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venerdì 24 gennaio 2014

Diario di Bordo.(108)

Invio a Isabella,l'anglofona,perché lo legga al mio posto questo pezzetto inroduttivo che annuncia anche l'evoluzione del percorso verso il secondo salotto ,questa volta settecentesco,e un certo qual filo  tematico che lega i due eventi....


"Un salotto letterario è una riunione di letterati, di poeti,  d’artisti che si incontrano con  
regolarità ,in un ambiente intellettuale, spesso mondano, per discutere dell’attualità del tempo,
di filosofia,di letteratura,di morale,che ha particolare fortuna nel  XVII e nel  XVIII secolo.

  La conversazione era ,con la lettura,una delle distrazioni degli  habitués delle ruelles ,ovvero di quelli che nel XVIII s. si chiameranno  poi i salotti .Considerata ad un tempo come un’arte,nel  testo  di de La Rochefoucault,è l’oggetto di un’analisi approfondita. 

Questi luoghi d’incontro erano creati,organizzati e sostenuti da dame dell’aristocrazia della corte di Louis XIV nel ‘600,e da intellettuali o appassionate di cultura dell’alta borghesia togata nel secolo successivo.

E’ particolarmente interessante notare come il tema forte che percorre le opere lette e le discussioni affrontate nel XVII s. pone ,in modo palese o sotterraneo pressoché costante, il nodo della rivendicazione del ruolo della donna,del suo punto di vista ,della maggiore importanza che devono acquisire i suoi desideri,i suoi talenti,le sue sensibilità che quelle aristocratiche dame si sono impegnate anche nei fatti a  realizzare - Mademoiselle de Scudéry rifiutò per tutta la vita l’istituto del matrimonio – e le dame che danno il nome ai salotti sono  esse stesse personaggi di grande rilievo intellettuale,che godono  di vasta stima e prestigio.

Nel secolo successivo già la struttura stessa del salotto cambia in modo significativo. Sono sempre le donne ad ospitare nelle loro  solide e prestigiose dimore alto borghesi gli incontri della intellighenzia progressista del tempo;ma,,quando si tratta di presiedere all’organizzazione delle discussioni la funzione diventa  rigorosamente maschile e gli autori delle opere esaminate esclusivamente uomini. E tale cambiamento non è casuale. Anche quegli autori prestigiosi i cui principi liberali saranno fatti propri dalla Rivoluzione di fine secolo e inglobati nella Carta dei Diritti ,piuttosto che sostenere e far progredire la condizione della donna si preoccupano di fare discorsi a parte, quando si tratta dei principi educativi ,del sentimento etico -religioso,della fredda strategia amorosa ,oppure della schiettezza dei suoi comportamenti. E’ una donna,angelo del focolare,regina della casa,madre fertile che accudisce la prole quella che si profila nel futuro della società borghese e che si affermerà per più di due secoli.

Una cultura ,quella della borghesia, che si consolida e si prepara all’egemonia,caratterizzata  da questo duplice piano  ben distinto che la percorre secondo che concerna l’uno o l’altro genere. Tale contraddizione è particolarmente stridente quando consideriamo l’apertura grande che quegli intellettuali contribuiscono a realizzare  a proposito ,ad esempio, del cosmopolitismo o dell’educazione ,e soprattutto  della concezione e dell’organizzazione del potere dell’autorità
 politica ,quando si parli di uomini ,e come tutti quei valori si capovolgano radicalmente quando il destinatario appartenga all'altro genere.

Tutto questo trasforma anche il significato della lingua. Se il termine “libertino”,ad esempio,
al  suo nascere, fino dalla Renaissance,  aveva riguardato la libertà di pensiero,lo  stesso  termine nel ‘700 finirà per indicare esclusivamente la libertà sessuale e le libertine che hanno la libertà di assurgere alla dignità di personaggi narrativi assumono tinte particolarmente ciniche e cupe,rispetto a certe fragilità ,perplessità e scrupoli dei loro omologhi maschili.

Di questi molteplici  cambiamenti ci occuperemo,se vorrete partecipare ,nella  prossima rievocazione durante la quale l’attenzione sarà tutta per le opere,le personalità e i valori emergenti del XVIII secolo,come sorprendente evoluzione dell’universo e delle atmosfere di cui ci occupiamo oggi. 

E quel che sembra essere particolarmente interessante per noi oggi è il fatto che alcuni temi restano problematici e irrisolti ancora per noi ,oggi. Se,infatti,il tema della condizione femminile ha fatto qualche progresso,non può dirsi ancora però che non ponga più problemi;quello dell’interesse e del rispetto per le culture altre,sembra peraltro aver subito addirittura qualche arretramento come,purtroppo del resto quello centrale della necessaria divisione dei poteri.

E’ per questo che rivisitare quelle pagine può rivestire per noi un interesse del tutto particolare,e aiutarci,forse ,perfino a chiarirci qualche idea in questi tempi grigi di crisi ."



Per necessità di snellezza e velocità ho evitato di dar conto delle posizioni differnziate di La Fontaine,Perrault e Molière rispetto al milieu delle Précieuses.In particolare Molière,che era
molto ironicamente critico(cfr.Les Précieuses ridicules)apparentemente verso quel mondo,ma  in realtà il grande comédien non aveva potutosemplicemente ignorare il ridicolo di quei salotti précieux di provincia e borghesi che avevano tradito lo spirito delle origini, praticando banalmente con  piatto  conformismo  una moda.

Il  linguaggio  delle  preziose  non  è,  come  l’hanno descritto i detrattori,  affettato  e  artificioso  ma,  al contrario,  è il risultato di un'accurata ricerca di “purezza  nello stile,  guerra  alla  pedanteria  e  al  provincialismo, eliminazione  delle  parole  volgari”.  Chi  le  critica  le accusa di pretendere che vengano pubblicate opere che non solo contengano tutto lo scibile umano, ma che, in più,  abbiano  “lo  stile  puro  ed  elevato,  il  pensiero sottile  e  popolare,  lo  svolgimento  fluido  e intramezzato  di  piacevoli  digressioni”.  Che  non è  poco,  certamente.  Ma è proprio quest'accusa  a farci  capire che  il  loro  proposito  era  rendere  la  cultura più accessibile,metterla  in  discussione,  svecchiarla rendendola più  viva.  Un programma che non poteva lasciare indifferenti i più ,pigramente abbandonati ai riti della tradizione e dei privilegi.








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