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mercoledì 28 ottobre 2015

19.Conclusione sul mito.Confronto tra culture:analogie e differenze.

Ma è possibile continuare il confronto tra le diverse interpretazioni simboliche dei popoli(1)















 ...c'è infatti chi(2)evidenzia che"l'equivalenza della vita umana e di quella lunare ,equivalenza
 che sorge per un processo ideativo pari alla metafora sembra apportare all'uomo anche una sostanziale identità di destino -la rinascita- pure per quella parte della vita che rimane incontrollabile,e cioè per la morte",sottolinea ,inoltre,che in un'interpretazione negativa,
"troviamo legata  alla luna la perdita dell'immortalità".Quest'ultima citazione ci riporta  all'associazione luna/tartaruga,nell'accezione di portatrici di morte.del resto il termine
greco tartaroukòs significa proprio"portatore del tartaro."
Tutto questo ci porta a ricordare il mito dei Boscimani del Kalahari(è sempre Raffaele
Pettazzoni che ce lo racconta),dove la tartaruga,dimenticando il messaggio di rinascita
e di salvezza  che la luna le aveva affidato perché lo riferisse al genere umano,ne determinerà
la  mortalità .Andò infatti così:la Luna aveva chiamato la tartaruga  per consenarle il messaggio secondo cui come la stessa luna muore per poi resuscitare,allostesso modo sarebbe avvenuto
 per gli uomini.La tartaruga si incamminò e si ripeteva mentalmente il messaggio per lo
scrupolo di comunicarlo correttamente.ma la lentezza del suo procedere ebbe suo malgrado
la meglio.Irritazione della luna che sostituisce alla tartaruga la lepre come messaggero.ma
l'abituale velocità del nuovo messaggero non permette la corretta realizzazione della missione.
Tuttavia,non volendo tornare indietro per confessare d'avere col ritardo dimenticato il
messaggio originale lo riferisce,ma al rovescio."Uomini,una volta morti lo sarete per sempre!"
E' allora che arriva la tartaruga col suo messaggiofedelmente conservsto.ma è troppo tardi ,
a valere è la trasmissione già avvenuta del messaggio sbagliato.
La luna che desidera inviare agli uomini il messaggio della salvezza è la luna bianca,
figura trionfale nei confronti della morte;la tartaruga,al contrario rappresenta nel mito
il suo  doppio nero,funereo,la morte


(1)Un'analisi molto accurata,ampia e approfondita del tema è quella di A.Cardamone ,
"In traccia di luna(mitologie lunari tra oralitàe scrittura",Pellegrini ed.,Cosenza,2006.
(2)Anita Seppilli,"Poesia e magia,Torino 1962.




















































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































martedì 27 ottobre 2015

18.Il mito: fascino della diversità e la ricchezza della sintesi.

 Il confronto fra diversità può consentire una sintesi più voluta di qualsiasi configurazione 
storica o mitologica che sia.







Abbiamo appena conosciuto il mito cosmogonico del mondo dimezzo a Sumatra.Ad ovest della grande isola,nelle isole Batu,gli indigeni originari della vicina isola di Nias,raccontano un mito delle origini che ha come protagonista la Gran Madre,creatrice di ogni cosa.(1)
"Quando la terra ancora non c'era,quando non esisteva ancora il vasto mondo,esisteva nostra Madre Dao ."Dal 2sudiciume  delle palme delle mai",dalla "sporcizia del corpo"forgia la"rotondità del mondo"con tutti i suoi elementi come precisa dettagliatamente il racconto.In seguito"un giorno,una volta"allorché "non c'erano ancora esseri umani,quando il genere umano ancora non esisteva,,andò alla bocca dell'abisso,andò alla profondità senza fondo,nostra madre Dao,la sempre ringiovanentesi,nostra madre Dao,avente forma di tartaruga.adunò le zone dei venti,riunì gli angoli dei venti" e così"fu ingravidata senza avere un uomo,fu fecondata senza un marito"passato "un anno di vegetazione"partorì due gemelli divini.ma il mondo era ancora senza uomini ed essa "parlava senza che ci fossero uomini,favellava senza che esistesse l'umanità".Fino a che ,"nel suo parlare  ella disse favellando:<E' peccato per la terra laggiù ,è peccato per il vasto mondo,che non ci siano abitanti ,che non ci abiti nessunocon cui io possa  parlare,con cui io possa favellare>.allora si recò nuovamente  alla bocca dell'abisso ,di nuovo si recò presso la profondità senza fondo..".Insomma ripete ancora una volta e nell'identico modo l'evento del concepimento senza compagno.proprio nello stesso modo in cui la Luna  concepisce da sé se stessa che rinasce. Nostra Madre Dao partorisce un' altra coppia di gemelli -un maschi e una femmina- la coppia di progenitori dell'umanità.E interessante a questo punto sottolineare che le caratteristiche della Gran Madre -"la sempre ringiovanentesi" e il suo" aspetto di tartaruga" - sono qualificanti sia per la Madre Terra originaria,signora della vegetazione(che si rinnova ciclicamente)e che nella tartaruga rappresenta la stabilità del mondo,ma contemporaneamente simboleggia anche l'astro lunare,che ,"col suo spuntare  dalle tenebre ,col suo crescere e appassire,col suo scomparire  come un seme di speranza sotto  terra è madre di vegetazione "come ha affermato con grande efficacia Sermonti(2)che inoltre aggiunge  come "Hater ,l'egiziana,Ishtar(3),Dioniso,Sin sono insieme divinità lunari e della vegetazione".La Luna,in miti diffusi in tutti i continenti è,sia pure con modalità diverse, collegata alla tartaruga.
nel racconto dei Batu,però,la Gran Madre Dao,sempre ringiovanentesi in forma di  tartaruga ,muore per trasformarsi in terra e polvere.Dopo esser stata la Signora della Terra ,protettrice della vegetazione  vuole identificarsi nella terra stessa ,assumendone nell'aspetto della polvere tutta  la sua essenza fisica."Ordunque un giorno,una volta ...il suo spirito vitale  s'involò come vento,la sua anima si dileguò  come un vapore;ella morì e fu trasformata in terra (danò);morta,divenne polvere(dao).I suoi resti mortali riempirono i crepacci,la sua cenere riempì le spaccature della terra ".Ma è una morte molto strana la sua ,visto che la coppia progenitrice del genere umano continua a chiamarla  e a ricordarla come la "sempre ringiovanentesi"[...] Nostra Madre Dao avente forma di tartaruga"!
Siamo di fronte a una  doppia contraddizione.Come interpretarla?Forse ci può aiutare la tartaruga.
Infatti è proprio di lei che molto spesso si servono le genti per simboleggiare la luna perché ha l'abitudine di celarsi scomparendo nel suo guscio per riapparire prorrio comefa la luna.I Batu nel loro simbolismo ne fanno un'esplicita identificazione.La mitologia cinese ci offre un esempio simile e ,allostesso tempo,opposto,nel senso che nel Nord del paese,la tartaruga è associata sì alla Luna e all'inverno,ma isolando ,in un certo senso la sua fase cinerea,oscura invernale,sottolineandone la natura funerea.Il legame con la luna per il  suo rapporto con l'acqua,la tartaruga lo esprime anche con la terra :infatti numerose tradizioni la considerano una divinità sotterranea fondamentale,che esprime le forze profondedella terra come delle acque.Una conferma dell'ambivalenza,dell'ambiguità del binomio simbolico luna/tartaruga.Sembra proprio nella loro natura doppia,anzi trina risiedere la capacità di esprimere simbolicamente l'immagine della vita ,della morte e della resurrezione.E'
 ancora Sermonti che scrive:"La luna nera è mortale,sofferente,effimera;una luna terrena,ctonia:Di fronte a lei è una luna bianca ,una luna palese che abita il cielo  e ha il volto impassibile degli <immortali>,la castità della diva".E ancora:La luna è"come composta di due metà opposte ;la parte nera e la parte bianca , che si associano e si alteranao.E sarà,in conclusione ,importante aggiungere  che nella fisiologia taoista la tartaruga,corrispondente all'acqua leggera ,é collegata col colore nero.


                                                             *°*°*

(1)Citazione da :Raffaele Pettazzoni, "Miti e leggende" ,vol II-Torino.

(2)       "        da:Sermonti,"Fiabe di luna",Milano,1986.
(3)Ishtar è la principale divinità del nutrito pantheon babilonese. E' la divinità che racchiude in se una moltitudine di funzioni e poteri, è la stella del mattino, è la dea della fertilità, divinità protettrice della natura, dell'agricoltura, della guerra e della pace, non una dea sola ma una miriade di dee e figure femminili con le quali spesso è associata e idealizzata.
(4)Sin,antica divinità lunare nel pantheon sumero, babilonese e assiro. Di origine sumera  portava inoltre il nome sumero di En-zre "signore della sapienza" ,consideratoanche  divinità della sapienza.
La figura del dio della Luna sumero, babilonese e assiro ebbe una vasta area di diffusione anche presso altri popoli.Era venerato anche nell'Elam. Anche i Mitanni, gli Hurriti e gli Hittiti appresero ad adorare Sin babilonese e assiro. Lo stesso accadde ai  Cananei ossia degli abitanti preebraici della Palestina e della Siria. Questa diviità penetrò però anche in Arabia, dove fu adorata tanto nella parte settentrionale quanto in quella meridionale della penisola. Una certa adorazione prestano alla Luna anche gli Yezidi; il nome però del loro Sheikh Sin non ha nulla a che fare col dio babilonese Sin, ma è una corruzione curda del nome arabo Ḥasan.






























































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































lunedì 26 ottobre 2015

17.Oceania.Indonesia. Il mondo di mezzo.

Il completamento della Terra.

Da sempre la divina famiglia viveva nell'alto Cielo.Quando giunse l'ora ,il padre,Batara Guru,
rivelò alla consorte,Butara di Atas,la volontà do donare a ciascuno dei tre figli quanto avrebbero desiderato.Il primo,Benuwa Koling,chiese un rimedio per ogni malattia e il privilegio di restare
 nel cielo.Il secondo,Samsah Hienei,domandò l'olio miracoloso che endeva invulnerabili nelle battaglie ed efficace ogni prehiera;aggiunse,inoltre di voler abitare il "Mondo di Mezzo",
intermedio tra quello degli dei e quello degli Inferi.Il terzo sollecitòil potere sul vento e,
come dimora,il mondo sotterraneo,sede dei morti e degli spiriti.
Il padre esaudì i desideri di ognuno ,ma Samsah Hienei,che aveva scelto il" Mondo di Mezzo",
fu costretto a restare sospeso a un filo per non precipitare.Poiché si lamentava continuamente
 di non avere un punto su cui ,arrivarono caldo,freddo,vento.Poi,un giorno,,il celeste genitore
gli inviò un'enorme scodella di terreno sulla quale poter sedere.Sulla Terra,che risultava così
creata ,Samsah Hienei incontròun essere femminile.Non ne conosceva l'origine,ma suppose
osse un dono del padre e si unì con lei.qualche tempo dopo,la sposa guidata da  una voce segreta,uccise una gallina,giunta misteriosamente davanti alla loro casa.le penne del volatile divennero piante;la coda,canna da zucchero;lostomaco,oro e argento;il becco ,un utensile
per lavorare l'oro.Il sangue si trasformò in acqua completando in tal modo la Terra.
                                                                                            Karo Batak(Sumatra:Indonesia)

domenica 25 ottobre 2015

16.Oceania. La creazione del mondo.


La presenza e l'assenza dei miti cosmogonici nel variegato panorama della mitologia indonesiana

Per quanto le mitologie dell'Oceania abbondino di tradizioni cosmogoniche,è possibile  che perfino in località dell'Indonesia,come nell'isola di Nias,manchino del tutto . Anche nella Nuova Guinea ,il patrimonio religioso "papuano"è privo  di miti cosmogonici.Può accadere,inoltre che venga  data addirittura per scontata la creazione della Terra e dello stesso Cielo(Isole Tonga).In generale ,il dio è concepito di sesso feminile (la "Gran Madre")nelle società  di origine matriarcale,maschile nelle altre.Spesso il mondo è considerato opera del serpente creatore,molto raramente di un essere culturale(To Kabanana,in Melanesia).
Un'affinità cosmogonica che porta a far coincidere molti miti,è quella che fa partire la nascita del mondo,o dell'universo intero,dal Po,termine con il quale si designa il Caos primordiale o le Tenebre:Quasi sempre,la Creazione viene spiegata come avvenuta  in periodi consecutivi,con chiaro riferimento ad una forma di sviluppo evolutivo.
Tra i miti cosmogonici più comuni e che maggiormente risentono delle influenze indonesiane,sono quelli delle nozze tra il Cielo (o il Sole) e la Terra,nonché il sollevamento delcielo.Credenze che si ritrovano,peraltro,anche in antiche mitologie come quella greca (Uranio e Gea)ed egiziana(Keb e Nut).

sabato 24 ottobre 2015

15.Viaggio nel mito.Oceania

La nascita degli dei.

Non è possibile ricondurre a un denominatore comune la rudimentale ma variegata teogonia  dei popoli
 dell'Oceania, disseminati su migliaia di isole,costellate su una supericie di mare grande  otto volte
l'Europa.Soltanto i concetti di mana e di tapu(tabù) sono peculiari  di quasi tutte le ramificazoni
mitologiche dell'immensa area.Mana ha  il significato generale di forza sovrannaturale ,impersonale
,mentre il tabù è connesso a determinati divieti sacrali,la cui trasgressione va oltre le sanzioni umane.
Nella teoria preanimistica,(secondo cui la religione deriverebe dalla magia),i due concetti sono fenomeni
 correlati di cui il mana rappresenta la carica positiva e il tabù quella negativa.La stessa credenza in un
 essere supremo assume in Oceania forme soltanto in apparenza concordanti.In Indonesia ,la concezione
risente maggiormente ,anche negli appellativi(Batara,Mahatara,ecc.)gli influssi religiosi hindu,buddistici
o islamici.In altri luoghi,l'essere supremo Tangaroa (con le sue varianti linguistiche  e dialettali) a volte
 è increato e creatore,in altri casi non è che  quelcapoe signore   di dei comune a  tante mitologie.Accade
quindi,che la rappresentazione mentale  di un essere supremo da un lato limiti l'esteso politeismo e
dall'altro ne sia condizionata.Abbastanza usuale la figura  di un serpente primordiale ,talora di sesso
 femminile.Divinità alquanto diffuse,sempre tenendo conto delle modificazioni locali,sono
 Vari- ma- teta kere(origine degli stessi dei),Vatea(padre degli dei e degli uomini),Qat o Tagaro
(progenitore degli umani,Papa(la" MadreRongo(che presiede all'agricoltura e alla pace),Hina
(dea dell'aria),Tu o Ku(dio della guerra),Miru(dei morti e della notte,Tane(dio solare e,della
bellezza e protettore degli artigiani).Come in quasi tutte le mitologie,le principali divinità sono
figli,fratelli o nipoti del dio  che emerge sugli altri.
Atipico il mito del Fango e della Melma(isole Tonga)

venerdì 23 ottobre 2015

14.Australia.La generazione dei popoli.

La generazione dei popoli.

Quando ancora non esistevano uomini,si incontrarono due esseri.Il maschio,Wuraka,
era un gigante che veniva dall'occidente dopo aver attrversato il mare.Ma non navigava,
camminava semplicemente poggiando i piedi sul fondo,tanto era alto da restare con il
 busto sopra la superfice dell'acqua.L'essere femminile,Imberombera, era venuto dal mare
 alla maniera di Wuraka.
I due si incontrarono in un luogo chiamato Marpur.Là Imberombera,che aveva un enorme
 ventre gonfio di bambini,liberò gli spiriti di maschietti e di femminucce per i quali piantò
alberi che davano frutti buoni da mangiare.Poi,ingiunse loro di parlare la lingua iwaidja.
  A Mamul,dove si recò successivamente,fece come a Marpur,ma lasciò questa volta tuberi
e raccomandò ai bambini di parlare umoriu.Così continuò a fare per tutto il territorio,fino a
 quando furono popolate le dieci contrade  dove ancora oggi si parlano dieci linguaggi diversi.
                                                                    Kakadu(Australia settentrionale) 

 Nei tempi primordiali i giovani appartenenti alla stessa famiglia totemica si sposavano
tra loro.Era come un incesto e la sua pratica poteva  provocare il giusto castigo degli dei.
Gli anziani compresero che era venuta l'ora di regolare  con una più intransigente disciplina
 le unioni matrimoniali.per giorni si  riunirono nella grande "casa  degli spiriti" e,quando
 uscirono,erano tutti d'accordo  sulle leggi da dare. E furono queste.Le famiglie totemiche
dovevano vivere divise  l'una dall'altra e i membri di una stessa famiglia  non potevano
sposarsi tra loro.Non solo.In quell'occasione fu anche stabilito quali erano le incompatibilità
fra i vari totem. .
                                                                                             Dieri (Sud Australia)

giovedì 22 ottobre 2015

13.Australia.Le origini e i totem.

Le mitologie australiane delle origini




 Si differenziano da altre per il costante  riferimento a un tempo mitico in cui  vengono
 collocati antenati"superumani".I miti riguardano quasi esclusivamente le vicende
avventurose  di quegli esseri che si trasformarono in capostipiti  dei vari raggruppamenti
 totemici.Il concetto di totemismo,nella sua globalità,non è accettat da molti etnologi
soprattutto perchè sono dissimili i coefficienti che accompagnano il fenomeno
fondamentale,vale a dire il rapporto uomo-animale,uomo-pianta,ecc.
Tuttavia,possiamo dire rispetto a quello che qui ci riguarda,che i gruppi totemici
si ritengono legati tra loro da una peculiare relazione di parentela,come discendenti
 da un progenitore comune,vissuto  in epoca mitica ,quando negli esseri viventi erano
congiunte le  nature umana e animale.L'animale-uomo (o pianta) da cui ritengono di
 discendere è l'animale-totem del gruppo.Il totem comporta quasi sempre ,ma non in
via tassativa,qualche sistema di tabù rispetto al proprio animale(o pianta) e nei rapporti matrimoniali,che sono vietati all'interno del gruppo totemico.Così i miti australiani
delle origini restano strettamente  collegati al totemismo.
I primi esseri umani erano tanto,tanto diversi da noi e vivevano la loro vita  meschina
intorno au vasto lago situato al centro di un'immensa pianura..Avevano le palpebre
calate sugli occhi,le orecchie chiuse,le membra incollate al corpo.Non solo,ma
 formavano una specie di massa informe,poiché erano strettamente appiccicati
l'uno all'altro.Riuscivano a viveresoltanto grazie a un genio totemico,
un uccellino,somministrava loro un cibo  di  focacce di semi ,abbrustolite sotto
 la cenere.Dopo molto tempo,giunse  dal nord un grande spirito totemico,
Namunaurkunjurkkunju,il quale li trasformò in veri uomini,separandoli e dando loro
l'uso dei sensi,nonché la libertà  delle membra.offrì inoltre armi per combattere e
utensili per vivere ed insegnò l'uso del fuoco.Quindi li istruì sulle regole nuziali da
seguire ,indicando come potevano unirsi uomini e donne delle otto sottoclassi
 matrimoniali,senza trasgredire alle regole totemiche.
adempiuto il suo alto compito,lo Spirito tornò al suo paese di origine,ma anche
di là tiene il suo sguardo costantemente rivolto agli uomini che ha formato e istruito.
                                                                   Loritja Occidentali(Australia Centrale)



 ,

mercoledì 21 ottobre 2015

12.Viaggio nel mito.Australia

L'Essere Supremo.
Mito sobre la Creación: La Serpiente Arco Iris (Australia)
Nella trasparente mitologia degli australiani è accertata la credenza in un Essere Supremo("Nostro Padre") che assume vari nomi,D'altro canto nelle manifestazioni  di fede e nelle cerimonie di culto hanno preminenza i progenitori,i quali sono quasi sempre eroi culturali totemistici.Di rado si concepisce l'Essere Supremo antropomorficamente.qualche eccezione si rintraccia  in una versione del mito di Bungil,della tribù dei Narrinjeri(Australia  Sud-Orientale),secondo cui  il "padre universale"(Nurundere o Martummere)mutua la sua origine  da un grande cacciatore vissuto sulla Terra e poi asceso al Cielo con le due mogli e i quattro figli.Questo Essere è sovente fuso con un progenitore lunare (Yuin-Kuri,ad est)o con un eroe culturale (Bad,nella terra dei Dampi).Gli Arunta    e i Loritjia(Australia centrale)avevanoun vero e proprio Essere Supremo designato,rispettivamente, con i nomi di Altjira e di Tukura.Nessuno era esistito prima di Atnatu,dalla faccia nera,l'essere Supremo che sta nel Cielo e che si creò da sé.le sue donne sono le stelle  che chiama Kurallia,e uguale nome dà alle sue molte figlie ,mentre i numerosi maschi chiama col suo stesso appellativo,atnatu,che significa "senza ano".Fu lui che fece cadere dal Cielo,attraverso una buca  appositamente aperta,tutte le armi e gli strumenti necessari per vivere.Fu lui che fabbricò il primo rombo(1) e cominciò a farlo roteare  quando iniziò a procreare i propri figli.Fu lui che prescrisse agli uomini di far risuonare il sacro strumento in tutte le cerimonie iniziatiche;è lieto quando lo ascolta  e va in collera  se i celebranti  dimenticano di usarlo.allora,la sua ira si manifesta con le lance  che ha sempre a portata di mano e che scaglia sui sacrileghi.
Nei tempi primordiali che chiamano alceringa ,esistevano due persone ,di nome Tumaua,che erano nate proprio dal roteare  del rombo di Atnatu.La coppia trascorreva lunghe ore in devoto ascolto dello strumento che il dio faceva mulinare nel Cielo,ma soltanto dopo molti tentativi riuscì a fabbricarne uno simile.Un giorno,peròcani selvaggi li sbranarono.Per fortuna ,due vicini di casa dei Tumaua,Kallidinlidina ed Atnabub,avevano scopertoil segreto.Furono,quindi,in grado di costruire
altri rombi e di insegnarne l'uso agli indigeni..
                                                                                                  Kaitish(Australia Centrale) 


 (1)Il rombo  consiste in un'assicella  dentata di legno attaccata a una cordicella:Facendo roteare il congegno nell'ariasi produce un suono caratteristico simile a quello di una gigantesca ape che ronzi.
Lo strumento,rimasto oggi in Europa nel folcrore o come giocattolo,ha avuto funzioni rituali perfino nell'antica Grecia.Il suo uso è diffuso in tutto il mondo(Africa meridionale e occidentale ,le due Americhe,Oceania,Australia) con intenti magicio come ausilio nei riti di iniziazione.E' dovunque
tabù per le donne che devono perfino ignorarne l'esistenza.


martedì 20 ottobre 2015

11.America.Gli Inca.I primi uomini.




                                             Los Incas creían que el mundo comenzó con el dios de la creación, Tici Viracocha o Pachacamac

Un mito attestato da Antonio de Calancha nella sua Cronica moralizada del orden del
 San Augusìn en el Perù,narra che il primo uomo e la prima donna,creati dal dio
Pachacamac,erano privi dei mezzi di sostentamento e che perciò l'uomo morì lasciando
 la donna sola.Un giorno la donna ,mentre tentava di estrarre qualche arida radice per
potersi nutrire,alzò gli occhi al Cielo e si rivolse al Sole,scambiandolo per il Creatore,
lamentandosi del proprio stato:"Perché - gli disse -mi hai creata e tenuta in vita su questa
Terra,se il mio destino è quello di soffrire perennemente la fame ? Perché non  mi uccidi
con una fogore e non mi liberi ,così,da questo stato pietoso?"Il Sole ascoltò la sua supplica,
ebbe pietà della sua sofferenza ,e,sceso dal Cielo accanto a lei ,le promise che da allora in
poi non avrebbe dovuto temere perché lui l'avrebbe aiutata.Quindi penetrò  in lei con i suoi
 raggi e suscitò una nuova vita nel suo ventre.Dopo soli quattro giorni la donna partorì e
questo evento la rese doppiamente felice poiché la rassicurava sulla benevolenza del dio.
Ma Pachacamac,il vero Creatore,fu preso da ,suo padre,perché la donna aveva chiamato
"creatore" il Sole e non lui:volò presso di lei ,le strappò il figlioletto e lo uccise  facendone
il corpo a brandelli :Indubbiamente ,mentre pachacamac compiva il suo assassinio,la donna
pregava il Sole  perché intervenisse in suo  aiuto.perché la disperazione e la fame non
pingessero più nessuno a ripetere la preghiera della donna  e ad adorare  e supplicare altri
dei che lui,Pachacamac seppellì le ossa e da queste generò la manioca e infine seppellì la
carne dalla quale nacquero i cetrioli e tutti gli altri frutti,affinché la fame scomparisse dalla
Terra.L'improvvisa abbondanza di cibo non placò,tuttavia,il risentimento della donna che,sconvolta,dal dolore per la morte atroce del figlio,pregò di nuovo il Sole  e gli chiese
di vendicare il misfatto.Il Sole ,che era anche il padre di Pachacamac,non volle punire  il dio crudele,ma ,sceso di nuovo accanto alla donna ,le chiese dove fosse sepolto l'ombelico del
fanciullo dilaniato:una volta recuperato,generò da esso un altro fanciullo e lo consegnò alla
donna dicendole:"Alleva questo bambino e sappi che il suo nome è Vichama."La donna
ubbidì e allevò amorevolmente Vichama finché divenuto giovinetto,la abbandonò e volle
andare per il mondo.Pachacamac,quando la donna fu sola e indifesa,la uccise ,ne seppellì
le ossa e i capelli e ne dette le carni in pasto agli avvoltoi e ai condor.Poi creò nuovi uomini
e donne ,permise loro di moltiplicarsi e dette loro organizzazione di governo e norme di vita.
Dopo molto tempo  Vichama tornò al suo luogo natìo,spinto dal desiderio di rivedere sua
madre .Quando la seppe morta per mano di Pachacamac,riesumò le sue ossa  e riuscì a
resuscitarla in vita,quindi,colmo d'ira verso il dio crudele,decise di vendicarsi e di ucciderlo..
Pachacamac,allora, si sottrasse al suo furore  scomparendo nel suo palazzo
sottomarino ,i cui resti sono ancora oggi visibili.Vistosi sfuggire il fratello- nemico,
Vichama rivolse un ingiusto furore contro gli abitanti del villaggio che non avevano
saputo impedire lo scempio di sua madre:volto lo sguardo verso il Sole, suo padre,
lo supplicò di aiutarlo nella vendetta e il Sole,seguendo la sua volontà,mutò tutti gli
uomini in dure pietre.Al furore vendicativo seguì nell'animo di Vichama,e di suo padre
il Sole,un sentimento di pietà per quella strage ingiusta che era stata compiuta: decisero
così di portare i resti pietrificati dei capi del villaggio sulla riva del mare perchè fossero
venerati come esseri divini,come huacas.Ma il mondo era disabitato e nessuno poteva
rendere onore  a quegli infelici progenitori;così il Sole inviò sulla Terra tre uova dalle
quali ebbe definitivamente origine il genere umano:dall'uovo d'oro nacquero gli anziani,
i nobili,i capi delle comunità;dall'uovo d'argento le loro donne e dall'uovo di bronzo
nacquero uomini e donne della classe plebea.

lunedì 19 ottobre 2015

10.Viaggio nel mito.America. Gli Inca.

I  miti della civiltà incaica. 

scultura inca




Tutto l'enorme territorio che dall'Equador settentrionale  giunge fino al Rio Maule nell'attuale territorio cileno e comprende  l'intera regione  delle Ande peruviane era costituito  quando gli Spagoli vi giunsero al comando di Francisco Pizarro,da un grande organismo politico di tipo imperiale ,governato dalla  dalla nobile minoranza  Inca che vi svolgeva  ogni importante funzione amministrativa.Gli indigeni chiamavano questo territori successive conquiste,l'impero o   Tahuantisuyu,ovvero"i quattro angoli",a significare che la sua estensione ssssssssssssssi spingeva nelle quattro direzioni fino agli estyremi confini del mondo.Gli Inca ,che erano i nobili di una tribù guerriera,avevano intrapreso la loro conquista fin dall'inizio del XIII s.,riuscendo a porsi alla testa di una confedrazione di popoli disseminata nella grande valle di Cuzco.Attraverso
successive conquiste,l'impero assunse  le dimensioni descritte,sempre sotto la guida  della minoranza Inca;questo ristretto gruppo di guerrieri riuscì dapprima ,con un suo capo di nome Roca,a imporre il sistema  della monarchia ereditaria e,subito dopo,con Pachacuti,a trasformare lo stato in un impero assoluto e teocratico governato dal ",del Sole":il capo del clan incaico.
Con iniziativa politica accorta e prudente,oltre che energica,gli Inca riuscirono  a dominare la difformità dei territori e la molteplice diversità dei popoli soggetti,assicurando all'impero una forte unità organizzativa garantita dall'efficienza dell'esercit o,da una salda struttura burocratica  e da uno straordinario sistema di  comunicazioni che,per mezzo di grandi strade,permetteva il celere viaggio dei corrieri e delle merci pur in una regione così impervia per la presenza  di un'orografia  ostile e talora scoraggiante.Accanto all'opera unificatrice ,però,gli Inca seppero anche assicurare il rispetto delle tradizioni e delle culture dei popoli governati:in molti casi le autorità di questi popoli erano chiamate a collaborare all'amministrazione  dell'impero e ,quasi in ogni caso,le principali divinità preincaiche trovarono ospitalità e culto nei templi di Cozco,la capitale,sotto l'egemonia del dio solare incaico ,la cui supremazia fu presto imposta in ogni angolo del regnoTahuantisuyu .
Accanto al dio-Sole,la religione incaica venerava altre importanti divinità come la dea-Luna,sorella e moglie del Sole,Pitua,il suo figlio maggiore che rappresentava il pianeta  Giove ,considerato come luogo di soggiorno  dei beati,e Catequil,un dio dalla triplice forma ,che era signore della folgore . Oltre  agli dei ufficiali e maggiori,i popoli andini tributavano speciale venerazione agli huacas:esseri o cose particolare,come ,ad esempio, alcune montagne,alcune caverne ,o anche gemelli o uomini nati con sei dita.
.

domenica 18 ottobre 2015

9.America.I Maya.La formazione degli uomini

La formazione degli uomini secondo la Bibbia dei Maya.

Il primo tentativo gli Antenati lo compirono col fango;mutato il fango in carne,
lo modellarono in forma di uomo,ma il nuovo ,essere non riusciva a stare in piedi
,non riusciva a sostenere la propria testa,aveva vista breve  e,non appena fu sotto
 la pioggia,divenne molle e incosistente.Tepeu e Gucumatz,allora riconobbero
l'insuccesso della loro impresa e distrussero quel primo uomo così inadeguato
agli scopi che si erano prefissi.Insieme al Cuore del Cielo ,si rivolsero poi ai due
divini indovini,Xpiyacoc e Xmucané,per sapere da loro se avrebbero douto intagliare
la forma dell'uomo nel legno:la risposta fu positiva.Gli uomini lignei,suscitati dagli
 Antenati,si moltiplicarono presto e popolarono la Terra.Al contrario del loro primo
modello tratto dal fango,erano saldi e attivi,ma privi di intelletto e di memoria;pur
essendo dotati della parola dimenticarono subito i loro Creatori e non volsero loro
alcun pensiero di gratitudine.Per questo gli Antenati e il Cuore del Cielo decisero
di distruggerli gonfiando le acque e provocando un immane diluvio:non solo la forza
delle acque,però,si avventò contro gli uomini lignei,ma contro ogni creatura  della
Terra e contro ogni oggetto:gli animali, rimproverandoli per  averli tante volte uccisi
 per il proprio nutrimento, gli uomini;assalirono con ferocia;perfino gli  oggetti,come
pentole,case strumenti si ribellarono e,improvvisamente ,muovendosi e parlando
,presero a colpirli a morte.così con il concorso di tutta la Natura,la generazione
degli uomini lignei,privi di spirito,fu annientata;di essa solo poci individui si salvarono
 trovando rifugio nelle foreste folte e sulle cime degli alberi:vivono ancora oggi e li
chiamiamo scimmie.



arte maya.:la pannocchia di mais

Ancora una volta gli Antenati dovettero tenere consiglio nella notte oscura(poiché la luna e le stelle non erano state ancora create)per decidere da quale materia si dovesse trarre l'uomo:l'essere capace di popolare la terra,ma anche di rendere onore eterno agli dei.Decisero allora che quella materia fosse il mais,la farina ottenuta dalle sue gialle e bianche pannocchie .il mais si trovava, allora ,nelle lontane zone di Paxil e di Cayalà e da lì fu portato agli Antenati da alcuni animali come yac,il gatto selvatico,utiu,il giaguaro,quel,il piccolo pappagallo,nonchè il corvo dal nome hoh.Il mais fu macinato e con l'impasto della farina  gli dei formarono i primi uomini;poi,sempre dal mais ,il mago Xmucané trasse una speciale bevanda  che infuse negli uomini la forza.Quattro furono i primi uomini plasmati nel mais dai divini Antenati.:Balam-Quitzé,Balam-Acab,Iqui-Balam e mahucutah:,sebbene sorti dalla materia,erano dotati di vista ,udito,movimento,parola ed erano anche profondamente saggi.la Creatrice e il Creatore vollero interrogarli e chiesero loro se fossero felici della loro condizione;i primi uomini elevarono ai loro creatore un commosso ringraziamento:erano dotati  di vista eccezionale che permetteva loro di scrutare la terra in ogni angolo fin oltre l'orizzonte e di una saggezza straordinaria che consentiva loro di comprendere tutto;
in questo risiedeva la ragione della lode agli dei che avevano innalzato.ma il triplice cuore del Cielo,insieme agli antenati,tenne ancora consiglio perché non riteneva una buona soluzione che gli uomini che gli uomini fossero in possesso di facoltà tanto vaste:facoltà che li rendevano simili agli dei stessi,cosa che avrebbe potuto condurli alla superbia,quindi alla rovina.perciò decisero di soffiare nebbia sui loro occhi,perchè la loro vista potesse raggiundgere soltanto le cose  vicine e perché,insieme alla  loro vista ,fosse soggetta al mistero anche la loro possibilità di conoscere.Così fu e i quattro  progenitori ebbero da allora i limiti propri del genere umano.gli dei decisero,poi, di creare le donne,affinché dessero gioia a quei primi esseri umanie ne assicurassero la perpetua generazione .quando i quattro uomini si svegliarono,trovarono accanto a sé le loro quattro mogli:Cahà-Paluna,Chomihà,Tzununinhà e Caquixahà.Dalla loro unione furono generate tutte le tribù dei popoli Maya.  

sabato 17 ottobre 2015

8. America.La Bibbia dei Maya.

Il racconto della creazione secondo la Bibbia dei Maya.

I miti del popolo Maya sulla creazione del mondo e gli elementi fondamentali delle sue
 tradizioni leggendarie più antiche  ci sono stati trasmessi attraverso alcuni repertori e i
libri sacri,i piùimportanti dei quali sono il Popol Vuh dei Maya -Qiché,gli Annali dei 
Cakchiquel e i Chilam Balam(libri storico-profetici)di alcune città.IlPopol Vuh è di
gran lunga il più importante ,sotto l'aspetto per noi interessante ed è opera scritta subito
 la conquista spagnola da un anonimo indigeno del Guatemala a cui era stata insegnata
la scrittura in caratteri alfabetici e che l'aveva redatta ,appunto in caratteri alfabetici,
mantenedo la lingua originale .Testo che rimase sostanzialmente sconosciuto alla cultura
europea fino a quando ,agli inizi del XVIII s.,il domenicano Francisco Ximènez scoprì
 il manoscritto nell'archivio di una parrocchia guatemalteca e ne curò una traduzione in
lingua spagnola alla quale dette il titolo di Historia del origen de los Indios de esta 
provincia del Guatemala; quest'opera rimase,pressoché ignorata,negli archivi della città
del Guatemala fino a quando,intorno alla metà del secolo scorso,il francese Brasseur de
Bourbourg la pubblicò integralmente,mettendo così a disposizione ,con questa vera e
propria Bibbia dei Maya come è stata definita ,uno strumento insostituibile per la
conoscenza del patrimonio mitologico centro-americano.
Narra dunque il Popol Vuh che in origine non altro esisteva che il cielo e il mare e che,
nel silenzio inviolato e nell'inviolata immobilità del cielo e del mare,i soli esseri viventi
erano il triplice dio detto "Cuore del Cielo",nel quale  coesistevano le tre divine persone
di Caculhà Huzacàn,Chipi Caculhà e Raxa Caculhà,e i Divini Antenati,Tepeu e Gucumatz,
che dimoravano nella distesa marina immersi,essi soli,nella luce.Soltanto intorno ai due
 Antenati si diffondeva la luce,poichè  l'intera immensa distesa del cielo e del mare ne era
ancora priva.Il Cuore del Cielo volle che la creazione di tutte le cose avesse corso e ne
incaricò gli Antenati.  All'inizio,semplicemente nominandola,suscitarono la terra:le
acque si separarono e le terre e le montagne ,generate dalla parola divina,presero vita
e forma,crebbero e subito si coprirono d'alberi,generando dal loro seno i fiumi ,mentre
la luce della prima alba  si levava  sul mondo.Quando montagne e valli e fiumi e alberi
e ogni altro elemento della Natura furono portati alla vita sotto la luce,gli Antenati
suscitarono i piccoli animali selvatici,quindi i cervi,i giaguari,gli uccelli,e ad ogni
animale assegnarono la propria casa nonché il proprio ruolo nella Natura.a tutti gli
animali comandarono,poi,di lodare i loro creatori,ciascuno con la propria voce e il
 proprio verso.tutte le creature viventi ,allora, iniziarono a garrire,a ruggire,a squittire,
in un coro disordinato che non riusciva ad esprimere il canto di adorazione  che gli dei
 si attendevano.Gli Antenati si resero conto  che ciò era dovuto alla rozzezza del loro linguaggio,quella diversità di voci e di suoni che essi stessi avevano voluto e,trovando
questo risultato imperfetto,decisero che un altroessere,ancora da creare,avrebbe espresso
 l'adorazione  desiderata:quanto poi a tutti gli esseri fino ad allora creati,essi avrebbero
dovuto servire quest'ultimo ed essergli soggetti.L'uomo, dunque,avrebbe reso gloria alla
 Creazione.

giovedì 15 ottobre 2015

7.Viaggio nel mito.America. Gli Aztechi

Credenze e leggende azteche.



Arte azteca Rappresentazione di Quetzalcoatl e Tezcatlipoca, divinità azteche.


 Quando gli Spagnoli si inoltrarono nella regione messicana e presero possesso,
con straordinaria facilità,di quel grande e composito territorio,il popolo azteco
esercitava ormai da alcuni secoli il governo e il dominio sulle numerose genti
 del suo impero.Pur costituendo una minoranza piuttosto esigua ,gli Aztechi,
discesi intorno all'anno 1000 dal nord del Paese,dalle aride terre che oggi si
affacciano sul confine con gli Stati uniti,avevano stabilito la loro supremazia
culturale e militare su una serie di popoli di più antico insediamento e fin
dall'inizio del secolo XVI avevano costituito un vero e proprio impero politico
il cui centro era la splendida città di Tenochtitlàn,posta sul luogo dove
attualmente sorge Città del Messico. Sottoposti al loro governo non erano
tanto i popoli di  basso sviluppo culturale che abitavano le foreste e le regioni
aride conservando,in quell'ambiente impenetrabile e ostile,la propria sostanziale
autonomia ,bensì genie di pur elevato tenore civile che in passato avevano
esercitato un ruolo di prima grandezza in queste terre: Toltechi,Cicimechi,
Zapotechi e Taraschi.Il patrimonio religioso e culturale  della minoranza
azteca dominante ,fu dunque il risultato  di una fusione composita  fra le
credenze originarie delle tribù conquistatrici e quelle già evolute delle genti
sottoposte al loro dominio.La fonte fondamentale  per la conoscenza della
mitologia azteca resta ancor oggi la Historia  general de las cosas  de la
Nueva Espana,di Bernardino di Sahagùn,redatta nel periodo immediatamente
 successivo alla conquista spagnola. Il Pantheon azteco comprendeva un gran
numero di divinità,ognuna delle quali presiedeva a un fenomeno della Natura,
a un'attività umana ,a una virtù o a un vizio.Secondo una leggenda ,il numero
di queste divinità era di 1600 e ognuna aveva avuto origine daun frammento
della pietra focaia partorita dalla dea Cita licue e scagliata sulla terra dai figli
di lei.Il Cielo,o meglio i tredici  Cieli che costituivano la sede divina ,erano
tuttavia dominati dai tre dei principali:Tezcatlipoca,Uitzilopochtli,Quetzalcoatl.
Tezcatlipoca,che nei monumenti era raffigurato nell'atto di reggere uno specchio
d'oro,mezzo e simbolo della sua onniveggenza ,era il dio della giustizia e
disponeva del potere di premiare la virtù e punire il peccato.Questo suo potere
non si esercitava  soltanto nel governo delle vite terrene degli uomini,ma anche
nel giudizio circa la loro sorte nell'Oltretomba :gli Aztechi,infatti,tenevano per
certa la sopravvivenza di una natura spirituale dell'uomo oltre il confine della
vita fisica e pensavano che i trapassati raggiungessero,a seconda del loro
comportamento in vita ,uno dei tredici Cieli nei quali partecipavano in maggiore
o minore misura alla beatitudine divina.Una concezione  fondamentalmente deterministica,però,caratterizzava il mondo  morale azteco e,in ultima analisi,
limitava il potere dello stesso Tezcatlipoca e i suoi verdetti di giustizia:
si riteneva ,infatti,che tutta la personalità di ogni uomo e tutto  il suo destino,
lo svolgersi delle sue azioni,fossero predeterminati dalle stelle e dall'atteggiarsi
 degli astri all'atto della nascita.Nessuna libertà di scelta ,dunque,nulla di simile
al "libero arbitrio",della tradizione cristiana,ma solo  sottomissione assoluta alle
forze superiori. Poiché  tale concezione finiva con l'escludere le categorie della
volontà e del merito individuale,lo stesso giudizio,lo stesso giudizio finale  del
dio Tezcatlipoca non era emesso sulla base del comportamento morale
complessivo ,bensì sulla base di un dato considerato come "oggettivo",
nel quale si vedeva rivelato il carattere  della volontà divina:la natura e
le circostanze della morte.Uitzilopochtli era il dio della guerra:a questo
 dio sanguinario e crudele gli gli Aztechi facevano risalire la cruenta
istituzione dei sacrifici umani e gli archeologi moderni  hanno potuto
 rendersi conto quanta ampiezza e quali impressionanti  proporzioni
questo rito avesse assunto ai tempi della conquista spagnola.

Rappresentazione dei sacrifici umani

mercoledì 14 ottobre 2015

6.Viaggio nel mito.Africa.I Boscimani meridionali.

Come venne la morte.
Maschera Dogon


La lepre ,in origine era un uomo.Poi si comportò molto male,fu allora tramutata in quello
 che è adesso e grande danno fece a tutti.Andò così.La madre dell'uomo-lepre  era morta
e il figlio si disperava.,sempre pensando che non l'avrebbe rivista mai più.Quando,poi,
veniva la notte,rivolgeva i suoi lamenti alla Luna.L'Astro della notte si impietosì ,si degnò
 pertanto di parlargli e di dirgli che la madre non era morta ma che sarebbe ritornata quando
sarebbe stato maturo il momento.L'uomo-lepre rispose alla Luna che non le credeva perché
 la morte della donna era senza ritorno.Ancora per molte notti la Luna ebbe la pazienza di rassicurarlo.Ma egli continuava a negare la fiducia a quanto gli veniva detto..finché,una notte,
stanca e offesa,la Luna ,con un  colpo della mano,spaccò la bocca all'uomo e disse:"Così sarà
 il tuo muso anche quando diverrai lepre .Dovrai sempre fuggire  davanti a cani e cacciatori,
finchè non sarai raggiunta ed uccisa.come te,tutti gli uomini moriranno,e moriranno per la
sfiducia  che hai riposto in me."Da allora,come ci hanno insegnato le nostre madri,per questo
motivo tutti gli uomini muoiono.e la colpa fu tutta della lepre,perché altrimenti,accadrebbe
agli uomini quello che accadde alla Luna.Infatti,quando non la si vede nel Cielo non significa
che è morta ,ma soltanto che è andata a riposare per un certo tempo.Poi,pian piano,si risveglia,
mostra una parte sempre più grande di sé,fino a ritornare con tutta la sua luce.

martedì 13 ottobre 2015

5.Viaggio nel mito.Africa.I Pigmei.

I Pigmei del Gabon.

Maschera ashanti

Kmvum,il dio creatore,era padrone di tutto;eppure ,era sempre malinconico.Questo accadeva
 perché era solo.le piante,specialmente quella del tabacco,gli davano ristoro e conforto;gli
animali erano sempre pronti ai suoi voleri,ma egli si sentiva solo lostesso.quando aveva
fame avrebbe volutotrovare il cibo già preparato da qualcuno e questo lo infastidiva non
meno della solitudine.Dopo avere a lungo meditato,alla fine giunse all'unica conclusione possibile:doveva creare esseri che gli ubbidissero in maniera diversa da come facevano
 gli animali e che,per di più,gli preparassero da mangiare."questi esseri - egli disse a se
 stesso - saranno gli uomini."Una volta presa la sua decisione,si affrettò ad agire.Per prima
cosa,si recò in uno dei boschi più fitti.avvicinatosi ad uno degli alberi  più slanciati di nkula,
 lo scosse e ne fece cadere tutte le noci sospese sui rami,le raccolse in un sacco e le portò
nella sua capanna.il giorno dopo e per molti giorni ancora ripeté la raccolta .Quando gli
sembrò  di averne accumulata  una sufficiente provvista,si fece aiutare dalle scimmie a
trasportarle sulla spiaggia e ad ammassarle nel suo enorme canotto.Quindi,chiamò il
coccodrillo e lo legò con le liane dvanti alla prora dell'mbarcazione ,ordinandogli di
nuotare verso la foce del fium e anche oltre.Molto  tempo trascorse.Il coccodrillo ,lasciate
ormai le acque conosciute,si trovò in una grande distesa d'acqua,tanto sconfinata da non
lasciare più scorgere la terra.L'animale era affranto dalla fatica ,ma nonosava farlo capire
alla potente divinità.ma arrivò infine l'ordine di fermarsi.Allora il creatore scelse la più
grossa delle noci,vi soffiò sopra e ,lanciandola in acqua ,disse:"Tu diventerai il primo uomo!"
Poi ne prese una seconda ,più piccola,e,dopo avervi sputato sopra,la gettò ugualmente in acqua,esclamando:" Tu sarai la prima donna!"E in questo modo continuò a lungo,mentre le
 noci ,portate da una leggera corrente marina ,si avviavano dove doveva trovarsi la costa.
Quando sparirono tutte allo sguardo,il Dio ordinò al coccodrillo di tornare indietro.
Man mano che si avvicinavano alla terra,ci si accorgeva che la spiaggia non era più desera
come prima e quando il Creatore sbarcò,trovò una folla di uomini e di donne che lo
aspettavano per riverirlo,ma le donne si tenevano dietro il gruppo degli uomini.
Dio condusse tutti al villaggio,assegnò a ogni coppia una capanna e disse che,da allora
in poi ,le donne avrebbero dovuto preparargli da mangiare. E così fu.Dio visse in mezzo
a tutti e la sera,mentre,riuniti,fumavano la pipa,si raccontavano a vicenda piacevoli storie.
Quei tempi erano felici,però un giorno finirono e non tornarono mai più.

lunedì 12 ottobre 2015

4.Viaggio nel mito.Africa.

 Principio e fine.
 
Maschera Ashanti


 I miti e le leggende africani riguardanti le origini del mondo e i primi uomini sono piuttosto
 scarsi. nel complesso ,tutte le mitologie del continente,eccetto che per qualche zona,appaiono
 povere di fantasia per i miti astrali ,specialmente se riferite  a quelle vivaci e colorite dell'
America setentrionale e dell'oceania. abbondano,invece,i miti relativi alla nascita dei primi uomini,pur con le notevoli varianti che si evincono da popoli raggruppati sotto il denominatore comunedel continente che abitano,ma tanto diversamente profondicome portatori di civiltà.il
 leitmotif della morte come condanna degli dei in seguito a trasgressioni  di un uomo è
frequente nei miti e leggendeafricani non meno che in quasi tutte le mitologie e religioni del
mondo.La cultura dei Pigmei,anche se in parte mutuata dai popoli vicini,contiene alcuni
caratteri tanto originali da indurre alcuni etnologi a rinvenire in essa i rudimenti della più
remota civiltà umana.i Boscimani,il cui nome derivato dall'olandese significa "uomini della boscaglia",in contrasto con la notevole povertà di beni materiali,vantano un notevole cultura spirituale che si riflette nelle credenze,nelle pratiche magiche e nei miti e leggende.

domenica 4 ottobre 2015

3..Viaggio nel mito .Asia.Cina.


La creazione.(1)

La raccolta deii miti cosmici e stellari allude alla personificazione degli astri e delle costellazioni,rivelando una straordinaria fantasia da riflessioni tipicamente cinesi,
nonché da un senso molto particolare di comunione che avvicina agli uomini e alla
Terra l'intera struttura dell'Universo.La concezione cossmica qui è incentrata sulla
 massima"Il Cielo è rotondo,la Terra è quadrata."Più precisamente la Terra,quadrata,
poggia su otto colonne,mentre il Cielo,simile a un baldacchino, è sostenuto da otto
pilastri e lascia in ombra i quattro angoli della superficie terrestre che finiscono così
per costituire  le "Terre delle Tenebre".Il problema della presenza della Terra nello
spazio è risolto attribuendo a una tartaruga il compito di sostenere le otto colonne
portanti,senza pretesa di rigore scientifico,certo,ma non discostandosi molto dalla
concezione europea che affida ad Atlante analoga funzione.La dea Hi-ho,che viveva
nei Cieli,rimase incinta di uno sperma di fiamma.Giunto il tempo,partorì dieci soli;
dieci figli che avevano la forma di fori splendenti o di globi accecanti.la dea li faceva
uscire tutti i giorni,uno alla volta,e ognuno di loro saliva ,all'alba ,sul'albero Fu-sang
per poter accedere al Cielo. Percorreva la volta celeste  e ,a sera, discendeva di nuovo
lungo l'albero Jo sul monte Yen-tsen.Allora la Terra tutta era ricoperta dalle tenebre,
mentre saliva in cielo una delle dodici lune.Ogni sole conteneva in sé,come abitante,
un corvo grande ,a tre gambe ,che rappresentava in qualche modo l'anima del Sole.la
madre lo accompagnava e li guidava nel loro cammino. ma un giorno i dieci fratelli
chiesero di uscire tutti insieme,perché il viaggio in compagnia sarebbe certo stato più
piacevole e la luce molto più forte.elusero allora la sorveglianza  di Hi-ho e tutti,uno
dietro l'altro,mossero dal punto di partenza,dal nome Yang-ku e salirono uno dietro
l'altro  sull'albero Fu-sang,slanciandosi nel Cielo.L'albero,per l'eccessivo calore,fumava
e pareva vicino alla morte.Se fosse morto,Cielo e Terra sarebbero stati separati per sempre.
Nel Cielo i dieci fratelli irradiavano luce e calore,la Terra splendeva di luce,ma avvampava
di fiamme e l'intero Universo era in pericolo.Fu allora che l'Imperatore Jun affidò il
compito di riportare la pace e l'ordine sulla Terra al divino ariere Yi,che discese così
dal Cielo.Fedele alla volontà del suo Signore ,immaginò subito cosa fosse successo ,fu
consapevole del grave pericolo e corse incontro ai dieci soli che imperversavano nel Cielo.Emanavano un calore tremendo.,ma Yi aveva avuto in dono dalla grande dea la
bevanda dell'immortalità.perciò potè fermarsi là dove la Terra cominciava a bruciare.
Impugnò l'arco,scoccò la sua freccia micidiale e il primo dei dieci Soli si psense.Yi non
poteva fermarsi,se voleva riportare la pace in Terra,secondo la volontà dell'Imperatore.
Scoccò quindi altre otto frecce e nove soli scomparvero.La Terra era salva,l'ordine
ristabilito.il sSole superstite,il nostro Sole,continuava lento il suo viaggio nel Cielo.
Non ci sarebbe più stato pericolo alcuno per la Terra  che poco a poco si stava riprendendo.
solo Hi-ho piangeva i suoi figli ,pur riconoscendo la loro disobbedienza che aveva messo
a rischio  l'intero Universo.Yi,del resto,conosceva  bene la meccanica del Cielo.Era stato
sposato con Chang-e che un giorno gli aveva rubato la bevanda dell'immortalità ed era
fuggita nel Cielo.Ora presiedeva al moto delle dodici lune che salgono a turno nel Cielo,arrampicandosi sull'albero Jo e vi rimangono un mese.Quando la prima ritorna
di nuovo in Cielo un anno è trascorso.così la terra è illuminata,ora dall'ultmo sole
superstite  e dalle dodici lune che si succedono,un mese dopo l'altro,nel Cielo.

(1)Gao Xingjian,primo premio Nobel cinese per la letteratura,ha cercato di riportare alla purezza primordiale
il classico del mito delle origini-depurandolo da tutte le croste intrpretative di epoche successive- nella sua 
pièce dal titolo"Cronaca del classico dei mari e dei monti",pubblicato da Seuil éditeur,Paris.


2.Viaggio nel mito .Asia.India.

La creazione.

In principio solo l'Atman(1)era allo stesso tempo oggetto e coscienza.Nient'altro vedeva 
ed apriva gli occhi.tormentato dalla solitudine,decise di emettere i mondi da sé.Emise 
allora le acque celesti,i raggi di luce,il dominio della morte,le acque cosmiche.le acque
celesti sono là,oltre il Cielo,il Cielo ne è il sostegno.I raggi di luce sono al di là dello
 spazio intermedio.La Terra è il dominio della morte e ricopre le acque in basso.L'Atman
pensò:"Ecco i mondi.Voglio emettere i protettori  dei mondi:"Fu così che trasse dalle acque 
di Purusa ,l'uomo cosmico,gigante immenso ,e lo modellò.L'Atman covò magicamente il Purusa.Quando fu covato e giunse a maturazione  si schiuse come un uovo.Una delle fessure 
era la bocca,da cui nacque la parola.alla parola derivò il fuoco e l'essenza stessa del fuoco.
Due fessure erano le narici,da dove uscì sibilante il respiro del Purusa.Dal suo respiro 
gigantesco ebbero origine i venti.Dagli occhi che affiorarono e si aprirono sbocciò la vita,
la visione fisica,i colorie,dalla visione,sorse il sole e la luce.la pelle si raggrinzì per dare
luogo ai peli che,precisandosi,divennero erba,piante,alberi.dal cuore,che cominciò a battere,
si originò il pensiero e da questo la Luna,con la sua luce calma e dolce.Al centro,per rottura
 si affossò e si forgiò l'ombelico,,apparentemente un marchio inutile per una nascita 
sovrumana.Ma dall'ombelico di Purusa inalò un soffio e introdusse,in sé e per gli esseri,
la morte.Il suo pene si gonfiò e da esso gemette lo sperma da cui derivano le sedici specie
di acqua che alimentano le vite.Ma le energie celesti,una volta che erano state emesse,per
la loro stessa forza si precipitarono nell'oceano dove galleggiava la Terra,il regno della morte.
E l'Atman che le aveva emesseavvertì il loro disagio e ne soffrì duramente.Aveva fame e sete.
Le energie  dissero allora:"Genera per noi una residenza,una base d'appoggio attraverso la 
quale possiamo nutrirci.". L'Atman portò un toro,ma le energie dissero:"No,niente di questo
fa per noi". L'Atman condusse un cavallo,ma le energie dissero:"No,neppure questo è adatto 
alle nostre necessità."Allora l'Atman condusse un uomo.Ed esse esclamarono:"Ah!Ecco chi
 è ben fatto!L'uomo è davvero ben fatto!"E l'Atman ordinò:"Ognuna di voi entri nella sua 
sede!" Allora il fuoco diventò larola ed entrò nella bocca dell'uomo,il vento divenne respiro 
ed entrò nelle sue narici,il Sole divenne la vita e risiedette nei suoi occhi,i punti cardinali e
lo spazio risiedettero nelle sue orecchie,le piante e gli alberi diventarono peli e capelli e si
fissarono nella sua pelle,la Luna divenne pensiero ed entrò nel cuore dell'uomo,la morte si 
annodò al suo ombelico e le acque,divenute sperma,abitarono il suo pene.Ma la fame e la 
sete che l'Atman aveva sofferto gli dissero:"Genera anche per noi una residenza e una base."
Ma l'Atman rispose:"Io faccio in modo de siate partecipi di tutte queste energie divine.Vi
 faccio partecipi di queste divinità."Così nacque il sacrificio e gli dei sacrificano al sacrificio.
Perché ,qualunque si la divinità a cui si fa l'offerta,sono sempre la fame e la sete che prima 
di tutti ne partecipano.Ma l'Atman,che aveva animato l'uomo con le energie celesti,considerò
 i mondi e disse:""Ecco dunque i mondi e i protettori del mondo.per loro voglio e debbo 
suscitare gli alimenti."Allora covò le acque". Dalle acque covate nacque una forma.questa
 forma sfuggente era il nutrimento.e subito,appena suscitata,tentò di fuggire.L'Atman tentò
 di afferrarla con l'aiuto della parola,ma non ci riuscì .se fosse riuscito basterebbe nominare
gli alimenti per saziarsi.Allora l'Atman volle acciapparla,per mezzo del respiro,ma non poté 
Se l'avesse acchiappata,quella forma sfuggente,con l'aiuto del respiro,basterebbe respirare 
per nutrirsi e saziarsi.E non ce la fece a recuperarla  neppure con lo sguardo.Se l'avesse 
recuperata con lo sguardo basterebbe guardare il ciboper saziarsi.L'Atman provò ad afferrare
 il nutrimento sfuggente,con l'udito,con la pelle e con il pensiero.Ma non gli fu possibile.Se
fosse riuscito basterebb,per saziarsi, ascoltare ciò che è cibo,toccarlo,immaginarlo o meditarlo.Riuscì,invece,ad afferrarlo servendosi del soffio inalato,quello che è legato 
alla morte.E' dunque il vent ociò che si ricollega al nutrimento e alla realtà sfuggente
e instabile come una folata.Ma l'Atman considerò tutto quel che aveva prodotto la 
ealtà che aveva afferrato fermando il nutrimento.E disse:"Come potrebbe esistere tutto
questo senza di me'"Guardò il Purusa e affermò:"Se nominano le cose con la parola,se
 si respira  con l'aiuto dell'alito,e si vede con lo sguardo,si intende con l'orecchio e si
tocca con la pelle.Così come si medita  col pensiero e si desidera atrraverso il ventre e 
i genitali, chi sono dunque io? " E stabilì di prendere residenza nell'uomo chiedendosi 
per quale via doveva penetrare in esso.avendo escluso altre vie,aprì la volta del cranio 
e discese da questa apertura ,che richiuse. Ed ebbe tre residenze(la mente,il cuore,e le 
membra)e tre sonni diversi per profondità.Così nacque e rinacque l'Atman,che subito 
domandò:"Chi è che si proclma diverso da me?" E vide che il Purusa,cioè l'uomo,era
insieme lui stesso e altro da lui. ecco perché il suo nome è Idramdra"colui che vede 
questo",anche se fra gli dei,che godono della segretezza e di ciò che non è noto,si 
chiama ,segretamente,Indra il re stesso degli dei.Ed ecco perché il destino dell'uomo
 è già nel seme del padre in cui convergono tutte le forze vitali delle membra.Infatti 
all'interno dell'Atman l'uomo porta Atman(2)e quando spande il suo seme
all'interno della donna nasce ancora l'Atman.Per colei che lo porta, esso è una parte
di sé ed essa è nutrice che deve essere nutrita,nutrice che veglia alla sua stessa crescita 
perché attraverso di essa i mondi ,tutti i mondi,crescono di un grano infinitesimo.Solo
 il risi,il saggio,che ha consapevolezza  della sua identità fin dalla prima origine,che 
conosce tutte le nascite degli dei,può spezzare le mura di ferro delle cento fortezze,
che vorrebbero costringerlo nel ciclo delle nascite edelle morti.e puòsfuggire dalla 
fessura del cranio,riaperta,verso il mondo celeste,lassù,in alto,dopo aver disseccato
 ed esaurito tutte le fonti del desiderio.
                                                Estratto sintetico da Aitareya-Upanisad ,sez.1,2,3,4.




(2)Nel sé universale sta l'io individuale.L'Atman ha preso residenza nell'uomo e al tempo stesso  ha percepito
l'infinito acquisendo coscienza della propria identità con l'uno.In conclusione ,questa Upanisad(Aitareya
Upanisad) assimila l'Atman individuale al Sé universale(Atman cosmico)a sua volta identificato col Brahman,
cioè l'Uno-Tutto. Per di più,questa assimilazione è estesa al Purusa,cioè all'uomo cosmico.


















































































































































































































































































































































































(1)L'Atman(o Jiva),appare come un principio indistinto,vitale,animico,inserito nell'Universo che ,a sua volta,è inserito in lui,è antecedente e creatore dell'Universo stesso.