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lunedì 14 gennaio 2013

Un 'escursione nel Sahara-4-


       Dopo li aspettano  una serie di sorprese. Infatti la partenza da Nefta per Douz è pittoresca. Si abbandonano le solide jeep per diventare una classica carovana che fa questo trasferimento su dromedari che avanzano in fila indiana.

Veronica e il suo cammelliere
La moderna carovana

 Per fortuna lo spuntino è stato leggero,perché il modo tutto suo di procedere dell’animale – che muove ciascuna delle zampe in modo indipendente dalle altre – provoca un ondeggiamento non proprio a tutti gradito.
Inoltre il tratto da percorrere non è lunghissimo.
    Quando la carovana si ferma è ancora  in pieno deserto. E’ lì che è prevista la sosta notturna sotto le stelle. Il pic-nic è rifocillante  e molto gradevole . E’ stato ingaggiato  anche un gruppo di musicisti e ballerini locali che hanno il compito di allietare la serata .
 
Il gruppo folkloristico
  Coinvolgono con abilità  i viaggiatori  nelle loro danze. Anche Lisa e Veronica si lasciano trascinare dall’atmosfera molto pittoresca e ospitale. Ma non c’é dubbio ,Krikri è il più richiesto. Viene il momento del riposo e la guida non riesce a far capire ad “Amore mio” e a “Tesoruccio” che non è il caso di andare a dormire sulle dune perché non c’è solo il pericolo degli scorpioni. Loro vanno lo stesso. Tutti gli altri si sistemano sotto la grande tenda beduina montata per l’occasione. Il colonnello belga chiede a Veronica e Lisa  di stendere i loro sacchi a pelo al centro della tenda. Lui e i suoi amici si metteranno invece al  suo limite quasi a ergere un baluardo a difesa delle ragazze ,pur mantenendosi più che mai sulle sue per il comportamento irritante delle ragazze che chiacchierano in  continuazione nella loro lingua e non riescono a smettere di ridacchiare senza controllo,forse un riso nervoso. Nel pieno della notte un urlo squarcia l’aria. Il colonnello decide allora di aspettare l’annunciarsi del giorno all’esterno,di guardia ,senza dormire. La mattina la guida spiega  e chiarisce. E’ stato Krikri a urlare quando una mano lo ha ripetutamente toccato dall’esterno della tenda. Con la complicità delle danze della serata durante la quale il giovane  aitante era apparso protagonista gentile e disponibile ,qualche nomade aveva creduto di poter rompere per quella notte la sua abituale solitudine . Non vanno molto per il sottile i nomadi del deserto,costretti all’isolamento più estremo ,nello scegliersi la loro compagnia,vista la eccezionalità nel trovarla.
   Lisa non ha mai assistito allo spuntar dell’alba.  I viaggiatori ,che hanno  molto presto ripreso il loro posto abituale nelle jeep ,possono permettersi il lusso di una breve sosta per fotografare il sorgere del sole.
La prima alba di Lisa
 Riprendono il cammino per essere a Douz per il pranzo. Il caldo , difficile da gestire già nelle prime ore del mattino, li obbliga a una breve sosta intermedia per rinfrescarsi all’ombra di una piccolissima oasi incontrata lungo il cammino. Lisa ne approfitta per bagnarsi anche lo shesh.
La piccola sosta  è l'occasione per Lisa di bagnarsi lo shesh
(continua)











1 commento:

  1. Ricordo ai miei amici lettori canadesi il post dedicato a Margaret Atwood il 7/6/2013 e la poesia québecoise col titolo "Poesia di un Québec dalle energie rinnovate" del 15/1/2013,sul blog mariellaemporio. Ricordo inoltre a quegli stessi amici che in questo stesso blog gabysouk c'è un post dedicato a Dorothy Livesay dal titolo "Sull'onda dell'immaginazione.(5)." di sabato 9 febbraio 2013.Buona lettura!

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