I Caffè
letterari hanno caratterizzato la vita intellettuale in molte città europee
per più di tre secoli, anche se il loro periodo d'oro è stato nella seconda
metà del XIX secolo.
Davanti alle tazzine fumanti di caffè si sono intrecciate discussioni
filosofiche e artistiche, sono nati manifesti politici e letterari, sono
stati organizzati complotti, tanto che "non si potrebbe scrivere
una pagina di storia né letteraria né artistica dell'Ottocento senza citare
il nome di un Caffè" (P. Bargellini).
Secondo solo al Florian di
Venezia, vanta una storia densa di popolarità al pari del Procope di
Parigi. Impossibile parlare di caffè letterari senza rifarsi all’idea di
Europa dell’epoca. Steiner identifica questa caffetteria come l’emblema
della comunione fra l’intellettuale, assiduo frequentatore del locale, e
cultura europea, molti secoli prima di quanto è stato realizzato attraverso
i canali dell’Unione Europea dal 2000 in poi. Il più famoso Caffè letterario di Roma è dunque
il Caffè Greco, in Via Condotti, poco lontano da Piazza di
Spagna. È anche il più antico. Nasce ufficialmente nel 1760, quando in un
documento appare il nome del suo proprietario "Nicola di Maddalena
caffettiere, levantino" (e questo spiega perché si chiama Greco).
Le prime notizie sul Caffè Greco
sono ravvisabili nello Stato delle Anime del 1760 nel quale risulta
gestore e forse anche proprietario un "Nicola di Madalena
caffettiere", dato che trova riscontro anche in un documento
proveniente dalla parrocchia diSsan Lorenzo in Lucina e conservato presso l'Archivio del Vicariato. La
prima sicura testimonianza sul Caffè Greco viene attribuita a Pierre Prudhon, che ne fa menzione in una sua lettera personale a Cesare
Pascarella . Ma forse già esisteva da alcuni anni:
sarebbe infatti il "Caffè di strada Condotta" citato nel
1743 da Giacomo Casanova .Tra
Seicento e Settecento questo specifico tipo di locale, il caffè, aprì le
porte all’arte, al teatro, alla letteratura. Nei salotti di tutta Europa la
verve creativa si materializzò segnandone il passo per sempre. Le botteghe
erano saloon, osterie e cabaret. Vi era spazio per compagnie teatrali e
fervidi ingegni. La fondazione dell’Antico Caffè Greco risalirebbe al 1760,
ancora secondo lo “Stato delle Anime”, in concorrenza con l’offerta
parigina e londinese. Il proprietario utilizzò sempre vero caffè, senza
mischiarlo con ceci o altri alimenti. Inoltre, lo offrì ai suoi ospiti in
tazzine piccole, come quelle odierne, raddoppiandone il prezzo. Sei anni
più tardi nacque il periodico “Il Caffè” e i giornali divennero
presenza fissa nelle sale di questa “bottega”. Tradizione mantenuta
nei secoli, tra l’altro, quasi ovunque. Tra i noti personaggi che
furono clienti del locale, ci fu Giacomo Casanova: giovane abate al
servizio del cardinale Acquaviva, trovandosi a passeggiare per la Strada
Condotta, come si chiamava precedentemente via dei Condotti, dove fu
chiamato dal cardinale Gama che, seduto ad un tavolo del caffè con altri
abati, lo invitò a fare loro compagnia. Sembra che si intrattennero
scambiandosi storie e racconti lontani dall’austerità consona al loro
abito. In questa occasione Casanova scambiò per una donna vestita da uomo
Giuseppe Ricciarelli anche conosciuto come Beppino della Mammana. Lo disse
al Gama il quale ridendo affermò che Beppino era un famoso castrato
dopodiché glielo presentò raccontando, l’equivoco in cui Casanova era
caduto. A questo punto pare che il nuovo arrivato abbia proposto a Casanova
di passare una notte con lui promettendogli di ricoprire sia il ruolo di
ragazza che quello di ragazzo.
Caffè Greco è un luogo di Roma a
cui tutti siamo in qualche modo affezionati, mi ricordo le sere con
Palazzeschi, De Pisis, dopo cena: allora si andava sempre dopo cena, nel
1937-38; ci andava anche Moravia poi ad una certa ora, verso le undici. [...] In questo quadro c'è un elemento catalizzatore,
Giorgio de Chirico, anche se il fascino del luogo nasce anche dalla gente
che ci è passata, da Buffalo Bill a Gabriele d'Annunzio" (R.
Guttuso)
Col passare del tempo, la clientela diventa sempre più
internazionale e sempre più, variegata: qui si incontrano i personaggi più
creativi e brillanti d'Europa, cosicché è quasi impossibile ricordare i
nomi di tutti i 'grandi' che si sono seduti ai tavoli di questo
Caffè.
Il Caffè Greco divenne il ritrovo preferito di artisti e
intellettuali tedeschi che si trovavano a operare in Italia. A
documentazione del fatto, vi sono tra gli altri gli schizzi e ritratti a
matita eseguiti da Carl Philipp Fohr in preparazione di un quadro mai
realizzato a causa della morte dell'artista, annegato nel Tevere. Gli
schizzi, conservati a Heidelberg e a Francoforte, sono ambientati nel Caffè
Greco e raffigurano tra gli altri il tirolese Joseph Anton Koch, il poeta
J.M.Friedrich Rückert, Theodor Rehbenitz, Peter Cornelius, J.F. Overbeck
che gioca a scacchi con Philipp Veit, e J.N. Schaller. Altri frequentatori
erano il filosofo Schopenauer ed Ernst Theodor Hoffmann. Era dunque diventato
famoso ad opera dei tedeschi, che avevano cominciato a frequentarlo nel
1779. Wolfgang Goethe e i
suoi amici Johann Wilhelm Tischbein, Karl Philipp Moritz e Jakob Wilhelm
Heinse stanno sempre lì, al punto che Heinse propone di chiamarlo
"Caffè Tedesco". Il Caffè divenne poi in generale un punto di
incontro per personalità intellettuali e politiche: Gioacchino Pecci,
futuro papa Leone XIII, fu un assiduo frequentatore del
Caffè(l, a foto e la lettera relative al
papa si trovano affianco ad una foto e ad una lettera riguardanti Lisztche
si dice abbia conosciuto il Ppa in quel caffè. Così
come lo fu Silvio Pellico.Si racconta anche un aneddoto riguardante un famoso cliente
occasionale della caffetteria: Henry
Beyle più noto con lo pseudonimo di Stendhal che varcò la soglia
dell’Antico Caffè Greco per cercarvi il suo sosia. Precedentemente lo
scrittore francese a Terni era stato scambiato per il pittore Stefano Forby
e per tale motivo era stato trattato con grandissima cortesia. Stendhal
aveva cercato di chiarire l’equivoco ma non vi era riuscito tanto era
somigliante al Forby. Giunto a Roma lo scrittore aveva saputo che il suo
sosia era un frequentatore della famosa caffetteria e vi si era recato,
curioso di incontrarlo. Il vederlo però gli aveva provocato una grande
delusione in quanto il pittore era molto brutto.. Molte opere
letterarie immortali furono scritte ai tavoli del Caffè Greco: le “Anime
morte” di Nicolaj Gogol’ ne sono un esempio.La
caffetteria è famosa anche per tante altre importanti personalità che lo
hanno frequentato nel corso degli anni come Massimo D’Azeglio, Luigi di
Baviera, Buffalo Bill, Ennio Flaiano, Aldo Palazzeschi, Cesare Pascarella,
Richard Wagner, Orson Welles, Edvard Grieg e molti altri ancora. E ancora
letterati e filosofi tra cui Hans Christian Andersen, George Byron,
Gabriele D'Annunzio, René de ChateaubriandEnnio Flaiano, Nathaniel
Hawthorne, Henry James, Giacomo Leopardi, Adam Mickiewicz, Sandro Penna,
Percy B. Shelley, Hippolyte Tayne, Mark Twain. Arthur Schopenhauer,
che portava sempre con sé un barboncino bianco che chiamava
Atma ( anima del mondo,nella caffetteria rischiò di essere aggredito dal
gruppo dei Nazareni, per avere insultato la Germania: per lui era la
nazione più stupida della Terra, l’unica superiorità che le riconosceva era quella di poter
fare a meno della religione.
Scultori e pittori come Antonio Canova, Jean Baptiste Corot, Hippolyte
Delaroche, Anselm Feuerbach, Jean A. Ingres, e, agli inizi dell'Ottocento,
è facile incontrarci il principe Ludwig
di Baviera e il gruppo di pittori da lui protetti,con Friederich Overbeck e i Nazareni, Giulio Aristide Sartorio,
Berthel Thorvaldsen, Horace e Charles Vernet. Alcuni pittori hanno lasciato
il segno della loro presenza nei numerosissimi quadri che decorano le
pareti delle sale interne, trasformate in una piccola pinacoteca: tra i
tanti, Ippolito Caffi, Vincenzo Camuccini, Franz Ludwig Catel, Jakob
Philipp Hackert (attr.), Angelica Kauffmann, Antonio Mancini.
E musicisti, come Hector Berlioz, George Bizet, Franz Liszt, Jacob
Mendelssohn, Gioacchino Rossini, Giovanni Sgambati, Arturo Toscanini,
Richard Wagner. Tra i clienti, anche Buffalo Bill, Orson Welles (e molti altri … è impossibile ricordarli
tutti!).
Oltre all'origine storica, il caffè è
inoltre famoso per i molti frequentatori famosi avuti nel corso degli anni;
è stato per molto tempo, e in parte lo è tuttora, un ritrovo di
intellettuali e goliardi. Vi si riunisce, ogni primo mercoledì del mese, il
"Gruppo dei Romanisti", antico cenacolo di studiosi e accademici
cultori in particolare della città di Roma. Dal 1940 i loro lavori sono
raccolti nel volume "Strenna dei Romanisti", pubblicato ogni anno
in occasione del Natale dell'Urbe (21 aprile). L'Antico Caffè Greco di
Roma, con oltre 300 opere esposte nelle sale, è la più grande galleria
d'arte privata aperta al pubblico esistente al mondo.
Il locale, ancora in attività
,conserva tuttora il suo aspetto ottocentesco.
Dal 1953 il Caffè Greco è infatti
sottoposto a "vincolo" da parte dello Stato perché "più
volte abbellito con decorazioni e cimeli di interesse storico ed artistico,
costituisce oggi un vario e pregevole esempio di pubblico ritrovo
sviluppatosi, attraverso più di due secoli di vita, per la ininterrotta consuetudine
da parte di artisti di ogni paese di frequentare le sue ospitali e raccolte
salette, avendo rappresentato in Roma, per più di duecento anni, un centro
di vita artistica universalmente noto".
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