  delle sue cose possedute,sebbene duramente acquisite, né le opere d’arte che
sapevano commuoverci un tempo,neppure il volto dei figli poiché ci si abitua a tutto. Allora
si parte,si parte alla ricerca  della nostra beatitudine altrove. E se ci si mette a dubitare,se si
sente venire  l’alba di un rimorso,ci si aggrappa a questa nuova immagine, si è se stessi in estasi,
e si parte per adorarsi,rendere un culto alla propria immagine estatica,arcuata,rapita,allucinata.

Qualche istante più tardi,le foto escono una dopo l’altra da una stampante in mezzo alla scena.
LEI e LUI esaminano le foto.

SCENA 13

LA MAMMA È PARTITA

LEI .LA mamma è partita.
LUI. Lo so.
LEI. Voglio dire,è partita per sempre.
LUI. Eh?
LEI. Dice che è andata a fare una conferenza.
LUI. Peggio?
LEI. Ma io ,io so che non tornerà.
LUI. E’ andata,dove?
LEI. E’ partita per essere una donna.
LUI. Non era una donna qui?
LEI. No.
LUI. Era che cosa,allora?
LEI. Non lo so.
LUI.  Dov’è che è andata per essere una donna?
LEI. … Credeva che avrei pianto,pareva,mi ha guardato a lungo nella speranza che io piangessi,che io protestassi,giubilava in anticipo,certa che mi sarei opposta con tutte le mie forze e con tutti i miei gridi
alla sua partenza ,e che allora avrebbe potuto un’ultima volta ordinarmi di tacere,allontanarmi
dal suo cammino e staccare una a una le mie dita aggrappate alla sua gonna e che non avrebbero voluto lasciarla,ma io le ho ben fatto capire che me ne fregavo completamente:ma vai via,le ho detto,vattene!Che aspetti?Perché mi guardi così?Vuoi la mia foto?
LUI. E dopo?
LEI. Che cosa dopo?
LUI. Che è successo dopo?
LEI. Beh,niente,è partita.
LUI. E’ tutto?
LEI. Beh … sì.
LUI. Non l’hai trattenuta?
LEI. No.
LUI. Mi stai dicendo che avevi la possibilità di trattenerla e non hai fatto niente?
LEI. Che volevi che facessi?
LUI. Non hai fatto niente per trattenerla?!
LEI. Non potevo fare niente! E’ partita a causa dell’estasi! Come quella generazione di donne folli emancipate,per la gran parte adultere,che fumano,bevono a oltranza e non vengono mai a prendere il figlio a scuola a partire dalle tre e mezzo.
LUI. Ma è penoso!
LEI. Penoso. E presto vorrà che io faccia come lei. Farà di tutto per farmi invidia,con la sua vita da pazza,tenterà di convincermi  a unirmi al movimento di quelle che si esaltano altrove,ma io
resisterò .Sarò la prova sovrana del loro scacco,per quelle che vogliono assolutamente che io lasci dietro di me il mio dominio,il mio regno per andare a braccare l’erotismo in città sconosciute.
LUI. Allora siamo soli,adesso?
LEI. Siamo sempre stati soli. Ora siamo liberi.

La stampante si rimette in moto,come se la Madre si manifestasse.


SCENA 14

L’INTERVISTA

MADRE. … Sì,ma si sa,che la vita è iperviolenta,ipersessualizzata e iperdisagiata. Lo si sa,che siamo iperconsumatori,iperindividualisti e ipersgomenti.
Allora,che cosa rappresenterà ancora l’arte? L’ambiguità del mondo?La disillusione?La solitudine?La malinconia? L’alienazione? L’oscenità?La barbarie?L’assurdità/L’assurdo?Il vuoto? La violenza? L’americanizzazione?
E dopo,faremo ancora conferenze,vernissages,prime,cocktails,inaugurazioni,lanci/promozioni,dalle 5 alle 7,
per ben ripeterci che è fondamentale ricordarsi che la vita  è piena di violenza,di sesso e d’America?
Tuttavia,io vado ancora verso l’arte con la speranza di una rivelazione. Io credo ancora possibile  quell’estasi che l’arte ci ha promesso.
Un brivido,un trasporto,ad un tempo brutale e durevole/duraturo,un’esaltazione che conduce/porta al rapimento …
PADRE. … Un ardore finora insospettato,una sorta di gioia sublime e nello stesso tempo dolorosa,un ribollire che si vorrebbe eterno,un piacere grave,ma pur sempre un piacere …
Mi piaceva non amare quel che vedevo attraverso il mio obiettivo. Mi piaceva non amare il sangue che l’uomo fa scorrere come vernice. E poi un giorno ci poniamo la domanda,ci diciamo ma perché ci ritorno,allora,e poi troppo tardi ci siamo posti la domanda e tremiamo. Tremiamo non per tornare verso l’orrore,no,tremiamo all’idea che forse quell’orrore ci procura qualcosa che non ha niente a che vedere con la rivolta ragionevole di cui sapevamo parlare così bene. Che l’ostinazione a continuare non è forse
quella del dovere,come ci piaceva credere, ma quella di una ricerca molto più misteriosa.
Un brivido,un trasporto,allo stesso tempo brutale e durevole …
PADRE E MADRE. … un’esaltazione che conduce/porta al rapimento,un ardore fino a questo momento insospettato,una sorta di gioia sublime e dolorosa ad un tempo,un ribollire che si vorrebbe eterno,un piacere grave,pur tuttavia un piacere …

SCENA 15

ANIMALISMO,FLASH 1

Manifestazione.

LUI. Dobbiamo assolutamente risolverci a riconoscere la persona animale!
Oggi noi insorgiamo contro l’antropocentrismo,che dà agli esseri umani il monopolio della sofferenza,della coscienza, del libero arbitrio e della cultura!
Smettiamola d’ essere ossessionati dalla sorte dell’umanità!
Gli umani non sono i soli ad avere una sorte!
Noi rivendichiamo che la Carta  dei diritti e delle libertà si applichi a tutte le specie  viventi,sensibili,comprese tutte le  culture non umane!
… Dal topo di campagna al beluga!
… Dal cucciolo di foca bianca all’alce americano!
… Dal coniglio al castoro!
Noi lotteremo contro il genocidio animale!
E contro le derive dell’umanesimo!
LEI. Le derive dell’umanesimo!
LEI E LUI. Le derive dell’umanesimo!

SCENA 15

ANIMALISMO,FLASH 2

Intervista alla radio
L’intervista è cominciata già da parecchi minuti.

CHRISTIANE CHARETTE. … Ma è affascinante!Ammettete che ,tuttavia,somiglia a una provocazione il vostro affare …
LUI. Ascoltate, Christiane,non tanto tempo fa avremmo trovato aberrante il matrimonio tra due persone umane di razze differenti,di religioni differenti o anche di classi sociali differenti. E’ normale  che ,per ora, abbiamo difficoltà ad ammettere l’eventuale matrimonio che unisse due persone  di  specie differenti,cioè una persona umana e una persona labrador,ad esempio.
CHRISTIANE CHARETTE. E’ da pazzi!E’ completamente da pazzi! Non posso credere che voi parliate seriamente!
LEI. Non così pazzi,Christiane! Si ,una donna e il labrador,con cui condivide la sua vita  sono sinceramente innamorati,in che cosa ci riguarda?
CHRISTIANE CHARETTE. Beh! vediamo,dunque!
LUI. Già  da qualche istante il matrimonio non ha come sola mira la procreazione,non nascondiamocelo.
CHRISTIANE CHARETTE. Ma senza parlare di procreazione,si parla qui di unione legale,d’impegno,voglio dire:un animale non può essere sensibile a questo genere di concetto!
LUI. Dobbiamo ammettere lo scacco del modello tradizionale della famiglia,che rende le donne nevrotiche,gli uomini oberati,i figli senza riferimenti …
LEI. D’altronde,invece di sfruttare gli animali non umani,potremmo arricchirci della loro cultura e della loro grande libertà,che riguarda,fra l’altro, la definizione di famiglia …
LUI. Ogni evoluzione positiva dell’umanità,per poco che ce ne sia stata,è giustamente attribuibile alla fusione di culture eterogenee,che si pensi ai Greci e ai Romani,ai mondi arabo e cristiano …
CHISTIANE CHARETTE. Se capisco bene,state attribuendo agli animali una cultura paragonabile a quella dei Greci.
LUI. Assolutamente.
CHRISTIANE CHARETTE,con umorismo. E quando parlate di “cultura” animale,volete dire che ci sarebbero,per esempio,scoiattoli artisti?
LEI. Perché no?
LUI. E poi,che cos’è un artista,oggi?
andate troppo lontano …
CHRISTIANE CHARETTE. Beh,allora! trovo che la vostra definizione dell’arte è un po’ troppo inclusiva:non si può tuttavia prestare agli animali la coscienza di porre un gesto artistico,
no ,davvero,voi andate troppo lontano …

Fade out sulla fine dell’intervento di Christiane Charette.

SCENA 17

ANIMALISMO,FLASH 3

Bacioni di Natale.
France Beaudouin presenta i suoi prossimi invitati:

FRANCE BEAUDOUIN. Fratello e sorella di sangue,si definiscono una coppia di animalisti. In Francia,
in un villaggio del Périgord,hanno liberato le oche di una fattoria produttrice di fois gras.In Algeria,hanno catturato un branco di montoni destinati all’abbattimento rituale della festa musulmana Aïd
el - Kébir.Poi,si sono accampati con il loro bestiame negli uffici dell’Immigrazione, ed ora,reclamano dal governo canadese uno statuto di rifugiato politico per ciascuno dei trenta montoni . Hanno l’appoggio
di migliaia di cittadini del Québec,e di Brigitte Bardot. seminano il terrore ovunque dove passano,il meno che si possa dire, è che cono … Due cattivi passerotti,signore e signori!

Musica. Lei e Lui entrano,salutano France Beaudouin,il pubblico è in delirio.

SCENA 18

LA CARTOLINA

La Madre appare,come in una cartolina del deserto.

MADRE.”Ragazzi,ho  provato a raggiungere vostro padre in Afganistan. Nessuno sa dove si trovi,e la mia preoccupazione  cresce ogni giorno.
Sono qui dove il sangue non è pittura fresca,sono qui dove il caos è senza poesia,sono qui dove i corpi senza vita sono cose ordinarie, e quando sono sdraiati sul ventre io li giro e tremo per la paura di riconoscere vostro padre,ma non lo incontro mai.
Se lo vedete voi,ve ne prego,ditegli che sono nelle montagne e che l’aspetto,che lo spero senza tregua.
Ho trovato rifugio in una grotta dove dei nomadi mi hanno accolto. Tutta la giornata li imito. Così,finché vivranno io neppure non morirò.
Ho cercato l’estasi invano:mi rendo conto  che,qui dove sono,i soli sguardi che sembrano rotondi per il rapimento,sono quelli dei morti che rigiro.
Comincio a capire la fascinazione di vostro padre all’indirizzo dei cadaveri.
Siate prudenti,il sangue sfugge così veloce ,alla minima breccia cola.
La Mamma.”
PADRE,il suo discorso è continuamente interrotto. Io … sapete,un giorno … m’ha detto … e oggi sono … grazie. Vorrei … alla mia … e alle mie due … Senza di loro io … e io non sarei … tengo a … il dolore e lo sgomento … che sono … e mi rivoltano ancora ,poiché noi dobbiamo tutti noi … davanti  … che l’uomo fa all’uomo.  Se le mie foto potessero … e ciò,malgrado  la … che imperversa .Io … questo premio/prezzo  ai … che sia dall’Algeria, dall’Iraq,dal Libano,da Haiti,dal Ruanda,da Calcutta,dall’Afganistan … Somalia … Cecenia … Guatemala … Kosovo …. Palestina … Guinea … Yugoslavia … Sudan …  per il sogno e per la speranza. Grazie.

SCENA  19

PAPÀ  È CALUNNIATO

Il Padre è affannato,ha l’aria sfinita/spossata, è sporco,ha gli occhi stravolti. E’
 in bagno,si rivolge  alla telecamera di sorveglianza  come se parlasse ai suoi figli ,la sua immagine è proiettata sul sipario”pieno giorno”.

PADRE. Ragazzi/figli miei …
LUI. Papà? Ma che fai tu qui?
LEI. La guerra sta proprio per cominciare,perché sei tornato?
 PADRE. Ragazzi miei.
LEI. Siediti,paparino mio,sei tutto affannato.
LUI. Cercherò lo champagne!Il tuo ritorno va celebrato! Sei ancora una volta sfuggito alle catture di ostaggi e alle mine artigianali!
PADRE. Occorre che vi parli,ragazzi …
LEI. Hai fatto buon viaggio?
LUI. Salute!

L’acqua comincia a imperlare  le tende della stanza da bagno.

LUI. Hai fatto un buon “safari della miseria umana”?
PADRE. Sono preoccupato per voi …
LUI. Bevi! Bevi!
PADRE. Devo mettervi in guardia …
LEI. E respira.

I figli bevono champagne,mangiano pop corn e non l’ascoltano.

PADRE. Ora siete adulti …
LUI. Allora,papà,hai buone immagini da portare agli Occidentali,per ingannare la loro noia?
LEI,a suo fratello,complice. Ma ,alla fine,non essere cinico,sono immagini rivoltanti ,fatte per rivoltare!
LUI. Ah,sì,è vero:per cambiare il mondo!
LEI. E’ vero che è rivoltante,quella foto del cane che mangia un brandello di soldato.
LUI. Foto molto riuscita.
LEI,a suo padre. Ti darei un premio,io,per quella foto.
LUI,a suo padre. Hai ricevuto un mare di premi,te,eh?
LEI. Un mare.
PADRE. … avrei preferito insegnarvi delle cose,dei valori …
LUI. Quando si guarda quella foto,non colpisce davvero i sentimenti,ci diciamo:”Insomma fa schifo,la guerra,
si dovrebbe fermare tutto questo immediatamente e dare un premio al fotografo.”
LEI. E’ una foto molto forte.
LUI. Molto Si direbbe che mangi un fiore molto grosso
LEI. Sì,è bello.
LUI,a suo padre. Io guardo qua,là,quel bel lavoro,peggio ho voglia di chiedertelo. Ti piace la guerra,papà?
LEI. Ma certo! Altrimenti non ci si infilerebbe dentro con tutti i piedi ad ogni occasione.
LUI. E’ inebriante,eh,il pericolo,l’avventura,l’umanesimo …
LEI. Ma sì,è rock and roll!.
PADRE,a se stesso,in barca. … la compassione,la carità,il coraggio …
LUI. E poi non sei obbligato a restare sul terreno,te,Quando sei scocciato,puoi andare a riposarti in albergo,o bere un bicchiere con i ragazzi,rilassa.
LEI. D’altronde,i soldati,son diventati dei compagnucci,eh?
LUI. Ma sì,niente come l’adrenalina per sigillare amicizie.
LEI. Dormite insieme,eh?
LUI. Sei incorporato,eh? È più comodo.
PADRE,vicino allo svenimento. … la solidarietà,la tolleranza,l’amore per il prossimo …
LEI. E’ più rassicurante dormire con gli amichetti-soldati.
LUI. E poi ti aiutano a trovare buoni soggetti,a estendere il tuo campo visivo.
LEI. A trovare l’angolo giusto …
PADRE Credo che mi sentirò male …
LUI. Per non demoralizzare le truppe ..
LEI. Da bravo messia dell’umanesimo …
LUI. Credere nell’Uomo,nei sogni,nella speranza …
LEI. E non lasciare che s’installi il dubbio …
LUI. Ah!Sì,è terribile il dubbio.
LEI. Bene,è’ piatto qui,mettiamo un po’ di musica?

Musica tecno.

PADRE,riprendendosi. Figlioli,sono stato biasimato dal nostro governo.
LEI. Biasimato  dal governo? Troppo cool!
PADRE. Sì,per la foto del cane.
LUI. Perché?
PADRE. Dicono che avrei dovuto sparare sul cane invece di scattargli la foto. Ma io, non sapevo che bisognava ammazzare i cani che mangiano cadaveri. mi hanno parlato di     la dignità umana,quel genere di cose …
L’agenzia mi ha licenziato,ragazzi.
LEI. Povero cane …
LUI. … Neppure il diritto di mangiare in pace .
PADRE. Non ho più lavoro,figlioli. Bisognerà stringere i gomiti,tutti e quattro ,come una vera famiglia …

La musica groove sempre di più. Tutta la famiglia si mette a ballare.

SCENA 20.

LA FAMIGLIA

LEI. Arrivederci,papà.
PADRE. E tuo fratello,lo ucciderebbe venire a dirmi arrivederci?
LEI. Dorme.
PADRE. Evidentemente:dorme!Non la smette di dormire!
LEI. Non è colpa sua,e’ a causa della sua depressione.
PADRE. Ma sì,una depressione,è sempre pratico,una depressione. A me mi vengono depressioni?
LEI. E,non è la stessa cosa!Hai la fortuna di fiancheggiare il tragico!
PADRE.Com’è questa? La fortuna di fiancheggiare il tragico?
LEI.     … E poi puoi rallegrarti ogni volta che sfuggi a una presa di ostaggi o a una mina artigianale!
PADRE. Non ho nessuna ragione di rallegrarmi! Come puoi parlare di rallegramento?!
MADRE. Ti ho preparato uno spuntino per il viaggio.
PADRE. Grazie,tesoro.
MADRE. Non dimentichi quel che ti ho chiesto?
PADRE. Di che cosa?
MADRE. Per il mio artista … Avevi detto che ci avresti pensato …
PADRE. Ah,quello? Ascolta,penso che sarà possibile.
MADRE. Non è quello che manca,in Medio Oriente,ossa.
PADRE. Sul piano etico,penso che sia possibile.
MADRE. D’accordo,ma è per un gesto artistico importante.
PADRE. Importante per chi?
LEI. Deve solo andare al cimitero Côte-des-Nègres,il tuo artista,se vuole ossa.
MADRE. Non hai alcun rispetto per i nostri morti o che cosa?
PADRE. Ah,perché i loro di morti,non è lo stesso?
MADRE. Sai bene che,in ogni modo, finiscono in preda ai cani randagi,i loro morti. Senza esequie,né niente,allora …
LEI. E’ più edificante finire in una scultura d’arte impegnata.
MADRE. Sì,è più edificante .L’artista ha fatto una ricerca molto interessante sulla confusione tra il  soggetto e l’oggetto.
PADRE. E’ cosa,la sua opera?
MADRE. Si chiama Il motivo dello scorticato.
LEI. Il motivo dello scorticato. E’ dunque ben sempliciotto.
MADRE. Evidentemente lo trovi sempliciotto io t’ho messa al mondo perché tu mi trovi stupida.

Lui arriva,affannato.

LUI. Papa!
PADRE. Bene,il depresso s’è svegliato.”L’avvenire appartiene ?
LUI. … a  quelli che si alzano presto.”
PADRE. “Ha un bel mentire …
LUI. … chi viene di lontano.”
PADRE. “Quando saremo tutti colpevoli …?
LUI.  … sarà la democrazia.”Albert Camus.
PADRE. Bravo. Che cultura.
LUI. Papà? Perché siamo tutti colpevoli?
PADRE. Perché tutto è colpa nostra.
MADRE. Sì,è così,tutto è colpa nostra.
LUI. Come volete che io non sia  depresso  con genitori come voi?
PADRE. Aiutati e il Ciel …
LUI ..Chiudi il becco
MADRE. Come parli a tuo padre?
PADRE. Si ha un bel donare tutto a loro,finiscono per cacarvi nelle mani.
MADRE. Si ha un bel sacrificarsi,dissanguarsi,uccidersi per loro,che produce tutto questo?
PADRE. Si dà loro la vita,il confort,l’educazione …
MADRE. Si potrebbe morire davanti a loro,non cambierebbe niente,ci troverebbero comunque stupidi.
PADRE. Bisogna che me ne vada.
MADRE. Bene,è così,vattene.
LUI. Saluterai  G.I.Joe.
LEI. Porterai un cadavere alla mamma?
MADRE. LUI. LEI .Ciao.
LUI. Formavamo una famiglia funzionale dove  non la finivamo più di aprirci gli uni verso gli altri.
LEI. Eravamo uniti nell’armoniosa solidarietà di una famiglia calorosa che suscitava l’invidia e l’ammirazione di tutti.
LUI. Servivamo d’esempio,senza trarne vanità.
LEI. Per di più, eravamo tutti belli.                            
  
                               

SCENA 21.

IL PIANO  4

Blue screen.

Il Padre e La Madre sono in moto e corrono in città.

PADRE.   … E’ il simbolo che conta.
MADRE. Ma dopo bisognerà mettersi in salvo.
PADRE. Sì.
MADRE. Perché nessuno capirà il nostro modo di procedere.
PADRE. Esatto.
MADRE. Forse vorranno ucciderci perché siamo i messaggeri.
PADRE. Può darsi, ma saremo già lontano.
MADRE. Sopravvivremo !
PADRE. Sì,sopravvivremo !
MADRE. Sopravvivremo a questa prova,perché siamo insieme.
PADRE. E poiché il disagio è ovunque …
MADRE.  Che non esiste luogo dove sentirsi a proprio agio …
PADRE. E che bisogna pur tuttavia mettersi da qualche parte ...
MADRE … Saremo divinamente ospitali l’una per l’altro.
PADRE. La mia assuefazione a te è totale ed eterna.
MADRE. La mia passione per te è forsennata.
PADRE. La tua bellezza è un’insolazione che fa perdere  i sensi.
MADRE. Sei un miracolo di stile.
PADRE. Non amo che te.
MADRE. Non amo che te.
 Sirene di polizia,forse anche rumore di elicottero. 
PADRE. Sssss! Che cos’è?
MADRE. Che succede?
PADRE .Quanta gente!
MADRE. Che facciamo?
PADRE,gridando al cielo. That’s it!Kill the messenger,you motherfucker!
MADRE. Perché parli inglese?
PADRE. I don’t know,baby, those suckers are ready o shoot’I’m telling you.
MADRE. Che cosa?

I rumori si intensificano.,Rallentano,abbandonano la moto e continuano la corsa a piedi,poi urtano contro  la recinzione Frost.

MADRE.  Di là!
PADRE. No!
MADRE. Dobbiamo andarcene!
PADRE. Io non mi muovo !
MADRE. Eh? Vieni!
PADRE. No!
MADRE. Abbiamo ancora una possibilità!C’è un passaggio laggiù! Presto!
PADRE. No,è troppo rischioso! Io rinuncio!

La Madre lo tira per la mano,lui resiste.

PADRE. Non me ne vado! Non me ne vado!
MADRE. Andiamo a nasconderci!Ti vado a nascondere,va bene?

Si lascia trascinare.
La recinzione si sposta lateralmente,camminano di profilo, lo sfondo dietro cambia.

PADRE Ci hanno denunciati,di sicuro!
MADRE. Può essere.
PADRE. Avevo organizzato bene tutto!
MADRE .Sì!
PADRE. Tutto era regolato!
MADRE. Lo so!
PADRE .E’ forse la stagista!
MADRE. Ma avevi detto che era vegetariana!
PADRE. O allora il ragazzo del camion!
MADRE  Può darsi!
PADRE. Non si può riporre fiducia in nessuno!
MADRE .La gente è tutta uguale!

Sono adesso davanti alla fabbrica Atwater,la Madre si prende una pallottola nel braccio.

PADRE. Come va?
MADRE .Il mio braccio!
PADRE .Come va?
MADRE. Sanguino!

Musica: Schubert,Ave Maria,opus 52 n° 6(D 839).
L’azione è al rallentatore. Ripresa dell’azione.

LUI. Che fate qui?
LEI. E’ la nostra moto!
LUI. E’ il nostro piano!

musica:Schubert,Ave Maria.
L’azione è al rallentatore.

Ripresa dell’azione.

LEI. Perché hanno fatto questo?
LUI. E’ un sabotaggio.
LEI. E’ un pasticcio.
MADRE. Sanguina molto?
PADRE . Non muoverti,amore mio, non provare a muoverti …
LUI. Sennò rischi di andare  completamente …

Musica:Schubert,Ave Maria.
L’azione è al rallentatore.

Ripresa dell’azione.

LEI. E’ grave?
LUI. Non so.!
LEI. Che schifo!
PADRE. Non preoccuparti,amore mio …
MADRE. Che cosa?
LUI. E’ ripugnante!
LEI. Non mi sento bene!
PADRE. Tieni duro,amore mio! Tieni duro!
LUI. E’ la prima volta che io vedo vero sangue umano!
LEI. Non sapevo che ce ne fosse tanto!
LUI. Si direbbe vernice!

Musica : Schubert,Ave Maria.
L’azione è al rallentatore.

Ripresa dell’azione.

MADRE. Ti ricordi la camera oscura dove mi hai portato un giorno,e il taglietto che mi ero fatta al dito quel giorno,ti ricordi,un po’ di sangue come gocce di vernice tu mi hai detto,e mi hai preso il dito in bocca e mi hai detto …
PADRE. … Ti ho detto che anche se tutta la Terra fosse stata del sangue degli uomini,sarebbe ancora il tuo  di cui  mi sarebbe importato di più,e che avrei fatto sempre attenzione perché non ti mancasse mai sangue,e che se
tu lo avessi proprio voluto,io vi avrei amato,te e ciascuna delle tue gocce ,per tutta la mia vita,e ti  ho preso il 
dito in bocca perché tu vedessi bene quanto io avrei preso cura di te per sempre e mi hai detto …

La Madre muore.

Musica:Schubert,Ave maria.
L’azione è al rallentatore.

PADRE. No!
LEI E LUI. Mamma!


EPILOGO

Lei e Lui sono sul punto di salire a bordo di un aereo. Sono assaliti dai paparazzi.

LEI. Scusate?
LUI. Uno alla volta. D’accordo?
LEI. Certamente,come previsto. Più che mai.
LUI. Vita privata.
LEI. Non sono affari vostri.
LUI. Vita privata.
LEI. Nessun commento.
LUI. Vi  ricordo che la biografia è non autorizzata.
LEI. Nostra madre è semplicemente morta  nell’esercizio delle sue funzioni.
LUI. Sono cose che succedono.
LEI. Scusate?!
LUI. E’ che cosa questa domanda?
LEI,in lontananza. Grazie,sì,fatelo tacere.
LUI. La nostra organizzazione è sempre più importante,e la nostra indipendenza economica è totale.
LEI. Abbiamo ricevuto un’eredità sostanziale,e ne faremo uso come meglio ci sembra,in tutta libertà.
LUI .Esattamente. Ora rispondiamo soltanto a coloro che sanno di che cosa parlano.
LEI. Proprio così,ripasserete.
LUI. Ciao.

Si fanno mitragliare dai flashs degli macchine fotografiche.
Musica,aereo che decolla.


[1] "Il  Cégep du Vieux Montréal è un Istituto superiore  d'insegnamento  generale e  professionale (CÉGEP),  al  255  di rue Ontario Est, nell'arrondissement Ville-Marie della città  di Montréal in Québec."


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