Prologo
A fine giugno del ’67, durante il VI congresso degli scrittori a Praga,
un buon
numero di partecipanti sottopone a dura critica il regime comunista
pergli abusi
del passato e conclude con la richiesta
della libertà di stampa.
E’ una richiesta forte che ha un insperato successo poiché ottiene che
A.
Novòtny sia sostituito da A.Dubček,slovacco, alla guida del
partito
comunista cecoslovacco(gennaio
1968). Già il 5 marzo dello stesso anno
il nuovo segretario del partito annuncia la
soppressione della censura.
Prima che quello stesso mese finisca Novotny si
dimette dalla carica di
Presidente della Repubblica. L’opinione pubblica reagisce con esplicito
sollievo. A
succedergli è chiamato L.Svoboda,nuovo Capo
dello Stato.
Anche il governo si rinnova con l’ingresso di esponenti moderati di
grande prestigio, quali Oldrich Cernik, Jiri Hajek, Ota Sik. Emerge
presto la
volontà di riforme radicali nell’ambito economico in grave
crisi, capace di
abbandonare centralismo e industrializzazione pesante
e, in ambito politico, la palese
determinazione nel favorire una
articolazione pluralista del sistema politico.
Dal Comitato Centrale
del 4 e 5 aprile esce la definizione del nuovocorso come "socialismo
dal volto umano". In URSS tuttavia le reazioni all’accelerazione
impressa al processo di liberalizzazione dagli intellettuali firmatari
del
cosiddetto Manifesto delle duemila parole sono di grande
preoccupazione.
I dirigenti
sovietici intravedono nella primavera di
Praga una
minaccia per il regime comunista e per il patto
di Varsavia, temono una "contaminazione" nel campo socialista.
Nel corso di alcuni colloqui a Karlovy Vary (17 maggio), a
Cierna-nad-Tisu (19 luglio e 1° agosto) e a Bratislava
(3 agosto),
Dubček tenta invano di
rassicurarli. Ed è nella notte tra il 20
e il 21 agosto 1968 che si arriva all’invasione
della Cecoslovacchia
da parte delle
truppe del Patto di Varsavia.Per comprendere
i motivi
di questo allarme che produce l’iniziativa gravemente aggressiva
dell’invasione del Paese bisogna tener presente la collocazione
geografica della Cecoslovacchia, esattamente al centro dello
schieramento difensivo del Patto di Varsavia:una sua eventuale
defezione non poteva
essere tollerata in periodo di Guerra Fredda.
A differenza di quanto era avvenuto in altri paesi dell'Europa centrale
,la presa di potere dei comunisti in Cecoslovacchia nel
1948 era stata accompagnata da una genuina partecipazione popolare, e non era
stata
funestata, come altrove, da brutali repressioni. Le riforme sociali del
dopoguerra
erano avvenute pacificamente,mentre, ad esempio, in
Ungheria si erano avute vere e
proprie sommosse. Ciononostante,la
dirigenza, guidata da Gottwald prima, da Zapotocky
e Novotný poi,
aveva mantenuto un regime totalitario fortemente repressivo che si
era
espresso in maniera brutale durante le purghe staliniane e che
non si era aperto alle
riforme dopo la morte del leader sovietico.
La stessa minoranza slovacca rimaneva sotto
rappresentata nelle
istituzioni, che accusavano sempre una distanza ideologica rilevante
rispetto alle
altre repubbliche popolari che avevano compiuto la destalinizzazione,Ungheria e
Polonia per prime.Tuttavia
stroncare
la primavera di Praga si
rivelerà meno facile del previsto per le
difficoltà di individuare un gruppo
dirigente disposto a sostituire
Dubček . Nonostante le pressioni di Mosca la
situazione rimarrà
incerta ancora per
molti mesi .In autunno verrà approvata la
riforma istituzionale del paese
con il riconoscimento dello stato
federale fra le regioni ceche e la
Slovacchia. Nel marzo 1969
però la
promozione da parte dei sindacati di una serie di iniziative
a favore della
libertà di sciopero inducono Breznev a
imporre le
dimissioni a Dubček facendo leva sulla "questione
nazionale",e
a
sostituirlo con il fidato Husák.
Ed è proprio in quell’estate del 1968 che ho vissuto un’ incursione
involontaria
nella storia.
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