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venerdì 18 gennaio 2013

Diario Cinese. -12-



15°.G.L’indomani l’ultima esperienza di spostamento interno alla Cina.Saliamo sul catamarano per raggiungere Hong Kong.Qui abbiamo il tempo per conoscere soprattutto due quartieri della città.
      Queste le impressioni sul quartiere di Kowloon,uno dei più centrali della città,dove si trova il nostro hotel . Da qui in circa 15 minuti a piedi, passeggiando per Nathan Road tra mille insegne luminose e negozi di tutti i generi, possiamo  raggiungere  l’Harbour, dal quale ci imbarchiamo sul ferry che porta sull’altra sponda, a Central Station ed ai quartieri storici di Central, Admiralty e The Peak. Vista da Kowloon la città è modernissima ed elegante. Ogni firma di prestigio dell’architettura del mondo ha lasciato un suo segno. Grattaceli magnifici,struttura urbanistica molto funzionale e moderna. I poveracci,per lo più profughi vietnamiti,vivono in una sorta di villaggio galleggiante, fatto  di  giunche, in un’insenatura un po’nascosta. Il livello di vita sembra mediamente simile a quello europeo. Numerose sono le testimonianze culturali e le relative manifestazioni .Il territorio è molto mosso e vario,alte colline,ampia insenatura con porto molto animato,passeggiate ornate di numerose sculture,parchi e giardini numerosi .E tuttavia,pur non potendo indicare una carenza,un limite preciso,questa città elegante non ha calore. Sembra di vivere dentro una banca: efficiente,ma gelida,dove i rapporti tra persone sono improntati al formalismo più distaccato e impersonale. Qui riesco a comprarmi per ricordo solo libri,che sono facilmente reperibili in lingua inglese in librerie capaci di rispondere alle richieste più capricciose.
Prospettiva su Kowloon dal Picco Victoria

 Scesi dal ferry ci avviamo verso il famoso Victoria Peak . Per salire si prende un trenino che consente di arrivare alle pendici del monte, attraversando in forte pendenza una vegetazione lussureggiante. In realtà in cima al picco è stato costruito un centro commerciale super turistico con vari negozi e ristoranti ad accesso gratuito e con terrazze panoramiche. Abbiamo così potuto ammirare la città dall’alto ed anche la discesa a  piedi,molto piacevole, che ci ha permesso di scoprire i lussureggianti giardini e il diverso fascino dei numerosi Grattaceli Grandi Firme .Ma anche questa  passeggiata delle meraviglie non riesce ad entusiasmarmi e ,per una volta,non mi lamento della sosta breve che conclude in questa città il nostro viaggio  nell’Impero di Mezzo.
Notturno dal Picco Victoria
          Ho fatto bene a decidere di partire. I venti giorni del soggiorno sono stati faticosi,ma non è stato tempo gettato al vento. Certo non hanno potuto permettere una conoscenza approfondita,ma hanno consentito conferme e sorprendenti scoperte. Arte,architettura tradizionale,come pensavo prima di partire,si sono rivelati per me assai poco interessanti.  Alla fine del viaggio il profilo della pagoda era diventata un’ossessione,un vero incubo. Ma la gente,una inattesa scoperta. Un popolo giovane,cortese, pieno  di energie ,di orgoglio e di capacità di guardare con speranza al futuro ,valorizzando l’esperienza degli anziani e  fedeli al rispetto delle tradizioni. Un rapporto molto fecondo tra generazioni,che coniuga la pazienza gentile  dei vecchi  con l’energia e l’entusiasmo dei figli e nipoti  per costruire il domani sotto il segno dell’impegno collettivo.       
                  
                        Fine

2 commenti:

  1. After completing the diary of China,I will begin to publish "A raid in History",of course ... with historical photos!

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  2. Ricordo ai miei amici lettori canadesi il post dedicato a Margaret Atwood il 7/6/2013 e la poesia québecoise col titolo "Poesia di un Québec dalle energie rinnovate" del 15/1/2013,sul blog mariellaemporio. Ricordo inoltre a quegli stessi amici che in questo stesso blog gabysouk c'è un post dedicato a Dorothy Livesay dal titolo "Sull'onda dell'immaginazione.(5)." di sabato 9 febbraio 2013.Buona lettura!

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