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sabato 6 febbraio 2016

5.La Gru e il mondo classico.

Apollo assumeva e smetteva le sembianze di una gru quando faceva visita al mondo.
Nel sesto secolo a.C. il poeta Ibico[1],pestato a sangue e abbandonato esanime ,chiamò uno stormo di gru  di passaggio che seguì l'aggressore fino a un teatr,aleggiando sopra di lui finché questi non rese una confessione alla folla sbalordita.
Nelle Metamorfosi di Ovidio ,Era e Artemide trasformano Gerania in gru per punire la regina pigmea  della sua vanità .













[1] Ibico poeta greco antico, conosciuto anche come  Ibico Reggino, nacque in una famiglia
aristocratica nel VI secolo a.C. nella Magna Grecia a Rhegion (Reggio Calabria)
Si reca sull’ Isola di Samo dove entra a far parte della corte del Tiranno Policrate,

 si dedica alla Lirica Corale mitológica ed’ epica, si prodiga con passione anche alla poesía
erotica.
Nei suoi scritti spicca la purezza della lingua Greca, venne lodato dagli Alessandrini come 

uno tra i piu' eccelsi poeti della lirica ellenica, alcuni fonti narrano che molte sue opere
furono presenti nella grande biblioteca di Alessandria d’ Eggitto, anche se la maggior parte
dei suoi componimenti andarono perduti.
Trascorre la sua vita all’ insegna di una intensissima ed’ angosciante passione amorosa,

tanto che viene descritto da Cicerone come “colui che più d'ogni altro arse per la passion
 d’ amore”.
Alcune fonti lo indicano anche come inventore di uno strumento musicale, il Barbiton, 

di forma triangolare con molte corde.
E' Plutarco che riporta della sua morte (VI a.C.)che  avenne per mano di predoni

nei pressi di Corinto: Ibico ,in punto di morte, si era rivolto a uno stormo di 
Gru che aveva pregato di vendicarlo. Poco dopo i volatili indicarono a un 
drappello  di soldati il punto dove era stato sepolto. Grazie alla tempestività 
del ritrovamento  si  poterono catturare e condannare i suoi assassini.

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