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mercoledì 5 febbraio 2014

Diario di Bordo.(112)



Ed ecco la prima parte  della traduzione, per i miei lettori italiani  con un DNA pigrotto,della documentazione pubblicata nei due posts precedenti.


Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina.

Preambolo.

Le madri,le figlie,le sorelle,rappresentanti della nazione,chiedono d’essere costituite in assemblea nazionale.
Considerando che l’ignoranza,l’oblio o il disprezzo dei diritti della donna,sono le sole cause delle disgrazie pubbliche e della corruzione dei governi,hanno deciso di esporre in una dichiarazione solenne,i diritti naturali inalienabili e sacri della donna,affinché questa dichiarazione,costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale,ricorda loro ininterrottamente i loro doveri,affinché gli atti del potere delle donne,e quelli del potere degli uomini potendo ad ogni istante essere paragonato con la finalità di ogni istituzione politica,siano maggiormente rispettati,affinché i reclami delle cittadine,fondati ormai su principi semplici e incontestabili,volgano sempre al mantenimento della costituzione,dei buoni costumi,e alla felicità di tutti. Di conseguenza,il sesso superiore in bellezza come in coraggio,nelle sofferenze della maternità,riconosce e dichiara,in presenza e sotto gli auspici dell'Essere Supremo,i Diritti seguenti della Donna e della Cittadina.

Articolo I
La Donna nasce libera e resta uguale all’uomo in diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune.
Articolo II
La finalità di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili della Donna e dell’uomo:questi diritti sono la libertà,la proprietà,la sicurezza e ,soprattutto,la resistenza all’oppressione.
Articolo III
Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione,che non è che la riunione della Donna e dell’Uomo:
nessun corpo,nessun individuo,può esercitare autorità che non ne emani espressamente.
 Articolo IV
La libertà e la giustizia consistono nel  rendere tutto ciò che  appartiene ad altri; così l’esercizio dei diritti naturali della donna non ha limiti che nella tirannia perpetua  che l’uomo le oppone;tali limiti devono  essere riformati  dalle leggi della natura e della ragione.
Articolo V
Le leggi della natura e della ragione  difendono tutte le  azioni dannose per la  società : tutto quel che non è vietato da queste leggi,sagge e divine,non può essere impedito,e nessuno può essere costretto a fare quel che esse non ordinano.
Articolo VI
La Legge deve essere l’espressione della volontà generale;tutte le Cittadine e i Cittadini devono concorrere personalmente o attraverso i loro rappresentanti,alla sua formazione;deve essere la stessa per tutti:tutte le Cittadine e i Cittadini, essendo uguali ai suoi occhi,devono essere allo stesso modo ammissibili a ogni dignità,posti e impieghi pubblici,secondo le loro capacità,e senza altre distinzioni che quelle delle loro virtù e talenti.
Articolo VII
Nessuna donna  fa eccezione; essa è accusata,arrestata,e detenuta nei casi determinati dalla Legge.Le donne ubbidiscono come gli uomini a tale Legge rigorosa.
Articolo VIII
La Legge non deve stabilire che pene strettamente evidenti e necessarie , e nessuno può essere punito se non in virtù di una Legge stabilita e promulgata anteriormente al delitto e legalmente applicata alle donne.
 Article IX
Su ogni donna che sia dichiarata colpevole  si esercita il rigore della Legge.
Articolo X
Nessuno deve essere perseguito per le sue opinioni fondamentali,la donna ha il diritto di salire sul patibolo,essa deve avere allo stesso modo quello di salire sulla tribuna;purché le sue manifestazioni  non turbino l’ordine pubblico stabilito dalla legge.
 Articolo XI
La libera comunicazione  del pensiero e delle opinioni è uno dei  diritti più preziosi della donna,poiché tale libertà assicura la legittimità dei padri verso i figli.Ogni Cittadina può dunque dire liberamente,io sono madre di un figlio che vi appartiene,senza che un pregiudizio barbaro la costringa a dissimulare la verità;salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi previsti dalla Legge.  
Articolo XII
La garanzia dei  diritti della Donna e della Cittadina implica una utilità più grande;questa garanzia deve essere istituita per il vantaggio di tutti,e non per l’utilità particolare di coloro alle quali è stata affidata.  

Articolo Articolo XIII
Per la gestione della forza pubblica ,e per le spese dell’amministrazione,i contributi della donna e dell’uomo sono uguali;essa partecipa a tutte le corvées,a tutti i compiti penosi;essa deve dunque prendere allo stesso modo  parte alla distribuzione dei posti,degli impieghi,delle cariche,delle dignità e dell’industria.

 Articolo XIV
Le Cittadine e i Cittadini hanno diritto di constatare di persona o attraverso i loro rappresentanti,la necessità del contributo pubblico.Le Cittadine non possono aderirvi che attraverso l’ammissione di una uguale divisione,non soltanto nella fortuna,
ma anche nell’amministrazione pubblica,e di determinare la quota,l’assetto,la riscossione e la durata dell’imposta.
Articolo XV
La massa delle donne,coalizzata per il contributo con quella degli uomini,ha diritto di chiedere conto,a ogni agente pubblico, della sua amministrazione.
Articolo XVI
Ogni società,in cui la garanzia dei diritti non è assicurata,né la separazione di poteri determinata,non è affatto dotata di costituzione;la costituzione è nulla ,se la maggioranza degli individui  che compongono la Nazione non ha cooperato alla sua redazione.
Articolo XVII
Le proprietà  sono per tutti i sessi riunite o separate;esse hanno per ciascuno un diritto allorché la necessità pubblica,legalmente constatata,lo esiga esplicitamente,e a condizione di una giusta e preliminare indennità.

Postfazione

Donna,svegliati;le tossine della ragione si fanno sentire nell’universo intero;riconosci i tuoi diritti.II dominio possente della natura non è più circondato da pregiudizi,da fanatismo,da superstizione e da menzogne.La fiaccola della verità ha dissipato ogni nube della stoltezza e dell’usurpazione.L’uomo schiavo ha moltiplicato le sue forze,ha avuto bisogno di ricorrere alle tue per rompere le sue catene.Divenuto libero,è diventato ingiusto verso la sua compagna. O donne! Donne,quando cesserete d’esser ceche?Quali sono i vantaggi che raccogliete dalla Rivoluzione?Un disprezzo più marcato,un disdegno più manifesto.Nei secoli della corruzione non avete regnato che sulla debolezza degli uomini.Il vostro imperio è distrutto;che vi resta dunque? La convinzione delle ingiustizie dell’uomo.La rivendicazione del vostro patrimonio,fondata sui saggi decreti della natura;che dubbi avreste per una così bella impresa? La buona parola del Legislatore delle Nozze di Cana?Temete che i nostri Legislatori francesi,correttori di questa morale,a lungo aggrappata ai rami della politica,ma che non è più di stagione,vi ripetano:"Donne,che c’è in comune tra voi e noi?" "Tutto",voi dovreste rispondere.Se si ostinano nella loro debolezza,tanto da mettere una tale inconseguenza in contraddizione con i loro stessi principi;opponete coraggiosamente la forza della ragione alle vane pretese di superiorità;riunitevi sotto i vessilli della filosofia,dispiegate tutta l’energia del vostro carattere,e vedrete ben presto quegli orgogliosi,non servili adoratori rampanti ai vostri piedi,ma fieri di condividere con voi i tesori dell’Essere Supremo.Qualunque siano le barriere che vi si oppongono,è nel vostro potere di valicarle;non dovete che volerlo.Passiamo adesso al terribile quadro che siete state nella società,e poiché in questo momento si tratta di un’educazione nazionale,vediamo se i nostri saggi Legislatori penseranno in modo sano sull’educazione delle donne.
Le donne hanno fatto più male che bene.La costrizione e la dissimulazione sono state la loro condivisione.Quel che la forza aveva loro sottratto ,la furbizia ha loro reso;hanno fatto ricorso a tutte le risorse del loro fascino,e il più irreprensibile non resisteva.
Il veleno,i ceppi,tutto era loro sottomesso;presiedevano al crimine come alla virtù.Il governo francese ,soprattutto,è dipeso,per secoli,dall’amministrazione notturna delle donne;l’ufficio non aveva segreti per la loro indiscrezione;ambasciate,luoghi di comando,ministeri,presidenze,pontificati,cardinalati;in conclusione tutto quello che caratterizza la stoltezza degli uomini,profana e sacra,tutto è stato sottomesso alla cupidigia e all’ambizione di questo sesso  un tempo spregevole  e rispettato,e ,dopo la rivoluzione,rispettabile e disprezzato.


 [...]

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