Un viaggio nel cuore caldo della cucina siciliana d'autore.
Adelina ci metteva due jornate sane sane a pripararli. Ne sapeva, a memoria ,la ricetta. Il giorno avanti si fa un aggrassato di vitellone e di maiale in parti uguali che deve còciri a
foco lentissimo per ore e ore con cipolla, pummadoro,sedano,prezzemolo e basilico. il
giorno appresso si pripara un risotto, quello che chiamano alla milanisa (senza zaffirano,
pi carità! ),lo si versa sopra a una tavola, ci si impastano le ova e lo si fa rifriddàre. Intanto si còcino i pisellini, si fa una besciamella,si riducono a pezzettini 'na poco di fette di salame
e si fa tutta una composta con la carne aggrassata, triturata a mano con la mezzaluna,(nenti frullatore,pi carità di Dio! ). Il suco della carne s'ammisca col risotto. a questo punto si piglia tanticchia di risotto, s'assistema nel palmo d'una mano fatta a conca, ci si mette dentro
quanto un cucchiaiodi composta e si copre con dell'altro riso a formare una bella palla. Ogni
palla la si fa rotolare nella farina, poi si passa nel bianco d'ovo e nel pane grattato. Doppo,
tutti gli arancini s'infilano in una padeddra d'oglio bollente e si fanno friggere fino a quando
pigliano un colore d'oro vecchio. Si lasciano scolare sulla carta. E alla fine, ringraziannu u
Signiruzzu,, si mangiano.
(Da:"Gli arancini di Montalbano" di Andrea Camilleri ,Sellerio ed.)
Adelina ci metteva due jornate sane sane a pripararli. Ne sapeva, a memoria ,la ricetta. Il giorno avanti si fa un aggrassato di vitellone e di maiale in parti uguali che deve còciri a
foco lentissimo per ore e ore con cipolla, pummadoro,sedano,prezzemolo e basilico. il
giorno appresso si pripara un risotto, quello che chiamano alla milanisa (senza zaffirano,
pi carità! ),lo si versa sopra a una tavola, ci si impastano le ova e lo si fa rifriddàre. Intanto si còcino i pisellini, si fa una besciamella,si riducono a pezzettini 'na poco di fette di salame
e si fa tutta una composta con la carne aggrassata, triturata a mano con la mezzaluna,(nenti frullatore,pi carità di Dio! ). Il suco della carne s'ammisca col risotto. a questo punto si piglia tanticchia di risotto, s'assistema nel palmo d'una mano fatta a conca, ci si mette dentro
quanto un cucchiaiodi composta e si copre con dell'altro riso a formare una bella palla. Ogni
palla la si fa rotolare nella farina, poi si passa nel bianco d'ovo e nel pane grattato. Doppo,
tutti gli arancini s'infilano in una padeddra d'oglio bollente e si fanno friggere fino a quando
pigliano un colore d'oro vecchio. Si lasciano scolare sulla carta. E alla fine, ringraziannu u
Signiruzzu,, si mangiano.
(Da:"Gli arancini di Montalbano" di Andrea Camilleri ,Sellerio ed.)
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