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domenica 8 aprile 2018

Prologo



Prologo



   

        A fine giugno del ’67, durante il VI congresso degli scrittori a Praga,

un buon numero di partecipanti sottopone a dura critica il regime comunista 
pergli abusi del passato e conclude con la richiesta della libertà di stampa.
E’ una richiesta forte che ha un insperato successo poiché ottiene che
A. Novòtny sia sostituito da A.Dubček,slovacco, alla guida del partito 
comunista cecoslovacco(gennaio 1968). Già il 5 marzo dello stesso anno 
il nuovo segretario del partito annuncia la soppressione della censura.
Prima che quello stesso mese finisca Novotny si dimette dalla carica di 
Presidente della Repubblica. L’opinione pubblica  reagisce con esplicito 
sollievo. A succedergli è chiamato L.Svoboda,nuovo Capo dello Stato. 
Anche il governo si rinnova con l’ingresso di  esponenti moderati di
grande prestigio, quali Oldrich Cernik, Jiri Hajek, Ota Sik. Emerge

presto la volontà di riforme radicali nell’ambito economico in grave
crisi, capace di abbandonare centralismo e industrializzazione pesante
e, in ambito politico, la palese determinazione nel favorire una 
articolazione pluralista del sistema politico. Dal Comitato Centrale
del 4 e 5 aprile esce la definizione del nuovocorso come "socialismo
dal volto umano". In URSS tuttavia le reazioni all’accelerazione
impressa  al processo di liberalizzazione dagli intellettuali firmatari
del cosiddetto Manifesto delle duemila parole sono di grande
preoccupazione. I dirigenti sovietici intravedono nella primavera di
Praga una minaccia per il regime comunista e per il patto
di Varsavia, temono una  "contaminazione" nel campo socialista.
Nel corso di alcuni colloqui a  Karlovy Vary (17 maggio), a
Cierna-nad-Tisu (19 luglio e 1° agosto) e a Bratislava (3 agosto), 
Dubček tenta  invano di rassicurarli. Ed è nella notte tra il 20
e il 21 agosto 1968 che si arriva all’invasione della  Cecoslovacchia 
da parte delle truppe del Patto di Varsavia.Per comprendere i motivi
di questo allarme che produce l’iniziativa gravemente aggressiva 
dell’invasione del Paese bisogna tener presente la collocazione 
geografica della Cecoslovacchia, esattamente al centro dello
schieramento difensivo del Patto di Varsavia:una sua eventuale 
defezione non poteva essere tollerata in periodo di Guerra Fredda.
A differenza di quanto era avvenuto in altri paesi dell'Europa centrale
,la presa di potere dei comunisti in Cecoslovacchia nel 1948 era stata accompagnata da una genuina partecipazione popolare, e non  era stata 
funestata, come altrove, da brutali repressioni. Le riforme sociali del 
dopoguerra erano avvenute pacificamente,mentre, ad esempio, in 
Ungheria si erano avute vere e proprie sommosse. Ciononostante,la 
dirigenza, guidata da Gottwald prima, da Zapotocky e Novotný poi, 
aveva mantenuto un regime totalitario fortemente repressivo che si 
era espresso in maniera brutale durante le purghe staliniane e che
non si era aperto alle riforme dopo la morte del leader sovietico.

La stessa minoranza slovacca rimaneva sotto rappresentata nelle
istituzioni, che accusavano sempre una distanza ideologica rilevante
rispetto alle altre repubbliche popolari che avevano compiuto la destalinizzazione,Ungheria e Polonia per prime.Tuttavia stroncare
 la primavera di Praga si rivelerà meno facile del previsto per le
difficoltà di individuare un gruppo dirigente disposto a sostituire 
Dubček . Nonostante le pressioni di Mosca la situazione rimarrà 
 incerta ancora per molti  mesi .In autunno verrà  approvata la 
riforma istituzionale del paese con il riconoscimento dello stato
 federale fra le regioni ceche e la Slovacchia. Nel marzo 1969 
però la promozione da parte dei sindacati di una serie di iniziative
a favore della libertà di sciopero inducono Breznev  a imporre le
dimissioni a Dubček facendo leva sulla "questione nazionale",e
a sostituirlo con il fidato Husák.

Ed è  proprio in quell’estate  del 1968 che ho vissuto un’ incursione
involontaria nella storia.










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