15°.G.L’indomani
l’ultima esperienza di spostamento interno alla Cina.Saliamo sul
catamarano per raggiungere Hong Kong.Qui abbiamo il tempo per conoscere
soprattutto due quartieri della città.
Queste le
impressioni sul quartiere di Kowloon,uno dei più centrali della città,dove si
trova il nostro hotel . Da qui in circa
15 minuti a piedi, passeggiando per Nathan Road tra mille insegne luminose e
negozi di tutti i generi, possiamo raggiungere l’Harbour, dal quale ci imbarchiamo sul ferry
che porta sull’altra sponda, a Central Station ed ai quartieri storici di
Central, Admiralty e The Peak. Vista da Kowloon la città è modernissima
ed elegante. Ogni firma di prestigio dell’architettura del mondo ha lasciato un
suo segno. Grattaceli magnifici,struttura urbanistica molto funzionale e
moderna. I poveracci,per lo più profughi vietnamiti,vivono in una sorta di
villaggio galleggiante, fatto di giunche, in un’insenatura un po’nascosta. Il
livello di vita sembra mediamente simile a quello europeo. Numerose sono le
testimonianze culturali e le relative manifestazioni .Il territorio è molto
mosso e vario,alte colline,ampia insenatura con porto molto animato,passeggiate
ornate di numerose sculture,parchi e giardini numerosi .E tuttavia,pur non
potendo indicare una carenza,un limite preciso,questa città elegante non ha
calore. Sembra di vivere dentro una banca: efficiente,ma gelida,dove i rapporti
tra persone sono improntati al formalismo più distaccato e impersonale. Qui
riesco a comprarmi per ricordo solo libri,che sono facilmente reperibili in
lingua inglese in librerie capaci di rispondere
alle richieste più capricciose.
Scesi dal ferry ci avviamo verso il famoso Victoria Peak . Per salire si prende un trenino che consente di arrivare alle pendici del monte, attraversando in forte pendenza una vegetazione lussureggiante. In realtà in cima al picco è stato costruito un centro commerciale super turistico con vari negozi e ristoranti ad accesso gratuito e con terrazze panoramiche. Abbiamo così potuto ammirare la città dall’alto ed anche la discesa a piedi,molto piacevole, che ci ha permesso di scoprire i lussureggianti giardini e il diverso fascino dei numerosi Grattaceli Grandi Firme .Ma anche questa passeggiata delle meraviglie non riesce ad entusiasmarmi e ,per una volta,non mi lamento della sosta breve che conclude in questa città il nostro viaggio nell’Impero di Mezzo.
Notturno dal Picco Victoria |
Ho fatto bene a decidere di partire. I
venti giorni del soggiorno sono stati faticosi,ma non è stato tempo gettato al
vento. Certo non hanno potuto permettere una conoscenza approfondita,ma hanno
consentito conferme e sorprendenti scoperte. Arte,architettura
tradizionale,come pensavo prima di partire,si sono rivelati per me assai poco
interessanti. Alla fine del viaggio il
profilo della pagoda era diventata un’ossessione,un vero incubo. Ma la
gente,una inattesa scoperta. Un popolo giovane,cortese, pieno di energie ,di orgoglio e di capacità di
guardare con speranza al futuro ,valorizzando l’esperienza degli anziani e fedeli al rispetto delle tradizioni. Un
rapporto molto fecondo tra generazioni,che coniuga la pazienza gentile dei vecchi con l’energia e l’entusiasmo dei figli e
nipoti per costruire il domani sotto il
segno dell’impegno collettivo.
Fine
After completing the diary of China,I will begin to publish "A raid in History",of course ... with historical photos!
RispondiEliminaRicordo ai miei amici lettori canadesi il post dedicato a Margaret Atwood il 7/6/2013 e la poesia québecoise col titolo "Poesia di un Québec dalle energie rinnovate" del 15/1/2013,sul blog mariellaemporio. Ricordo inoltre a quegli stessi amici che in questo stesso blog gabysouk c'è un post dedicato a Dorothy Livesay dal titolo "Sull'onda dell'immaginazione.(5)." di sabato 9 febbraio 2013.Buona lettura!
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