Dopo
li aspettano una serie di sorprese. Infatti
la partenza da Nefta per Douz è pittoresca. Si abbandonano le solide
jeep per diventare una classica carovana che fa questo trasferimento su
dromedari che avanzano in fila indiana.
|
Veronica e il suo cammelliere | | | | | |
|
La moderna carovana |
Per fortuna lo spuntino è stato
leggero,perché il modo tutto suo di procedere dell’animale – che muove ciascuna
delle zampe in modo indipendente dalle altre – provoca un ondeggiamento non
proprio a tutti gradito.
Inoltre
il tratto da percorrere non è lunghissimo.
Quando
la carovana si ferma è ancora in pieno
deserto. E’ lì che è prevista la sosta notturna sotto le stelle. Il pic-nic
è rifocillante e molto gradevole . E’
stato ingaggiato anche un gruppo di
musicisti e ballerini locali che hanno il compito di allietare la serata .
|
Il gruppo folkloristico | | |
Coinvolgono con abilità i viaggiatori
nelle loro danze. Anche Lisa e Veronica si lasciano trascinare
dall’atmosfera molto pittoresca e ospitale. Ma non c’é dubbio ,Krikri è il più
richiesto. Viene il momento del riposo e la guida non riesce a far capire ad “Amore
mio
” e a “Tesoruccio
” che non è il caso di andare a dormire sulle
dune perché non c’è solo il pericolo degli scorpioni. Loro vanno lo stesso.
Tutti gli altri si sistemano sotto la grande tenda beduina montata per
l’occasione. Il colonnello belga chiede a Veronica e Lisa di stendere i loro sacchi a pelo al centro
della tenda. Lui e i suoi amici si metteranno invece al suo limite quasi a ergere un baluardo a
difesa delle ragazze ,pur mantenendosi più che mai sulle sue per il
comportamento irritante delle ragazze che chiacchierano in continuazione nella loro lingua e non
riescono a smettere di ridacchiare senza controllo,forse un riso nervoso. Nel
pieno della notte un urlo squarcia l’aria. Il colonnello decide allora di
aspettare l’annunciarsi del giorno all’esterno,di guardia ,senza dormire. La
mattina la guida spiega e chiarisce. E’
stato Krikri a urlare quando una mano lo ha ripetutamente toccato dall’esterno
della tenda. Con la complicità delle danze della serata durante la quale il
giovane aitante era apparso protagonista
gentile e disponibile ,qualche nomade aveva creduto di poter rompere per quella
notte la sua abituale solitudine . Non vanno molto per il sottile i nomadi del
deserto,costretti all’isolamento più estremo ,nello scegliersi la loro
compagnia,vista la eccezionalità nel trovarla.
Lisa non ha
mai assistito allo spuntar dell’alba. I
viaggiatori ,che hanno molto presto
ripreso il loro posto abituale nelle jeep ,possono permettersi il lusso di una
breve sosta per fotografare il sorgere del sole.
|
La prima alba di Lisa |
Riprendono il cammino per
essere a Douz per il pranzo. Il caldo , difficile da gestire già nelle prime
ore del mattino, li obbliga a una breve sosta intermedia per rinfrescarsi
all’ombra di una piccolissima oasi incontrata lungo il cammino. Lisa ne
approfitta per bagnarsi anche lo shesh.
|
La piccola sosta è l'occasione per Lisa di bagnarsi lo shesh |
(continua)
Ricordo ai miei amici lettori canadesi il post dedicato a Margaret Atwood il 7/6/2013 e la poesia québecoise col titolo "Poesia di un Québec dalle energie rinnovate" del 15/1/2013,sul blog mariellaemporio. Ricordo inoltre a quegli stessi amici che in questo stesso blog gabysouk c'è un post dedicato a Dorothy Livesay dal titolo "Sull'onda dell'immaginazione.(5)." di sabato 9 febbraio 2013.Buona lettura!
RispondiElimina